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Autore: misslittlesun95    04/05/2015    2 recensioni
Claudia Petrolini ha trentun anni ed è già madre, moglie, medico, deputata ed ex ministro.
Questo perché dieci anni prima ha trovato la forza e il coraggio di iscriversi al partito Comunista e abbandonare tutta la sua vita, passata in un quartiere degradato e malfamato di Roma, per inseguire i suoi sogni.
Adesso però il suo passato è tornato, a tre settimane dalle elezioni, con le sembianze di un uomo buttatosi dall'alto di un palazzo in costruzione
quell'uomo è Oscar, amico di Claudia per un periodo che parve eterno fino al giorno della sua scelta.
Catapultata d'improvviso nel mondo reale si scopre fragile e, soprattutto, fisicamente debilitata, malata, non più il forte personaggio pubblico da tutti conosciuto ma una semplice donna.
Abbandona la politica e tenta di salvarsi e guarire, di riprendersi pezzi di vita che temeva di aver perso.
Cercando la forza di essere se stessa nelle parole che le disse Oscar durante il loro ultimo incontro: "Ricordati di guardare il tramonto. [...] Te guardalo, sempre, così magari ti ricorderai di me e di questi anni che ti apparterranno fino alla fine della tua vita."
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo X

La osservava dormire.
Le accarezzava dolcemente il viso e sperava che dietro i suoi occhi chiusi vi fossero sogni molto più belli di quella realtà maledetta che stava vivendo.
Sua moglie ammalata di tumore, una situazione così terribile che mai avrebbe immaginato di vivere, una dramma che, fino a quel momento, era sempre appartenuto agli altri, chiunque quegli altri fossero.
Aveva pianto lui e non lei, la sera prima, mentre calma e con fare consolatorio sentiva il resoconto preciso di cosa avesse e ciò che sarebbe accaduto da quel momento in poi.
Gli aveva chiesto per quel giorno, sabato, di andare da Gianluca nel pomeriggio, così che potesse parlare col fratello e, dopo avergli raccontato del fatto, domandargli di andare insieme dal padre, perché non se la sentiva di dirgli delle sue condizioni da sola.
In fine, durante la settimana, avrebbero provato a parlare con Guido, cercando di far capire anche al bambino quello che stava accadendo alla sua mamma.
Allo stesso modo Claudia avrebbe parlato con un collega di partito di cui si fidava, perché dopo le elezioni, se fosse stata rieletta, avrebbe rinunciato al seggio e fatto intendere, più o meno esplicitamente, che si ritirava per un periodo dalla vita politica a causa di gravi problemi di salute.
Non se la sentiva di lavorare e curarsi insieme, sempre ammesso che le due cose fossero compatibili, e così a quel punto, lontana dal mondo che l'aveva ospitata per quegli ultimi tre anni, sarebbe stata ricoverata e avrebbe cominciato le terapie.
Ma ancora non ci voleva pensare; in quel momento il suo pensiero principale era la famiglia, dare la notizia e farsi forza.
Come la settimana precedente anche quel sabato il bambino, ignaro di tutto, entrò nella stanza dei genitori e saltò addosso alla madre che si stava svegliando, ridendo e facendola ridere.
Davide li guardava con ansia, spaventato dall'idea che la donna stesse già troppo male per sforzi di quel tipo, ma lei era testarda e glielo aveva detto chiaro e tondo; quei giorni sarebbero dovuti scorrere normalmente, non voleva che la situazione compromettesse la gioia di suo figlio.
Sarebbe successo comunque, di lì a poco, e voleva ritardare quel momento il più possibile, godendosi ogni attimo di felicità che gli rimaneva.
Fu una giornata tranquilla, rimasero in casa fino a quando, nel pomeriggio, andarono a trovare Gianluca ed Eleonora, sua moglie.
Appena arrivato dagli zii Guido corse a giocare con i cuginetti, mentre gli adulti si ritrovarono in cucina a chiacchierare.
