A pochi centimetri dalle sue labbra, mi spintonò un po’ all’indietro per avere lo spazio di guardarci negli occhi. Aprì bocca lentamente, dopo una pausa di una decina di secondi.
-'Vedi io mi vergogno molto ad uscire, a farmi vedere in giro. A scuola è inevitabile, ma la paura che qualcuno se ne possa accorgere..'- riprese fiato.
-'Di che stai parlando?'- chiesi io perplesso.
-'La chemioterapia mi fatto perdere tutti i capelli'- disse quasi in lacrime. Avevo subito inteso quello che intendeva. Le accarezzai i capelli che fino a pochi istanti prima mi erano sembrati veri. Invece no, portava la parrucca. Sembravano così naturali, mai avrei pensato che potesse averli finti, una parrucca insomma.
Continuavo ad accarezzarglieli ed accarezzarglieli, attorcigliandoli nelle dita. Due lacrime scesero giù dai suoi occhi, rossi. Gliele asciugai col dorso della mano.
-‘Le..le sopracciglia sono rimaste, ma non ho neanche un capello in testa’- le lacrime ora scendevano una dopo l’altra. Non riuscì più ad asciugarle di quanto ormai veloci scorrevano giù per il viso, bagnando il cuscino. Le rigavano il viso di nero, col mascara che la mattina aveva messo, sicuramente.
-‘Che colore avevi i capelli?’- le chiesi inarcando un sorriso, mostrando le mie fossette.
-‘Li avevo castani scuri’- anche lei mi sorrise, facendo vedere anche lei le sue ‘sexy’ fossette.
-‘E come mai hai preso una parrucca rossiccia?’- chiesi incuriosito. Secondo me i capelli rossi erano fantastici, ma castani erano trasgressivi. E se potevo permettermi, secondo me le sarebbe stata meglio una parrucca castana. E glielo dissi.
-‘La prossima la compreremo insieme vorrà dire’- disse maliziosamente.
-‘Oh, che onore Julie’- portai una mano al petto chiudendo gli occhi, come fossi lusingato, e lo ero.
La sua faccia impallidì. Sapevo cosa stava per accadere, così le passai un secchio che avevo trovato ai piedi del comodino. Lei lo prese e ci vomitò dentro. Le passai un fazzoletto, lei lo prese, si asciugò le labbra. Ormai non era più imbarazzata. Dopo tutta la verità, spero, e dopo aver rimesso anche l’anima, si alzò all’in piedi. Erano le otto, l’ora di cena. L’aiutai a scendere le scale, in caso le sue gambe avessero ceduto. E così fecero. Ma io la tenevo stretta a me così da non farla cadere. La presi imbraccio, passandole un braccio sotto le gambe e l’alto nella schiena. Lei rabbrividì e mi abbracciò più forte. Mi baciò il collo, un semplice e delicato bacio a fior di pelle, come per ringraziarmi. Ora ero io quello che rabbrividì. Era un punto debole per me il collo. Amavo i baci proprio lì, un po’ più sotto dell’orecchio. Era il miglior punto per i succhiotti quello. E io amavo farli alle ragazze.
Arrivati alla fine delle scale non la lascia ancora. La poggiai delicatamente sulla sedia della cucina.
Questo capitolo é stupendo,la storia adesso mi piace molto davvero.
Scusa per la recensione di merda dell'altra volta.
Aggiorna presto e avvisami quando lo fai
Unn bacio xx |