Ok, Donnie, la pubblicazione di questa storia rientra ufficialmente nel tuo piano malefico per avermi morta entro domenica sera, sappilo. Dopo questa breve premessa, inizia la recensione da persona seria.
Inutile dire che amo come scrivi, che in un attimo mi hai catapultata dentro questo attesissimo seguito, che ho divorato il capitolo in un attimo e sono rimasta qui, impalata di fronte allo schermo senza saper bene da che parte iniziare.
Nel dubbio, parto da Lucrezia. Perché lei in gabbia, schiacciata da pareti troppo chiare e routine massacrantemente ordinarie e fantasmi, proprio non me l'aspettavo. E, anche se in senso buono, mi ha fatto un certo effetto. A un primo impatto, infatti, appare diversa - piegata, spezzata, vittima anziché carnefice - rispetto alla Lucrezia del Labirinto. Appare una Lucrezia che non morde più, che si limita ad abbaiare, qualche volta. Poi, però, parola dopo parola, eccola lì. Frustrata, prosciugata e tormentata quanto vuoi, ma incazzata e determinata. In altre parole, dannatamente promettente e misteriosa. Forse un po' meno sarcastica e pungente del solito, ma, data la situazione, è più che comprensibile...
Una cosa che ho apprezzato tantissimo, sembra stupido dirlo, è l'emozione che prova nel mangiare quel sushi. Una piccola gioia primordiale, infantile, sincera. Una piccola perla, questa, davvero, che per qualche assurdo motivo ho scelto di segnalarti, nonostante mi sia letteralmente innamorata di intere frasi ben più profonde e pregnanti (beh, immagino di non poter citare più o meno mezzo capitolo, in merito!)
Otello, poi. Onnipresente nella sua ingombrante assenza.
Jean, che rimprovera silenziosamente Lucrezia per la punta d'ironia nel parlare di Rocky. I miei occhi hanno assunto una familiare forma a cuoricino, sappilo.
E Xue. Non ho mai pensato che Lu potesse avere un'amica e, anche se non la vedo esattamente come tale, Xue mi sembra un buon compromeso, con la sua semplicità muta ed elegante.
Chiudo questa rcensione disordinata e sconnessa con qualcosa che probabilmente avrei dovuto dire da tempo, anche riguardo al Labirinto. Amo, e sottolineo amo, come l'ambientazione rimanga tutto sommato vaga, di contorno rispetto a personaggi ed eventi, come molto, riguardo a un passato indefinito sotto forma di ricordo, riguardo a un piano, a un'informazione, si scopra solo leggendo, andanto avanti, capitolo dopo capitolo. E quando ti rendi conto di essere dipendente da questo mondo intricato e insanguinato, ormai non si torna più indietro.
Aspetto a gloria il prossimo capitolo, e so già che lo amerò *-*
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