Recensioni per
1981
di Nuel

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
03/10/15, ore 00:17

Sogni da 30 denari di Nuel 


Grammatica, punteggiatura, lessico e stile: 9,75/10 
Complimenti davvero! L'unico errorino che ho trovato è stato di punteggiatura, perciò, tenendo conto della lunghezza del testo, ti ho tolto 0,25 punti. 
Dentro le scarpe, arricciava nervosamente le dita, ma non osava fare altro, sperando che l'uomo, si alzasse e lo lasciasse solo, anziché attendere la sua risposta. La virgola tra l'uomo e si alzasse è superflua. 
Lo stile è accattivante, come ti ho detto altre volte scrivi davvero molto bene, riuscendo a coinvolgere il lettore fino alla fine. Ottimo anche il lessico che è molto vario. Brava! 

Attinenza al tema: 9,5/10 
È chiaro come il tradimento di Peter Minus non sia una scelta presa sul momento, sebbene Voldemort abbia una gran parte in questo, ma qualcosa di più antico, un’insofferenza verso la vita, verso la propria debolezza, un’insicurezza di fondo che lo ha sempre accompagnato e che chiaramente lo ha portato a desiderare un posto tutto per sé, un modo per sentirsi migliore e più apprezzato. Il Signore Oscuro ha solo sfruttato questa insicurezza per portarlo dalla sua parte, convincendolo a parole invece che con le maniere forti. Sei stata molto brava a descrivere i pensieri di Minus, con tutto ciò che lo porta a tradire gli amici e abbracciare la causa di Voldemort. Devo dire che hai fatto un ottimo lavoro. 

Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10 
Non avevo mai letto una fanfiction di Harry Potter che trattasse questo argomento prima d'ora, di solito Minus è ignorato e sottovalutato (proprio come nei libri della Rowling, insomma), mentre secondo me come personaggio ha un grande potenziale. Hai fatto un’introspezione perfetta e decisamente profonda di questo personaggio, rendendolo molto bene. C'è però una cosa che non mi convince e riguarda Voldemort: non credo che sarebbe rimasto ad aspettare pazientemente su una panchina la risposta, quando avrebbe potuto ottenerla subito. Non so, leggendo i libri della Rowling mi ero immaginata che Minus avesse inizialmente obbedito solo per paura nei suoi confronti (o comunque prevalentemente per quello) e solo dopo fosse diventato dedito alla causa, grazie alle attenzioni che finalmente riceveva. In ogni caso, mi è piaciuto molto come l'hai caratterizzato! 

Gradimento personale: 13/15 
Questa storia mi è piaciuta parecchio, io amo le storie in cui l’introspezione dei personaggi è ben curata, e nella tua storia è così. Inoltre, il fatto che sia praticamente perfetta dal punto di vista grammaticale contribuisce. Ci sono diverse frasi che mi hanno colpito molto: 
Sentiva che, standogli accanto, avrebbe potuto brillare di luce riflessa. 
​I desideri hanno il brutto vizio di accumularsi. Le delusioni pure. 
Per questo Silente non gli affidava alcun incarico: non gli serviva la sua vita; non gli serviva la sua morte.
 
Grazie mille di aver partecipato! 

Punti bonus: 2/5 

Totale: 43,75/50

Recensore Master
11/07/15, ore 17:28

[Recensione premio per il 'Contest a bivi']

Mi è piaciuta moltissimo!
Da un punto di vista stilistico, l'ho trovata forse la tua storia migliore: è estremamente fluida e molto evocativa, grazie al lessico e alle metafore/ai paragoni da te utilizzati. Inoltre hai scelto alcune immagini davvero reali: il vestiti bagnati di sudore, le dita dei piedi che si arricciano nelle scarpe, la pelle pallida che non si abbronza mai (eccomi!).
Da un punto di vista di contenuti, mi è piaciuta molto la scelta del momento, di certo uno dei più significativi della vita di Peter. Ho adorato in particolare come hai tratteggiato i sentimenti che prova nei confronti degli altri Malandrini. L'unica cosa che non mi torna del tutto è la totale assenza di minacce da parte di Voldemort: ho sempre pensato che fosse stata (anche) la paura per la sua stessa vita a spingerlo a consegnarli. D'altronde, per Voldemort stesso era certamente più pratico minacciarlo di morte che stare là con pazienza ad aspetterai convincerlo. Poi col tempo credo che sia subentrato anche il 'sentirsi importante', anche perché in teoria il Custode dovrebbe dire il luogo volontariamente... (diciamo che questa secondo me è una delle cose non studiate benissimo dalla Row, perché se fosse così non avrebbe poi tutto questo senso che Sirius proponga il cambio di Custode. O meglio, lo avrebbe se lo facesse egoisticamente per tutelarsi dalla tortura, ma non mi pare sia questo il caso^^).

Mi è piaciuta molto l'idea di quel 'Boom' a spezzare le due parti!

