Recensioni di Freya Crystal

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Recensione alla storia Riflessi di te - 03/03/20, ore 14:23
Capitolo 1: Riflessi di te
Sesta classificata al contest "Scritto tra le note"


Stile: 8/10
 
Uno stile privo di ombre e sottintesi, limpido come i tuoi personaggi. La scelta di una narrazione in terza persona al presente aiuta ad annullare la distanza fra loro e il lettore, suggerendo immediatezza. La lettura però non scorre sempre senza intoppi, ci sono alcuni punti in cui è meno fluida, in particolare nei periodi lunghi con tante subordinate — che sono complessi da gestire. Ho notato un uso frequente del gerundio, a volte ne inserisci tre in uno stesso periodo, un espediente che da un lato riesce a dilatare il tempo della narrazione, ma che dall'altro appesantisce eccessivamente il testo.
Qui ti riporto un esempio: "La Battitrice della squadra rosso-oro accetta [questo è un espediente per fornire al lettore più informazioni sul personaggio, ma usato per descrivere chi parla non suona granché bene], stappando la bottiglia, prendendo una lunga sorsata e dando inizio alla parte finale dei festeggiamenti, caratterizzata dalle confessioni attorno al fuoco, dalle risate che alcune di esse suscitano e dagli incoraggiamenti per i sogni futuri di ognuno dei presenti". Il consiglio che ti do è di limare parti come questa, spezzando e variando un po' di più il ritmo. Qui invece "il profumo di Rose lo porta a raggiungere uno stato quasi d'estate" si capisce cosa vuoi dire, ma la resa stilistica non è convincente (a meno che tu non intendessi "estasi" al posto di "estate"). In generale comunque le descrizioni sono immediate e lo stile, nella sua semplicità, riesce a farsi apprezzare senza il bisogno di fronzoli.



Titolo: 2.5/5
Il titolo non è decisamente nelle mie corde e a primo impatto non mi ha trasmesso niente. D'altra parte in relazione alla storia acquista i toni di un romanticismo adolescenziale, adattandosi alla trama. L'immagine dei riflessi viene inoltre ripresa nel testo più volte, Rose stessa sembra contenere riflessi di estate con l'effetto calamita che esercita su Scorpius, quindi un collegamento importante c'è. Peccato però che di titoli simili ne ho letti tanti, avrei preferito qualcosa di più particolare.



Caratterizzazione personaggi: 12/15
Mi piace leggere della NG in tutte le salse, se i personaggi sono ben caratterizzati. La prima cosa che salta all'occhio dei tuoi Rose è Scorpius è che si comportano come adolescenti comuni, con l'innocenza e l'impaccio tipici di tanti di loro che si approcciano all'amore per la prima volta. Il loro atteggiamento è verosimile per l'età che hanno, si vede che questi Rose e Scorpius non portano sulle proprie spalle il peso delle preoccupazioni di Harry, Ron, Hermione e Draco, per fare gli esempi più classici. Il tuo Scorpius ha occhi speculari a quelli del padre, è nato e cresciuto in un contesto sereno, e vuole fare il Magiavvocato — una scelta davvero curiosa che ho apprezzato tanto, soprattutto considerando i suoi natali. Mi è venuta in mente la conversazione tra Hermione e Scrimgeour, il momento in cui lui le chiede se vuole intraprendere una carriera in Magisprudenza e lei gli risponde con "No, spero di fare qualcosa di buono per il mondo", una stoccata decisamente tagliente. Nel mondo reale esistono le mele bianche in ogni ambito professionale, e il tuo Scorpius nel mondo della Rowling costituisce un esempio di come si possa fare la differenza in positivo, a prescindere dal proprio cognome. La naturalezza con cui parla del proprio futuro ci fa capire che l'epoca delle etichette date dalle Case di appartenenza e dai cognomi non esiste più, ed è talmente disarmante da imporsi come un fatto ormai assodato e già scontato anche per i lettori.
Il contesto in cui Scorpius, Rose, Albus e le altre comparse si muovono è completamente sereno, e in questo sei stata brava a renderlo con naturalezza, ricreando proprio un sapore di casa che ricorda quello della Tana.
La tua Rose è appassionata di astronomia, una scelta inedita tanto quanto l'idea di Scorpius propenso alla Magisprudenza. È il dettaglio che ho preferito, perché oltre ad essere originale in un certo senso rende inevitabile l'ascendente di Scorpius, che porta il nome di una costellazione, su Rose. Non è simbolico solo il fatto che sia proprio lui a regalarle un libro di astronomia, ma anche il momento stesso in cui glielo regala — io lo vedo come il ricordo concreto dell'inizio della loro relazione amorosa. Passando ai contro, i tuoi personaggi sono ben caratterizzati, però manca loro quel qualcosa in più capace di fornirne un quadro completo. La sensazione che ho avuto leggendo è che tu abbia costruito un background personale per la loro storia, un background talmente chiaro nella tua testa da farti tralasciare alcuni aspetti. Mi sarebbe piaciuto cogliere più sfumature di entrambi.



