Buonasera e buon sabato!
Dunque, non so esattamente come iniziare questa "mega" recensione che comprende la completa lettura della long però cercherò di essere innanzitutto esaustivo in quanto meriti un parere completo su tutto quello che ho avvertito e avuto il piacere di leggere.
Comincerei con la parte più burocratica e formale della storia, vale a dire la grammatica e l'ortografia.
Non che abbia molto da dire e segnalare, il livello di entrambe non cala praticamente mai con il proseguire delle azioni e della vicenda in sè, tutto è praticamente curato con molta volontà, quasi ossessivamente (in maniera positiva del termine, s'intende), sia quando i personaggi dialogano sia quando c'è una narrazione e una descrizione dei gesti e dei movimenti, che si percepiscono nella loro pulsante ecletticità: insomma, tutto particolarmente elevato e molto bello nella lettura, ma in fondo questo me l'aspettavo e lo ricercavo.
Passando per la parte più informale della long, preparati perché ne ho tante, davvero tante da dire.
Premetto con il dire che inizialmente nel primo capitolo non avevo subito afferrato il problema che affliggesse la stessa Lucinda, un personaggio che qui è sicuramente più serioso, ambizioso e fragile di quello che siamo abituati a vedere nella serie, anche per via di una sorta di background forse un po' accennato ma comunque pressante e sicuramente comprensibile per i suoi gesti e le sue scelte.
Nonostante si parli di una sedicenne, c'è quell'aria sognante e da dannata romantica dentro di lei che si percepisce nonostante la grande trappola nella quale è caduta e sembra per buona parte non uscirne in quanto ha l'idea che nessuno capirebbe e la comprenderebbe a fondo, non riuscendo a soffermarsi su quello che ha dentro il suo cuore e sopratutto la mente.
L'anoressia (così come la bulimia) è un ostacolo che bisogna superare chiedendo aiuto prima che sia troppo tardi; purtroppo sono molti i casi di persone che mantengono le distanze e non si aprono per paura del continuo giudizio della gente e a meno che non ci siano episodi o persone accorte, rischiano veramente di fare una fine miserevole.
Come dicevo, Lucinda è ambiziosa e lo si nota già in maniera più positiva quando fa i suoi spettacoli e ci mette tutta se stessa per gli applausi e per creare qualcosa di bello da vedere e vivere in una serata, anche affinché Gary la possa osservare ed essere fiera di lei, nonostante tutto; ovviamente però la sua ambizione non si ferma solo in questo ambito e i successivi tre capitoli sembrano una sorta di via crucis verso l'annientamento e il sollevare, portarsi sulle spalle una crociata che solo lei può comprendere, quindi c'è questo ambivalenza che le dà personalità, adattissima visto che è un'adolescente comunque insicura nel profondo.
Sinceramente a me Gary inizialmente non mi diceva niente, nel senso che avendo capito al meglio quando il linguaggio si è fatto esplicito, prima mi dava l'idea di essere assente e cavaliere solamente di facciata, mentre dal terzo capitolo ho iniziato a comprendere meglio il suo ruolo da fidanzato e sopratutto da amico, in maniera più totalitaria.
Infatti al principio mi ero detto che Kenny forse avrebbe avuto un ruolo più investigativo per aiutare la sua grande amica, cosa che comunque non spettava a lui per motivi vari; nonostante questo, lui ha fatto il possibile per interessarsi genuinamente e questo è da apprezzare, è in linea con il Kenny che conosciamo nell'anime.
Personalmente non ho un'idea globale molto forte di entrambi i personaggi, cioè di Gary e Lucinda: avendo seguito la serie fino a lei come accompagnatrice di Ash (tra l'altro, azzeccato il riferimento d'indifferenza del ragazzo rispetto a questo, così come a cotte ed altri stupide affinità da pairing), lei mi è sembrata sempre gaia e determinata a realizzare il suo sogno (anche perché non ci si può aspettare un'introspezione da romanzo) però comunque i due nel bene e nel male rappresentano quella testardaggine e quel modo di fare un po' strafottente nel credere di sapere di essere e di sapere cose che gli altri non potranno mai vedere allo stesso tempo, sbagliandosi chiaramente tra l'altro.
Qui c'è il grande pregio di rappresentarli vulnerabili quando riescono a raccontare ciò che covano realmente nel profondo, infatti penso che nel quarto capitolo ci sia l'apice, il climax di tutta la storia, che si delinea bene e ha sicuramente una sua forza interiore nel raccontare qualcosa, essere anche d'esempio, non si sa mai.
La vera forza viene rappresentata dal dialogo, dall'affetto che Gary (la persona in realtà più vicina ed accorta) riesce a dare alla sua milady, facendole capire che lei è ben oltre che la figlia di Olga e non può semplicemente vivere il presente in quel modo per raggiungere una perfezione equalitaria, ma piuttosto fare di più rimanendo imperfetta ma così vera, umana e sopratutto in forma, coscienzosa del suo potenziale senza raggiungere un qualcosa di esteriore che può risultare solo plasticoso e finto, tirato, così come il suo volto nei primi momenti.
Dal punto di vista dell'immaginazione e di quello che hai creato con le tue descrizioni, ho avuto delle immagini nitide e forse le più forti nel secondo capitolo, del luogo dell'appuntamento di Lucinda e Kenny, molto variopinto e anche in linea con i colori e l'aura estetica di Lucinda, tutto in linea ma non stona assolutamente, molto cartoonesco se vogliamo, molto fatato e fiabesco.
Considerando anche quello che rende paralizzata Lucinda in qualcosa di unico e grave, la scena in ristorante ha la sua importanza, specie in bagno si crea quella scena abbastanza conosciuta e triste, in quanto è uno stimolo più forte dalla volontà di godersi un momento.
In più, sono rimasto colpito dall'immagine (o meglio, foto) che ti ha coinvolto e fatto partire l'idea per scrivere questa long con molta intensità e volontà di rappresentare qualcosa, molto dolce e sicuramente la parte rappresentativa del fluff, avvertita in tutto il suo splendore nel sesto e conclusivo capitolo, specie grazie alla poetica e cinematografica confessione.
Che dire, in conclusione... è un'idea presente e che si percepisce su tutti i suoi lati e i suoi intenti, manifesta bene il problema e riesce a donare delle risposte in grado da sprigionare via i fantasmi e le insicurezze che attanagliano lo stomaco e lo spirito.
Scritta egregiamente da prima ad ultima parola, con un'idea lineare e molto precisa nell'esprimere insegnamenti, i generi della storia sono ben inseriti ed amalgamati, si mischiano bene e rendono tutto chiaro, percettibile e con una lineareità forte e visibile.
Qui i personaggi sono positivi e umani (sopratutto, come già accennato) e riescono a dialogare e mettersi sullo stesso piano, chiaramente, guardandosi negli occhi e poi andando a richiedere aiuto a chi veramente può farlo.
Semplicemente una coppia qui rappresentata in un contesto reale, più disteso e speranzoso, come forse in maniera semplice dovrebbe essere.
Una long che ho molto, molto gradito leggere per tutto l'insieme, d'alto livello nella sua immediatezza.
Un abbraccio,
Watashiwa
P.S: Ho optato per una recensione unica perché ho letto i capitoli con molta facilità in quanto come se fossero dei semi-capitoli per lunghezza e volevo scrivere un parere più generale e compatto, con tutte le cose che mi avevano colpito di più. |