Recensioni per
La forza del perdono
di kk549210
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
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Cara KK...grazie a te per aver arricchito il fandom di Jag con la tua maestria....questo capitolo breve e conciso,ci fa capire come Sarah abbia avuto la forza di perdonare sua madre...bello questo quadro familiare che ha descritto,dando vita a dei perdonaggi che ormai sono tuoi.... |
Ciao KK! Questo Cap. VIII mi è sembrato una summa mystica, questa volta, però, in senso tomista. Vi è infatti, declinata nella praxis, una trattazione, concisa ma concettualmente pregnante, del tema della kenosis, del paolino svoutamento che dà luogo a pace, a somma tranquillità e letizia, pur tra le lacrime (liberatorie). Il tema della più autentica esperienza religiosa, sottolineato dalla presenza della monaca, è però incarnato nel quotidiano, non indulgendo affatto al coté metafisico, così che accontenta e coinvolge anche il mio palato, reso in questo periodo assolutamente esigente dalla lettura di estratti di opere fenomenologiche di Heidegger. L'essere dei verba e il tempo del Dasein sono qui presenti attraverso pertinenti e sobrie descrizioni psicologiche. L'esperienza, il vissuto di Mac e di Martha appaiono veri nel senso più alto, della più alta, cioè più autentica, umanità. La morte, dopo l'ultimo colloquio, della mamma di Sarah, è un evento naturale, è sora nostra morte corporale, che non cesserò mai di benedire, pur riconoscendo in me anche una schietta joie de vivre, a volte un po' attenuata dalle circostanze. Penso che la mia sia l'esperienza di molti, non necessariamente mistici né credenti: la differenza, semmai, si pone nell'utilizzo o meno dei verba che la tradizione ci ha consegnato in riferimento a esperienze di questo genere, che potremmo definire tanto estreme quanto quotidiane - e semplici, umili. Non ricamo sull'umiltà come "fedeltà alla terra" perché di fronte al terso nitore del tuo racconto ogni "svolazzo" esegetico sarebbe decisamente di troppo. Con profonda partecipazione, tuo B. |
Questo Cap. IX, Amore e morte, è una lezione di umiltà calata in sapiente dosaggio narrativo. Avevamo intuito che l'incontro con suor Martha non si sarebbe esaurito nel rapido giro dello scambio di battute nel capitolo precedente, le quali tuttavia avevano avuto il merito, nella loro improvvisa sincerità, di stabilire un contatto, ma mai saremmo arrivati a prevedere il colloquio che chiude questa penultima sezione, lo scioglimento "che i desideri avanza / ch'era follia sperar". E ci capita di udire per la prima volta il timbro stesso della tua voce nell'eloquio scarno e profondo di Sarah, la tua gentilezza di spirito: "Potrebbe esserci per me un posto in uno studio privato [...] Sì, suor Martha...". Bellissimo, e commuovente. Sarah è ormai giunta all'essenziale, lontana dai labirinti equivoci della sua - ormai quanto remota - incompiutezza. Si è fatta compiuta, proprio, della sua incompiutezza. Il che è anche piscologicamente plausibile, considerando tutte le peripezie attraverso le quali si forma. L'anima e la forma. La Buildung è arrivata al punto estremo del non ritorno. Il salto nel vuoto è avvenuto. Lodiamo il tuo intuito d'artista e la tua anima chiara, mai tanto trasparente quanto in questo finale. E perdonaci l'elogio e l'omaggio, ma non la sincera sympatheia, che non ha bisogno di perdono. Anch'io getto la maschera del recensore, tracciando questa che è la più vera delle recensioni: così, per aenigmatem Ennianum. Valeas. Buddy Caffarelli |
Anche questa storia è giunta al termine. |
Per farmi perdonare dovrei scrivere una recensione lunga otto chilometri. |
Eccomi qua a recensire l'ultimo capitolo di questa bella storia...ormai Sarah non è più l'adolescente schiava dell'alcool e quindi è come se questo brutto momento l'avesse fatta rinascere.Grazie all'iuto della suora adesso suppongo che Mac apenderà la divisa per iniziare un nuovo cammino sempre appoggiata da suo marito...un ciclo che sichiude con un altro che inzia e suppongo che ce lo racconterai in un nuovo capitolo di questa tua bella serie... |
Ciao KK....mi hai fatto davvero emozionare,hai usato parole bellissime e beh ovviamente la tua maestria nello scrivere è divina.... |
