Forse è il destino a volerci divisi.
Forse non siamo anime gemelle,
forse siamo solo migliori amici che si vogliono troppo bene.
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-Dio guardalo. E’ perfetto, i suoi capelli biondi, il suo sorriso…- dissi. –Perché non gli confessi che ti piace?- mi interruppe bruscamente Austin. –Perché non ne ho il coraggio.- dissi a labbra strette. […] –Cosa vuoi che ti dica? Non so, fallo ingelosire.- disse lui per poi mettersi a ridere. Non sapeva di aver detto una cosa intelligente.

''E' la vigilia di Capodanno,sto impazzendo,Arabelle mi sta facendo impazzire.Voglio dirle cosa provo ma in tutta onestà ho paura. Ho paura della sua reazione. Non voglio rovinare la nostra amicizia. La gente sta facendo il conto alla rovescia,lei non c'è. Qualcuno tira il mio braccio per farmi girare ,è Arabelle. Prima che potessi dire qualcosa fa scontrare le sue labbra con le mie,è qualcosa di glorioso,non è qualcosa di perfetto,ma semplicemente glorioso.''
-Citazione dell'ultimo capitolo

[Emblem3]-Io:''Lasciami in pace..''dico singhiozzando.
Wesley:''Shhh.''sussurra al mio orecchio.
La sua stretta non diminuiva e i nostri corpi cadevo sempre più in giù.Lui strusciava contro la porta e io contro il suo corpo.
Io:''Smettila,cosa ti fa pensare che io voglio che tu rimanga?''dico iniziando ad agitarmi.
Wesley:''Shh,ti prego..sta calma.''dice sistemando i miei capelli che cadevano sul viso bagnato.
Si,volevo l'abbraccio di qualcuno,ma non suo.Non l'abbraccio del creatore del mio incubo.-

‘Do-dobbiamo parlare, SUBITO!’ uscì dalla mia bocca, cio-cioè da Zayn.
‘SOLO PARLARE?! QUESTO E’ UN COMPLOTTO CONTRO LA MIA ESISTENZA!? CHE HAI FATTO? TI SEI ARRABBIATO PER QUELLO CHE TI HO DETTO? FAMMI RITORNARE NEL MIO CORPO, MOSTRO!’ sputai fuori tutto quello che mi stava passando per la testa.
‘IO? PIUTTOSTO TU! HAI PROVATO A FARE LA MAGA MERLINA, E LA TUA CAVIA ERO IO? DIMMELO CHE INCATESIMO HAI FATTO STREGA! RIPORTA TUTTO COME PRIMA!’ sbottò lui.
‘IO NON HO FATTO NIENTE DEFICIENTE!’ urlai piuttosto offesa, e chiusi la finestra.
**
Decisi di andare da un indovino per sapere esattamente cosa aveva in mente quel viscido, sperando vivamente che non fosse quel che pensavo.
Se doveva succedere, di certo dovevo essere io a farlo, con colui, quello giusto e non preso a casa in mezzo alla strada, come aveva fatto Zayn.
A volte pensavo che quel ragazzo fosse nato per distruggermi la vita.

"Guardati, hai sedici anni, hai paura di uscire da sola.
Guardati, ti vesti come una bambina.
Guardati, sei brutta.
Guardati, ti odiano tutti.
Pensaci: perchè non ti dovrei odiare anche io?
Perrie"
Le lacrime mi uscirono senza volerlo. La rabbia mi invase ogni singola cellula del corpo.
Quella non sapeva contro chi si era messa, non lo sapeva.
Passai la lettera a Jade, che quando ebbe finito di leggere diventò di pietra.
- Ho un'idea. Forse è arrivato il nostro natale.- dissi sorridendo. Mi guardò pensierosa, e poi capì. Ci leggevamo nel pensiero, a volte.
- è arrivato natale.

i sarebbe rimasto con me fino a quando non avrei incontrato qualcuno che si sarebbe preso cura della sua principessa.

«Victoria!» urlava e lei voltò la testa indietro. Suo padre si sporgeva dalla finestra urlandole di tornare indietro, con il viso ribollente di rabbia. Tuttavia non si fermò.
Continuò a correre nel bel mezzo della strada e le macchine furono costrette a fermarsi bruscamente mentre Victoria gli passava davanti e i guidatori le rivolgevano più insulti che altro.
*
«Comunque io mi chiamo Victoria.» mormorò e gli sorrise.
«Sono Luke.» Victoria annuì e insieme aspettarono che Caroline la venisse a prendere.
Il tempo passava mentre si scambiarono una serie di occhiate fugaci e sorrisini e finalmente Victoria intravide l'elegante macchina grigia del padre di Caroline. Allora si avvicinò alla strada aspettando che la raggiungesse.
«Bhè io vado…ciao Luke.» salutò il biondo prima di entrare in macchina e lui ricambiò riprendendo a camminare mentre lei lo osservava allontanarsi dal finestrino della macchina.

