Recensioni di avalon9

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Confessioni di una maschera - 17/03/21, ore 23:16
Capitolo 7: 7.
Io arrivo in punta di piedi, quasi alla chetichella.
Chè situazioni personali (troppo) e lavorative (poco), mi hanno trasformata in un animale notturno (dalle ore davvero degne di un vampiro. Non reggerò ancora a lungo, temo...) e mi hanno tolto (quasi) tutto il tempo per altro.
Come stai, carissima?
So che è tardi, per mille cose.
Tardi anche solo per commentare questo piccolo gioiellino di raffinata leggerezza che mi davvero mi ha fatto sorridere e arrovellare in lunghe notti passate a preparare materiali e correggere. Una boccata di ossigeno dal gusto di uno smirk quasi wenthworiano (o di Snart, se preferisci).
E comunque, potevi essere solo tu. Non altri.
Solo tu potevi famri piacere una deriva yaoi (elegante. Elegantissima, per carità) del rapporto fra Aioria e Shura (e anche Marco e Yngve, che il triangolo erotico, come cantava Zero, non viene mai troppo considerato).
Hai saputo costruire una storia ironica e sarcastica che si ammanta della serietà esacerbata di se stessa e di se stessa porta il lettore a ridere.
Ci sarebbero mille aspetti, mille particolari: la descrizone della psiche dei singoli, che anche se solo fugaci comparse hanno una solidità narrativa encomiabile; l'eleganza da balletto classico (raffinato, elegante, ma anche complicatissimo) del pensiero di Yngve, che qui emerge come vera "eminenza grigia" di un mondo che pare guardare con atarassica condiscendenza. Quasi quanto quella del suo gatto. Per poi, coupe de theatre, scoprirlo coinvolto in una romantica lieson con l'Aquila.
E no: questa non l'ho digerita. Anche se sì: la capisco nell'universo della tua narrazione. E l'accetto come patto narrativo di un universo per me alternativo. Non mi dispiace il crak-parring in generale, ma per me, come mi dissi una volta tu stessa, Marin è praticamente sposata con Aioria. Quindi: accetto, pondero nel momento e lascio scorrere.
Sia chiaro! Nella tua narrazione ci sta, ci sta benissimo! E (ma da te non c'era minimamente il rischio) non sei scaduta nell'escamotage di legare Aioria a Lyfia. Anzi! Sull'equivoco di quel rapporto di hai costruito tutta una sottotrama che di fatto è il filo conduttura della storia stessa.
Anche il gioco con i piani e gli incastri narrativi è impressionante. "Maschere" come "persone", con un gioco di rimandi etimologici, o come "svelamenti"? Di fatto, qui a confessarsi senza confessionale, prete e acquasantiere varie sono tutti. Ma proprio tutti. Mettendo in piazza, scaramucce, ripicche quasi infantili e altarini dai toni tragicomici di sapore pirandelliano (e perdona, sarò io, ma davvero ho visto in questi tuoi capitoli, a più riprese, l'omaggio forse inconsapepevole alla letteratura umoristica del nostro tempo, con una spruzzata di Chaplin e Groucho).
L'apoteosi? Il Crysos synagein, dove accanto alla tua abilità nel far dialogare contemporaneamente dodici (dodici!) personaggi, hai dipanato gli intrecci per riallacciarli subito dopo in nuove narrazioni.
E poi ancora. Libra (che strizza l'occhio critico alla caricatura di se stesso che è in SoG), Milo ed Etienne; Yngve e Saga. Saga e Kanon! Con il secondo assiso sul trono sacerdotale come in Gold: Assassins. In una scelta che sposa completamente le mie corde e va a braccetto con tante idee che mi frullano per la testa (e chissà se vedranno mai la luce...).
Forse il personaggio, per quanto riuscitissimo in sè, che meno ho apprezzato è stato Aioros, presentato secondo qualla carica di ingenuita, o forse di candore, tanto caro al fandom. Ma è opinione mia: lo vedo troppo come uno stratega innato, un soldato che analizza la situazione in modo freddo quasi cinico, per accettarne la candida semplicità. Per me, Aioros non ha alcun candore: è solo il suo mito ad offuscarne di luce non cercata le azioni anche "sporche" (in Episode G è lui che viene mandato in missione per risolvere il problema di Ra in Egitto; è lui che si contra con Tifone nella tempesta mediterranea. Ed è sempre lui che amputa un braccio e toglie un occhia a Galan, a quello che doveva essere un compagno d'armi, se non proprio un amico, anche se così ci viene presentato il loro rapporto. E io non ricordo scene di pentimento; dispiacere, ma non pentimento).
Rientrando: sublime. Come sempre.
E la chiusa finale. Quella ringcompositon che ti fa chiedere semplicemente quando è successo che la giostra-trottola-girandola ha ripreso a correre e perchè, in fondo, ti dovrebbe importare, se quel vorticare ha le movenze di un raffinatissimo valzer viennese? Meglio sedersi e godersi il viaggio, in attesa di una tua prossima perla.

