Ciao, cara, rieccomi qua.
Questo capitolo è stato molto duro, ma te l'hai affrontato con delicatezza e distacco, permettendo così di creare uno stile non troppo melenso e vittimistico: Claudia resta pur sempre una donna forte e si commuove solo riflettendo su come il piccolo Guido possa prendere la sua malattia.
Da vera madre, non è preoccupata per se stessa, ma per il bambino. Ammirevole!
C'è un particolare sul quale ho riflettuto solo ora, e cioè il fatto che, mentre indichi i giovani chiamandoli per nome, al padre della protagonista aggiungi sempre "signor" prima del nome.
Questo mi fa pensare a una cosa molto bella, una sorta di rispetto da parte tua per le persone più anziane, e mi dà anche la parvenza di stare leggendo una di quelle vecchie fiabe scritte nei libri di decenni fa. Dona alla storia una sorta di atmosfera onirica ai miei occhi, aiutata anche alla delicatezza di cui ti parlavo anche nelle altre recensioni con la quale tratti il tema, non scadendo nel sentimentalismo becero.
Mi domando: essendo Claudia un personaggio pubblico, quasi sicuramente la sua malattia balzerà agli onori delle cronache, visto anche il periodo di elezioni.
Chissà se l'opinione pubblica verrà a sapere? E come affronterà la cosa?
I media non sono esattamente maestri di modi, anzi, cacciano spesso la loro bestialità di fronte a uno scoop.
Alla prossima ^^
- A. |