Dicono che se un artista si innamora di te allora non morirai mai, poichè lui continuerà a farti vivere nelle sue opere, ma non ho mai creduto alle dicerie... Nessuno si ricorderà mai di me leggendo un libro o ammirando un quadro o, più semplicemente, nessun artista si innamorerà mai di me e della mia faccia da idiota...
O mi sbaglio?

Ero felice della mia vita, insomma, avevo un lavoro che mi dava soddisfazioni, avevo una ragazza dolcissima che a breve sarebbe diventata mia moglie, abitavo in una bella casa con un cane e il giardino ben curato ed avevo i miei amici con cui fare baldoria il sabato sera.
Amavo Elisa, non lo posso negare, ma forse non era poi così tanto amore...
L’avrei comunque sposata se non fosse stato per quel dannato ragazzo coi capelli rosa... Insomma, come cazzo si fa a tingersi i capelli di rosa!?
Ricordo pefettamente la prima volta che lo vidi e tutti i nostri successivi incontri che man mano mi portarono allo sconvolgimento totale della mia esistenza...

[Dal testo]
Era una tiepida notte di domenica che Frank avrebbe potuto trascorrere a letto, considerando anche che sarebbe dovuto andare a lavoro presto la mattina successiva. Invece era mezzanotte passata, e lui era in macchina a guidare per una strada poco familiare con un eccitante uomo dai capelli rossi nel sedile accanto.
[traduzione] [prostitute! Gerard]

Mio dio. Starò diventando gay? Nasciamo gay? Lo sono mai stato? Chi se ne frega, so solo che è bello da morire.
***
-Sai Frank, gli spaventapasseri sono degli ottimi ascoltatori.- mormorò Gerard con insistenza. Stava ripetendo la stessa frase come un disco rotto.
-Ho capito Gerard, ma questo cosa c'entra con me? Vuoi dirmelo una buona volta?- sbottai nervoso. Non rispose. Aveva questa strana mania di non rispondermi, almeno non nel momento in cui gli porgevo la domanda. Quando mi rispondeva, lo faceva indirettamente e questo mi innervosiva parecchio.
-Gerard, non fissarmi, rispondimi.- gli dissi esasperato.
-Sei così bello, Frank.- sospirò accarezzandomi la guancia.

Quando controllò fra la posta Phil non si sarebbe mai aspettato di trovarvi ciò che stava fissando da ormai dieci minuti.
"Per Philip Lester.
Da Daniel Howell."

“Mi stai tenendo d’occhio per caso?” Chiesi ridendo e tutto mi sarei aspettato meno che di vederlo annuire.
“Frank.” Disse alla fine porgendomi una mano ricoperta di tatuaggi.
“Gerard.” Sorrisi io mentre le nostre mani si unirono.
Il suo nome mi sembrò musica.

"Non sei ancora riuscito a scopartelo?" Chiese Gerard con un sorriso che fece venire voglia a Pete di picchiarlo a sangue.
"Perchè tu?" Chese lui a sua volta col suo solito sorriso provocatorio.
Non si riusciva a capire chi fosse più rosso tra Frank e Patrick. Era una gara? Che cavolo! Non potevano finirla lì? Tra poco sarebbero morti entrambi dall'imbarazzo...
(ATTENZIONE: CONTIENE ANCHE PARTI FRERARD che non sono riuscita a mettere nei tag -.-)

Che succede quando un ragazzo distrugge tutto ciò che hai sempre creduto di sapere su te stesso?
"Non mi piacciono i ragazzi. Ma mi piaci tu. Ha senso?"
"No."
"Bene."
{Lashton}
ıTRADUZIONEı

«Sarò pure inesperta, ma non sono un'allocca.» affermai altezzosamente.
«Non ho detto questo. - concordò - Ho semplicemente affermato che posso aiutarti col tuo..problema.» mi fece l'occhiolino. E da quando essere vergine è diventato un problema?
«Non ho bisogno del tuo aiuto. - gli sorrisi beffarda - Grazie.» balbettai quando me lo trovai davanti. Cazzo, è troppo vicino.
«Beh, - mi sussurrò a fior di labbra - non te lo sto chiedendo. Te lo sto imponendo.» mi sorrise maliziosamente.
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La storia non è mia, io la trascrivo solamente.

