Lui, un ricco figlio di papà senza gloria che cercava per la prima volta di combinare qualcosa nella sua vita. Pieno di pregiudizi e altezzoso, senza il minimo riguardo per niente e per nessuno. Sempre ordinato, i lunghi capelli corvini impomatati tanto da farlo sembrare un divo delle copertine patinate e ritoccate. Lui, sempre opportuno e a suo agio in tutte le occasioni, perchè credeva di avere il mondo ai suoi piedi. Bastava llungare un centone e niente e nessuno poteva ostacolarlo.
Lei era tutto ciò che lui non desiderava. Lei era il sale in una tazza di caffè. Lei era la personificazione del non convenzionale. Lei era il nero in un arcobaleno di colori pastello, vivaci e allegri. Lei era la luce accecante degli abbaglianti di una macchina dritta negli occhi. Lei era un pugno nello stomaco quando meno te l'aspetti. Lei era una voglia sbagliata e indescrivibile. Lei era la voce fuori dal coro, era una risata fastidiosa nel mezzo del silenzio più assoluto.
Lei era le parole che nessuno ha il coraggio di ascoltare. Lei era sincerità sfacciata, che ti spiazza. Lei era una domanda a cui non sai mai cosa rispondere.
Lei era Shana.

Georgina è una pasticcera provetta, preda della sua fantasia e delle sue manie di grandezza che però, in qualche modo, la aiutano a sopravvivere.
Ma ecco, all'improvviso, un incontro che le rivoluzionerà...l'esistenza.

Elettra è una ragazza di Milano trasferitasi a Gallipoli da un paio d'anni. Syria è una made-in-sud nel cuore e molto conosciuta nella sua città.
Un incontro fortuito in un caffè letterario farà si che entrambe imprimano lo sguardo dell'altra nella mente, senza riuscire a capirne il motivo.
Una storia d'amore, di nuove scoperte, di bugie e sotterfugi.
Se siete omofobi, evitate di leggere questa storia.

Non sono mai stata una che crede agli zombie, ai fantasmi o qualsiasi altra creatura sovrannaturale che vi venga in mente. Eppure, oggi, nascosta nel sottoscala fetido e tappezzato di scarafaggi morti della mia cantina, mi sono ricreduta.