Isidar

Recensore Master
10/07/15, ore 10:00

Bellatrix, Remus, Peter: 3 personaggi accomunati da un evento di quell'anno che ha cambiato le loro vite. Bellatrix è meravigliosa e molto IC, a me piace nella sua malvagita' e mancanza di coscienza ma ancor più nella sua umanità, nel suo amore ossessivo e disperato, che ha davvero i caratteri di una venerazione fanaticae sottomessa, al Signore Oscuro. Hai reso benissimo la sua ansia nel non vederlo tornare e la sua decisione dell'andarlo a cercare (sono sicura anch'io che la decisione sia partita da lei, i Lestrange e Crouch si devono essere uniti dopo). Poi... Remus. In genere lo vedo come un personaggio positivo e lo è, ma è anchd segnato, solitario e triste. Qui mi ha colpito il fatto che, nonostante la morte di Lily e James e il presunto tradimento di Sirius, il suo primo pensiero sia un po' egoistico: rimarrà solo come lo era prima di conoscere i suoi amici. Lo trovo molto realistico e ho empatizzato davvero molto con lui, forse è la storia che ho preferito delle tre! Peter in genere non è un personaggio che apprezzo, ma di spunti psicologici ne offre tanti e tu li hai saputi sfruttare benissimo. In particolare i suoi sentimenti contrastanti su Voldemort: perché Peter non è cattivo ma solo debole, egoista, insicuro e Voldemort è l'unico che gli fa capire di essere utile, gli da' un posto,no scopo e lui lo prende al volo anche a costo di tradire i suoi unici amici. Ho sempre avuto il dubbio, poi, che James e Sirius ricercassero un pubblico adorante per le loro bravate e che Peter in questo fosse perfetto (sicuramente era predisposto di suo però ecco, così è sempre stato preso in giro, l'inferiorie, quello sfigato e relegato nell'ombra.) Perché Peter è attratto da ciò che non possiede: )'eleganza, la sicurezza e il potere di chi ha successo, sia nel bene che nel male. Per questo odia/invidia Voldemort anche se non può fare ameno di servirlo, un po' come era stato una ruota di scorta per i Malandrini. In definitiva sono 3 OS bellissime, peccato per la brevità (ma l'effetto è decisamente migliore e più incisivo, del resto sono io ad essere prolissa!) Lieta di essere la recensione n. 20,non mi piacciono i numeri dispari ^^

Recensore Master
06/07/15, ore 14:52

E' la prima volta che leggo qualcosa su Peter Minus, forse perchè mi viene difficile mandarlo giù come personaggio e non ne ho mai avuto il coraggio, forse perché mi fa rabbia per quello che ha fatto ma d'altra parte comprendo quali sentimenti lo abbiano condotto su quella strada, non lo so.
Non preoccuparti, il caldo non ti ha fatto male, è scritta molto bene e rende perfettamente l'idea di Codaliscia. Mi fa pena, per certi aspetti: è sempre vissuto nell'ombra, prima metaforicamente con i Malandrini, poi fisicamente come topo, si sente escluso, messo da parte, l'ultima ruota del carro, e questo lo acceca di invidia e desiderio di avere di più. Ha sacrificato tutto, per questo, per il potere, per rendere per la prima volta qualcuno fiero di lui... ma a cosa è servito? Topo è nato e topo rimane.
Tutto sommato, mi ha soddisfatto, e credo che Voldy non rimarrà offeso a lungo con te, scrivi troppo bene u.u
Un bacio :*

Recensore Master
06/07/15, ore 13:42

 ''di non pensare alle ascelle sudate ed ai palmi delle mani umidicci'' oddio non so perché ma quest'immagine mi ha divertita tantissimo XD cioè, fa molto Minus, ecco.
La prima parte introspettiva su Minus credo sia un focus preciso e perfetto del eprsonaggio, cioè, secondo me l'hai tratteggiato benissimo con poche frasi, mi è paiciuto molto. 
Credo sia una delle più belle descrizioni di Peter che ho letto, anche nel fadom italiano. Per quanto riguarda l'incontro con Voldemort ammetto che non mi ha convinta del tutto perché ho sempre pensato che Peter si fosse nascosto da qualche parte, come ci dice Sirius quando lui lo va a cercare ''nel posto in cui era nascosto'', cioè ho sempre immaginato che fosse lui ad andare da Voldemort - diciamo che è l'idea che mi sono fatta nel terzo libro quando Sirius o remus dicono a Minus che il momento più bello della sua vita doveva essere stato quando aveva detto a Voldemort che poteva dar loro i Potter. Cioè credo sia stato proprio Minus a cercare Voldemort già dall'inizio, ma è una mia idea, però, anche non condivisibile. Cioè più che altro, forse, è un po' veloce, non so, mi convince che Voldemort gli parli del suo progetto, un po' meno che nonsia Minus a cercarlo, non so se mi spiego - eppure Minus non mi sembra neanche il tipo che prende veramente l'iniziativa, mah, quindi dovrebbe piacermi questo avvicinamento, però forse, mi avrebbe convinta di più se fosse stato un Mangiamorte.
Mi è piaciuto però l'accenno al fatto che lui fosse quasi marginale, all'interno dell'Ordine, mi piace.

Ps io credo che Voldemort sia andato a cercare subito i Potter, una volta avuto l'informazione

 Lui era un topo, aveva desideri da topo e paure da topo. bellissima questa frase davvero, è qualcosa da mettere nella sinossi. Mi piace da morire, entrerà nel mio personale canon

Recensore Master
27/04/15, ore 13:32

2 1981 – Un felicissimo giorno di Nuel 
nominata per i premi speciali: 
Premio Ic, nomination per Remus Lupin; 
Premio Sile; 
Premio 'Pagine perdute', per il missing moment più verosimile: 
Premio Momento Amaro;

Vincitrice del premio speciale 'Pagine perdute' per il Missing Moment più credibile, una pagina perduta del pugno di Mamma-Row
 
Grammatica: 4.50/5 
C'è qualche piccola imprecisione che ti elenco sotto: 
''ma loro non sapevano cosa stava succedente'' -succedendo; 
''di pasticcio della Cornovaglia e della burrobirra'' – Burrobirra, con la lettera maiuscola; 
''Remus si accigliò e spostò lo sguardo più in basso, dove una piccola parte di umanità attirò il suo sguardo'' ripetizione ; 
Ti consiglio di rivedere questo pezzo: “Indossavano mantelli dai colori sgargianti e copricapi a punta e bisbigliavano tra loro, mentre qualche Babbano, sull’altro lato della strada, li guardava perplesso. Forse pensava che fossero reduci da una festa protrattasi fino a tarda ora, ma lui sapeva bene che quelli non erano Babbani” - allora credo che nella seconda frase dovresti mettere pensavano perché credo sia riferito ai Babbani della frase prima, allo stesso tempo anche quel 'li guardava perplesso', io avrei scritto 'con perplessità' dato che con quel 'qualche' fai pensare a più di un Babbano, ma non ne sono sicura; 
Godhric’s Hallow- errore di battitura; 
ma che, in quel momento, somigliava ad volto ferito, attraversato da una rete di crepe simili a vene scure- credo ci sia l'omissione di un tra 'ad' e 'volto, altrimenti non si spiegherebbe l'uso della 'd'. 