Utilizzo dei prompt: 3/5
I tuoi prompt erano "fuochi d'artificio" — obbligatorio — ed "estate" — opzionale. In questo caso hai dato maggiore rilevanza al secondo prompt. L'estate non è solo la stagione in cui hai ambientato la tua OS, compare nell'atmosfera di festa e libertà che i personaggi respirano durante le vacanze in campeggio, respira sulla pelle dei tuoi protagonisti, Rose stessa agli occhi di Scorpius sa di estate. L'hai resa una regina costante. Col primo prompt, invece, mi è mancato l'effetto sorpresa. I fuochi d'artificio fanno da sfondo in un cielo stellato, ma oltre al cliché di inserirli fisicamente nella storia avrei preferito dei rimandi più insistenti, mi sarebbero andati benissimo anche in senso metaforico riferiti a degli stati d'animo (e non per forza in senso positivo). Purtroppo non li ho sentiti pienamente centrali come avrei voluto, per queste ragioni non ti ho dato il massimo.
Bonus: 3/3



Gradimento personale: 7.5/10
La storia mi è piaciuta, ha il sapore innocente e spensierato di un'adolescenza felice e di realtà familiare condivisa — in tal senso è una vera boccata d'aria fresca. La trama è lineare e non prevede particolari colpi di scena, per mio gusto fin troppo, ma ho comunque apprezzato questo taglio inedito che hai dato alla coppia protagonista. Per quanto l'assenza di una conflittualità più ostica da sconfiggere fra loro si discosti dal mio head-canon, mi è piaciuto leggere di questi Scorpius e Rose così diversi. La cosa peggiore che hai fatto è mettermi una voglia matta di vacanze ed estate. Se non sopravviverò nell'attesa... mi avrai sulla coscienza!


Totale: 36/48
Recensione alla storia Prigionieri - 21/02/20, ore 11:34
Capitolo 1: Prigionieri
Sesta classificata al contest "L'enigma dell'Uroboro"


