“Peculiarità comune ai docenti dell’Accademia Internazionale Larisa Yelizaveta, è l’attenzione alla potenzialità della persona. Ogni studente avrà l’opportunità di seguire un percorso di studi personalizzato in un ambiente protetto.
L’Accademia offre la sicurezza di un futuro a giovani dal presente incerto.”
La lettura giunge al termine.
Il silenzio regna, forse è rispetto o forse sottomissione.
L’uomo prosegue.
“Il nido.
Le fusa.
Il calore.
Placare i sensi attraverso un odore.
Sono tratti caratteristici..."
Il tono diventa grave, accusatorio.
C’è disapprovazione, nelle sue parole.
“Del mondo animale."
Scrutare, provocare.
Mettere a nudo.
"Perciò l’Accademia non si occuperà soltanto della vostra istruzione scolastica.
Qual è il valore di un uomo istruito, se abbandona le proprie letture, per soddisfare i capricci del corpo?"
Mortificazione.
"E ancora.
Qual è il valore di un uomo costretto a perdere proficue strette di mano, perché obbligato a calarsi in una tana per poter placare imbarazzanti lamenti?”
Umiliazione.
Indegnità.
"Perciò esiste l'Accademia.
Questo Settembre diamo il benvenuto a cinque nuovi Omega.
Alla fine del loro programma...
Saremo lieti di stringere la mano a cinque nuovi, UOMINI!"
L’applauso nasce incerto.
Come il sorriso di Yuuri.
Poi, sfocia.
Forse, c’è speranza anche per lui.
|Omegaverse|

Zosan Crossover--- (personaggi di One Piece nel mondo di Terre d'Ange)
Zoro Roronoa nò Drakul, erede del duca di Camlach, giunto nella capitale per la prima volta, viene convinto dal suo amico Kidd a visitare la famosa Corte della Notte, il luogo in cui vi sono i migliori servi di Naamah, uomini e donne che dedicano la loro vita alla dea del desiderio.
È una buona occasione per Zoro: il giovane infatti ha da sempre un certo... problema. E sembra che solo i servi di Naamah della Corte della Notte possano aiutarlo.
Ma la Corte si compone di ben Tredici Case, una per ogni modo di praticare l'amore che Naamah ha insegnato al mondo. Ce la farà il nostro Marimo ad orientarsi in questo giardino di Fiori Notturni? Per fortuna, un certo biondino incrocerà la sua strada...

Alec sapeva da quando aveva diciotto anni che sarebbe diventato un medico. Aveva già programmato tutta la sua carriera e tutta la sua vita, ma nessuno gli aveva detto che la sua strada si sarebbe scontrata con quella di un infermiere dai capelli glitterati.

Raccolta di drabble che vede protagonista - direttamente o indirettamente - il Sommo Stregone di Brooklyn.
Ovviamente non può mancare Alec, così come non può mancare l'allegra combriccola di Shadowhunters al seguito.
*Raccolta conclusa. Grazie di cuore a tutti ♥*

"Non aveva l’agilità e il fiuto di Gon, o la resistenza fisica e la padronanza di temibili tecniche assassine di Killua, ma aveva un gran cuore, questo era costretto a riconoscerlo" [cit]
L'ultima prova d'esame si è rivelata ricca di eventi inaspettati. Più di quanto Leorio e Kurapika potessero immaginare...
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!SPOILER-ALERT!
La one shot è ambientata durante l'ultima prova d'esame, quindi se non ci siete arrivati potreste incappare in grossi spoiler!
E' una ff Leopika, quindi anche se ho citato un po' tutti i personaggi, sarà incentrata su Leorio e Kurapika, i loro pensieri e l'evoluzione del loro rapporto.
E' la mia prima FF "hot", quindi perdonatemi se sembro goffa ( u___u /)
Spero possiate apprezzare

Oikawa pensava di poter coronare il suo più grande sogno: giocare a pallavolo da professionista, ma cosa accadrà se il destino decide di mettergli i bastoni tra le ruote? Lo stesso destino che lo porta a partecipare a una rimpatriata tra ex-capitani.
Cosa accadrà allora tra vecchi amici, compagni e rivali?
Dal testo:
Rimase fulminato al pensiero che si affacciò alla sua mente: Ushijima Wakatoshi era un uomo, un bell’uomo. Anche se era troppo serio e non rideva mai, immaginò che ci fosse una fila infinita di ragazze disposte a uscire con lui, sperando di poter affondare le unghie in quella schiena così ben modellata.
UshiOi, accenni BokuAka, KuroTsukki, DaiSuga

“Hai mai pensato a cosa farai dopo?” aveva chiesto la regina, “Insomma, dopo la guerra dinastica, se riuscissimo a sopravvivere, dopo che avrai risolto i tuoi affari” aveva ripreso.
“Dopo” Kurapika aveva saggiato quella parola sulla lingua.
Dopo, aveva un suono estraneo. Un suono disturbante.
Non aveva mai pensato ad un dopo.
Semplicemente non aveva mai pensato dovesse esserci un dopo.
[Kurapika/Oito implicito; molto disagio]