Titolo: 5/5 
La tua storia fa parte di una raccolta pertanto mi è sembrato giusto spendere una valutazione per entrambi i titoli 
Partendo dal titolo della raccolta, quello più immediato, che deve catturare l'attenzione del lettore e invogliarlo a leggere. 
1981. Di solito non amo i titoli con date, ma l'anno fa da spartiacque nel Pottenverse e non può non attirare il lettore, soprattutto perché è il titolo di una raccolta e sicuramente attira l'attenzione: è incisivo e interessante, mi avrebbe colpito tra i tanti titoli. 
Un felicissimo giorno è il titolo della storia che mi hai presentato e ti confesso che probabilmente non l'avrei apprezzato come titolo singolo, mi avrebbe lasciata un po' indifferente e forse mi avrebbe dato un'idea diversa ( per fortuna il titolo della raccolta, il rating giallo e l'introduzione danno qualche indicazione su quel 'felicissimo). É un titolo adatto alla storia, ma si apprezza pienamente solo dopo aver letto la OS: quel felicissimo assume due significati diversi: quello del Mondo Magico che si libera dall'oppressore, dal tiranno; qualcosa di amarognolo, quasi ironico, come se fosse masticato con la bile. 
Adatto. 

Stile e Lessico: 9.5/10 
In questo parametro sei stata bravissima ma, nessuno me ne voglia, me lo aspettavo. La storia è scritta in modo fluido, piacevole, con parole che danno alle frasi tocchi evocativi e, come al solito, ti dimostri bravissima a definire qualcosa/qualcuno con pochissime pennellate, dando quasi al lettore l'impressione di leggere qualcosa che abbia uno spessore, una caratteristica. Es: 

''un omuncolo con un grosso naso rosso e le guance cadenti come quelle di un cane gli sorrise allegro. « Felice giorno, giovanotto! Anzi, felicissimo! »''; 
Sì, poveretti! » si intromise una strega alta col mento sfuggente e una quantità di pelle ballonzolante sul collo lungo e sottile come quello di un tacchino. « Pare sia sopravvissuto solo il bambino... »; 

Mi riferisco a questo passaggio in particolare. Stiamo parlando di due passanti, senza nome né volto, ma funzionali alla trama e te riesci a dare l'immagine di un vecchio con l'aspetto amabile (il primo) e una strega anziana mezza rimbambita (la seconda). 
Una cosa che mi ha colpito molto è che si festeggi la scomparsa di Voldemort, pur sapendo che delle persone siano morte. É sopravvissuto Harry Potter, ma i suoi genitori sono morti, nonostante ciò si sollevano i calici in onore di un bambino che ha appena perso i genitori. Un po' come alla fine della Battaglia di Hogwarts quando, nonostante i 50 morti in una saletta affianco, ci sono manifestazioni di lutto, ma anche e giustamente di felicità per la fine dell'oppressione. È una cosa giusta, veritiera, ma mette lo stesso tristezza: come se non si sentisse il peso, in quel momento, di quanto costi la guerra. Immagine davvero vivida. 

Bellissima anche la descrizione della casa, che è la scena descrittiva che mi è piaciuta di più. 
''Una villetta simile alle altre, il cancello lasciato aperto, la bassa siepe di ligustro ben potata, l’edera che copriva la facciata, quasi interamente integra, ma che, in quel momento, somigliava ad un volto ferito, attraversato da una rete di crepe simili a vene scure. Al primo piano, dove c’era la camera di Harry, si spalancava uno squarcio sui mobili divelti tra i muri frastagliati, i detriti precipitati sull’erba tagliata. Si lasciò scivolare a terra, gli occhi arrossati puntati su una giostrina per la culla miracolosamente rimasta intatta che oscillava silenziosa al vento che si insinuava, senza pietà, nella casa.'' 

Sei stata così accurata e precisa che mi sembrava quasi di vederla davanti a me, quasi come se stessi vedendo un film. Mi sono immaginata Remus con le braccia penzoloni, un po' ampie che guarda la casa sbigottito mentre i Babbani passano di lì e lo adocchiano con sospetto (bellissima immagine, molto veritiera). 
La storia non è lunga di per sé eppure ci sono tanti bellissimi dettagli che si intrecciano tra loro. 
Anche la cura che dai alla dimensione spaziale in cui ci troviamo: l'ambiente cupo, nuvoloso, nonostante il resto del mondo festeggi, la casa dell'ordine e quella di Remus vecchia e polverosa, la casa dei Potter distrutta e già reclamata un po' dalla natura (con quel dettaglio dell'edera rampicante che dev'essere molto scenico in una casa intatta, ma che in una casa esplosa da una sensazione di decadenza) contribuiscono a dare alla storia un'aria un po' cupa, triste, come è giusto che sia. Anche l'uso della punteggiatura, molto scandito, fa fermare il lettore ad ogni passo, ogni passaggio, facendogli assaporare il momento, tenendolo un po' sul filo. Molto bene. 
In generale, quello che mi 'manca' nelle tue storie è il fatto che siano brevi: sono talmente belle che spesso vorrei leggere molto di più e resto un po' insoddisfatta, allo stesso tempo credo che siano talmente equilibrate che anche una sola parola in più le rovinerebbe (detto questo: allunga!) 

c'è un unico dettaglio che mi ha lasciato basita per un po' perché non l'ho capito (e ti ha penalizzata di quel 0.5, perché ha reso, per me, poco chiaro questo passaggio; letteralmente non ho capito cosa volessi dire.) 

