Recensioni per
Mirrors
di Meow_

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 47
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Junior
20/08/13, ore 15:17
Cap. 6:

Ciao 
Questa è la prima recensione che lascio alla storia perchè, prima di dare un giudizio, voleve vedere come si sviluppava la trama.
L'idea di fondo è molto carina anche se non troppo originale e mi è piaciuto il contrasto tra la realtà e la visuale nello specchio. Il tuo stile è semplice e lineare, ma forse per questo racconto potresti cercare di infondere nel lettore un maggiore senso di confusione misto a terrore nelle scene da te considerate centrali, perchè il tutto sembra quasi appiattito dalla mancanza di sentimento. Per la grammatica e il lessico non ho niente da dire, brava.
Mi raccomando aggiorna con più frequenza perchè il lettore, tra tutte le altre storie che segue, rischia di dimenticarsi i capitoli precedenti. 
A presto,

_Sebba

Recensore Veterano
10/11/12, ore 20:36

Allora.
No, la storia mi interessa, la base è buona e il mistero c'è tutto, però.
Allora, lo stile nelle prime righe continua a oscillare. Forse avresti dovuto allungare l'introduzione accennando a una crescente angoscia quando era sola, ma controllata. Così sembra che sia normale e crolli solo per il rumore. Dopo quel punto, però, l'atmosfera viene resa bene.
La madre andrebbe curata. I suoi dialoghi hanno qualcosa che manca. O, e "Lei è una professoressa della scuola di mia figlia?" non va bene. Anche volendo far capire il poco interesse, avrebbe dovuto dire prima "Chi?" o "Come? E chi è?", e non solo come. E togliere il "Lei è".
Infine, "Il suo sguardo divenne furioso, come quello di chi ha appena mandato a monte un piano progettato da mesi, un piano perfetto.". Toglila. E' un errore grave. Puoi avere uno sguardo furioso, colpevole, lo sguardo di chi ha fatto un errore, un errore grave, un errore stupido, un errore banale, di chi si è fatto scoprire, questo lo puoi vedere, ma è semplicemente impensabile riuscire a vedere un'espressione così complessa in un estraneo. Puoi riuscirci solo se conosci la persona con cui parli.
Inoltre, altro errore: psicologo e psichiatra. Sono due cose ben diverse. Psicologo è per problemi comportamentali, mentre lo psichiatra è per cure. Si manda dallo psicologo se si pensa che uno finga o che uno abbia dei problemi, e questo è coerente con l'atteggiamento diffuso di confondere i due e di liquidare il tutto con "richiesta di attenzioni". Tuttavia, le domande che le vengono poste sono di carattere psichiatrico, in quanto presuppongono che il rumore lei lo abbia sentito. Uno psicologo verrebbe chiamato perché le stranezze verrebbero considerate invenzioni per mettersi in mostra, e quindi il rumore sarebbe inventato (o, perlomeno, presunto inventato dallo psicologo).

Recensore Veterano
10/11/12, ore 20:17

Gotch'ya!
Ok, lo stile in generale mi piace, ma trovo che si potrebbe adattare ancora meglio all'horror.
Il problema è che cerca di essere una via di mezzo tra una descrizione horror e la descrizione come la ragazza protagonista. Nell'insieme, non si riesce a rendere l'atmosfera. Momenti come quando scrive "pensieri del tipo..." e l'esempio delle occhiaie che non vengono neanche dopo una settimana di veglia stemperano l'atmosfera. Sarebbero adatte cercando di rendere un senso di gravità e di angoscia crescente, mentre invece se cerchi di dare l'impressione di un colpo secco dovresti usare un linguaggio meno caratteristico.
Per descrivere la prima scena, io avrei detto che alzando la faccia sentì il cuore fermarsi. Detto questo, avrei messo il punto e sarei andato a capo, per poi proseguire descrivendo la faccia insanguinata con insistenza, soffermandomi tre o quattro volte sulle descrizione con toni di pathos crescente. All'entrata della madre avrei aggiunto una sorta di contro-commento, del tipo "come se una faccia del genere richiedesse spiegazioni" o "ma non vedeva in che stato mi trovavo?". Idem per la seconda scena.
Invece, quando si trova a scuola, fai bene a rimanere sul vago perché è già stato descritto e bisogna focalizzarsi sulla persistenza e sul fatto che influenzi solo lei.
Per il resto, solo un aggettivo ridondante ("un urlo, che probabilmente svegliò tutti i vicini nel raggio di cento metri", "miei" e "di casa" sono ridondanti e stonano). E poi questa storia mi ricorda vagamente R.L.Stine (bei ricordi d'infanzia=.
Passo al secondo capitolo immantinente.