Recensioni di Mari Lace

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Recensione alla storia Sotto quali cieli ci ritroveremo - 19/01/19, ore 18:22
Capitolo 1: Sotto quali cieli ci ritroveremo
SECONDA CLASSIFICATA: "Sotto quali cieli ci ritroveremo" di shilyss, con 41,5/42 + Vincitrice Premio Malinconia


Titolo: 2/2 

Estratto dalla storia, elegante come lo stile che hai adottato. Assolutamente adatto! 
Attira l’attenzione, incuriosisce suscitando subito domande nel lettore. Chi è che deve rivedersi, e sotto quali cieli succederà? 
Lo trovo davvero un ottimo titolo, di quelli che tieni a mente durante la lettura aspettando il passaggio che ti farà comprendere a pieno il perché della scelta. 



Grammatica e Stile 9,5/10 (4,5+5) 

Il testo è curatissimo a livello grammaticale e ortografico; ho trovato solo due errori, che ti segnalo: 
“Ci sono giorni in cui credo che sir Thomas Sharpe [è] morto chissà dove” [sia]: (–0,3) 
Non so perché, ma leggendo non mi è suonata neanche tanto male, questa frase, al punto che ho controllato la regola per verificare se ci fossero eccezioni autorizzate, ma non ne ho trovate: credere esprime incertezza, pertanto deve – soprattutto nello scritto – essere seguito dal congiuntivo, anche se sono certa che tu lo sappia già molto bene e che si tratti solo di una svista. 
“le cospicue mance che lascio in giro per la città, mi permettono di avere occhi e orecchie dappertutto.” (–0,2) 
Messa così, la virgola è tra soggetto e verbo: puoi o rimuoverla, o al limite inserirne un’altra prima del che, chiudendo la relativa in un inciso. Propendo più per l’eliminazione. 
Segnalo invece, senza sottrarre punti perché non credo sia un vero e proprio errore, “la sua anima annerita, ma in un certo qual modo, pura.” Con le virgole messe così mi sembra non fili liscissima, “pura” viene staccato dall’avversativa. Credo suonerebbe meglio o togliendo la virgola dopo modo, o aggiungendone una dopo il ma – magari rimuovendo quella che lo precede, non so. 
Per il resto, il testo è pulitissimo, oltre a vantare un lessico vario e curato che ho davvero amato! La tua è la storia più lunga in gara, ma scorre benissimo, accompagna dolcemente il lettore nei pensieri e nelle vicende di Edith, mantenendo una piacevole leggerezza nonostante il tono alto che utilizzi: si vede, insomma, che padroneggi al meglio un vocabolario ricco e che non usi termini forbiti a caso, ma con piena cognizione di ciò che esprimono. 
Tra l'altro, uno stile del genere si adatta perfettamente a Edith, scrittrice del primo Novecento. 
Una nota di merito voglio esprimerla per l’ortografia: amo veder usata la lineetta (io a volte temo di abusarne), purtroppo è abbastanza raro; in ogni caso, l’uso che fai della punteggiatura in genere è pressoché impeccabile. 



Utilizzo Pacchetto: 5/5 

Hai ben utilizzato ogni punto. La citazione della canzone, oltre a venir citata all’interno del testo, riecheggia in tutti i pensieri di Edith, che è tormentata continuamente dal “fantasma” di Thomas: l’ha lasciato andare, ma solo materialmente. Interiormente non è mai riuscita a lasciarselo davvero alle spalle, né lui, né Lucille, né ciò che ha vissuto ad Allerdale Hall. 
Il blu, richiamato continuamente in riferimento agli occhi di Thomas, è parte del suo tormento. Piuttosto significativo come il suo primo pensiero, dopo aver avuto la conferma che sia proprio lui, sia “Come sono blu i tuoi occhi!”, piuttosto che una nota sulla sua voce o su altro. 
La maschera. In perfetto stile Fantasma, Thomas irrompe nella storia prima come ombra all’Opèra, poi con il volto coperto al ballo mascherato. [Masquerade…!] Edith lo riconosce, o crede di farlo, comunque, ma l’ambiguità provocata dalla maschera permane. 