''Lesse l’unica riga senza capirne il senso, anche se aveva letto quello stesso messaggio altre volte, nei mesi precedenti. 
“Lily e James non sono più con noi.” 
Non poteva avere senso perché Lily e James erano protetti da unIncanto Fidelius” 
Nel primo rigo dici che aveva letto quel messaggio altre volte nei mesi precedenti, quasi come se quei messaggi fossero mandati ai membri dell'Ordine come depistaggio, quindi dovrebbe essere abituato a quel tipo di messaggi, no? Poi pensa, giustamente che non è possibile perché Sirius non tradirebbe mai e allora pensa a uno scherzo di pessimo gusto e poi, giustamente inquieto, va ad accertarsi della cosa. Però non capisco il perché di quella prima frase: c'è abituato o no? Perchè prende sul serio il messaggio? Volevi dire qualche altra cosa e ho frainteso? Se vorrai, me lo dirai tu. 

Caratterizzazione del personaggio e attinenza al tema: 15/15 
Attinenza al tema: 
Quando ho bandito il contest volevo leggere una pagina perduta, qualcosa che si ricollegasse al canon, che potesse essere tranquillamente letto in uno dei nostri sette amati libri. Speravo di leggere qualcosa del genere e hai pienamente soddisfatto le aspettative. 
Sappiamo, possiamo farci un'idea, di ciò che stessero facendo 3 su 4 Malandrini quella notte: James morto (oddio, povero cucciolo), Sirius alla ricerca di Peter, Peter in fuga e Remus? Cosa stata facendo Remus? Sei stata intelligente a scegliere proprio questo personaggio, per il contest . 
Non solo tematicamente e concettualmente, ma anche lessicalmente e stilisticamente questa potrebbe essere una pagina scartata dal pugno stesso della Rowling, in questo criterio sei stata eccellente, secondo il mio parere. 
Caratterizzazioni dei personaggi: 
anche in questo parametro sei stata davvero bravissima: Remus è proprio lui, dal momento in cui si prepara il tè mentre pensa al Mondo che lui conosce e che i Babbani non immaginano, all'uomo che non può sopportare l'aiuto di James, ma che deve; fino alla fine, quando davanti Casa Potter resta sbigottito, incredulo e allo stesso tempo prende coscienza della devastazione, dell'orrore e della sua solitudine. 
Verosimile anche la sua reazione: non ci crede- ci crede- gli crolla il mondo addosso- va nella sede dell'ordine e accusa quasi con calma, sotto shock e pensa solo di voler trovare Sirius, ripercorrendo quei luoghi e nascondigli della loro infanzia. Poi si reca nel villaggio dove vivono i Potter: ha voluto evitarlo, per rimandarlo perché SA, inconsciamente, quello che potrebbe trovarlo. 
Interessante anche Silente. Hai colto una caratteristica molto importante dai libri: silente sembra più vecchio ad ogni morte eppure resta controllato, va avanti perché c'è sempre qualcosa da fare, qualcuno da cercare, un Mondo da riorganizzare. 
Ben inseriti anche gli OC dei maghi fuori casa sua e, in ultimo, l'immagine di Sirius descritto attraverso gli occhi di Remus. 
Sirius può avere tanti difetti, ma ciò che nessuno si aspetta è che Sirius tradisca perché lui ripecchia la fedeltà (il cane nero) e l'amicizia. Sirius è il 'cane' che dopo tredici anni ritorna 'dagli amici', ritorna per vendicarsi dell'uomo che ha ucciso i Potter e reso Harry orfano. Sirius torna non per riabilitare se stesso, ma per vendicarsi di un'amicizia tradita e Remus lo sa: sa che non è assolutamente nelle corde di Sirius fare una cosa del genere, per cui non dubita, pensa persino che Sirus sia morto, ma poi deve arrendersi all'inevitabile. Credo che Remus abbia vissuto anni di tormenti nel pensare a Sirius come un mostro. 

Originalità: 15/15 
Anche in questo parametro non posso non darti il punteggio pieno. Ho letto molto sul pottenverse e se devo confessarti avevo letto di un momento del genere (Remus che scopre della morte dei Potter) in una fic in inglese, ma era una long e le dinamiche erano molto diverse. Non sei stata scontata né banale. Complimenti. 

Gradimento personale: 10/10 
Non mi dilungo eccessivamente, credo che nel giudizio sia evidente quanto la storia mi abbia colpita e quanto mi sia piaciuta. Punteggio pieno. Complimenti e grazie per aver partecipato, per aver condiviso questa storia con noi. 

Per un totale di 59/60 

Recensore Master
08/04/15, ore 13:21

"In quel momento, davanti a quella casa, la sua vita cambiò di nuovo: altre zanne, invisibili, ma non meno crudeli, dilaniarono la sua anima perché Remus si rese conto, senza possibilità di errore, che quegli anni erano definitivamente finiti e che lui era di nuovo solo."

Hai reso il concetto perfettamente, è quello che io penso di Remus... le tue ultime righe rappresentanto in toto la vita del licantropo e non posso non essere in piano accordo con te. Bellissima. Emozionante, Significativa, è una OS scritta molto bene, che rappresenta tutto ciò che provo anche io se penso a Remus e a quella notte. Hai reso gli eventi in modo impeccabile e in maniera davvero verosimile, il che era anche lo scopo del contest... mi hai convita in pieno e, dopo una lettura così, sono anche soddisfatta, non so se mi spiego... nel senso che la tua storia è così verosimile e ben scritto, che ha riempito in qualche modo un piccolo vuoto della saga... almeno ho l'illusione che sia cosi xD.
Alla prossima, baci
:*

Recensore Master
08/04/15, ore 12:28

Eccomi qui ^^

Recensione premio per la vincitrice del primo speciale "Best Plot" al contest "Con Harry fin dopo la fine".

