Recensioni per
La Spirale di Pietra
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Arrivo oltre il filo di lana, ma quest'anno sono scivolata in quel frullatore demoniaco che è il Natale, e mi ritrovo a dover raccogliere cocci e incombenze che mi sono capitate tra capo e collo all'ultimo minuto. Un classico, insomma.

Veniamo a Kira e alle sue vicende. Se nel primo capitolo lo conosciamo nell'età in cui il dolce riesce a sopire il sapore del sale, almeno sino all'inevitabile punto di non ritorno, in questo secondo intermezzo Kira si alimenta di quel sale. Fa parte di lui. È come se questo ragazzo fosse diventato un blocco di silicio ambulante: duro, impermeabile, refrattario. Il dolore lo fa; il dolore cambia le cose, così come accade nelle ossido-riduzioni: gli zuccheri, generano l'alcol. Il dolore di Kira genera una rabbia cieca e abbacinante in cui lui può solo imparare a camminare. Diventa la sua forma di energia. E quello che spaventa è la razionale e lucida pazienza che Kira dimostra di possedere. Un ragno che tesse la sua tela ed attende che l'incauta farfalla ci resti impigliata.
Nel capitolo precedente ti dicevo come questa storia ha dei tratti antropologico davvero interessanti. La dea dei veli e dei coltelli, Isa, è un'entità affascinante: si porta la morte sia con le lame che con le labbra. E, in fondo, l'orgasmo non è chiamato anche "piccola morte"?
Mi è piaciuto moltissimo anche che le papabili città alleate di Vilant, Lirth e Ur, fossero diverse tra loro: se la prima era costruita in argilla cotta, l'altra no, l'altra era massiccia e imponente, con un tempio sulla sommità di una lunga scalinata che, a dispetto del nome caldeo, mi ha richiamato alla mente le culture meso-americane. Questa tua cura dei dettagli denota una particolare attenzione nell'ideare un mondo: spesso - troppo spesso - si tende a dimenticare che un impero ha, per forza di cose, diverse facce, diversi aspetti che concorrono a formare la propria cultura. Prendi Roma. Un Licio era diversissimo da un Iberico. Sì, parlavano un latino comune, una sorta di koinè, pregavano gli stessi dei - più o meno - e usavano la stessa moneta; ma le tradizioni erano diverse, così come gli accenti, l'uso stesso delle parole e dei cibi che mangiavano. Alle volte, è sufficiente anche essere un paese come il nostro, per far sì che emergano differenze profonde: al Nord, i tetti a spiovente sono una reale necessità; al Sud, un vezzo, ché quando mai vuoi che nevichi a Palermo?
Invece, molti autori tendono a glissare su quest'argomento, comese non fosse importante. E forse non lo sarà, ma io ritengo che la tua attenzione doni quel certo je ne sais quoi alla storia. La fa spiccare, emergere. Ti restano dentro, quelle differenze, che non sono belletto e mascara, attenzione: sono elementi sui quali tu costruisci la storia. Kira sfrutta l'ambiente che lo circonda, ci vive immerso dentro e ad esso reagisce.
Ho apprezzato la sua scelta di parlare all'Assahrì a cuore aperto, anche se le sue parole non sono suonate sincere alle mie orecchie. Tutti quanti sono degli eroi, quando vogliono qualcosa, beh, la chiedono, lo sai, a chi può sentirli; era una canzone del 1997 (glom!) e trovo che contenga una verità insindacabile. Kira chiede all'Assahrì di essere quello che lei è nata per essere: un'arma, che uccide colle lame e col sorriso, ma pur sempre un'assassina. Io non credo che lei avesse bisogno che qualcuno risvegliasse una sorta di natura che, a furia di danzare nella Casa dei Piaceri, si era assopita; ma Kira ha fatto leva su questo, cosicché lei reagisse. E tu hai saputo sfruttare questi meccanismi per darmi l'illusione che sì, fosse possibile; che sì, non stessi leggendo una serie di buone idee messe per iscritto, ma una storia.
Ho solo un dubbio, anzi due: Mnerva mi richiama alla mente Minerva, e ciò suggerisce una lotta tra il rigido rigore e la passione sfrenata - non solo sessuale; qui, in questa tua storia, emerge chiaramente un contrasto tra la legge ed il caos, tra l'apollinea rigidità della civiltà e la bruciante vendetta che anima questo ragazzo e che ha già iniziato a far scricchiolare le fondamenta della sua armata - e non è neppure arrivato a vedere le mura di Svea!
Il secondo riguarda Demera. Perché Kira è così sicuro che la ragazza lo stia aspettando?
Cosa glielo fa pensare - sperare?
Orgoglio maschile?
Sono sicura che il prossimo capitolo dissiperà tutti i miei dubbi.

P.S. Amax è il personaggio che ho amato di più, sinora. Se nel primo capitolo il padre di Kira era il suo genitore biologico, quello che l'ha fatto emergere dal prorpio seme, qui Amax è il padre adottivo che lo rende uomo. perché sì, è proprio così, ognuno di noi ha più di un genitore: quallo che ci genera e ci alleva, e quello che ti istruisce.