Della coppia di padroni di casa nessuno poteva immaginare cosa avrebbe di lì a poco detto loro Claudia, e quando il discorso superò i convenevoli ed entrò nel vivo rimasero decisamente sconvolti.
- Io non posso crederci....- Aveva detto visibilmente provato l'uomo. - Tu, un tumore... non è possibile!- Gianluca voleva molto bene a sua sorella, e davvero non poteva credere all'idea che fosse così ammalata, né tanto meno poteva pensare alla possibilità che non superasse la malattia.
- Purtroppo non posso dire che si sia trattato di un fulmine a ciel sereno, sono parecchie settimane che non sto bene e sono stata stupida a mettere davanti a tutto il lavoro. Ma pazienza, la cosa importante adesso è cominciare le cure, il resto si vedrà.-
Davide aveva tenuto stretta la mano della sua amata mentre le parlava, e le lo aveva ringraziato sorridendo con gli occhi leggermente lucidi.
- Dovrai fare la chemio?- Le aveva domandato la cognata.
Era una domanda forte, molto diretta, ma non c'erano modi, almeno in apparenza, per girare intorno alla questione delle terapie che la donna avrebbe dovuto affrontare di lì a poco.
Claudia annuì. - Sì, ma non voglio pensarci, almeno non per il momento. Benché pericoloso abbiamo deciso, con il medico che mi prenderà in cura e che è anche mio amico, di attendere fino a elezioni avvenute prima di cominciare ogni cosa.-
- Perché pericoloso?-
- Beh, la malattia non si fermerà in questi quindici giorni, anzi, e ad essere sinceri la situazione è già abbastanza grave. Ma mi fido di Francesco, il medico, appunto, e so che se non ci fosse stata davvero nessuna possibilità di attendere sarei già stata ricoverata.-
Eleonora si scusò un attimo, preparò il caffè e poi andò a controllare i bambini che giocavano nel salotto.
Tornando in cucina, dopo averli visti così tranquilli, domandò a Claudia cosa pensasse di fare con il figlio.
- In settimana ci parleremo, e credo sia giusto che anche voi accenniate qualcosa ai vostri bimbi. Soprattutto perché, e mi scuso fin da ora per il disturbo, penso avremo bisogno di chiedervi una mano per guardare Guido ogni tanto o cose simili, temo non riusciremo a fare tutto da soli.-
- Ma non lo dire neanche, stai tranquilla.- Le rispose il fratello. - Siamo una famiglia e come tale non c'è nessun disturbo nel darci una mano a vicenda.
Anche noi a breve spiegheremo ai bambini cosa sta succedendo e quanto sarà importante che anche loro stiano vicino a tuo figlio.
Piuttosto, papà? Con lui hai già parlato?-
- No, ancora no. E volevo domandarti se avessi voglia, domani, di venire con me a pranzo da lui. Stasera lo chiamo, ma sinceramente non penso che ci saranno problemi, solamente non me la sento di essere sola quando gli parlerò.-
- Non preoccuparti, va bene, volevo proprio chiederti se avessi bisogno di qualcuno per parlargli.-
Claudia si sentì terribilmente fortunata ad essere circondata da una famiglia così cara ed affettuosa e cara. Vista la difficile prova che avrebbe iniziato ad affrontare da lì a poco era importante che intorno a lei ci fosse gente pronta ad aiutarla e starle accanto.
Vista l'ora che si era fatta rimasero a cena da Gianluca, il quale a quel punto voleva passare assieme alla sorella tutto il tempo possibile, e fu da quella casa che chiamarono il signor Oreste per autoinvitarsi a pranzo da lui il giorno seguente.
I due figli furono bravi a non fare capire all'uomo che ci fosse qualche problema, e il padre si finse solo leggermente offeso perché non era stato invitato a quella riunione di famiglia pomeridiana.
Più tardi, mentre rincasavano, Claudia si domandò se non sarebbe stato meglio fargli intendere qualcosa, prepararlo al fatto che fosse accaduto qualcosa di grave, ma a quel punto erano pensieri inutili.