Comq sempre trovo le tue storie davvero affascinanti, seppure non scrivi dei miei personaggi prefeirti. Sono stata attrata dalla trama e dal Missing Moment.... davvero originale! SEi nun ascrittrice fantastica, questo lo sai... cioè te l'ho detto un sacco di volte xD. Mi piace il tuo stile, anche se complesso. Questa prima Os è stata davvero originale e ben escogitata, mi è piaicuto il momento e come lo hai reso... in effetti siamo tutti concentrati sui Malandrini in questo momento che ci dimentichiamo che anche i Mangiamorte sono in attesa e in ansia per il loro padrone... in questo sei stata davvero brava a descriverlo.
Ti vorrei segnale, giusto per dirtelo, che mi hai fatto sorridere quando Bellatrix prende in giro il marito xD ahahah definendolo non particolarmente perspicace... cioè è una stupidaggine, ma rende le cose più vere. Bellatrix è completa e ben analizzata! Scrivi di lei e su di lei davvero in maniera convincente! è un personaggio insidioso e coplesso, è una bomba pronta a esplodere improvvisamente ^^.
Davvero un bel lavoro!

Recensore Master
30/03/15, ore 00:11

Ciao!
Avevo detto che avrei aspettato a leggerla, ma alla fine non ho resistito :)
Devo confessarti che la prima volta che l'ho letta c'è stato qualcosa tra la lettera di Silente e la reazione immediata di Remus (per certi versi troppo razionale e troppo poco disperata, ma non saprei come descriverti meglio la sensazione) che non mi ha entusiasmata, e inconsciamente ho concluso la lettura un po' distratta.
Poi l'ho riletta bene è mi è piaciuta moltissimo, nonostante quel punto di cui sopra abbia a mio avviso qualcosa che a pelle mi stona un po'.
Ci sono moltissimi dettagli che ho amato (cosa che ritrovo spesso nelle tue storie): dal tap tap del gufo (semplicemente perché anche la mia storia su Lyall comincia più o meno così xD), al fatto che Remus si faccia un tè (anche io è una cosa che gli associo), che odi dipendere da James e che per certi versi invidi gli ignari Babbani. Mi piacciono i gufi in pieno giorno, il nugolo di maghi per le strade, il suo interagire con loro e la disperata ricerca di Sirius (e il fatto che abbia rischiato di spaccarsi). Anche il finale è bellissimo, nel suo sadismo crudele (occhio a "cambiò di nOvo"!).
Concludo con una notissima negativa (questa la riesco a spiegare, però xD): non mi entusiasma troppo quel "Oh! Eccoti qui, Remus!" di Silente, perché una frase del genere gli si addice molto in un contesto tendenzialmente allegro (sarebbe perfetta per un ipotetico arrivo di Remus al pranzo di Natale del terzo anno, per dire), ma non credo si adatti ad un contesto drammatico...

Alla prossima^^

ps dopo aver letto la tua non credo riuscirò mai a scrivere la mia versione! xD

Recensore Master
28/03/15, ore 20:28

Terza recensione premio del contest "I mille volti dell'insicurezza"

Questa storia è un macigno, un macigno che schiaccia, opprime, e forse soffoca anche.
Mi sono immedesimata molto in Remus, nonostante la terza persona narrante, il suo punto di vista, le sue sensazioni sono molto presenti e forti, coinvolgono il lettore che entra in empatia con il protagonista.
Mi piace molto come scrivi, questo al di là del contenuto, perché dedichi molta attenzione allo stile, alla scelta delle parole e alla struttura in generale; è piuttosto evidente che, oltre al cosa, tieni tanto anche al come va scritto un determinato racconto, e non è un tratto così comune oggi, che si presta sempre più attenzione al cosa a discapito del come, sempre più sottovalutato, purtroppo.
Il missing moments che descrivi - questa volta è davvero un momento mancante! - è amaro e molto credibile, sei riuscita a caratterizzare così bene il personaggio e il momento che non si fatica a immaginare che le cose possano essere andate davvero così. La credibilità, da quel che ho letto sino ad ora di tuo, sembra essere una caratteristica cui presti tanta attenzione. :)
La descrizione iniziale del torpore in cui Remus versa è un ritratto preciso della sua condizione di lincantropo mescolata a quella di nemico di Voldemort durante la prima guerra magica: c'è paura in lui, una paura che si tramuta nella voglia di voler tenere gli occhi serrati e fingere per un po' di tempo che il mondo non esista, non quel mondo che uccide, tortura e fa soffrire.
Si passa poi alla lettera di Silente e lì è una vera e propria esplosione di dolore, tutta concentrata nei gesti e nei vaghi pensieri di Remus; sei riuscita a essere drammatica senza cadere nel "melodrammatico" e per questo ti faccio davvero i complimenti.
La conclusione è amara quanto tutto il resto, ma proprio giusta, perché è più che credibile che Remus abbia maturato quel tipo di convinzione: Sirius è morto oppure ha tradito, e in ogni caso lui è di nuovo solo. Poveri entrambi, marionette di un sistema di inganni che li ha isolati, derisi e costretti a soffrire.
Ti faccio notare una piccolissima svista che ti è sfuggita (così puoi rivederla!): "cosa stava succedente" invece di "succedendo", nelle battute iniziali.
Una bellissima storia, in bocca al lupo per il contest!

Rosmary
(Recensione modificata il 28/03/2015 - 08:30 pm)

Recensore Master
21/03/15, ore 20:23

Ciao, sono davvero contenta che questa storia sia arrivata prima, è fantastica, non scrivo molto perchè non c'è un granchè da dire, è bellissima, mi è piaciuta un sacco la tua scelta e come l'hai trattata, ovviamente non amo Bellatrix, ma mentre leggevo la tua storia ero tesa e mi sentivo in ansia per lei, sei riuscita a farmi calare totalmente nella parte. Sai, il suo punto di vista, pur così ovvio, era un argomento su cui non mi ero mai soffermata a pensare più di tanto, sono quindi doppiamente felice di aver letto la tua storia, che tra l'altro è stata davvero scorrevole e con la giusta tensione.