Stile: 7.5/10
Lo stile non mi è dispiaciuto, ci sono delle scelte che trovo molto interessanti, altre che mi hanno convinta di meno. In linea generale penso che gli servisse quel graffio in più, soprattutto in relazione ai personaggi scelti. Partirò dagli aspetti che non mi sono piaciuti.“I ricordi sono demonietti maliziosi che si trastullano con la sua sofferenza” è la frase che mi è piaciuta di meno di tutta la OS. A proposito di scelte lessicali in questo caso avrei preferito qualcosa di diverso, perché “demonietti” e “trastullano” spogliano il testo di tutto il suo dramma, conferendogli un tono giocoso che stona con l’atmosfera generale. In questo caso trovo più appropriati un semplice “demoni” e “si compiacciono della sua sofferenza”, giusto per fare un esempio. Non mi ha entusiasmata nemmeno l’inversione soggetto-verbo (“Lo ripeteva ossessivamente Albus”) che compare più volte nel testo, stesso discorso per quella sostantivo-aggettivo (“Spettrali i raggi della luna calano[...]”). Per gusto personale apprezzo questo tipo d’impostazione solo in casi rari, ad esempio in un contesto poetico o comunque in storie con un registro aulico-solenne che si mantiene per tutta la narrazione. L’aspetto che mi ha convinta meno di tutti è l’omissione del verbo a inizio frase. “Una volta rideva, ma non del riso di adesso. Una maschera scherzosa indossata accortamente per rasserenare gli animi innocenti e inconsapevoli dei suoi allievi.”Sempre per gusto personale non vado matta per questa scelta stilistica, credo renda meno fluida la lettura e che, se usata di frequente — come in questo caso — spogli il testo della sua naturalezza, rendendolo troppo impostato. In alcuni casi manca proprio l’incisività. Per esempio “Che me ne faccio dell’amore se non posso darlo a te?” la trovo una chiusa d’effetto dal punto di vista concettuale, debole per resa stilistica: “Che me ne faccio” è più indicato per un registro basso, non ha quel graffio capace di rappresentare tutta la disperazione condensata in questo pensiero, inoltre non lo trovo un modo d’esprimersi minimamente adatto per Gellert Grindelwald. Un aspetto che invece ho amato molto è la coesione interna del testo. È suddiviso in paragrafi in cui il punto di vista si alterna di continuo, eppure ogni volta che si passa da Albus a Gellert — o viceversa — c’è sempre una ripresa dei concetti espressi in precedenza (“Una volta qualcuno camminava al suo fianco e rideva” → fine paragrafo di Albus; “Una volta rideva, ma non del riso di adesso” → inizio paragrafo di Gellert). Rende l’idea di due persone indissolubilmente e perennemente unite anche nel pensiero, malgrado la distanza fisica (per questo penso tu abbia fatto bene a mantenere tutta l’impaginazione a sinistra). In particolare ho preferito il climax che si crea con “Dove sei?” e “Chi di noi è stato?”; sei riuscita a ripetere entrambe le domande quattro volte senza rendere la lettura disturbante — non è da poco! —, anzi: assieme alle parole hai saputo far rimbombare l’eco dell’angoscia di Albus e Gellert nella mente di chi legge. Davvero d’effetto!“Il suo sguardo era un cielo straziato” è una metafora che mi è piaciuta da matti, una di quelle che graffiano davvero l’immaginazione e fanno salire il pathos alle stelle — è questo il graffio che secondo me serve e che avrei voluto trovare di più nel testo. Un altro aspetto che mi è piaciuto è il ritmo altalenante del testo, a tratti lento e quasi meccanico, in altri punti più rapido e scattante. Mi hai permesso di immedesimarmi nella mente di chi vede i propri pensieri esplodere uno dopo l’altro nella testa, incontenibili, senza ordine e spietatamente dolorosi — una scelta perfetta per Albus e Gellert che, se fosse stata affiancata da un maggior repertorio di immagini incisive, avrebbe conferito alla OS un fascino notevole. In sintesi credo servissero immagini più graffianti, ma ho comunque apprezzato il risultato complessivo. 



Titolo: 3.5/5
“Prigionieri” è un titolo essenziale, molto generico. Non brilla per originalità, ma secondo me in questo caso funziona piuttosto bene senza il bisogno di un’ulteriore aggiunta, perché è costituito da un sostantivo dotato di grande forza espressiva. Pertinente è pertinente, visto che la tua OS è un flusso introspettivo in cui viene posto al centro il sentirsi prigioniero, sia per Albus che per Gellert, del passato, dei ricordi e dei rimpianti. Non mi ha fatto dire “wow”, ma mi è piaciuto!



