Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.

Vecchio titolo: You are my Shining Star
A Vivien non interessa l'amore e anzi, se ne tiene ben lontana, sin da quella volta che la sua migliore amica le ha spezzato il cuore nel peggior modo possibile, diciassette anni fa. La sua vita sentimentale è fatta di "una botta e via" e qualche appuntamento casuale, ma niente più di questo. Le cose iniziano a cambiare quando ottiene una parte come personaggio ricorrente in una serie tv di successo e incontra Dianna. Sono l'una l'opposto dell'altra, eppure così simili sotto certi aspetti, e sono terribilmente attratte l'una verso l'altra.
[In revisione]

Il Club delle Amanti Matte lo chiamavano in giro, anche se il nome che le due avevano dato a quel posto non era esattamente quello. Eppure, pian piano, le due avevano deciso di lasciar chiamare quel porto di estrogeni così, togliendo perfino l’insegna con il vero nome del locale. Soltanto chi conosceva quel posto [...] poteva condurre altre persone lì.
Una storia corale ambientata tutta in un locale di cui nessuno conosce il vero nome, ma che viene molto frequentato dalle ragazze e le donne. È un locale che è in tutti i posti e in nessun posto, che raccoglie tutti e fa nascere e morire amori, fa incontrare le persone, aiuta a dimenticare, aiuta a sentirsi meglio, fa divertire e aiuta a vivere.

Dapprima fui scocciata, poi furiosa. E con più rabbia avevo in corpo, con più ostinazione quella bambolina mi seguiva ovunque io andassi, pretendendo di fare tutto quello che io facessi, di mangiare tutto quello ch'io mangiassi, di parlare in modo “sgarbato e irriconoscente” come lei riteneva io parlassi. E più la bile mi saliva lungo la gola più il suo zucchero mi nauseava in modo stomachevole.

«Serve aiuto?» Al si volta e vede una donna alta e snella fasciata in un completo di pelle nero con un casco che le pende dal braccio. Lunghi capelli corvini le ricadono leggeri sulle spalle, mentre due occhi di un azzurro così chiaro l’abbagliano. La donna continua a fissarla in attesa di risposta.