Il più grande spadaccino del mondo guardò il suo discepolo a terra, chino davanti a lui, con la fronte che toccava il pavimento. Poteva cogliere l'umiliazione che provava anche distogliendo lo sguardo da quella maglietta logora che nascondeva a malapena le spalle muscolose, abbronzate e prive di cicatrici. Sentiva la fatica di quella posizione, e la rassegnazione della consapevolezza che era l'unica cosa che egli poteva fare, una volta al suo cospetto.
«Dunque è questo il tuo destino, Roronoa Zoro… non hai altro da dire?»
«DRHHHLFZKKK!!!»
Drakul Mihawk sospirò: «Da quanto tempo ha la lingua incollata al pavimento?»
«Tre giorni.» rispose Nami avvicinandosi.
Un'invenzione di Usopp fuori controllo. Una pianta dai poteri allucinogeni. Lo spadaccino più serio di tutto il mondo.

Sanji si sottrasse allo sguardo intenso di Nami, andando ad incastrare il proprio il più lontano possibile, sul vaso di fiori in ceramica, posto sul davanzale, e poi su un gabbiano che, fugace e bastardo, sparì dal ritaglio della finestra, lasciandosi indietro l’eco di quel suo verso caratteristico; pensò che non avesse tutti i torti a burlarsi di lui.
、per quanto riguarda le coordinate temporali, è da considerarsi superato l’arc di Whole Cake Island, ma non ancora raggiunto quello di Wano; più precisamente, la one shot riflette sulle “conseguenze” dell’uno all’alba dell’altro, durante un imprecisato momento del viaggio alla volta di Wano. Sconsiglio vivamente la lettura a chi non abbia ancora completamente terminato Whole Cake Island, per evitare spoiler :( (è uno dei miei arc preferiti e non vorrei rovinarlo a nessuno)

"Diede un ultimo sguardo veloce al foglio prima di accartocciarlo dentro a un cassetto, insieme ad altri pezzi di carta malamente riposti. Altre isole, altri confini flebili, altre ipotesi. Altri Zoro.
Forse non le sarebbe bastata una vita per afferrare i suoi contorni. Forse, si era intestardita in un’esplorazione insensata."

Le sferzò addosso un'occhiata indemoniata; trasudava desiderio, quello più sfrenato e, sulla scia del brivido che le diede solo guardandola, le ordinò:
"Apri le gambe."
Poi, tagliente come il vento del nord, le soffiò sulla pelle:
"Voglio sentire il tuo sapore..."
La voce calda, il tono di velluto. Ipnotizzata da quella voglia seducente macchiata di peccato gli obbedì e allargò le gambe e lui, vorace, si fece spazio tra le pieghe umide del suo bocciolo caldo e anelante, portando la bocca esperta ad esplorare ogni insenatura dei suoi petali pulsanti.

Trafalgar si avvicinò al petto di Alena e si riempì la mano con un seno, stringendolo appena mentre portava la bocca sul capezzolo e iniziava a succhiarlo guardando fissamente lo spadaccino:
"Tu cosa ne dici, Alena-Ya? Ti piacerebbe che restasse anche lui?"
Il gemito della ragazza squarciò le viscere di Zoro mentre lo fissava con avara bramosia e sussurrava uno svergognato e roco:
"Sì..."
Una dolorosa fitta al bassovenrre tradì il suo voler scappare e Roronoa si maledì per non essere in grado di andare via da quella stanza e da quella folle situazione.
Il vizio, il peccato, la lussuria più bieca.