Perdona il commento non dettagliato capitolo per capitolo.
Il tempo, come ben sai, galantuono lo sarà senz'altro; me è anche un amante bastardo ed esigente. Per il momento, a me è capitato il secondo.

Ti abbraccio
Recensione alla storia Lilac Bow - 31/08/18, ore 19:59
Capitolo 1: Lilac Bow
Teneri.
E' la sola parola che mi sovviene davanti a questo quadretto che sa di semplicità. E' un bellissimo volo di gabbiano: in poche parole il lutto, l'accettazione e il superamento. Con Raki meravigliosa deus ex machina del caso. Perchè solo una bambina, con la sua carica di affetto incondizionato e assoluto, con quel suo modo di guardare al mondo, attraverso connessioni solo a lei note, poteva essere lo specchio rovesciato di un Kiki ormai adulto, avviluppato dal vortice del dovere, del dovrei essere ma non so se potrò essere.
Mi piace come tratteggi Kiki. Qui e in "Peso". Mi piace che lo hai fatto crescere, creando un uomo e non un bambinone. Un uomo che ha subito un lutto, un trauma da cui non riesce ancira a riprendersi. Una mancanza che cerca di colmare con continui richiami alla memoria, con quel suo tentativo di ricordare Mur diventando in un certo senso Mur: nei gesti, negli atteggiamenti, nell'espressione, nel modo di essere cavaliere e maestro.
E mi piace come qui tutto torni: come Raki, con un regalo semplice, di quelli che fanno appunto i bambini, scavi un solco netto, inappellabile. E sbatta in faccia a Kiki il fatto che sì, è diverso da Mur, ma è proprio quel suo modo di essere ciò che Raki ama e vuole.
Mi è piaciuta, sì: perchè risolve un interrogativo che mi ero posta anch'io (quel benedetto fiocco così barocco che non aveva senso. Un po' come la stola di Seiya. Sembra che se non c'èqualcosa di svolazzante e fluttuante e fiocchettoso i disegnatori di oggi non siano contenti) e lo risolve in modo perfetto, portando a casa piatto e partita di dissertazioni varie.
Quindi, grazie per questa piccola scenetta, davvero stupenda (e lode a Kurumada che lascia in sospeso certe cose, se il risultato è una storia come questa).
Un abbracio,
Avalon
Recensione alla storia Il tempo è finito - 06/03/18, ore 18:57
Capitolo 1: Il tempo è finito
Questa storia è filata dritta dritta fra quelle preferite.
Con mia grande gioia e soddisfazione.
Perchè da una parte è difficile, nel fandom, trovare qualcosa di ben scritto e ragionato, e gli autori che si impegnino a farlo si possono davvero contare sulle dita di una mano; dall'altra perchè mi è molto piaciuto il modo in cui hai tratteggiato uno degli iati più grandi della serie.
Cosa sia successo a Kiki nel tempo che intercorre fra Nettuno e Ade penso sia una di quelle domande che accendono la fantasia. Il problema in realtà è la risposta. La tua, in concreto. E la tua è bellissima.
Tratteggiata con grande delicatezza, e assieme una forte componente umana e concreta, questi veloci quadretti, che si susseguono rapidi e senza soluzione di continuità nonostante gli ovvi stacchi temporali della narrazione, permettono di dare una collocazione temporale netta alla vicenda aggiungendoni quei particolari realistici e sensati che mancavano alla narrazione originale.
La descrizione di Mur, così in character come poche volte l'ho trovato, restituisce un cavaliere, un uomo e un maestro come individuo completo, definito. Umano, senza però perdere quell'aura di pedagogo che da sempre lo avvolge. Quell'aria di quieta risolutezza che ce lo ha fatto conoscere.
E Kiki.
Questo frugoletto, questa peste rossa che ha otto anni (come sottolinea bene tu. Quasi come una cantilena) e assieme l'orgoglio del cavaliere. O forse l'illusione. L'aspirazione. Di un bambino che gioca a fare l'uomo protetto dalle spalle di chi lo guida. E per questo la narrazione in seconda persona è stata un tocco raffinato e molto ben gestito. Perchè ci metti dentro la testa di Kiki, con le sue contraddizioni e le sue verità fragili come la sua età, come i suoi otto anni che sono una scusa e sono una realtà con cui si deve scontrare.
La narrazione in seconda persona è difficile. Tanto. A volte troppo. Ho letto con piacere questa tua prova, che le rende la giustizia e il peso introspettivo che la caratterizza. Ben calibrando, creando quel contrasto che solo la testa in confusione di un bambino (anche se cavaliere) potrebbe avere.
In conclusione, una storia prega, gradevole, con quel velo dolceamaro che deve avere e senza pietismi o sentimentalismi grauiti. C'è sentimento; un setimento discreto, soffuso, quasi rarefatto, e proprio per questo più forte ancora.
Brava. Davvero. I miei più sinceri complimenti.
Spero di poter leggere presto, di nuovo, qualcosa di tuo.