Recensore Master
17/03/15, ore 15:32

Ciao :)
Bel capitolo, prima di tutto. Poi devo dire una cosa: senza dubbio i malandrini sono fra i personaggi più affascinanti nella serie di HP, ma tutti hanno luci ed ombre. James si comportava come un piccolo bullo arrogante, Sirius lo stesso e Lupin...bhe Lupin non è ovviamente un santo. Quella notte di Halloween ha perso tutto, però si disinteressò di sapere cosa avesse da dire Sirius (anche se sospettava fosse lui la spia) o di interessarsi poi a Harry.
Ed immagino che sia per i loro grandi pregi (ma anche difetti) che sono così amat ^^
Comunque complimenti, aspetto il prossimo cap :)
..dirk...

Recensore Master
16/03/15, ore 19:01

Prima classificata al contest "I mille volti dell'insicurezza"

Stile e lessico: 12/15
La grammatica è buona, vi sono solo delle piccole sviste. Te le riporto tutte perché sono poche e facciamo prima!

    • Quando torna? Si chiedeva” e “Se non tornasse? Si chiedeva” e “Quanto dura la notte? Si chiese”: in questi tre casi la maiuscola del “Si” è errata, perché quel punto interrogativo e retorico, è lì graficamente, ma l’espressione “torna? Si”, ad esempio, va letta senza pausa forte. A tal riguardo, è necessario inserire una virgola dopo il punto interrogativo e proseguire con la lettera minuscola; una soluzione che è comunque presente nella tua storia in “ma poi?, si chiedeva”, che è una costruzione identica alle tre precedenti.
    • Serrò le labbra, rifiutandosi ostinatamente di mostrarsi preoccupata e, senza rispondere si girò verso la villa”: qui c’è un problema di incisi e virgole; “rifiutandosi ostinatamente di mostrarsi preoccupata” è un inciso e di conseguenza è consigliabile inserire una virgola dopo “preoccupata”, la “e” è infatti legata a “Serrò le labbra”; una virgola, poi, deve essere aggiunta dopo “girò”, sia perché “senza rispondere” è un inciso, sia perché senza punteggiatura la “e” non lega con “girò” – volendo, si può anche omettere la virgola che segue “e” e creare un’espressione compatta. La frase principale è “Serrò le labbra e si girò”, di conseguenza, la punteggiatura va gestita in modo tale da non spezzarla.
    • Una donna, però, certe cose le sente”: in questo caso è necessaria la virgola dopo “certe cose”, perché “le” riprende e sottintende il complemento, messo in evidenza con la tecnica stilistica da te scelta. Quando si fa anticipare o riprendere un elemento con un pronome, è necessario isolare l’elemento in questione con delle virgole.
    • si sarebbe risposta, in un altro momento”: la virgola va omessa perché spezza un concetto unico, che va in effetti letto tutto d’un fiato. La forza di quel “si sarebbe risposta” è data proprio da “in un altro momento”; dunque la pausa è controproducente.
    • Ti segnalo, in ultimo, dei refusi: “per raggiunse”, “passo in dietro” e “Un sospirò lasciò”.
Lo stile del racconto è tutto fondato sull’intreccio tra fatti e sensazioni. I due piani si intersecano continuamente, dando al lettore la visione oggettiva di ciò che narri e il sentire soggettivo della tua protagonista. Un attimo prima il lettore è ad una cerimonia Purosangue e l’attimo dopo è divorato dai pensieri di Bellatrix. Trovo sia un’impostazione stilistica molto complessa da gestire, perché se da un lato crea un incanto, dall’altro può rischiare di generare confusione; nel tuo caso, l’incanto c’è, perché hai saputo fondere bene il momento della narrazione oggettiva col momento dedicato al punto di vista della protagonista.
    • Quando torna? Si chiedeva stropicciandosi le mani, mentre Rodolphus le diceva di rientrare a brindare con gli ospiti”: quest’espressione, ad esempio, sintetizza ciò che ho appena detto. Da un lato vi sono i tormenti della protagonista, un punto di vista chiaramente focalizzato su e “dentro” di lei. Dall’altro lato, invece, vi sono i fatti oggettivi – Rodolphus e la cerimonia.
Altra particolarità del tuo stile è la gestione dei periodi. In generale, sono tutti di media lunghezza e ricchi di punteggiatura, ma vi sono anche momenti in cui divengono brevi, concisi, quasi lapidari e sono isolati in capoversi. È un insieme molto interessante e anche in questo caso ho trovato ottima la gestione di una tale struttura, perché il testo non appare mai senza equilibrio o internamente disordinato; anzi, ogni concetto ha il suo giusto spazio, la sua giusta importanza, e laddove hai isolato in capoversi è evidente che hai voluto evidenziare un qualcosa di importante ai fini della narrazione. Anche l’organizzazione sintattica è ottima, chiara nonostante tu non faccia semplicemente uso della classica sequenza soggetto-verbo-oggetto, anzi, ho notato alcune frasi in cui ometti il verbo – è una tecnica molto apprezzabile e molto complessa da usare in un testo corposo come il tuo, ma tu sei stata all’altezza. La lettura è sempre fluida, compatta, non disturbata da costruzioni ostiche perché poco chiare o mal formulate, davvero un lavoro curatissimo il tuo. Apprezzabile anche il modo in cui hai utilizzato il corsivo, che non eccede, né viene inserito laddove non è necessario. Ottimo, in ultimo, l’amalgama tra discorso indiretto e diretto, quest’ultimo è introdotto sempre alla perfezione e ciò fa sì che non spezzi la narrazione.
Nonostante i pregi sin ora evidenziati, ho riscontrato nel testo delle scelte stilistiche poco convincenti. Te le riporto di seguito:
    • A Rodolphus piaceva. // Rodolphus non era particolarmente perspicace. // Non poteva essere niente quella sensazione”: questi sono tre capoversi e li riporto quale situazione problematica perché il terzo è slegato dai precedenti. Siccome dedichi alcune righe al rapporto tra Bellatrix e il marito, decidendo poi di isolare in capoversi “l’epilogo” della descrizione del rapporto, stranisce un terzo capoverso in cui si torna bruscamente al presente e ai tormenti di Bellatrix per Voldemort. A una prima lettura, il lettore è portato a legare il terzo capoverso ai due precedenti; il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di compattare i primi due capoversi in uno solo e evidenziare la terza frase sia con la tecnica del capoverso che con quella del corsivo – è il metodo più immediato e semplice che mi viene in mente per comunicare efficacemente al lettore il “cambio di scena”.
    • perché se lui non l’avesse più voluta, poi, non sarebbe rimasto più nulla di lei”: in questo caso il problema è nella poca chiarezza. Prima di tutto, in precedenza hai sempre appellato “Lui” Voldemort, e un lettore meno attento può non notare la differenza maiuscola/minuscola e fraintendere la frase – un vero, vero peccato –, soprattutto perché il soggetto maschile immediatamente precedente a questa frase è proprio “suo signore”. In secondo luogo, la costruzione condizionale/congiuntivo, il ripetere “più”, l’associazione “lui/lei” e quel “poi” che lega ma sembra anche semplificare sono elementi che insieme danno vita a una frase che, se confrontata alle precedenti, risulta meno efficace, fluida e chiara. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di rivederne la costruzione.
    • mentre, ancora, si dice che la bara è vuota”: questo ultimo caso riprende un po’ il precedente; anche qui trovo che vi sia poca chiarezza. Questa volta la debolezza è data dalla punteggiatura che isola “ancora”; a una prima lettura non è difatti chiaro il tipo di intonazione da dare a quell’elemento, il che compromette la fluidità e la comprensione della frase. Il mio consiglio è di eliminare le virgole o di scrivere quel “ancora” in corsivo, dando al lettore un segnale chiaro: devi leggerlo, forte, devi leggerlo ancora – sofferto, rabbioso, dandogli peso e attenzione. In mancanza di un “avviso” come questo, è consigliabile appunto eliminare la punteggiatura e lasciar scorrere la frase.
Arrivo al lessico e ho davvero poco da dire: è perfetto. È ricercato, elegante, mai ripetitivo – se non in occasioni in cui, è palese, la ripetizione è voluta, funzionale e dunque non disturba la lettura –, adatto al contesto, ai personaggi e a ciò che stai narrando. Molto curata anche la differenza tra discorso indiretto e discorso diretto, in modo tale da renderli due piani distinti. Quanto al discorso diretto, nel dettaglio, hai saputo essere coerente ai personaggi cui davi voce, rendendo credibile la storia e i suoi dialoghi. L’unico appunto – che poi è più un consiglio – sul lessico è il seguente:
    • loro signore”: siccome con “signore” ti riferisci a Voldemort, quindi a un soggetto in particolare, ti consiglio di utilizzare l’iniziale maiuscola, come a far intendere anche graficamente che non parli di “signore” in modo generico, ma utilizzi “signore” come sinonimo di un nome proprio di persona.
La sintesi dei pro e contro qui esposti, facendo riferimento a grammatica, stile e lessico, mi ha convinta ad assegnarti 12/15 in questa voce. Spero che i motivi che mi hanno portata a questo punteggio siano stati spiegati in maniera esauriente.