« Capodanno. »
Lo guardai confusa, chiedendomi per la milionesima volta perchè dovevo avere un amico così deficiente.
« Cosa? »
Lui sorrise, mettendo in mostra le sue adorabili fossette che ho sempre amato toccare.
« Ti prometto che a Capodanno perderai la verginità » continuò, mentre il lo guardavo sconvolta, « con me. »
Strabuzzai gli occhi, sperando che fosse tutto uno scherzo.
« Stai scherzando? » domandai, non sapendo se ridere o spaventarmi.
« E se volessi perderla prima con un altro ragazzo? » aggiunsi saccente.
« Non lo farai » rispose semplicemente lui, scrollando le spalle.
« Perchè come io ti prometto la notte più bella della tua vita, tu mi prometterai di non farti toccare da nessuno che non sia io, Izzy. »

Calum ormai aveva perso la pazienza. Lo prese per il colletto della camicia e lo attaccò al muro, la sua schiena sbatté con violenza. «Mi spieghi che cazzo vuoi, Irwin?» gli domandò, ad un palmo dal suo viso.
«Un tuo bacio, Hood.» decretò il castano.
«Cosa?» il moro rise «tu sei fuori.»
«Io ho vinto, quindi tu fai ciò che ti dico. E ti ho detto che voglio un bacio. Un bacio come si deve» gli spiegò il Grifondoro «che c’è, hai paura? Non vuoi mantenere gli impegni dati?»
*
«Ah, smettila di fare quell’espressione, stronzo che non sei altro,» lo ammonì il moro «e succhiamelo.»
«Dovrai pregarmi per fartelo prendere in bocca, Hood.» Ashton alzò un sopracciglio.
«Ovvero?» chiese, sul serio lo avrebbe pregato?
«Pregami. Fammi vedere quanto vuoi un mio pompino.» il castano si rialzò, fronteggiando l’altro.
Cashton: CalumxAshton | Slash rossa | AU!Hogwarts | Accenni Muke e Narry

"-Quando una ragazza dice “niente”, in realtà vuole dire tutto! –
Gerard puntò gli occhi in quelli di Frank: - E dove le leggi queste cazzate, su MySpace? Cosa c’entrano con me? –
-Sei la mia ragazza. Quindi hai la psicologia da ragazza. –
La prima frase gli fece scatenare uno strano rumore nel petto."
A volte vorrei solo riuscire a sentirmi a casa, anche solo ogni tanto. - Gerard Way

-Hei ciao! Ti ricordi di me?- chiese Jack sorpreso. Alex annuì. Jack sospirò, si sedette vicino a lui e proseguì -perché non parli?- Alex lo guardò con la testa leggermente inclinata sulla destra. Jack si vergognò, probabilmente doveva sembrargli una domanda stupida. -Dai...dimmi qualcosa!- insistette lui. -Ma che cazzo dovrei dirti?- rispose Alex scoppiando a ridere. Jack spalancò gli occhi, sorpreso dalla sua reazione. Dopo un secondo si ricompose e alzò le spalle -Che ne so, quello che vuoi.-

"Il giorno dopo mi svegliai con una sensazione strana addosso. Non so per quale motivo,quella notte non avevo fatto altro che pensare alla frase che mi era uscita qualche ora prima dalla bocca “Stavo parlando con un mio amico”. Amico. Non lo conoscevo nemmeno da 24 ore e già lo avevo chiamato amico. Non mi era mai successa una cosa simile,ho sempre dato peso alle parole,di “amici” ne avevo pochi. Pochi su cui fare davvero affidamento,pochi che sapevano davvero ciò che avevo passato,pochi che conoscevano la mia infanzia un po’ travagliata e pochi che sapevano ciò che provavo veramente anche quando dicevo il contrario. Non mi aprivo mai tanto con la gente,non lasciavo mai avvicinare troppo nessuno. Non più."

Ero abituato al comportamento di Alex, aveva il vizio di mettersi dietro di me mentre suonavamo, facendo andare in visibilio le fan, ormai ossessionate dalla Jalex, e chi poteva biasimarle? Eravamo noi a lasciarlo credere, o meglio era Alex che si impegnava affinché questa cosa esistesse anche solo nella mente di quelle ragazzine.