Avalon
Recensione alla storia Fĕbrŭāre - 28/02/18, ore 15:14
Capitolo 7: 7. Andrà tutto bene
Ok. Mi aspettavo una "seconda parte".
Ma mi aspettavo Milo. In pandant con la precedente. E invece mi ritrovo Aioria e Shura. Ok: sono due dei tuoi cavalli di battaglia. E devo dire che questa tua versione mi piace.
MI piace come hai giocato con Episode G e G:Assassins. Mi piace come hai trasformato l'ossessione in preoccupazione, senza però concedere il filtro della consapevolezza ad Aioria. Galan sa. Ma Galan è lo spettatore ai margini della scena, è il critico che analizza e pondera ogni cosa, e può permettersi quella parola adatta; nel momento e nel luogo adatto.
Galan è quello che ci mostra la realtà per quello che è: due ragazzi legati da un sentimento di appartenenza e rimpianto. Due ragazzi che hanno comentato con il sangue di Aioros un rapporto malato, corrosivo. Ma che hanno anche creato una dipendenza. Perchè è solo la cocciutaggine di Aioria di voler uccidere Shura, e la convinzione di Shura di dover ricambiare ad Aioria ciò che gli ha tolto a far si che questi due, in battaglia e nella vita, funzionino. A far sì che entrambi guardino le spalle all'altro. Non è una questione di fiducia. Non è nemmeno una questione di priorità. E' semplicemente un legame umano. Costuito anche sulle contraddizioni.
Quindi: che altro fare, se non rinnovare i miei complimenti?
Recensione alla storia Fĕbrŭāre - 28/02/18, ore 15:07
Capitolo 6: 6. Il metodo più veloce
Certo che, come rendi tu la quotidianità...
Mi è piaciuta questa versione di un Camus febbricitante e stoicamente arrocato sulle sue convinzioni di salute. Ci sta. Ci sta per uno con il suo carattere, per uomo che deve mostrarsi compassato prima di tutto per ter fede al suo nome. E mi è piaciuto molto il gioco con Milo, quel modo innocente di provocare e ribadire i concetti (e una standig ovation per la poltrona! Veri angoli di quiete nei marosi della vita! Perchè accimabellarvisi dentre è come il gatto che fa le fusa. E Camus difende imperterrito la sua poltorna, la sua quiete!).
Ho amato Phi e lo scambio di battute, così semplici e quotidiane da graffiare, da attirare. E lo sfarfallio di ciglia che racchiude tutta l'essenza dell'essere donna. E poi quella chiosa finale. Quello che da Camus non ti aspetti, e che sai però che c'è. Quello che ti pesa addosso quando lo senti e forse, ma solo forse, ti vuoi convincere che siano le parole di un febbricitante. Anche di uno che di solito quelle parole non le dice. E non le direbbe mai. Anche se sono vere. Soprattutto perchè sono vere.
Hai demitizzato la figura del "macho" stoico restituendo a Camus una dimensione perfettamente umana (e a Milo con lui). E sì: c'è quella sottile lieson, quel sottendere a qualcosa di Asgard che lascia molto e niente all'immaginazione (io ci vedo molto di Soul of Gold. Ma la colpa è tua. E dell'invito che mi hai fatto!).

Bravissima! Come sempre piacevolissima!