< non ha una buona fama, anzi. E' famoso per il suo aspetto da angelo e dei suoi primi incontri, sembra davvero un bravo ragazzo ma è tutta apparenza.> < dove cazzo vuoi andare a finire, Nicholas?> < a letto è insaziabile.> sussulto. < sono passate nel suo letto più di cinquanta ragazze, ma queste sono solo leggende metropolitane.> ridacchia divertito, ci prende gusto a vedermi soffrire ma, beh, questo lo sapevo già. < ma il fatto che si porti a casa più di una ragazza è vero. Vero come il fatto che ogni notte ha una ragazza diversa.>

‘’Ehi, sono Ashton, sono troppo occupato a farmi una vita sociale per rispondervi, non mi lasciate messaggi, non me ne frega, risolvetevi i problemi da soli.’’

"Sono in molti a pensare che la Storia sia un fedele resoconto su basi sempre più scientifiche di eventi ed avvenimenti umani e la scientificità della Storia può solo dipendere dal metodo con cui viene compiuta la ricognizione in ogni tipo di vestigio, documento, testimonianza. Deve trattarsi di un metodo obiettivo che possa tramandarci, consegnarci la Storia distaccata dalla passione, senza astigmatismi, con orizzonti agli occhi. Ma se la vita è prevalentemente passione come può la storia parlare un linguaggio diverso ai viventi, ai posteri; perché non dovrebbe assumere essa stessa i toni della passione? Può la ricostruzione storica dei fatti prescindere dal dolore e dalla tragicità degli eventi narrati? Vi è in ciò una concezione fatalmente semplicistica che si compendia nella presunzione di una storia totalmente estranea alla sua stessa umanità.
Anche questa è storia."
Ma cosa succede quando l'amore supera le barriere alle quali la società ci sottomette?
Un Ufficiale Tedesco e un'Ebrea Deportata.
Una sola razza:
L'Amore.

Il fatto è, Ashton è uno che pensa troppo. Ma non è uno che pensa troppo e basta, no, Dio sarebbe stato troppo gentile con lui, e allora gli ha donato anche la capacità di parlare troppo. A macchinetta, senza fermarsi un secondo. Un vero e proprio chiacchierone. Così lo chiamavano, sempre, i professori. Dicevano che, se non avesse avuto un compagno a disposizione, lui avrebbe parlato con i muri. E come biasimarli, se si trovava fuori da una festa a provare il suo discorso di dichiarazione d'amore con l'aria; il tutto davanti ad una biondissima ragazza che lo stava prendendo per pazzo?

Quattro ragazze, cinque ragazzi, il talento, l'amicizia, l'amore, le delusioni, le scommesse, la forza.
Ecco come ho deciso di intrecciare le storie dei miei gruppi preferiti, dei miei idoli!
Little Mix e One Direction... Ecco One Mix!!! Spero vi piaccia!
S-H-P.

«Un bacio sulla guancia» era disgustato. «Di nuovo».
«Sta’ zitto Hazza. Sto cercando di seguire».
Il riccio non si arrese, e prese il gomito dell’amico, facendolo distrarre nuovamente.
«Voglio seguire questa fottuta lezione, Harry. Lasciami in pace» lo avvertì, minaccioso.
«No Zayn, ora mi ascolti. Perché le hai dato un bacio sulla guancia?»
Il moro sbuffò e si arrese, posando la penna.
«Cos’avrei dovuto fare? Infilarle la lingua in gola?»
«Per esempio».
«Sei disgustoso».
«Solo un anno e mezzo fa l’avresti fatto».
«Già, ma le cose sono cambiate, e lo sai».
«Giusto, mi sono dimenticato che sei una specie di Edward Cullen “io rispetto le donne” e blablabla…»
«Cosa c’è di male?»
«Edward Cullen è palesemente froc-»
«Non intendo quello».
[...]
«Invitala a casa di Liam, oggi pomeriggio. I signori Payne tornano tra sei giorni, e Liam vuole darsi alla pazza gioia più che può prima del loro ritorno. Mi ha scritto un messaggio, oggi pensava alla piscina. Ci saranno anche Louis e Niall. Hollie non è sicura di riuscire a venire».
Zayn ci pensò su. «Secondo te accetterà?»
«Quale ragazza sana di mente si perderebbe Zayn Malik in costume da bagno?»

«Ciao» mormorò lui.
Ana si stiracchiò. «Ciao» rispose consapevole del fatto che non stesse sognando e che lui si trovava in camera sua nonostante avessero litigato poche ore prima.
«Come va?».
«Potrebbe andare meglio, ho litigato con il mio ragazzo. A te come va?» disse poggiando il gomito sul cuscino e sostenendosi la testa con la mano per poterlo guardare dritto negli occhi.
«Potrebbe andare meglio. Ho trattato male la mia ragazza, l'ho fatta piangere e l'ho spinta tra le braccia di un altro. Volevo andare a chiederle scusa per essermi comportato da cazzone».
«Capisco. Sono sicura che accetterà le tue scuse».
«Dici?».
Ana annuì.
«Cosa dovrei fare per farmi perdonare secondo te?» chiese il moro.
«Potresti baciarla e dirle che ti dispiace» disse sorridendo.
Zayn salì sopra di lei, prese il suo volto tra le mani e premette le labbra sulle sue.
«Mi perdoni?».
Ana annuì nuovamente e lui la ribaciò.

"Devi sfogarti? Fallo."
"No. Io non piango. I deboli piangono, e io non sono una debole."