Durante la notte Guido si svegliò e decise di andare a dormire con i genitori. La madre, che da poco aveva iniziato a cercare di spiegarli che era ormai grande e doveva cominciare a dormire il più possibile nella sua stanza, fu invece felice del suo arrivo, e se lo tenne stretto al petto come se fosse l'ultima volta che le era permesso farlo.
Prima di ricadere nel mondo dei sogni il bambino aveva detto che era felice di averla a casa e di poter dormire con lei, e quando la donna fu certa di vederlo dormire lo iniziò a coccolare con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime.
Era tutto così ingiusto.
Avrebbe voluto rimanere davvero accanto a lui, ma sapeva che il ricovero e le pesanti cure l'avrebbero obbligata ad allontanarsene a lungo nella speranza, che certezza non sarebbe mai stata, di sopravvivere.
Chissà cosa avrebbe capito il piccolo di quella situazione, chissà se sarebbe stato in grado di continuare la sua vita di bambino mentre il mondo attorno a lui cambiava.
Più lo guardava, più ne ammirava i lineamenti dolci e le espressioni innocenti, più smetteva di temere per se stessa e cominciava ad avere paura per lui, per quello che sarebbe stato.
- La mamma ti ama, ricordatelo sempre.- Gli sussurrò.
E Davide, che era sveglio e aveva sentito quelle parole comprendendo il dolore della moglie, aveva avvicinato la sua mano alla sua, stringendogliela forte senza dire niente.
Quando uscì di casa per andare dal padre quella domenica mattina, Claudia vide i due uomini della sua vita giocare insieme sul pavimento del salone e pensò che qualsiasi cosa fosse accaduta loro sarebbero stati in grado di andare avanti.
Questo le bastava, le era sempre bastato.
Se davvero la parte peggiore del morire era lasciare un vuoto nelle persone amate era allora fondamentale vivere in modo da non dare motivi di tristezza, organizzarsi per bene affinché, nel momento dell'ultimo addio, coloro che rimanevano potessero guardarsi intorno e pensare che erano stati così felici da non poter permettere alla morte di distruggere tutto ciò che la vita aveva costruito.
Arrivò sotto la casa in cui era cresciuta quando era ormai quasi l'una, suo fratello era già arrivato e pranzarono tranquilli parlando praticamente solo di Oscar, argomento di cui certamente si sarebbe discusso ancora a lungo.
Quando il discorso si spostò su argomenti più leggeri cominciarono però a ridere e scherzare, facendo proprio come quando i due erano ragazzi e i pasti erano sempre un gioioso momento di condivisione.
Al signor Oreste, ormai avanti con gli anni, piaceva parlare del passato e raccontare ai figli di quando erano piccoli, riportando anche alle loro menti fatti che avevano dimenticato.
Come il giorno precedente, quasi fosse una tradizione, fu al momento del caffè che Claudia decise di confessare della malattia, e senza neanche poterlo immaginare fu proprio il padre ad intavolare il discorso.
- Ormai ci siamo, la prossima domenica, a quest'ora, avremo tutto già votato. Sei agitata, Claudia? O ormai è un'abitudine?-
La donna avrebbe voluto ridere, ma capendo che da quella frase poteva partire la discussione seria decise di non interrompere il momento.
- È proprio per questo che io e Gianluca siamo qui,- sospirò la figlia. - perché purtroppo, questa volta, anche se venissi eletta credo rinuncerei al seggio.- Spiegò.
- Come mai? Hai deciso di tornare a lavorare come medico?-
Claudia scosse la testa e si avvicinò al padre.
- Ascoltami, papà, ascoltami perché non è facile quello che ho da dirti, ma allo stesso tempo non ti preoccupare perché tutto si risolverà.-
- Claudia, bambina mia, non riesco a capirti.-
La donna fece un respiro profondo e guardò negli occhi il fratello.
Poi parlò, e lo fece diretta, senza giri di parole.
- Ho un tumore, papà. Anzi, ad essere corretti si tratta di un cancro, essendo maligno.-
nel sentire quelle parole il signor Oreste si sentì morire, credette di non avere più vita, di non sentir mai più l'ossigeno entrare nel suo corpo e il cuore battergli in petto.
