ObiNaru | BDSM | Role switches
“Mettiamo subito in chiaro le cose” lo aveva ammonito con uno sguardo di fuoco. “Qui sono io il dominatore. Dal momento in cui entri in questa stanza e indossi il collare sei mio. La tua volontà è la mia, farai qualsiasi cosa io ti dirò e accetterai qualsiasi cosa ti farò. Contraddicimi, ribellati e non esiterò a punirti. Tu sei il mio sottomesso, il tuo unico compito è ubbidirmi. Vedi di non dimenticartelo”.
Quel tono gelido aveva fatto andare a Naruto il sangue alla testa. In quel momento aveva deciso che non ci sarebbe stata una seconda volta. Il fatto che dopo sei mesi fosse ancora lì dimostrava quanto avesse avuto torto.

Vendetta.
Una parola, un desiderio.
La vendetta può spingere le persone a compiere gesti folli. Può spingere un Re a mettere in pericolo la vita della propria figlia. Può spingere una giovane Principessa a rischiare tutto, per seguire la volontà di suo padre ed onorare la memoria di suo fratello nel migliore dei modi. Rispondendo al sangue con il sangue. Alla morte con la morte.
Ma alcune volte, anche sul sentiero di un piano architettato alla perfezione per venti lunghi anni possono essere posti degli ostacoli. Ostacoli che non erano stati considerati. Ostacoli che nessuno avrebbe potuto immaginare. E la preda può divenire protagonista di qualcosa di molto più complesso. Un sentimento, ad esempio.
Un sentimento contrastato dalle leggi che regolano il Mondo. Un sentimento che porterà la giovane Melian a prendere delle decisioni sul proprio ruolo nella Terra di Mezzo. Dal testo:
“Dartho na nin.”
“Cosa significa?”
Thranduil la guardò. I suoi occhi, così spontanei, cercavano una risposta che lui, in un primo momento, non avrebbe voluto dare. Ma successivamente, fu quello stesso sguardo a convincerlo a parlare. Con la mano sinistra avvolse i fianchi della giovane, avvicinandola dolcemente a sé.
“Resta con me.”

[AU][Riren][XIX Secolo, Londra]
«Credete nel soprannaturale, signor Jaeger?»
A quella domanda Eren avrebbe davvero voluto far uscire a calci nel didietro il cliente, ma la sua educazione non glielo permise.
Soprannaturale? Sul serio?
Eren non aveva mai avuto tempo per dedicarsi ad angeli, demoni, fate e quant'altro.
La nobiltà deve avere un bel po' di tempo libero, evidentemente.
«Forse.» rispose, decidendo di rimanere sul vago.
Un sorriso si fece strada sulle labbra dell'uomo, che si riavvicinò al bancone, abbastanza da far sentire il suo respiro pesante al ragazzo.
«Avreste tempo, stanotte, per un'incursione? Ho bisogno di un uomo come voi che non si faccia problemi a premere un grilletto. E che lo sappia premere bene, soprattutto.»
Tutto, nella testa di Eren Jaeger stava dicendo di rifiutare quell'invito.
Eppure, Eren annuì, accettando così la proposta dell'uomo.

Una piccola raccolta di due storielle con puro PWP.
Dal primo capitolo (Ereri)
"-Sì, devo ammettere che da qui ci si gode un panorama meraviglioso-
Levi stava in piedi sul letto, scalzo, indossando soltanto i pantaloni bianchi della divisa e la camicia bianca, leggermente sbottonata sul petto. Guardava in basso, gli occhi che brillavano come quelli di un puma selvatico intento ad osservare la sua preda per portela attaccare.
Eren era certamente in condizioni peggiori del capitano. Steso sul letto, era completamente nudo se non per la gonnella di pelle scura della divisa e le cinghie della manovra tridimensionale sistemate sul corpo che gli si avvolgevano attorno alle gambe, alla vita e al petto. Le mani erano sopra la sua testa, legate alla testiera dell’ampio letto del superiore con l’aiuto della cintura di quest’ultimo."
Secondo capitolo - Eruri

-Ma questa non dovrebbe essere una dark room?- chiese stizzito, coprendosi gli occhi per il fastidio, dato dallo sbalzo di illuminazione.
Quando li riaprì vide che lo sconosciuto si era alzato. Era a petto nudo, indossava solo dei jeans chiari con il primo bottone slacciato che lasciava intravedere dei boxer bianchi. Era a piedi nudi. Al collo aveva una collana con un pendaglio azzurro. Sembrava avere qualche anno più di lui, ma sicuramente non più di trenta, era in ottima forma, biondo, e si accorse che gli occhi erano dello stesso colore della pietra della collana. Sorrise internamente, sembrava che Suigetsu si fosse ricordato dei suoi gusti, adorava gli stranieri…
-Sembra che ti piaccia quello che vedi…- disse lo sconosciuto avvicinandosi con un sorrisetto, senza rispondere alla sua domanda.
La voce roca e lo sguardo intenso, da predatore, dell’altro, gli fecero rizzare tutti i peli del corpo. Ma decise che non gliela avrebbe data vinta così presto, per cui si limitò a sbuffare:
-Tsk…
L’uomo gli girò intorno, mentre lui rimaneva immobile.
-Non sei abituato a questo…- commentò il biondo quando fu dietro di lui. Poi aggiunse, a pochi centimetri dal suo orecchio, -come mai sei qui?