Il suo viso sembra stanco, smunto. Occhiaie profonde gli cerchiano gli occhi. Il livido sulla guancia è quasi svanito, ma deturpa ancora la sua pelle altrimenti perfetta. I capelli gli sfiorano le spalle, morbidi e lisci. I suoi occhi scivolano in basso, lungo il collo sottile, il petto magro e giù sul ventre piatto. Solleva la maglia lentamente.[...]La sua mano scivola giù, le dita tremano. Esita per un secondo prima di sfiorarsi la pancia. È un tocco delicato, incerto, quasi maldestro. È troppo presto per sentire qualcosa, qualsiasi cosa. Ma lui lo sa. Lo sa che lì c'è una vita, un cuore che pulsa. Gli sembra di essere in un sogno, oppure in un incubo dal quale deve decidere se svegliarsi o continuare a sognare.

Song-fic scritta sulle note di "Non ho mai smesso", di Laura Pausini.
A sette anni di distanza dalla separazione con Gon, Killua si ferma a riflettere in un tramonto estivo sul lungomare. È difficile, per alcuni, non smettere di amare, di ricordare. Eppure, per lui è il contrario. Non ha mai smesso.
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Killua si appoggiò al parapetto del lungomare, lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli.
Sì, era sempre lì. Sempre nella sua vita, su quel palcoscenico del suo spettacolo; quello in cui interpretava un ragazzo capace di lasciarsi sempre tutto dietro, con le spalle leggere e il sorriso perenne.
E poi c’era lui, l’attore, il protagonista. Quello che nonostante fossero passati sette anni dal momento in cui tutto era cambiato non riusciva ad andare avanti, rimaneva bloccato lì. Davanti a quel cancello, in fondo a quella strada.
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Le sue mani furono afferrate rapidamente da quelle del ragazzo ed in quell'istante i loro occhi si incontrarono.
Ora che poteva vederlo da vicino, Yuuri si rese conto di chi si trovava di fronte: erano ormai due anni che aveva tolto dalla propria camera ogni poster raffigurante la sua persona, ma non vi erano dubbi, non poteva sbagliarsi, ne era assolutamente certo.
-Ti prego Yuuri, vorrei che tu fossi il mio fotografo ufficiale per le gare di pattinaggio sul ghiaccio a cui dovrò partecipare questo inverno!-
Colui che aveva davanti era il famosissimo pattinatore Viktor Nikiforov.

“Battagliaaa!!!”
Delibero mentre mi metto a cavalcioni su di lui che scoppia a ridere opponendo resistenza senza però riuscire a spostarmi di un centimetro...
One shot romantico che vede come protagonisti Gon e Killua sei anni dopo l'esame per diventare Hunter.
(Si collega a"§Start a fire")

Quando Magnus arriva a Nashville, in Indiana, per gestire il testamento di sua madre, non si aspetta di essere costretto a rimanere lì per sei mesi. Sei mesi lontano da New York e perso nello stato selvatico della campagna. Diventa presto palese che passerà sei mesi di Inferno in terra. Il fatto che odi il veterinario locale al primo sguardo non aiuta.

[Otabek/Yuri] [Guest Star: DJ Beka]
Yuri aveva aspettative altissime riguardo il suo viaggio ad Almaty, ma, dopo tre giorni nella città kazaka, deve rassegnarsi e ammettere la delusione cocente che sente bruciargli nel petto.
Sono passate settantadue ore dal suo arrivo e Otabek ancora non lo ha baciato. Robe da pazzi.

E se al termine del Gran Prix Yuuri non avesse chiesto a Victor di rimanere il suo coach? Se l'avesse solo pensato, ma alla fine l'avesse lasciato andare? Se le loro strade si fossero separate in quel momento?...

«Trova uno spogliatoio vuoto. Ora».
«Yuri, ci mettiamo dieci minuti a tornare in...»
Il russo lo afferrò per il colletto della giacca e lo trascinò in un angolo cieco, al sicuro dalle telecamere. Lo spinse su un divanetto color panna, e iniziò a baciarlo come se volesse rubargli ogni particella di ossigeno dai polmoni. Come se Otabek ne avesse ancora, di ossigeno in corpo, dopo quel concentrato di eros e pazzia che Yuri gli aveva servito sul ghiaccio.
La voce dello speaker, che dava indicazioni al pubblico che ancora si attardava sugli spalti su come abbandonare lo stadio del CCIB, diventò un ronzio lontanissimo. C’erano solo Yuri, la sua lingua, le sue labbra e il suo volgare odore di sudore misto alla raffinatezza del suo Amouage Interlude.
«Ho detto che ti voglio ora. Non fra dieci minuti».