IC e caratterizzazione personaggi: 15/15
Ho incluso “caratterizzazione” perché di Gellert non sappiamo molto. Non è facile gestire i personaggi che hai scelto. In linea generale Gellert mi è sembrato verosimile, Albus riconoscibile. Parlarne insieme mi sembra una scelta obbligata, visto che l’uno ci viene mostrato attraverso gli occhi dell’altro per tutta la OS. Hai dato voce ai demoni di entrambi in maniera realistica, mettendone in luce tormenti e rimpianti. L’Albus e il Gellert di cui ci parli sono sfioriti nella vecchiaia e disillusi come non mai. Significativo è il fatto che entrambi misurino — l’uno il proprio studio, l’altro la propria cella — “a passi stanchi e lenti”. “Solo conoscendo te, ho conosciuto me stesso” (qui la virgola diventa essenziale) è il pensiero che mi ha colpita di più, non solo lo trovo rappresentativo, ma anche molto IC. Se osserviamo Albus attraverso gli occhi dell’Harry bambino vediamo un difensore assoluto della giustizia, un uomo di una saggezza senza pari, incapace di sbagliare, imperturbabile, invincibile. Albus sembra una roccia incrollabile, un essere senza colpe e senza macchie, ma mano a mano che la saga prosegue scopriamo di più — vediamo le ombre, le imperfezioni, le paure e gli sbagli, perché Albus è anche un personaggio pieno di fragilità e contrasti. Gellert ha avuto un ruolo determinante nella sua vita e io sono convinta che, per quanto questi due personaggi possano sembrare diversi per temperamento, hanno in realtà molto in comune a livello interiore (e qui parlerei per ore!). L’idea di Albus che ha imparato a conoscere se stesso osservando Gellert la trovo perfetta, complimenti! Hai inserito tue interpretazioni personali dei fatti che trovo davvero convincenti. Il Gellert che ci mostri, ad esempio, si è abbandonato alla prigionia per sua scelta. “Se non fosse per gli incantesimi che egli stesso ha imposto sulla prigione, con la sua furia potrebbe sbriciolare le mura come granelli di sabbia” è un’ammissione che non reputo affatto lontana dal canon, espressione di quell’espiazione che l’ho sempre immaginato cercare in età avanzata, mi è piaciuta tanto! Non posso non citare anche “I vecchi amano la compagnia dei bambini perché essi non ne immaginano le colpe”: un tentativo di Gellert di spiegare come mai Albus ha scelto di fare il Preside di Hogwarts, un pensiero carico di allusioni e sottintesi dietro il quale vedo tanta verità. Per tutta la storia sia Albus che Gellert non fanno che cercarsi e biasimare l’uno l’altro e poi se stessi. Sono prigionieri dei ricordi, la mente sempre rivolta a quel lontano passato che li ha segnati indelebilmente. Li ho rivisti in tutto questo. P.S. Su di loro ho un head-canon in cui non esiste il fatto che si chiamino “amico”, ma dato che si tratta di una mia visione personale non ho abbassato il punteggio. 



Sviluppo del tema: 4/5
“Albus vaga nello studio come se fosse su una giostra che rigira su stessa senza mai giungere da nessuna parte. La sua vita ha smesso di procedere in linea retta [...]” la dice lunga sulla trattazione della tematica, che è senz’altro presente per tutta la OS e ben centrata. C’è un però. Legare Albus e Gellert al simbolo dell’Uroboro è una scelta “facile”, nel senso che questi personaggi si prestano bene per parlare di prigionia (quando ho indetto il contest per HP ho subito pensato proprio a loro e a Sirius Black). Per questo motivo mi sarei aspettata qualcosa in più al posto del solito scenario. Mi è mancato l’effetto sorpresa, un valore aggiunto. 



Gradimento personale: 6.5/10
La storia è carina. Purtroppo però molto di quello che ho letto mi sa di già visto — a livello di trama, proprio — e in parte mi ha annoiata. Ne ho lette tante di storie di questo tipo basate su Albus e Gellert che si pensano a vicenda. Penso che più che concentrarti sul far rivivere ai personaggi il “cosa” avresti fatto meglio a concentrati sul “come” hanno vissuto certi momenti che nomini — incidente della morte di Ariana, duello, separazione, ecc… per dare un taglio inedito e più personale alla tua OS. Molto bello invece lo spunto di partenza, l’uso della citazione iniziale della Rowling è un ottimo mezzo per suggerire implicitamente il contesto in cui ci troviamo, inoltre è un’anticipazione perfetta per la storia!