Titolo: 5/5
Non avrei potuto assegnarti altrimenti in questo parametro. Il titolo è particolarissimo e adatto alla storia, all’interno della quale è anche citato testualmente. Sono parole ambigue quelle che scegli, che catturano l’attenzione e danno vita a due sfumature diverse, entrambe coerenti al tuo racconto: “quanto dura” nel senso di durata materiale, un modo per chiedersi stremati quanto possa essere lunga una notte; ma anche “quanto dura” come predicato nominale sottinteso: “quanto è dura” questa notte infinita, che non passa. Una doppia sfumatura che credo renda intrigante il titolo e stimoli l’attenzione del lettore.
In più, come detto anche in precedenza, racchiude alla perfezione la trama del tuo racconto, è la sintesi di ciò che sono i tormenti della protagonista e, a lettura terminata, è un titolo che rimane impresso e diviene il marchio della storia. Bravissima!

Trattazione del tema “insicurezza”: 10/10
Hai scelto un personaggio che non si presta per nulla al tema del contest; nessuno, credo, pensando a Bellatrix Lestrange, l’assocerebbe all’insicurezza, eppure nella tua storia ci sono sia Bellatrix che la sua insicurezza. Della caratterizzazione del personaggio parlerò dopo, qui mi limito al tema del contest che, come noti dal punteggio massimo, è stato trattato nel miglior modo possibile.
L’insicurezza della tua protagonista è legata a un momento cruciale della sua esistenza: per istinto, sente che qualcosa sta per andare nel verso sbagliato ed è questa sensazione a renderla insicura, a costringerla a temere e a trattenere il tremore.
In ogni gesto che descrivi c’è un’insicurezza che genera paura e angoscia; in più, hai saputo espandere a macchia d’olio questa sensazione nella protagonista, che d’un tratto si ritrova a fare i conti con se stessa, a temere persino un ripudio – tutte conseguenze di un momento che l’ha gettata nel turbamento, che sembra renderla schiava di un’insicurezza così totalizzante da stimolare anche dubbi e timori nascosti. Non mi dilungo oltre per non ripetermi, ma il tema del contest è centrale, presente, è ciò che sostiene tutta la tua storia, un ottimo lavoro.