Recensore Master
18/12/17, ore 14:55

Avevo adocchiato questa storia la volta scorsa, mentre cercavo di cpaire che tipo di autrice fossi; notando che si trattava di una storia a capitoli, sono passata oltre, ripromettendomi di darle un'occhiata la prossima volta.
Iniziamo dal titolo: i tuoi titoli sono di una semplicità disarmante (soggetto e complemento), come quelli di Camilleri; ed è proprio questa la loro forza. Un titolo deve invogliare, ma non essere roboante, deve incuriosire ma non spiattellare tutto subito; deve farti sentire a casa. E i titoli "semplici" sono anche i più eleganti. Ti predispongono alla lettura, come accade per i romanzi di Camilleri.

Il lessico è ricercato, ma non aulicamente astruso. Si sposa alla perfezione con il ritmo e la lontananza - nel tempo e nello spazio - delle vicende di Kira. Ha un andatura che profuma di carta invecchiata, di storia. Sembra di sentire qualcuno che, questa storia, te la sta raccontando, mostrandoti la città di Svea come la vedrebbe un pellegrino o un mercante che si reca al mercato a vendere le proprie mercanzie. Sembra di essere all'interno di una campagna di D&D, oppure in uno dei romanzi di Steven Erikson: la società ci viene descritta attraverso gli occhi del protagonista, Kira, e, attraverso di lui, apprendiamo usi e costumi di un mondo che basa le proprie percezioni sui minerali e sulla pietra stessa.
Me ne sono resa conto nel corso del primo cpaitolo, il campanello è scattato alla descrizione degli occhi della piccola protagonista. Acquamarine, le ha descritte Kira, anzi, no cristalli di acquamarina. L'uso di ricorrere ai colori delle pietre preziose è un classicone della letteratura fantasy, anche se, a dire il vero, quest'uso diviene un abuso in certa letteratura "bassa", pop all'ennesima potenza, dove abbondano occhi d'ossidiana, di diaspro, di vattelappesca, e il povero lettore si deve fermare per andarsi a cercare di che colore sia quella pietra preziosa. Qui, invece, il paragone è perfetto, calzante. Tutto questo mondo di basa sulla pietra, dalla spirale della madre di Kira ai costoni che sorreggono Svea, agli occhi di Demera; paradossalmente, sarebbe stato straniante non trovare qui questo parallelismo.

Ho amato tutti i personaggi, da Kira a demera al padre del ragazzo; avrei voluto conoscere anche la madre del nostro protagonista, ma la sua voce non era necessaria - almeno in questo capitolo -; mi lasci comunque la curiosità di capire che tipo di donna era. Del padre di Kira ho appreso qualcosina. L'ho visto agire, portarsi dietro il figlio al mercato, disarmare i suoi tentativi di piazzare il carretto accanto al banco dei dolci - perché sono troppo cari, e gli sembra una cattiveria far vedere al figlio qualcosa che lui sa non potrà dargli - al fornire proprio un dolce al figlio per mitigare la sua delusione, assieme ad un prezioso consiglio, ad una massima di vita.
È stato un momento molto forte, vero. Paradigmatico, potremmo dire. Mazze e panelli fanno i figli belli, diceva mia nonna. E se quel dolcetto ha mitigato la tristezza, la delusione, il sale in bocca a Kira, il ragazzo, proprio a causa di quel dolce, ricorderà la lezione di vita che suo padre gli ha appena fornito. Credo che, senza voler togliere nulla a Kira e Demera, il padre di Kira sia il personaggio che ti sia riuscito meglio, proprio perché agisce come un vero padre, come se in lui ci fosse un po' del padre di tutti noi.