Totale: 36.5/45
 
Recensione alla storia Gli errori dei padri - 16/02/20, ore 13:05
Capitolo 1: Gli errori dei padri
Quarta classificata al contest "L'enigma dell'Uroboro"



Stile: 8/10
Pulito, delicato e senza fronzoli, come la tua Astoria. Nella sua immediatezza e semplicità non si adatta solo alla co-protagonista, ma anche al tuo Draco, perché ne riflette il bisogno di normalità e il desiderio di un nuovo inizio privo di pesantezza, paure e sbagli. Mi è piaciuto l’uso  che fai del corsivo, si rivela sempre efficace per mettere in risalto certi concetti, è in grado di colorarli di più sfumature — in particolare segnalo “non c’era una risposta sbagliata” in un pensiero di Draco, capace di rinviare la mente del lettore alla sua posizione critica nella battaglia tra Bene e Male — e non solo. Anche l’uso degli incisi è ben calibrato, ti mantieni in generale — lessico, punteggiatura, struttura delle frasi, alternanza fra dialoghi e descrizioni — sempre lontana dagli eccessi. Se dovessi scegliere un aggettivo chiave per questo stile “lineare” e “contenuto” farebbero a pugni. Da un lato la sua semplicità mi piace, dall’altro avrei preferito che calcassi un po’ la mano per dargli un’impronta più definita. Ti segnalo le ripetizioni di “fiori” e “giardino” (da “Lucinda Montague in Greengrass amava i fiori e suo marito Kenneth non aveva esitato a donarle il giardino ricolmo di fiori [...]), ce ne sono troppe, soprattutto di “giardino” a distanza ravvicinata; in questo caso avrei preferito l’uso di sinonimi. Inoltre, sempre per gusto personale, non vado matta per termini come la “moretta” per descrivere una persona. Qui segnalo una descrizione vivida e dettagliata per contenuto, ma poco scorrevole: “era gentile, ma al tempo stesso ferma ed era bassa, ma sapeva farsi ascoltare”. Per renderla meno confusionaria ti consiglio una resa alternativa, ad esempio “era gentile e bassa, ma al tempo stesso ferma, e sapeva farsi ascoltare” che ovviamente sei libera di ignorare, se non ti piace. In ogni caso si tratta di episodi isolati nel testo che non hanno inciso particolarmente nel giudizio. Lo stile è carino, necessita solo di qualche punta di colore in più.



Titolo: 5/5
Mi è piaciuto molto, penso possa attirare i lettori. È un titolo sincero, diretto, capace di evocare diverse riflessioni. Ci ho visto un tono da sentenza, ma anche un desiderio di riscatto. In relazione alla tua OS assume un significato molto ampio, collegandosi soprattutto alla nuova visione che Draco ha di Lucius, e in parallelo anche a quella — soltanto immaginata — che Scorpius avrà di Draco stesso. “Gli errori dei padri” assume il tono di una promessa, e nella sua schiettezza l’ho trovato perfetto per la tua storia. 


