Chat Noir, la Belva Nera, un ragazzo che ha il potere di distruggere tutto ciò che tocca: una maledizione che lo vede essere temuto da tutti. Solo una ragazza, Marinette, sarà in grado di conoscerlo meglio e capirlo.
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•MariChat•
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INIZIATA: 9 Marzo 2017
CONPLETATA: 20 Marzo 2018

Penso che la descrizione che Annabeth fa del nostro Testa d'Alghe all'inizio del Marchio di Atena l'avremmo riletta tutti un fantastilione di volte, però io continuavo comunque a chiedermi cosa diamine stesse passando per la testa di Percy in quel momento, perciò... questa è la mia versione.
Siate clementi, è la mia prima ff e la mia prima storia su EFP.

Dire che Gajeel avesse mal di testa era dire nulla. Era come se un trapano gli stesse perforando il cervello centimetro dopo centimetro, e non era una bella sensazione, men che mai quando si è appena svegli.
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[GajEevy - NaLu - GrUvia - Demenzialità massima, fluff e romanticismo a tutto spiano - violenza gratuita]
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Enjoy!❤

Vi propongo una vecchia storia ma dal sapore diverso, la storia di bimba e Natsu interamente vista dal punto di vista di lui.
Non è strettamente necessario leggere la prima versione per capire questa dato che gli avvenimenti narrati saranno gli stessi ma vi consiglio di leggere la prima in modo da cogliere e divertirvi di più nel gustare tutti i retroscena che appariranno in questa.
VERSIONE ALTERNATIVA DI FRIENDS WITH BENEFITS

La navigatrice stava per andare a letto, la giornata era stata lunga e aveva bisogno di un po’ di riposo; si tirò la coperta fin sopra le spalle e si mise in cerca di una posizione comoda.
Di colpo aprì gli occhi : un pensiero le attraversò la mente veloce e improvviso come un fulmine
< Ma stanotte tocca a lui la guardia!>
Non sarebbe andata a dormire senza la sua buonanotte.

[College!AU]
“Mi sento un po’ sedotto e abbandonato” lamentò Percy, con le sopracciglia aggrottate. Lei si voltò verso di lui di scatto e i suoi boccoli biondi svolazzarono per aria “Ma che cacchio stai dicendo? E poi smettila di seguirmi, per cortesia” sbottò, infastidita.
“Non ti sto seguendo, è il percorso del self service” si difese e poi, rivolto al ragazzo dietro al bancone “Mi darebbe una cupcake? No, non quella. Quella più a destra, sì, quella con la glassa blu, per favore”
[Percy/Annabeth, Piper/Jason, Frank/Hazel, Nico/Will, Leo/Calypso]

Cinquanta modi di amarsi...
Cinquanta momenti tutti loro...
Cinquanta attimi di una vita vissuta in due...
Cinquanta capitoli in cui i protagonisti saranno solo loro, Nami e Zoro, la loro storia, i loro caratteri e il loro amore...
Cinquanta capitoli, per cinquanta sfumature di un amore verde e arancione...
*Fanfiction offerta dal Midori Mikan: perchè a San Valentino non sono importanti i cioccolatini, è importante lo Zonami... ma non solo a San Valentino*

Percy Jackson,pochi giorni dopo la fine della guerra contro Gea, si ricorda improvvisamente di una cosa che assolutamente deve fare: rivedere sua madre,dopo quasi 10 mesi. Come farà il nostro eroe a gestire le emozioni di un ritorno così importante? Sarà da solo ad affrontare una sfida che all'inizio sembra più difficile di tutto ciò che ha passato in questi anni?
(Percabeth)
(Mini-Long 2-3 capitoli)
ATTENZIONE SPOILER! SAGHE EROI DELL'OLIMPO E LE SFIDE DI APOLLO

