[Lo Hobbit]
Forse per questo Ori continuava a scrivere sul proprio taccuino, o almeno così pensava Bilbo: che il nano scrivesse canzoni o riflessioni (chissà cosa davvero c'era scritto) per non pronunciarle, mettendo così in pericolo l'intera compagnia, e pure per non diventare pazzo, per raccontare i propri pensieri.
[Thorin/Bilbo a fine storia][≈3000 parole]

Molly è sola in obitorio,stanca e provata da una giornata spossante.
Sherlock arriva all'improvviso,ferito da una rissa durante un caso.
In quell'obitorio,avverrà una conversazione che cambierà la vita di entrambi.

[Legolas/Bard]
«E’ questa la parte che mi piace del gioco.» Rispose eccitato, ritornando poi a lambirgli le labbra, mentre quello trafficava con la sua casacca per togliergliela.

[Lo Hobbit] [FìliKìli]
I fatti si svolgono durante la "battaglia tra golem di pietra", o come vogliamo chiamarli, più un "post-missing moment" del film dopo che il gruppo si è accampato.
"E se…
…se lo perdessi?
Un pensiero colpì entrambi tanto forte quanto avrebbe fatto uno di quei sassi, come un pugno in pieno volto. "

[Cast Lo Hobbit][Martin Freeman/Richard Armitage] "È scientificamente provato che gli uomini di bassa statura sono più pervertiti di quelli alti." una semplice frase, letta con voce innocente da una di quelle riviste inserto che ogni grande testata non si fa mancare.
Richard, seduto sul divano della roulotte accanto al suo collega, quasi si strozzò con l'acqua che stava sorseggiando in tutta tranquillità.

Bilbo si vide piantare sotto il naso un boccale con un liquido che aveva già visto nella sua gioventù. “G-grazie, ma non credo che...” all'improvviso un coro di voci naniche si alzò, determinato a farlo bere, e lui si vide costretto a trangugiare il primo sorso, con grande sollievo dei dodici. Poi non seppe come tutto andò avanti, seppe solo che ad un certo punto si sentiva caldo in tutto il corpo e leggero come non lo era mai stato da tanti anni.. e allegro, spensierato, insomma... felice, anche se non si ricordava chi fosse chi gli stava parlando e non riusciva a capire cosa diamine gli stesse dicendo!

“Ti sto ospitando in casa mia mentre tutti ti credano un morto, mentre tutti credono che tu sei un falso, un impostore! Io credo in te, io ti ho sempre difeso e aiutato e tu mi ripaghi trattandomi sempre come uno straccio! Ti curi di me solo quando devi usarmi e poi mi lasci in uno stanzino, sporca dei tuoi stramaledettissimi problemi. In due giorni non hai fatto altro che criticare la mia casa e persino il mio gatto.... non mi hai mai rivolto parola nemmeno per chiedermi se stavo bene, se secondo me è giusto quello che stai facendo. Bè mi sono stancata... fuori dalla mia camera se non vuoi che ti prenda schiaffi seduta stante!”
One-shot con: Tanto fluff, tanto OOC, poca sanità mentale... ma io adoro questa coppia e volevo dare un pò di rivincita a Molly. Chiedo umilmente perdono!

Sherlock è tornato dopo 3 anni. John è sposato con Mary e non lo ha perdonato. Ma c’è una cosa che non può essere più combattuta, frenata, arginata.
Qualcosa di affamato che è a caccia di entrambi.
One shot molto molto slash-angst e quant’altro. *Lemon: attenzione, scena esplicita di sesso* (per scrivere la quale ci ho messo una settimana! Aiuto!)

Secondo episodio della seconda stagione.
Sherlock ha qualche problema a fare chiarezza con i propri sentimenti e a comunicarli a John.
Sherlock/John.

Sherlock lo fissa come se volesse, o potesse, disgregarlo in miliardi di cellule da rinchiudere in vetrini ed esaminare alle luci di un microscopio e lui si sente vulnerabile. Non che questa sia una novità in sua presenza, ma non è mai stato spiacevole.
“Che diamine sta succedendo?”
E la voce gli trema, forte. Il soldato che è in lui si vergogna, si ribella, pretende fermezza e determinazione ma John, per qualche strano motivo, è già capitolato. [...]
"Ti proteggo, John."

Al primo anniversario della morte di Sherlock, John si presentò davanti alla tomba del suo migliore amico: non andava spesso al cimitero, non occorreva andare lì per ricordarlo ed omaggiarlo, nè tantomeno serviva a lenire la sofferenza e la solitudine che provava. Tuttavia, una volta presentatosi davanti alla lapide nera, passarono pochi istanti prima che allungasse la mano destra sopra di essa: accarezzò la scritta dorata con la punta dell'indice in un gesto spontaneo più che simbolico e bisbigliò poche parole. "Torno in Afghanistan. Goodbye, Sherlock".

Sherlock è “morto” ma nonostante questo, sarebbe terribilmente scortese mancare al matrimonio del suo migliore amico…
[post 2x03, con una "Mary" teoricamente presa dai libri]

Le mani sono mani, si sa. Come gli occhi sono occhi e le labbra sono labbra. Ma le tue, oh, le tue mani...

Gli altri avevano emozioni, sentimenti… lui era solo un sociopatico ad alta funzionalità che non poteva mai smettere di pensare. E mai voleva dire mai. Non c’era mai stato un solo momento nella sua vita in cui poteva dire di non essere stato lucido e nel pieno possesso delle facoltà mentali.

Mentre abbassava lo sguardo, il consulente investigativo, incontrò la fonte di luce della stanza: la finestra.
Nella sua mente fredda e razionale, scorsero fluentemente le immagini, ormai concluse, di poche ore fa.
In quel luogo esatto, infatti, gli riaffiorò il momento in cui John si era confessato con una dichiarazione buffa quanto dolce.
Nell'istante che seguiva vi era stato un bacio impacciato, sostituito da un altro tenero e poi uno passionale, fino a finire sul divano.