IC: 10/10 

Punteggio pieno meritatissimo anche qui. 
Il personaggio principale è Edith, che con il suo io narrante si impadronisce della scena dall’inizio alla fine: tutto è filtrato dalla sua interiorità, ogni parola, ogni giudizio, ogni paesaggio. 
Ho apprezzato in particolare questa frase: “balli e feste non destano in me che ilarità e incentivano un senso di superiorità senz’altro ingiusto e scorretto, ma terribilmente umano. No, non sono perfetta: come tutti gli scrittori – come tutte le persone, non sono esente da meschinità e bassezze e, spesso, pecco di superbia.” 
Penso descriva perfettamente il personaggio, la mostra in ogni suo aspetto, sottolineando i difetti che, come tutti, ha. Edith è sensibile, superba, imperfetta ma conscia di esserlo. Una scrittrice. 
Meno direttamente, ma riusciamo a percepire anche Thomas, nella storia, in ogni sua azione. Nel suo essere sfuggente, all’Opèra e al ballo, in primis; ma soprattutto, alla stazione. 
Sta scappando, Thomas, di nuovo. Prova a scappare, forse perché sa che sarebbe giusto. Eppure si ferma, quando vede Edith. Si ferma, e resta. 



Trama: 10/10 

What if Thomas didn’t die? 
Ci dai la tua personale risposta a questa domanda, una risposta piuttosto convincente. Edith e Alan lo fanno scappare – e hai ragionissima: non ho alcun dubbio che un nobile squattrinato come Thomas Sharpe l’avrebbero impiccato senza pensarci due volte –, ma Edith non dimentica. Scrive Crimson Peak, verga parole su parole, ma tutto ciò non basta a esorcizzare la sua passione. Lo cerca in ogni volto, in ogni ombra. Altro dettaglio molto realistico, quella che ci racconti tu non è la prima volta che affronta una situazione simile. Non la prima che crede d’averlo ritrovato. 
Tutta la vicenda è condita dalle riflessioni di Edith, sulla scrittura oltre che su sé stessa e le sue vicende. Calchi molto su alcuni passaggi in particolare, ripetendoli così che si fissino bene nell’immaginario di chi legge. 
La mia parte preferita è stata senz’altro il finale. Una scena magnifica, tiene col fiato sospeso fino alla fine e la chiusa, con le poche battute che si scambiano – stupende – non avrebbe potuto essere migliore. 



Gradimento personale: 5/5 

Tutto concorre al massimo del punteggio nel gradimento: ottima grammatica, trama solida e ben orchestrata – lo specifico qui: ottima anche l’aderenza al periodo storico, con i riferimenti a Freud, l’Opèra, La Traviata –, personaggi totalmente IC e un’introspezione approfondita e coerente in ogni suo punto. 
Davvero un ottimo lavoro, complimenti! 
Recensione alla storia In ogni pagina, riga e ombra - 03/10/18, ore 23:03
Capitolo 2: Il tempo
Cara Shilyss 💕
Meglio tardi che mai, giusto? Eccomi qui a proseguire la vita di Edith, scandita sempre dallo stesso giorno denso di significati e soprattutto di ricordi. Sono proprio i ricordi E la loro assenza a segnare la vita di Edith; mi si è stretto il cuore leggendo che ha perso il medaglione, sai? ;-;
Edith non si arrende: persi i ricordi dei dettagli del volto insieme alla foto, perso il ricordo della voce dell'amato, a costo di rovinarsi - ironicamente identica all'ex marito, in questo - si riappropria di Allerdale Hall, cerca le tracce di Thomas ovunque; si trova davanti a un 'ovunque' ben ristretto, tuttavia, perché "i precedenti proprietari si sono disfatti di tutto".
L'unica traccia rimasta è il pianoforte, ma è un oggetto che rimanda a Lucille, più che a Thomas. Lucille, quella che più avanti definisci la sua unica vera rivale, Lucille che resta muta a eterna guardia della residenza.
Lucille che non risponde, e stranamente non dimostra rancore - o comunque, non una rabbia passionale e violenta come quand'era in vita, semmai un livore gelido -, ma semplicemente è lì. C'è sempre, Lucille, e mi piace molto il sospetto di Edith per cui anche lei stia "aspettando" Thomas. [Tutti alla ricerca di Tom, c'è poco da fare.]