IC e caratterizzazione personaggi: 13/15
Ho incluso “caratterizzazione” per Astoria, un personaggio di cui si sa pochissimo e il cui sviluppo rimane a discrezione di chi scrive. Parto proprio da lei. Mi è piaciuta, ne hai fornito un ritratto inedito e personale, dandole spessore. Non solo non sei scaduta nel banale raffigurando la classica Serpeverde altezzosa e con la puzza sotto al naso, ma hai anche scelto di renderla una figura completamente positiva — poteva essere rischioso, invece il suo personaggio rimane sempre credibile.  In lei ho visto l’antitesi di Draco: schietta, diretta, limpida, non ha paura di esternare quello che prova e di dire quello che pensa — credo sia proprio questa la chiave di lettura della coppia. Astoria la descrivi come una ragazza minuta e dolce, con una voce “gentile” e “bassa”, ma anche “ferma”, capace di “farsi ascoltare”: una rappresentazione efficace, in grado di rifletterne le sfaccettature caratteriali. Oltre alla sua spontaneità e alla sua atipicità di Purosangue ho apprezzato l’inserimento di alcuni piccoli dettagli — lei che si fa trovare a piedi scalzi quando Draco le fa visita, ad esempio — perché contribuiscono a mostrarne un ritratto completo. La tua Astoria si racconta tramite l’aspetto, i gesti e le parole, ed è sempre molto convincente. Anche con Draco sei stata brava, ma su di lui ho alcune perplessità. Per come lo dipinge la Rowling l’ho sempre visto emotivamente bloccato, incapace di esternare apertamente quello che pensa e prova persino a se stesso. Il fatto che dica direttamente “grazie” a Harry mi ha quindi un po’ spiazzata. Vero, la guerra l’avrà cambiato, ma resto dell’idea che per alcune persone ci voglia del tempo per compiere certi passi. Credo che simili esternazioni Draco le farebbe a modo suo, mascherando un “grazie” dietro ad altre parole. Mi riesce davvero difficile immaginarlo prendere la strada diretta in così poco tempo, più che altro è il modo in cui riesce a farlo a lasciarmi qualche dubbio: non ne ho avvertito lo sforzo, anzi, sembra che ci riesca con semplicità. Anche la risposta che dà a Astoria quando le regala i fiori (“Adoro le dalie” gli mormorò deliziata. / “Me lo ricordavo” rispose lui. “E poi ho scoperto che significano gratitudine e non potrò mai ringraziarti abbastanza per la tua vicinanza in questi mesi, dopo la guerra, il processo e tutto il resto…”) mi è sembrata fin troppo trasparente. Comunque non ti ho penalizzata eccessivamente perché non hai stravolto il personaggio, e le mie considerazioni a riguardo si riferiscono perlopiù ai dialoghi. Per il resto del tuo Draco immediatamente post-battaglia di Hogwarts mi hanno convinta tante cose, per citarne alcune: lo smarrimento iniziale (Era finita. Avrebbe potuto tornare alla sua vita. Ma quale vita?), la consapevolezza dell’assenza di risposte giuste e sbagliate — e di buoni e cattivi —, il desiderio di poter finalmente agire di propria volontà, la scelta di non commettere gli stessi errori di Lucius e di essere un padre diverso per il proprio figlio. Sei stata veramente brava! 




Sviluppo del tema: 5/5
Questa OS grida desiderio di cambiamento da tutti i pori. Draco ha vissuto un’adolescenza all’ombra di se stesso, incapace di prendere in mano la propria vita e di farne ciò che voleva, incapace persino di avere idee proprie. Nella tua OS la caduta di Voldemort e la fine della guerra ci mostrano un Draco ormai più adulto e consapevole, che sceglie di tagliare i ponti con un passato di pregiudizi e manie di superiorità. Qui Astoria non costituisce il fattore scatenante del suo cambiamento, bensì gli dà solo una spinta in più: è l’aspetto che ho preferito della tua storia. Non a caso Draco — simile come non mai a un bambino che sta imparando a camminare per la prima volta nel mondo reale — si accorge davvero di Astoria solo dopo aver compiuto i primi passi. È significativo il fatto che di lei noti subito l’assenza di un colorito “spento e malaticcio che caratterizzava quello di Draco stesso”, ci dice veramente tanto, che Astoria rappresenta non solo la libertà, ma anche la vita e il benestare verso cui Draco è intenzionato a dirigersi. In ultimo, ma non meno importante, hai inserito l’arrivo di Scorpius nel finale come simbolo di rinascita per il suo stesso padre. Tema centrato! 




Gradimento personale: 7.7/10
La storia è molto carina. Astoria mi è davvero piaciuta e anche Draco — seppur non al cento per cento — mi ha convinta. Ho apprezzato l’atmosfera delicata e soffusa che permea tutta la OS, quel senso di pace e leggerezza con cui si chiude, nonostante in alcuni punti abbia avuto la sensazione che stesse succedendo tutto troppo in fretta. Anche se si tratta soltanto di dettagli, ci tenevo a dirti che ho trovato molto convincenti i comportamenti dei personaggi secondari come Harry — sembrava proprio quello della Rowling! —, Lucius, Narcissa, e persino tutte le altre comparse — finalmente i Greengrass hanno un nome! Ron e la sua espressione indecifrabile sono qualcosa di perfetto… giuro, stavolta sono seria (ma non allargarti troppo, eh!). La cosa che ho preferito è stata la scelta di parlare di Scorpius solo nel finale, perché lui rappresenta la chiusura del cerchio e l’inizio di un nuovo capitolo — per entrambi i genitori, ma soprattutto per il tuo protagonista, personaggio inizialmente in bilico a cui permetti di trovare il proprio equilibrio. È stata una lettura piacevole!



