Quinta classificata al contest Sfida alle 100 parole - II edizione
Grammatica: 7.8/10
Nel complesso buona, ho trovato qualche svista che ti riporto:
“«Sei in ritardo, mio caro amico.»”: -1; il problema, in questo caso, è che non è chiaro qual è il personaggio che parla. Scrivere “Gellert sorrise” dopo un punto e a capo dà l’idea che a parlare sia stato Albus; ma un attimo dopo, riferendoti ai pensieri di Albus, scrivi “Ricordava quella voce”, il che genera il dubbio: l’elemento è messo lì per avvertire il lettore che la prima battuta è di Gellert? Non ci sono elementi nel testo per risolvere la questione, perché la sintassi presenta ambiguità.
“per camminare”: -0.20; utilizzi l’iniziale minuscola nonostante la frase precedente termini con un punto. Mi sono chiesta se quell’iniziale servisse a collegare questa frase con “si era fermato…”, ma mi sono resa conto che senza “Un veloce battito di ciglia.” il legame tra le due espressioni viene meno; di conseguenza, o inserisci l’iniziale maiuscola o sostituisci il punto fermo che segue “ciglia” con un punto e virgola, che è una pausa meno forte del punto, ma non debole quanto la virgola.
“gli disse” e “Sorrise malinconico”: -1; qui c’è nuovamente un problema di soggetti.“gli disse” farebbe intuire che a parlare sia Albus, che riflette su Gellert e poi “gli dice” qualcosa; il problema nasce perché non c’è certezza in questa ipotesi. Inserisci poi il punto e a capo e scrivi “sorrise”, ma di nuovo non specifichi il soggetto – inserire qui un soggetto, visto il punto e a capo, avrebbe potuto chiarire la situazione: se a sorridere (considerando il capoverso) è Gellert, ad esempio, allora è Albus a parlare e viceversa.
Stile e lessico: 8/10
L’impostazione stilistica della drabble ha come basi periodi lunghi alternati a frasi lapidarie, brevi, quasi ermetiche, il tempo passato, la terza persona e l’assenza totale di soggetti espliciti. Mai come in questo caso, sono stata molto indecisa sul punteggio da assegnare, perché lo stileè curato, elegante, emotivo, equilibrato, è davvero buonissimo, ma è anche “offuscato” dalla questione dei soggetti messa in evidenza nel parametro precedente.
Il problema maggiore è che la tua drabble può essere letta da due prospettive diverse, entrambe convincenti e credibili: da quella di Albus (che parla a Gellert) e quella di Gellert (che parla a Albus); il punto è che ognuna delle prospettive dà al testo significati e sfumature diverse e io sono abbastanza certa che tu abbia scritto la drabble pensando a una delle due, e non ad entrambe.
Nelle tue cento parole non c’è un soggetto esplicito, è qualcosa di quasi assurdo; neanche una volta hai scritto chi dei due personaggi parla, si muove, pensa. È possibile dedurre che sia Albus il personaggio che riflette sul passato per il dettaglio di Ariana e quello sulla voce di Gellert – “l’accento duro” –, ma in assenza di questi due elementi rivelatori, persino il passaggio cui mi riferisco avrebbe presentato qualche problema.
Ciò che più intacca il significato da attribuire al testo è l’ambiguità presente nell’ultimo capoverso: partendo dal presupposto che chi sorride malinconico è colui che riflette sull’essere in debito di “molto di più”, è importantissimo capire l’identità del personaggio, perché a seconda di questa identità la drabble si chiude in un modo o nell’altro – Gellert che pensa che Albus gli debba molto più di un duello dà sfumature romantiche al testo e dà anche l’idea di un uomo pentito e rabbuiato nel profondo; di contro, Albus che pensa che Gellert gli debba molto più di un duello evidenzia sia amore, che rancore: sopra ogni cosa, Gellert deve ad Albus la vita di Ariana.
Questa situazione che posso solo definire ambigua è il motivo per cui il punteggio non è superiore a 8/10. Resta comunque altissimo perché, nonostante l’ambiguità insita nella sintassi, la tua drabble ha l’eccezionale pregio di restare in piedi comunque la si legga; come detto in precedenza, entrambe le prospettive sono credibili e convincenti – un elemento impossibile da ignorare e da non premiare.
Passando al resto, trovo davvero meravigliosa l’impostazione stilistica, perché utilizzi figure retoriche, vivide immagini, giochi con la punteggiatura, con l’allineamento del testo persino, e fai tutto nel modo corretto, tutto è funzionale a rendere unico il tuo testo, a trasmettere sensazioni e imprimersi nella mente del lettore.
Il ritmo, imposto dai lunghi periodi alternati a frasi lapidarie e da quel periodo centrale segmentato in tre capoversi, è lento e costringe il lettore a dar peso ad ogni parola, a cogliere ogni possibile sfumatura, a soffrire assieme ai tuoi personaggi.