In una notte proibita due sguardi che s'incrociano in quell'incontro dall'apparenza dettato dal destino che ritorna a stravolgere la vita di Lucy e Natsu. Un gioco che inizia in una sauna a quella proposta piccante suggerita da lui che darà il via a un susseguirsi di eventi passionali e corrotti dall'orgoglio, ma riusciranno Lucy e Natsu a metterlo da parte accettando il vero sentimento che li rende l'uno lo schiavo dell'altra?
[Mini Long di 3 capitoli]

Una chiacchierata con le amiche, un patto da poter fare solo con lui.
DAL TESTO: - Lucy perché io?-
Mi ha chiamato per nome, significa che è preoccupato e che l'argomento per lui è serio
-Perché sei il mio migliore amico, mi fido di te-
Un silenzio tombale cala nella mia stanza, ed io mi sento morire ma del nulla pentita di averglielo chiesto, sollevo appena gl'occhi, osservandolo di sottecchi noto che ci sta riflettendo e la cosa mi spaventa e mi turba al contempo, mi delude il fatto che io sia così poco appetibile ai suoi occhi, di solito non perde occasione nel "divertirsi" con la ragazza di turno
-Sei certa di poterlo fare?- chiede d'un tratto sorridendo, si solleva dal letto avvicinandosi a me azzerando le distanze
-Mettimi alla prova no?- sbotto io determinata
-La tua è una proposta davvero indecente bimba- dice ammiccando, mettendo in risalto quella fossetta, noto solo ora di quanto sia invitante -Accetto-...

Tra tutte le cose assurde che Hilary Tachibana avesse mai visto, l’immagine di Kai Hiwatari che dava da mangiare ad un gatto rientrava sicuramente nella top ten. Facciamo anche top five. Quell’immagine contrastava totalmente con quello che lei aveva di lui, con quella dell’asociale, freddo, distaccato giocatore di bey. Non aveva senso. Forse aveva preso una botta in testa e ora stava delirando, perché Kai non poteva perdere tempo con un gatto, giusto? lo accarezzava pure. Kai stava accarezzando un gatto… e non sembrava nemmeno infastidito dalla cosa, anzi sembrava quasi rilassato. Kai rilassato, e che accarezzava un gatto. Si, Hilary stava decisamente delirando.

Non è una vera e propria storia, ma una serie di one-shot a tema. I temi delle singole storie sono presi dalla Soma nsfw week che è in atto questa settimana, nel mio piccolo volevo dare un contributo a questa coppia che amo da impazzire. Quindi, buona lettura!

Il problema è la sua stupidità.
Poteva restarsene a dormire, a giocare a calcio, a rompere alla gente con Black Star e Kid. Invece no, cavolo, no. Doveva infilarsi in storie dove non centrava niente, dove si poteva mettere solo che nei guai. Soprattutto con quei cavolo di occhi rossi, come quelli di lui.

- No, e non ne ho mai avuto bisogno-
Si stupì di quelle ultime parole.
Zoro non aveva mai parlato di un’ipotetica famiglia, ma lei aveva sempre creduto che avesse comunque ricevuto l’affetto di due genitori.
Invece, si ritrovava a scoprirlo per l’ennesima volta così simile a lei…
Forse era diventato così gelido anche per questo, perché non aveva mai conosciuto l’affetto.
Spade, sudore, fatica, sangue, sacrifici.
Questo era stato quello che aveva conosciuto e vissuto.
Ma non aveva idea di cosa fosse il calore di abbraccio, la morbidezza di un palmo che ti sfiora per una carezza, la sensazione di benessere che si prova a sentirsi amati.
Lei si era sempre sentita al sicuro quando lui l’aveva protetta, facendole scudo con le sue braccia.
E lui?
Lui quando si era sentito al sicuro?
La sicurezza se l’era sempre data da solo, imparando a difendersi con l’aiuto delle sue fedeli katane.
Disprezzava i sentimenti perché non li capiva, ecco la verità.

Era così difficile avere una relazione con lui.
Stavo insieme poco, troppo poco, per soddisfare le voglie di entrambi, scambiando baci rubati nei corridoio, o sfruttando le stanze libere, come l’infermeria in cui stavano gemendo ora...