Allora, io sono pessima, ma proprio pessima, straordinariamente pessima— ok, hai capito. Il punto è che non so come giustificare questo ritardo — quando poi, ad aspettarmi, c'era un capitolo così bello e un'autrice così in gamba. Eviterò di tardare in così malo modo la prossima volta.
Partendo dall'inizio, la descrizione della condizione di vita di Beatrice mi ha inevitabilmente ricordato quella della bella Cenerentola, con la cugina (in quel caso la sorellastra) che rompeimaroni si crede tanto superiore e la infastidisce. Quando poi ho scoperto anche i legami che la legano a quella famiglia, mi sono messa una mano sulla fronte per lal povera ragazza: ma dico, è questo il modo di trattare una giovincella? A parte che non è di certo colpa sua se è più bella della figlia di quella pernacchia di Assunta. Ora, poverina, si ritrova senza genitori e con gli unici "cari" al mondo che non sono presenti abbastanza da garantirle affetto. È una cosa un po' triste e a tratti specchio di quanto un legame di sangue non garantisca sentimenti di affetto e amore. Menomale solo che esista il signor Rossiglione, sicuramente in lutto per il padre quanto lei e voglioso di dare il suo contributo (se te lo stai chiedendo, sì, sto recensendo mentre leggo, altrimenti dimentico le cose--).
Il fratello — che nel capitolo precedente mi era totalmente indifferente — mi sta palesemente antipatico, perché sì invece di comprendere che tante delle disgrazie che stanno accadendo alla loro famiglia sono causa sua e che anche Beatrice ne sta pagando le conseguenze, se ne frega bellamente e se la spassa, cercando anche di convincere sua sorella a intrattenere qualche relazione con un qualsiasi Lord da quattro soldi. Non riesco a comprendere se è il suo modo di sfogare la rabbia, se dentro di sé sta solo cercando di preservare il futuro di sua sorella (consapevole di averglielo in parte danneggiato) et simila, ma di certo non è l'impressione che sta dando a Bea.
La scena nella quale pensa a quanto successo con coso Conrado e quella in cui magicamente le viene in mente il caro (<3) Marcello sono adorabili e descritte molto bene: il lettore riesce a focalizzarsi sulla mentalità della fanciulla, sconvolta dal torto subito e piacevolmente sorpresa da quel giovane che la porta a essere più spigliata del solito.
OK, HO APPENA FINITO IL PEZZO CON ANNA LAURA. L'invidia è una brutta bestia. Allora: innanzitutto all'inizio mi era quasi piaciuta, quando le ha chiesto se era stato Conrado a ridurre così il vestito e quando le ha detto di andare con lei la prossima volta, poi hanno continuato il dialogo e stavo quasi per ucciderla tramite computer. Hai senza dubbio fanno una versione ancora meno simpatica di Genoveffa, non so come hai fatto. Assurdo sia il modo in cui si pone con lei nonostante non sia brutta ma manco tanto bella (e comunque Bea è dieci volte più carina di lei), quell'aria di superiorità che ti dico io dove schiaffartela, ma poi il pezzo finale in cui prova a convincerla che Marcello sia un cattivo ragazzo etc solo perché è troppo gelosa della cugina e quindi non può sopportare che lei abbia un appuntamento con Marcello e lei (e le sue amiche oche, presumo) no. La scena finale, poi, in cui bacia il ritaglio di giornale (grande idea, comunque!) è patetico. Bah.
Ma stavamo proprio scarsi, devo dire. Ci mancava solo Tiberio distocazzo a complicare le cose nella vita di Marcello, che già per fatti suoi è più che complessa. Non riesco a provare neanche un po' di compassione per questo tizio, perché non è all'ammirazione della madre che avrebbe dovuto puntare nella sua esistenza ma nel realizzarsi personalmente — come tenta di fare Marcello. Beh, da questo pezzo mi sembra di capire che come Beatrice non sapeva tante cose su Marcello anche per lui è lo stesso, ma d'altra parte è proprio questa la cosa bella del loro rapporto: non ci sono pregiudizi, non sono partiti con un obiettivo specifico, ma semplicemente attratti dal carattere. E questo probabilmente Tiberio non lo capirà mai.
Ne approfitto per dirti che le descrizioni fatte con l'ometto(?) mi sono piaciute molto, mi sono immaginata perfettamente la scena nella mia mente, quindi tanto di cappello.
Devo dire che questo complotto tra il fratello maggiore e la madre brilla di luci diverse: per quanto possa sembrare strano, a differenza di Tiberio, Claudia mi sta leggeremente ma leggermente più simpatica. Diciamo che rilevo in lei un certo bene incondizionato e un'apprensione tipiche di qualsiasi madre che si rispetti, sebbene i pensieri all'antica offuschino il resto. Tiberio, invece, è sul mio Death Note.