Sei stata inoltre brava a far interagire la narrazione indiretta con i due estratti di discorso diretto inseriti, che in un certo senso aprono e chiudono la drabble. Significativo e indovinato è anche il pensiero conclusivo, che dà modo al lettore di entrare in completa empatia con il testo che ha appena letto. Davvero bravissima!
Passando al lessico, posso solo lodarlo. Né scontato, né eccessivamente ricercato, ma giusto per ciò che narri e per i protagonisti della narrazione. Le ripetizioni, fatto eccezione per “sorrise” che credo sia voluta, sono assenti, il che è sempre un pregio quando si scrive un testo tanto breve.
Inoltre, hai cercato termini pregnanti, che evocassero l’immagine espressa in maniera nitida; ad esempio, indovinata e particolarissima è la scelta di “puntellare” per dare l’idea di un’opera d’arte dalla bellezza eterna e perfetta, un’idea molto vicina al modo in cui gli occhi di Albus erano avvezzi a guardare Gellert prima della morte di Ariana. Potrei andare avanti analizzando molti tra i termini scelti, ma sarebbe sterile ai fini della valutazione, quindi concludo con i più che meritati complimenti!
La sintesi dei pro e contro espressi, come anticipato, mi ha portato ad assegnarti 8/10. Non ti nascondo che mi è dispiaciuto parecchio non darti il punteggio pieno in questa voce, ma non ho potuto ignorare che, dal mio punto di vista, la questione dei soggetti rappresenta un problema stilistico oltre che grammaticale; mi spiace anche perché credo che questa ambiguità sia stata generata dalla necessità di sintetizzare tutto ciò che avevi in mente in sole cento parole.
Titolo: 5/5
“Il creatore che ha distrutto” è molto bello e molto evocativo come titolo. Al di là delle note dove spieghi nel dettaglio perché hai scelto di intitolare così la tua storia, c’è da dire che si percepisce il richiamo a Gellert e, perché no, anche ad Albus: ragazzi potenti e ambizioni che avrebbero potuto “creare e crearsi” e che invece “hanno e si sono” distrutti – distrutti sono i sogni, le ambizioni, l’amore, tutto nella storia di questi due uomini è andato in pezzi, lasciando il nulla tra le mani.
È un titolo, inoltre, molto personale, molto legato alla tua storia, dove echeggia quella sorta di rimpianto per qualcosa che avrebbe potuto esistere e che invece è andata in rovina.
Trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro da questo punto di vista, bravissima!
Utilizzo (e originalità) del prompt: 7/10
Inutile girarci intorno: hai scelto due protagonisti che nella vita hanno voluto molto di più di tutto quello che avevano tra le mani, sempre e comunque. Gellert nasce per volere di più, e anche Albus, che prima vuole la gloria e poi la serenità perduta.
Nella tua storia questo insieme si percepisce, al di là del richiamo finale al prompt con quel “Tu mi devi molto di più” – mi devi molto di più, mi verrebbe da dire, perché voglio di più, ho sempre voluto di più.
Il titolo scelto è presente già nelle prime righe, quando Albus non vede più Ariana e l’Europa distrutta, ma il viso ammaliatore di Gellert, lì c’è tutto il “Voglio molto di più” mai detto in maniera esplicita, c’è tutto il voler tornare indietro, volere Ariana, la pace e Gellert insieme.
Il motivo per cui non ti ho dato il punteggio pieno è legato all’originalità: avendo interpretato in maniera letterale il prompt non posso lodarne la particolarità e quindi l’originalità. Per il resto, hai fatto davvero un ottimo lavoro, bravissima!
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Cosa avrei potuto assegnarti in questo parametro?! Credo che già da quanto detto nei due parametri precedenti sia chiaro il motivo per cui ho trovato molto ben caratterizzati i due protagonisti della drabble.
Tutto ruota attorno a Gellert e Albus e alla loro resa dei conti. Strazianti le sensazioni dei due personaggi, entrambi corrosi da un amore che non ha avuto tempo e maniera di essere vissuto, corrosi dall’essere l’uno contro l’altro.
Sei riuscita, in sole cento parole, ha inserire anche il peso che ha avuto sul loro rapporto la morte di Ariana; hai inoltre inserito i sogni di gloria che li avevano rapiti, la disillusione, il rimpianto, la forza magnetica esercitata da Gellert su Albus.
Sei stata davvero bravissima. Particolarmente evocativo ai fini della caratterizzazione del momento è quel “Ma il tempo si era fermato…”, che dà l’idea di un grande rimpianto, di un grande dolore, di un gigantesco obbligo di ravvedersi, di analizzare ogni cosa da nuove prospettive.
No, non ho proprio nessun appunto da farti in questo parametro, 10/10! |