Intanto buona domenica.
Era da un po' che non commentavo, approfitto della domenica mattina relativamente libera per passare di qua.
La poesia è tua, tipica di te; c'è una vena malinconica che aleggia nell'aria, volteggia, poi cade e lascia il posto ad un tono quasi rinunciatario, è consapevolezza di pretendere troppo o è solo paura di sentirsi rifiutati?
Intendiamoci, la prima strofa sa già cosa sta facendo, conosce già la soluzione; ma non è così facile, dico bene? Non basta sapere cosa fare, bisogna trovare il coraggio di farlo.
Le emozioni sono visibili, emettono segnali luminosi fin troppo chiari:
"Mi fissi le labbra ed io,
infantilmente, non ricordo
più nulla – "
Tutto il resto svanisce - ti ricorda nulla?
"devo ancorarmi
alle povere regole e ai moduli
spartani di un’esistenza che
non riesco più a percepire tra
un battito di ciglia e un sospiro
annegato in un caffè troppo dolce;"
Un'esistenza sfuggente, come se fosse stata tramortita d'un tratto e non ha ancora ripreso coscienza. Forse è soltanto un mascheramente. Qualcuno potrebbe dire che è amore. Qualcuno potrebbe dire che è solo innamoramento. Ed è ben diverso.
Comuqnue sia, c'è una persona, coi suoi due occhi il suo naso e la sua bocca, una persona reale insomma, molto più reale di quel cielo e di quelle stelle a cui è persino semplice rinunciare.
"dovresti smetterla di spingermi
a soffocare i miei respiri, non credi?"
Dovresti, sì. Ma forse non saresti più te stessa, se non continuassi a coltivare l'abitudine di soffocare un respiro minuto, un battito di ciglia, una contrazione del tuo corpo. Non puoi rinunciare alla compostezza emotiva, non sarebbe da te. Devi solo stare attenta a non lasciarti prendere la mano; tieni il conto di quanti soffocamenti sei causa, fa' in modo che siano innocui, cogli i momenti più adatti. Potrebbe essere una soluzione alternativa ad una presunta cura che, forse, neppure esiste. Non credi?
"Cammino tra castelli immaginari
- alte guglie e segrete negli abissi
dell’anima che vibra, che giace
sconquassata; non dovrei pensarlo
né dirlo né probabilmente sognarlo."
Belli i versi di questa strofa. Tutti camminiamo tra quei castelli, a volte qualcuno si perde, altri svaniscono. La via d'uscita c'è, basta non perderla di vista, non allontanarsi troppo (come, forse, pensi d'aver fatto?).
Ci sei tu in mezzo a questi versi e c'è qualcun altro. C'è un ostacolo, un blocco interiore, un divieto tassativo.Ci sono più personaggi in questa poesia: qualcosa d'intentato, un rimpianto pronto a farsi avanti e il disagio dell'incertezza. Difficile indovinare chi prevarrà.
Complimenti per la poesia e per la mole di versi che hai accumulato finora. Comincia ad incutermi timore la tua raccolta.
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