Totale: 38.7/45

 
Recensione alla storia Le occasioni - 22/01/20, ore 10:26
Capitolo 6: DDC
Ciao Jess, finalmente riesco a recensire! Allora, io ti giuro, TI GIURO, che per questa drabble ho pensato a occhi chiusi a Hermione, specie per "guerriera del sapere" (abile in battaglia tanto quanto sui libri) e "palazzo d'inchiostro"! Penso che tutt'ora, conoscendo la soluzione, si potrebbe adattare la drabble a entrambe le coppie, la Romione da un lato e la Pince/Gazza dall'altro, una cosa che mi piace da matti! "Occhio di falco" è il rimando più esplicito di tutti a Madama Pince (e quello meno adatto a Hermione), eppure anche se ho pensato alla bibliotecaria in quel momento, dopo sono comunque rimasta dell'idea che questa fosse una Romione, annebbiata dalla mia stessa visione del caro Ron -.-' "Stolto, disordinato e goffo (ehy, Ron!)" è stato il mio commento esplicativo al riguardo ahah!! Però dai, a suo favore ho anche pensato "come scrive bene quando vuole!", perché le ultime due frasi del biglietto sono in perfetto stile "Questa dichiarazione deve farti capitolare, bella!", ma tornando seria: davvero, la metafora finale è meravigliosa nella sua incisività e nella sua capacità evocativa, l'immagine del palazzo d'inchiostro mi trasmette serenità, mi fa pensare a torri di pagine infinite, a un silenzio senza tempo e a una pace scolpita. Veramente bella di suo, al di là del "ti amo" che implica. Un Gazza così romanticone è Canon, punto. Non so se conosci l'umorismo di Piton, in caso affermativo immaginati cosa sta succedendo ora nella mia testa pensando a QUEL Gazza e a questo. Meraviglia, semplicemente meraviglia. Per assurdo la drabble mi piace ancora di più a soluzione nota! Penso di essere stata l'unica forse a non indovinarla, eppure boh, ti giuro che io ti avrei dato il premio "Ma...!?" perché il ritratto di Madama Pince è impeccabile, ma al tempo stesso adattabile a un'altra persona. "Guerriera del sapere" è una definizione ricchissima di significati, di una bellezza che incanta se la si associa non solo ai bibliotecari, ma anche ai letterati, ai ricercatori, a tutti coloro che insomma non lavorano/combattono con le mani, ma con la mente. La drabble è veramente bellissima, complimenti!
Recensione alla storia Blondes are 4 fun - 16/01/20, ore 16:17
Capitolo 1: Blondes are 4 fun
Ciao cara! Finalmente sono riuscita a passare <3 Questa drabble è veramente spassosa, spumeggiante proprio come un bel boccale di Burrobirra!, e io mi chiedo come cavolo ho fatto a non indovinarla! Non ho mai superato la fase Ron, è l'unica spiegazione, perché la soluzione è chiara, cristallina, in ogni frase. Il fatto che la Burrobirra sia bionda, che ha scaldato o raffreddato gli amanti col suo tocco, che ha toccato diverse labbra... sul serio, mi mangio le mani per non aver pensato a lei perché ogni dettaglio la rispecchia! Ma d'altronde nello scorso contest ho scambiato la Mappa del Malandrino per la Bacchetta di Sambuco -.- Ci sono tanti oggetti magici e io ho un cervello troppo limitato per pensare a tutti -.- Comunque rileggendo la drabble ora che so la soluzione l'apprezzo decisamente di più, la scelta di personificare la Burrobirra, rendendola un'amante focosa o algida a seconda del caso, è veramente divertente e originale. Bravissima setsy e Perdonami per non aver indovinato ahah!