IO. AMO. VITTORIA. Dalla risposta alla recensione dell'altra volta mi è sembrato di capire che per qualche strano motivo potrei cambiare idea su di lei (spero che non la farai cinguettare con Marcello perché altrimenti ti lincio, adoro la loro amicizia) ma io non credo affatto. Ho amato la battuta sulla Befana e in genere tutto il loro dialogo, sono carinissimi (come amici, ovviamente) e ho mantenuto un gran sorriso per tutto il tempo. Quando poi si è intromessa Claudia, mi aspettavo che Marcello difendesse Bea un po' di più (come lei ha fatto con Anna Laura), ma va beh, lui è flemmatico, quindi immagino ci voglia tempo; e poi ha detto la verità: del resto, l'ha solo riaccompagnata a casa. Molto carina anche la frecciatina al fratello, mi sembrava di essere lì con loro a godermi la discussione con tanto di pop-corn: ottimo lavoro!
"«Be’, se le piace cucinare, puoi anche optare per un mazzo di cime di rapa»" AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH. A parte che sto amando l'intera scena, il modo in cui Marcello mi somiglia quando parlo dei fatti miei (molto eloquente, sì...) e la stessa cosa vale per Vittoria che è la mia copia sputata di quanto scopro che uno dei miei migliori amici ha una cotta per qualcuno. Quella battuta, poi, mi ha steso, sta piano piano emergendo tutta l'ignoranza del piccolo Marcello.
Ho appena scoperto cos'è la genziana e, cazzo, è bellissima! Solo che nella foto l'avevo vista di un bel blu di Prussia (non so nemmeno come sia ma capiscimi), invece nel brano dici che sono bianche... Sicuramente ti sarai documentata, quindi possono essere di colori diversi?
Oh mio Dio ma quanto sono dolci! Come avevo già predetto prima, nonostante il flemma di Marcello in questo genere di cose si sente adorabilmente in imbarazzo! Per Beatrice si era già capito, però va beh, è carinissima anche lei. E sì, Marcello, ringrazia Vittoria ogni volta che ne hai la possibilità, perché lei è mitica. Devo dire che ho molto apprezzato questo pezzo perché comunque è un po' come se i due giovani normalmente viaggiassero in un mondo che guardano in bianco e nero, del quale diffidano, ma scoprendosi l'un l'altro stanno venendo alla conclusione che persone come loro, persone fuori da quell'epoca, esistono e che ne hanno appena incontrata una.
A parte che in realtà penso proprio che tu ti sia informata veramente tantissimo per scrivere questo capitolo e non posso non dedurre che la storia dell'arte sia anche una tua passione, perché il modo in cui mi hai fatto immaginare le opere e in generale con cui parlavi dei vari artisti è stato sublime. Poi il modo in cui i due interagiscono è bellissimo, aww, ed è stato fantastico che questa volta sia stato lo stesso Marcello a proporre un appuntamento! Quanto awww. E la scena del bacetto è molto dolce, specchio di quanto la loro relazione stia progredendo per gradi e che nessuno dei due abbia particolare fretta di accellerare le cose.
MA GESUCRISTO. QUESTO TIZIO NON STA BENE? MA IO SONO VERAMENTE INCAZZAT-- ok, un bel respiro, un due e tre. Sto cazzo. Dai, ma come si fa? Ammetto che non me l'ero aspettata, non adesso che le cose stavano andando tanto bene! Uffa. Hai presente quando ero indecisa se odiarlo o meno? Indovina: ho deciso.
Ok, ho definitivamente concluso questo bellissimo capitolo e ti faccio notare i pochi errori che ho notato:
"L’unico lusso che aveva era un paravento in seta persiana, decorato con motivi floreali, appartenuto alla contessa Elena, ed il solo oggetto fuori posto, una moderna macchina per cucire poggiata sul tavolo scheggiato, un regalo che risaliva al tempo in cui i Tolomei non erano ancora in bancarotta e costretti a chiedere asilo a parenti poco disposti ad offrirlo loro." Ho notato diversi errori di punteggiatura e in generale un qualcosa di molto strano: allora, dici che l'unico lusso che aveva avuto è un paravento di seta persiana, poi però dici che ha anche avuto l'unico oggetto fuori posto in quella stanza: la macchina per cucire; quindi, già unico non è più corretto. In generale, ti direi anche di modificare le virgole, perché messe in queste posizioni rendono tutto un po' confusionario.
"Fu indecisa se scendere o meno a preparare la colazione a Guido, ma, poi, decise di no: l’aveva sentito distintamente rientrare intorno alle quattro del mattino, ubriaco fradicio, che cantava una canzonaccia, perciò, certamente doveva star ancora dormendo come un sasso." La virgola prima di ma e quelle prima di perciò a mio dire andrebbero tolte (specialmente la prima).
"nell’ armadio" Hai lasciato erroneamente uno spazietto.
"-ma quanto mai giustificata-" Tra le parole dell'inciso e i trattini va sempre uno spazio (sia prima che dopo).
"affari». spiegò lui" Penso proprio che quel punto vada tolto, ma anche in caso contrario ci andrebbe la lettera grande.
"pensato: «Beatrice... Ti piacerebbe visitare la Cappella Sistina?»" Tra i due-punti e le virgolette c'è uno spazio in più.
Ok, finito. Questo testo è stato scritto mostruosamente bene, le descrizioni sono meravigliose e i dialoghi incalzanti, inoltre sei riuscita a stendere un brano molto lungo senza che nessuna scena risulti di troppo, senza annoiare mai il lettore — o, almeno, me. Quindi, complimenti e a presto si spera!
Bye, Halley. |