Caratterizzazione e IC personaggi: 10/10
Hai inserito vari personaggi nella storia e tutti sono ben caratterizzati. Di IC posso parlare solo con riferimento a Bellatrix e ai coniugi Malfoy – Barty è solo accennato –, mentre per i due Lestrange analizzo la tua personale visione dei personaggi.
Partendo dai personaggi secondari, trovo perfettamente IC Lucius e Narcissa nella loro piccola apparizione: lui perennemente convinto di possedere il meglio, lei altera e interessata al suo bambino – un insieme etichettabile proprio come Malfoy. Barty e Rabastan sono sullo sfondo, li sfiori ma non ne parli, eppure quell’unico cenno descrive in modo efficace gli stati d’animo di due Mangiamorte che, lo sappiamo, pagheranno con la libertà la fedeltà a Voldemort; sul finire della storia, appaiono tesi e preoccupati come è coerente che sia.
Arrivando a Rodolphus, premetto che ho una visione completamente diversa del personaggio, ma non ha influito sulla valutazione perché il marito della signora Black non ha caratterizzazione nei libri, salvo pochi elementi che hai comunque ripreso: alterigia, lignaggio e fedeltà a Voldemort. Detto questo, lo hai delineato come un uomo ricco in apparenza e povero nei contenuti, uno sposo che riesce a primeggiare sulla compagna solo dinanzi a terzi per amore delle apparenze; privo di polso addirittura, lo si evince quando scrivi che Bellatrix deve farsi carico della situazione perché su di lui non può contare. È una figura nel suo insieme coerente a se stessa e bene inserita nel contesto narrativo.
Giungo finalmente alla protagonista: l’ho trovata sublime. Sublime perché Bellatrix non si presta a questo contest, non è un personaggio che si associa all’insicurezza, eppure l’introspezione attenta, che tocca piccoli nervi scoperti, unita alla situazione particolare in cui è calata la protagonista rendono coerente e soprattutto convincente una Bellatrix insicura. Quando parlo di nervi scoperti alludo al non avere un erede, all’essere costretta a stare un passo “indietro” rispetto al marito perché, in effetti, la casta Purosangue è piuttosto patriarcale e maschilista, alla voglia di essere indipendente e di porre la propria vita unicamente al servizio di Voldemort – sono tutti elementi che hanno radici nei libri e che rendono quindi credibile il personaggio, presentato ricco di sfaccettature e con debolezze tangibili. Quanto al resto, è IC l’atteggiamento fiero e, nonostante tutto, impassibile di chi tenta in tutti i modi di non far trapelare emozione alcuna, è IC la fedeltà e quell’amore ossessionato per Voldemort ed è IC, infine, la risata di frustrazione che coglie Bellatrix sul finire della storia, così come il suo polso fermo nel rendere noto che avrebbe agito. La tua protagonista ha spessore, è un personaggio vero, colto da dubbi e debolezze, che si interroga e tenta di restare in piedi. Credo sia possibile che la Bellatrix Lestrange che attendeva il ritorno di Voldemort dai Potter fosse proprio così.

Recensore Master
16/03/15, ore 16:49

ciao
bellissima storia, scritta da te non poteva essere altrimenti :)
Lupin ... mi ergo a sebastian-contrario
sai dopo aver condiviso anni di scuola, aver accettato e non umiliato la condizione di lupo, aver costretto il corpo alla trasformazione in animagus senza dire nulla a nessuno rischiando azkaban e tanto altro per lui ...
l'unica cosa che fa è : oddio è stato sirius non ci posso credere!!!
non un solo dubbio del tipo porello magari l'hanno torturato e languisce morente in un canale ... no VERO????
si preoccupa di cercarlo e siccome non lo trova è stato lui .... ma davvero? ha tradito e lasciato l'agiatezza ( cosa che piton gli rinfaccia fino alla morte ) e poi zac improvvisamente è lui il colpevole?
questo discorso non lo sopporto è meschino e io trovo lupin una persona meschina ... altro che eroe polveroso!
scusa ma non rieco a trovarlo un pesonaggio positivo e nemmeno un buon amico ... andrei avanti ore e finora non ho trovato ancora nessuno che sia riuscito a rivalutarlo ai miei occhi.
detto questo tu scrivi in modo sublime e benchè io non apprezzi alcuni personaggi che rappresenti è sempre un piacere leggerti. una cosa che non smetterò di fare :)
un abbraccio kiss kiss

Recensore Master
16/03/15, ore 15:45

Remus Lupin mi ha sempre molto affascinata come personaggio, spesso ho pensato a come avesse preso la notizia della morte di James e Lily, inferta loro dal tradimento (apparente) di Sirius, e della scomparsa di Peter. In una notte, ha perso tutto ciò che era stato, si è chiuso per lui - come per tutti, del resto - il capitolo dei Malandrini, fatto di scherzi, risate, condivisione. Tutto è svanito di fronte all'anatema che uccide.
Cosa è rimasto? Anzi, chi è rimasto? Un bambino, Harry. Ma Lupin praticamente non lo considera, perchè rappresenta il futuro, quel futuro che lui non potrà vivere con gli amici del passato, quel futuro che dovrà affrontare da solo. Gli unici appigli che aveva sono morti o scomparsi, ed è quando si convince della colpevolezza di Sirius (sempre bastonato il mio cagnolino) che crolla. Quello che per gli altri è un felicissimo giorno per la morte di Voldemort, per lui è la notte più nera, il dolore più intenso che supera persino quello dilaniante della sua licantropia.
Era solo prima dei Malandrini, solo sarebbe stato dopo.
Bella bella, mi ha colpito molto, anche perchè scrivi davvero bene e non appassionarsi diventa difficile ^^ bacio :*

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