Invece continuò a vivere e respirare, e lo fece singhiozzando.
- Papà stai calmo, se è calma Claudia on capisco perché dovremmo agitarci noi.- Provò a tranquillizzarlo Gianluca.
Ed era vero, la calma che ostentava la donna nel raccontare un dramma simile era disarmante.
- Non... non so cosa dire... la mia bambina...- Claudia gli sorrise dolcemente. - Sarà un periodo difficile, papà, non posso negarlo, ma ho ottime speranze di guarigione. Ho però bisogno di voi, del vostro affetto, non è una battaglia che posso combattere da sola.-
l'uomo cercò di calmarsi davvero, anche se la paura, già lo sapeva, non se ne sarebbe andata mai, forse neanche dopo un'eventuale guarigione di sua figlia.
Non aveva molta voglia di farlo, ma alla fine la donna si vide quasi costretta a raccontare con precisione al padre ciò a cui sarebbe stata sottoposta di lì a poco: le cure, gli interventi chirurgici e i pesanti effetti collaterali – fisici ed estetici – della chemioterapia.
Ogni parola sull'argomento era per l'uomo una pugnalata per l'uomo, ma non voleva rimanere all'oscuro di ciò che sarebbe presto accaduto alla sua amata bambina.
- Potrò stare con te quando sarai in ospedale?- Le domandò.
- Francamente non lo so, papà, dipenderà da molte cose. Ma ciò che per me è importante è che tu stia spesso con Guido, è lui che non deve rimanere mai solo. Ho paura che rimanga segnato da questo fatto e non voglio...- Claudia iniziò a piangere, e parve quasi assurdo vederla piangere nel parlare di suo figlio e non della gravità delle sue condizioni.
- L'ho già lasciato solo così tante volte a causa del lavoro che...- E lasciò che le lacrime le corressero lungo il volto senza vergogna. - Che non so neanche come spiegargli non della malattia, ma del dovermi allontanare ancora da lui.
Gli avevo promesso che dopo le elezioni ci saremmo presi un periodo di pausa per stare insieme, andare in vacanza, magari, visto che ormai è estate.
Quando erano a Torino, la prima sera, mi ha telefonato chiedendomi se ci sarei stata il giorno del suo diplomino alla scuola materna e gli ho risposto di sì, ma ora mi rendo conto di non saper neanche in che condizioni sarò quel giorno...-
Il signor Oreste, con gli occhi ancora lucidi, strinse forte le mani della figlia e rimase a lungo in silenzio.
Fu Gianluca a rassicurare la sorella, ristabilendo così l'ordine delle cose.
Anche se non voleva farsi vedere triste e sofferente vicino alle persone che l'amavano, la donna riuscì a sfogarsi e furono gli altri a consolarla ed asciugare le sue lacrime.
Il padre le promise che nessuno avrebbe lasciato solo il suo bambino e che in tutti i modi a loro possibili avrebbero impedito che la malattia minasse la gioia e la spensieratezza di Guido.
Poi lei andò a riposare un poco nella stanza dove viveva da ragazza, lasciando il padre e il fratello soli a parlare.
- Io glielo dicevo.- Sospirava in lacrime il signor Oreste. - Glielo dicevo che lavorava troppo, che prima o poi tutto questo le avrebbe fatto male. E le dicevo anche che la trovavo dimagrita, stanca... ma perché non mi ha mai ascoltato, la mia bambina, perché?-
- Glielo abbiamo detto tutti, papà, anche io e Davide, e non ha mai ascoltato nessuno. È testarda, lo è sempre stata e questa volta, purtroppo, le ha fatto male questo suo modo di fare.
Ma non possiamo tornare indietro, adesso dobbiamo fidarci di quello che ci ha detto e dei medici che la cureranno.
Anche io sono scosso, non riesco ad accettare l'idea che possa essere ammalata... ma cosa possiamo fare?-
Il signor Oreste continuò a tacere, il solo pensiero della figlia in pericolo di vita lo straziava.