Siamo al guado con questo Cap. VII, Risoluzione, articolato in più parti e vertente su stati d'animo successivi, come una Suite. Mi ha molto colpito e commosso l'insolito risveglio anzitempo di Maria, la disperata capacità di Mac di rassicurare pur dicendo la verità, la paterna abilità di Harm. Anche Gabo emerge in tutta la sua squillante genialità di allegro bambinetto creativo. I giochi, i disegni. AJ gioca volentieri al dottore, e Harm è così intelligente da capire che il suo figlioccio gioca "sul serio". è la seconda premonizione, dopo quella mattutina di Maria. Infine la divertente scena di "tutti e tre sul letto", la premura e l'amore viduatus di Harm... Bellissimo. Buddy C. |
Eccomi...sono tornata! |
CIao KK...un capitolo davvero intenso e pieno di emozioni, pieno di pensieri...probabilmente questa era la soluzione migliore per Mac, quella di andar via da casa, da quella casa diciamo piena di allegria, data la spensieratezza dei bimbi... |
Cara KK, ben "dosata" la narrazione, fine ed essenziale la struttura anche di questo Cap. VI, I consigli di un padre della "Terza Giornata" (La forza del perdono), che si delinea sempre più come la non facile Giornata dei tormenti, il giorno del difficile cammino, "la notte ch'io passai con tanta piéta". Tutto questo è ben anche narrativo e persino boccaccesco, del Boccaccio che così spesso è appresso a Dante. Boccaccio, o delle ragioni stesse del narrare. Il Decameron, il "nostro" più vero romanzo, il nostro ritratto, come Don Chisciotte è il romanzo della Spagna, per saeculos, per aevos. Harm ha parlato al cuore di Mac, a quel cuore insondabile, al cuore magmatico e informe, e ha fatto luce nel Caos, ha accennato un'azione demiurgica, ha fatto intravedere il Cosmos. Ma a Mac qualsiasi ordine, splendore, forma - sembrano irraggiungibili. Mac rimugina, la mente gira a vuoto, come quella del sonnambulo che non esce dal labirinto dell'incubo. Non riesce a incarnare il perdono. Non riesce! Ogni sforzo è vano. Wretch'd that I am! of my own ruin only author! Of God forsaken, in vain I ask his counsel! he vouchsafes no answer to the sons of disobedience! Fin qui il Saul di Handel. Ma poi Saul, l'homo tragicus: 'T is said, here lives a woman, close familiar with th'enemy of mankind: her I'll consult. E rimane sulla derelitta piaggia, anzi sprofonda nella sabbia, orribile. Mysterium iniquitatis et miseriae! Mac-Sarah invece riceve grazia, riceve la grazia. Mac-Sarah non è più Mac-Saul, è ora Mac-Davide. Grande è il sollievo, per gli amici dell'uomo, per noi tutti lettori. Ma il cammino è lungo: è notte ancora. In auto, Mac sente ma non ascolta il tuo Notturno, epifania mancata. L'appuntamento è col reverendo Turner, "l'amabile e anziano cappellano militare". è un umanista, dalle prime parole. è Thomas More. Ha cuore di padre. Intossica, intossica la colpa, intossica il "senso di colpa", instrumentum diaboli et captivitatis. Ah, una nota per lei dal Tuo salterio! Turner soccorre - silenzioso rispetto, pochissime parole, l'epifania. "Tu però, fa' chiarezza dentro di te". Bibliche parole. Una Erklaerung è prospettata. Un'intuizione d'uscita. "Spazza la tua casa...". "Io sto alla porta e busso". Valeas. B. |
Ciao KK, questo Cap. V, Tutta l'angoscia di Sarah, della "Terza Giornata" (La forza del perdono) è, in assoluto, il mio preferito. Dovrei citare ogni frase, ché ogni frase è un capolavoro di espressività decantata, limata e tuttavia dirompente, latinamente e baroccamente horribilis. Monstrum tremendum ac fascinans, ma soprattutto dolentemente umano, mostruosità della ferita fiera più orribile e divina. Rabbia, senso di abbandono, frustrazione, Erinni che sempre insieme si presentano, Eumenidi che sempre insieme minacciano. Il ricordo straziante dei quindici anni. Il padre Joseph Mackenzie, "al solito ubriaco". La fuga della madre, vittima di percosse e minacce, per poco non ammazzata, anche fisicamente. La fuga. L'incomprensione di Mac. Il senso di colpa, altra Erinni, dell'altre più terribile, più orribile il poter. Ha detto a Harm che l'ha perdonata. L'ha perdonata - col cuore? "Sarah si sentiva ferita e colpevole per tutti i capi d'accusa che la sua coscienza presentava contro di lei". Sembra Saul, sembra il Saul, di Handel. He gives no answer, no answer to the sons of disobedience... Si prospetta, forse, una difficile "riconciliazione in exitu", come quella di Davide che, col cuore straziato, canterà le lodi postume di Saul e dei figli. In exitu Israel de Aegypto... La vicenda attinge ad una forza biblica, stringe il cuore. "La vita scorreva intorno a lei, ma lei era come inquinata alle radici". Alla fine Mac prenota un colloquio con lo psicoterapeuta, immagino. Il Guaritore d'Anime la ascolti! Valeas. BUD |