Se questo è "solo" il primo capitolo, non posso che sperare bene per tutti gli altri.
Mi sono piaciute le descrizioni degli ambienti sia esterni che iterni,così ricche e piene di dettagli per l'esterno, come il colore del cielo, la gaiezza del bambino e del suo cagnolino, la vita che pullula nella città tranquilla, e così scevre ed essenziali quando disegnano la dimora di Vincent, un po' come a sottolineare il contrasto tra la natura dell'animo del pistolero e ciò che non è riuscito ad essere o anche solo a interiorizzare.
Le caratterizzazioni sono ottime: Vincent è lui, Cloud pure, Cid è Cid anche attraverso un semplice SMS ( Cid il Magnifico non si smentisce mai). Ho trovato dolcissima Marlene e il suo vole giocare con il tenebroso amico lla dice lunga sulla discrepanza che si crea tra l'identità che egli stesso si attribuisce e ciò che invece vedono in lui gli altri. Essendo un po' fissata con queste cose, non ho potuto che apprezzare (oppure vedo certe analogie solo io e in realtà lo scopo delle sapienti mani che muovono la tastiera è un altro, tutto ancora da scoprire).
Yuffie è epocale.E' lei sotto tutti i punti di vista, con la sua prossemica, la gestualità frenetica, la risposta sempre pronta e non sempre attinente all'argomento di conversazione, spesso inopportuna, quasi sempre a suo agio a dispetto delle situazioni, a tratti anche un po' tenera.
Ammetto che per un momento ho desiderato che l'osservazione di Vincent riguardo al suo corpo bagnato e alle goccioline che le percorrevano collo, braccia e gambe, celasse un interesse "maschile" che andasse oltre la mera constatazione, ma stiamo parlando di Valentine, che di rosso ha solo il mantello e non i pensieri (almeno per il momento). Posso sperare in qualcosina piccina piccina per il futuro? Sono una Yuffentine persa, sostengo ogni coppia canon e non che abbia come protagonisti due persone che a primo acchitto danno la stessa impressione di pane, nutella e salsiccia...
Belli e azzeccati anche i dialoghi tra i due, con lei che parla a mitraglietta e lui che l'atterra con una sola risposta spesso monosillabica.
Gli scorci del passato di Vincent si affacciano tenui e delicati non come l'irruzione fastidiosa della pubblicità durante un interessante programma, ma lievi e carezzevoli come una discreta brezza estiva. Il risultato è piacevolissimo, per nulla forzato.
Vincent che sorride è un'arma di distruzione di massa, e non ho niente da aggiungere.
Leggo che questa delizia è scritta a quattromani, quindi mi chiedo se siete maschietti, femminucce o misti, almeno eviterò di fare gaffe in futuro perchè, sì, credo proprio che per vostra somma sfortuna sarò presnete anche al secondo capitolo. Anzi, non vedo l'ora di leggerlo.
Sperando di non avervi traumtizzati/te troppo con questo commento, vi saluto e vi auguro buon lavoro.
A presto (ci conto!).
Manila. (Recensione modificata il 30/01/2014 - 06:39 pm) |