Parlando un attimo più in generale, provo a soffermarmi su ciò che mi ha colpita; innanzitutto, la concezione dei fantasmi come cumuli di sentimenti. Non ricordo se la diano proprio nel film [urge un ripasso a cui provvederò senz'altro entro dicembre] o sia un'idea tua, comunque l'ho apprezzata molto.
Riguardo allo stile posso solo farti i complimenti, come sempre: lessicalmente ricco, ma soprattutto curato in modo che aderisca perfettamente a ciò che racconti: potrei star delirando, ma se nelle storie su Loki [*___*] trovo che lo stile abbia un'impronta più epica, il che è giustissimo vista la materia che tratti, qui lo trovo ugualmente cucito sui personaggi e sulle vicende; ci parli della prima metà del novecento [anche un po' oltre], non delle imprese degli dèi norreni, e questo appunto mi sembra si specchi anche nel registro linguistico.
[Piccolissima nota che non inficia minimamente la godibilità della storia, te lo segnalo solo per agevolarti nel correggerlo: ti è sfuggito un "un" nella frase "la storia della sua vita con un colori sempre diversi."]
Ma passiamo al punto che, non scherzo, mi ha fatto spalancare la bocca e mi ha mandata in tilt. "Wow, solo wow", era possibile pensare.
Di che parlo? Ma di questa frase, ovviamente:
"Sei qui, amore mio? In ogni pagina, riga e ombra?"
Edith pone infine a Lucille l'unica domanda davvero importante. Ne approfitti per raccontarci del loro primo incontro [amato nel film e stupendamente ritrovato qui]; poi, Lucille non risponde, ma in un certo senso lo fa: Edith segue il suo sguardo e trova un suo manoscritto.
E a questo punto, tu inserisci il titolo.
In generale amo tantissimo ritrovare il titolo di una storia in mezzo al testo, mi fa sorridere; in questo caso particolare non l'ho proprio visto arrivare. Ho semplicemente amato il modo in cui l'hai inserito, è davvero PERFETTO.
Se finora abbiamo assistito all'assenza-presenza di Thomas, Thomas che si sottrae, ora scopriamo dov'è possibile trovarlo: "In ogni pagina, riga e ombra", come avevamo parzialmente già visto nel capitolo precedente, ed è veramente magnifico.
Davvero, forse può sembrare banale (?) ma io sono rimasta a bocca aperta, in estasi.
Insomma, non solo hai dato alla storia un titolo stupendo e perfetto, l'hai anche inserito al punto giusto nel testo. *-* *90 minuti di applausi*
Mia cara Shilyss, per adesso mi fermo qui, ma davvero bravissima; complimenti!
Ci risentiamo presto! Un bacio,
Mari
Recensione alla storia In ogni pagina, riga e ombra - 16/08/18, ore 20:27
Capitolo 1: Sopravvivenza
Ciao cara, eccomi qui!
Ho voluto esplorare qualcosa di diverso da Loki e Sigyn, per stavolta - ma tornerò presto anche da loro -, e mi sono fiondata su questa storia che avevo notato già da un po' di tempo.
Non sono mai troppo attenta quando leggo le anteprime, però: per qualche motivo, ero convinta fosse una one-shot. Non che abbia importanza!
Mi aspettavo una storia unica, e adesso mi trovo a chiedermi con curiosità cosa succederà dopo. Arriveremo alla morte di Malcon, nel 1926, se ho fatto bene i conti? Non lo so, ma mi incuriosisce questo accompagnatore di Edith.
Intrigante l'idea di mostrare vari 16 dicembre; cambia l'anno, ma non la data (l'aver riportato il mese scritto per intero nel primo caso, sotto forma di numero negli altri, è voluto?).
La parte centrale è straziante. Mi è davvero dispiaciuto per Malcom, e no, immagino non si possa proprio biasimare per aver trovato Fanny, alla luce di tutto ciò che ha passato.
Posso solo immaginare quanto sia distruttivo dover leggere i romanzi della moglie e ritrovarvi il fantasma di Thomas Sharpe, sempre incombente sul loro matrimonio. Gli si è spezzato il cuore, e alla fine deve aver capito che non avrebbe mai potuto vincere contro l'ombra che ha conquistato il cuore di Edith.
Insomma, un inizio piuttosto interessante, che mi lascia a interrogarmi sugli eventi che ci narrerai adesso.
"Un amore sbagliato può infrangere i confini della morte?", chiedi nell'introduzione: Thomas si farà rivedere? Magari *^* -ehm. Volevo dire.
Tecnicamente dovrei sperare che Edith vada avanti, ma è più facile a dirsi che a farsi. e poi quello è Tom Hiddleston.
Bel lavoro, ho rivisto l'Edith testarda del film e, nel 1919, un'altra, più matura, che mi incuriosisce non poco. Seguirò con piacere.
Alla prossima ^_^
Mari