Si alzò dopo poco e andò nella cameretta dove la figlia dormiva per guardarla riposare, proprio come se fosse ancora una bambina.
Svegliandosi e trovando il padre al suo fianco Claudia sorrise e gli strinse la mano.
- Sto bene, dico davvero.-
- Sei ammalata, amore mio, dovresti stare a riposo e curarti.- Le sussurrò con gli occhi di nuovo lucidi.
- Il prima possibile. Te l'ho detto, vedrai che andrà tutto bene.-
le accarezzò dolcemente il viso e poi lasciò che si riprendesse prima di riaccompagnarla a casa.
Claudia non avrebbe voluto che suo padre salisse da loro, era ancora molto stanca e voleva riposare, ma alla fine decise di far stare un po' insieme nonno e nipote, sistemandosi lei seduta in poltrona.
Capì benissimo, al momento dei saluti, che il signor Oreste non aveva voglia di lasciarla e guardò con tristezza Guido pensando a cosa avrebbe provato lei nel sapere suo figlio così malato.
- Ti chiamo domattina quando ho un attimo, papà, stai tranquillo.-
- Non vai alla parata?-
La donna si sbatté una mano sulla fronte.
Se ne era completamente scordata ma quel giorno era iniziato Giugno, dunque nella giornata successiva si sarebbe festeggiata la Festa della Repubblica.
- Me ne ero dimenticata.- Sorrise. - Comunque non credo. Ci sarà molta gente, troppa, e non voglio rischiare di star male. Però potreste andare tu, Davide e Guido, tornando qui per pranzo, così io avrò la mattinata libera per cucinare.-
- Non ti affaticare, Claudia.-
- Devi diventare meno ansioso papà, dico sul serio.- Commentò la donna.
Alla fine quel due Giugno passò proprio così, i tre uomini andarono a vedere la parata, che aveva sempre emozionato tantissimo il piccolo di casa, mentre la donna si era riposata e aveva preparato due teglie di lasagne e una torta.
Voleva godersi al meglio quegli ultimi giorni prima del ricovero, delle cure e di tutto il resto.
Senza discuterne a casa, tanto sapeva cosa sarebbe successo, il martedì era tornata a lavoro e, nel pomeriggio, aveva raccontato a Ettore de Giovanni, il collega di più cui si fidava e a cui più era legata, quale fosse la situazione.
- Mi dispiace davvero molto, non me lo aspettavo. Ultimamente non ti vedevo così in forma, Claudia, ma non ho mai pensato potesse essere una cosa tanto grave.-
- Non se lo aspettava nessuno.- Mentì. - Ma pazienza, adesso l'importante è saperlo e curarsi.-
- Certo, sicuramente. Anzi, mi raccomando, non sparire, dammi tue notizie e fammi sapere come stai.-
- Naturale. Vorrei continuare a lavorare almeno per il partito, ma dubito di farcela.-
- Cerca di stare tranquilla e riposare, lascia perdere il resto e concentrati su te stessa, Claudia, non fare cavolate.-
La donna sorrise e spiegò che aveva bisogno che nessuno ancora sapesse della faccenda, avrebbe detto poi tutto lei quando ve ne sarebbe stato bisogno, e lui la rassicurò.
Non fecero in tempo a salutarsi che Claudia ricevette una telefonata da Francesco, il quale la avvisava che due giorni dopo, il giovedì, sarebbero arrivati i risultati delle ultime analisi e il venerdì si sarebbe dovuta presentare in ospedale per gli accertamenti radiologici.
Claudia capì che quegli ultimi tre giorni avrebbe vissuto il lavoro solo a metà, ma decise di non salutare ancora nessuno e fare come se niente fosse, cercando di non destare sospetti in nessuno.
Di ritorno a casa le venne in mente l'unica persona a cui ancora non aveva detto nulla e che invece si meritava di sapere quello che le stava accadendo.
Isabella Ramazzotti, la sua migliore amica.

   
 
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