[La storia è ambientata una settimana dopo la battaglia di Onigashima, subito dopo i festeggiamenti per la vittoria.]
-
"La parte superiore del kimono mi scivola dalle spalle a causa del movimento, ed il contatto con l’aria mi solletica piacevolmente la pelle. Fatico a deglutire, a causa del respiro che sta diventando pesante: credo di essere nella stessa situazione dell’uomo che mi sta di fronte e che sta osservando il mio viso in silenzio, come se stesse cercando il più piccolo cenno di titubanza, o di pentimento, per poter interrompere tutto quanto.
Respiro pesantemente, in attesa di un suo movimento, ma lui sembra come in trance e continua a non voler dar cenno di muoversi. Sono un po' perplessa dal suo comportamento, ma anche curiosa: non posso farne a meno, perché fino a pochi secondi prima mi stava baciando e poi si è bloccato non appena è riuscito a sciogliere la stoffa che teneva chiuso il mio kimono azzurro. È per questo che si è fermato?"

Non è da molto che Sanji è entrato in ciurma, e già capisce di avere problemi forse un goccio più stressanti di una clientela molesta al Baratie.

Una mattinata che parte bene.

Messaggi che (forse) qualcuno leggerà.

Una oneshot natalizia e scioglicuore in cui racconto di quel 24 dicembre in cui Eustass Kid si è presentato sotto casa di Trafalgar Law per trascinarlo a visitare un mercatino di Natale.
Tra regali inaspettati, sorrisi nascosti e un’atmosfera che fa da sfondo a un legame che si fortifica, questa storia ci ricorda che, a volte, sono i gesti più semplici a farci sentire meno soli nelle feste.
Dal testo:
Alle 8:30 in punto, Kid era parcheggiato nel solito posto, ovviamente in doppia fila, battendo le dita sul volante con la stessa impazienza di un ragazzino che aspetta di scartare i regali la mattina di Natale. Indossava quello che probabilmente era il maglione natalizio più atroce mai concepito dalla mente umana: rosso fuoco, con una renna dal naso lampeggiante e dei campanellini cuciti sul colletto. E se vi state chiedendo se si sentisse ridicolo, la risposta è no. Eustass Kid non si sentiva mai ridicolo.

Dopo anni passati a vivere nel ricordo dell’unica donna che avesse mai amato, Eustass Kidd attracca su un’isola e scopre che Victoria, la sua Victoria, è viva.
Che sembra felice senza di lui.
Che sta per sposare un altro.
Nella loro isola natale, Kidd e Victoria si erano innamorati, consumati tra le pieghe del fuoco dell'adolescenza tramutato però in un sentimento che li aveva segnati dentro.
Ma, una terribile notte, la banda criminale che governava il posto aveva commesso una strage e, nella lista delle vittime di quella barbarie, era apparso anche il nome di Victoria.
Nell'apprendere quella terrificante notizia, Kidd, per vendicare la sua amata, aveva unito i distretti, aveva guidato una sommossa e aveva rovesciato lo status quo dell'isola. Poi aveva deciso di partire per il mare e, quando aveva dovuto scegliere come chiamare la sua nave, un solo nome gli era echeggiato nel cuore.
E fu "Victoria punk".
E proprio su quella nave che porta il suo nome, Victoria sale e bussa alla porta della cabina di Kidd la notte prima della partenza.

Di tutti i Pirati di Cappello di Paglia quello in cui meno persone avevano fiducia che potesse combinare qualcosa sicuramente era Usopp. Quando la sua prima taglia raggiunge Shirop nessuno crede che possa essere lui quello per cui il Governo Mondiale paga ben trenta milioni. Ci vorranno due anni perché il valore di Usopp venga riconosciuto dai suoi concittadini... suo padre invece ha sempre creduto in lui, ma all'idea che il loro incontro si avvicini viene pervaso dal nervosismo, sentendo più che mai il peso della sua scelta.

Cosa succede se, invece di dare attenzioni al tuo ragazzo, preferisci leggere?

Dal testo:
"A volte, però, il sentimento non bastava. Era davvero difficile stare senza di lui.
Passava le giornate a guardare le sue foto rovinate dalle lacrime.
Si era accorta che non sapeva provare più emozioni. Lui aveva portato via tutto e aveva lasciato una grande tristezza, un vuoto che non riusciva a colmare."