La trama si dipana in due momenti fondamentali, almeno in questo primo capitolo: il primo, ci introduce a volo d'uccello nel mondo che hai ideato, e sembra quasi di sentire i rumori del mercato, della strada, delle ruote sul sentiero, delle mercanzie che frusciano, rombano, tintinnano, assieme al batticuore di Kira e all'infoscarsi del suo umore. E posso gustare un sapore dolce e salato sulla lingua.
Il secondo momento, come dici tu, sa solo di sale. La descrizione della malanera, dell'epidemia che si sprigiona piano piano, lentamente, mentre Kira e la sua famiglia non s'arrendono, e anzi, s'intestardiscono a trovare aiuto a Svea, salvo per scoprire che è proprio a Svea che tutto è iniziato e che è qui che si annida la paura. Paura che arriva a far commettere un atto orribile ai cittadini di Svea. E qui, nonostante l'orrore, non me la sono sentita di odiare gli abitanti della capitale; la paura è un motore terribile e di difficile governabilità. Ci sta tutta che abbiano reagito così. Quello che non ci sta - o meglio: quello che a me ha fatto girare le scatole - è stato il ocmportamento di demera quando si è resa conto di quello che sarebbe accaduto di lì a poco. "Lascia perdere. Poi smettono e si calmano", come se fosse la normalità - e per lei lo è, purtroppo - senza pensare al fatto che erano i genitori di kira quelli che avrebbero linciato di lì a breve. O forse l'ha fatto per non far assistere il suo amico d'infanzia ad uno spettacolo raccapricciante? Mi hai lasciato col dubbio,
Per ora, staimo assistendo ai prodromi di una storia di vendetta; la vendetta, più che l'amore, è un motore potentissimo che fa presa sui lettori perché ci si immedesima con una facilità incredibile nei problemi e nella rivalsa che i protagonisti delle storie di vendetta suscitano in chi legge. Se già mi è venuto in simpatia Kira, quando l'ho visto caracollare sulla piazza del mercato a causa di uno sgambetto, mi sento più vicina a lui dopo quello che gli è successo; sarebbe impossibile non esserlo, ma, avendoci tu fatto conoscere ed entrare in simpatia Kira, è più forte, molto più forte, la simpatia genuina che le vicende di questo ragazzo suscitano.
Leggerò con piacere il resto dei capitoli, il tuo stile è scorrevole, accattivante e sicuro; insomma, è una piacevole passeggiata in cui immergermi in questi pomeriggi di tardo autunno.

Recensore Veterano
23/09/17, ore 04:02

Bene. Cioè no, non va bene per nulla.
T.T
Alla fine le mie paure erano vere: Kira era posseduto e ha liberato i demoni: ma il finale è stato più cruento e più privo di speranza di quel che mi aspettavo. La cosa peggiore è sapere che Kira continuerà a vivere mentre i demoni uccideranno e divoreranno il resto della razza umana.
Penso non ci sia niente di peggiore.
Comunque, il modo in cui hai tenuti le fila di tutto, portando a questa conclusione, è stato perfetto, e non lo dico così per dire. Sarebbe stato facile creare un sotterfugio con cui dare una possibilità agli umani, questa versione invece mi lascia l'amaro in bocca e, di riflesso, mi fa riflettere sulla realtà attuale, dove i vincitori non sono sempre i santi per i quali vorrebbero farsi passare (USA feeling intensifies)e dove certe guerre non andrebbero scatenate (North Korea feeling intensifies).
Il che penso sia uno dei fini ultimi di una buona storia: il far riflettere sulla realtà.
Ecco tutto.
So di non essere brava a recensire, men che meno sul piano tecnico, però spero di aver espresso il piacere con cui ho letto questa storia e le sensazioni che mi ha suscitato. E spero di ritrovarti ancora, contest o meno.
Quindi, alla prossima!^-^

Recensore Veterano
23/09/17, ore 03:44

Here I am!^-^
(Ora che ho tempo ne approfitto)
Credo di avere la conferma di quel che sospettavo: Kira è un demone/è posseduto da un demone. Intanto la morte del suo maestro è stata strana, poi l'escalation di violenza nella guerra (ok, è una guerra quindi è violenta, ma se vuoi liberare qualcuno da un oppressore tendi a lasciarlo in vita: Kira invece gode nello sterminio) e infine Demera.
Cioè l'ha uccisa.
E la cosa che desiderava era il pugnale,non lei. O almeno, Kira-demone voleva il pugnale, mentre Kira voleva Demera?
Questo è stato abbastanza un colpo di scena, perchè mi avevi fatto pensare che la cosa che lui voleva a Svea fosse Demera. Ammetto di esserci rimasta male alla morte di lei, ma ci sta perfettamente!
La lenta - neanche tanto - evoluzione di Kira da condottiero a sterminatore/demone è una delle cose migliori di questo capitolo, assieme alla sensazione che ti dicevo nella recensione precedente, quel dubbio sul fatto che Kira sia Kira, e a questo punto sull'obbiettivo della ribellione.
La vedo male.
Molto male.
Vado a leggere la fine!^4^

Recensore Veterano

Ciao! T.T Perdona l'assenza: tra RL e contest è stato come vivere in un eremo. Ora prometto di rimettermi in pari. ^-^
Questo capitolo è inquietante. E proprio per questo mi è piaciuto.
Mi spiego meglio: avevo lasciato Kira a riprendersi dopo una guarigione di natura sospetta ( miracolo o opera dei demoni? ) e adesso vedo la sua evoluzione in liberatore/condottiero. BUT: è davvero così? Sembra tutto sensato, combattere Svea per riportare la libertà eppure ogni tanto mi butti lì qualche accenno (scoppi di rabbia, occhi che cambiano, uccisioni prive di senso) che mi fa pensare, ecco, non è Kira, è un demone, e nessuno se ne sta accorgendo. Ho tremato per Amax quando gli parla in privato: non penso che vivrà a lungo, sembra l'unico a capire che qualcosa non va.
Devo invece farti i complimenti per tutta l'ambientazione: se già nel primo capitolo Svea era descritta in un modo che me la faceva vedere davanti agli occhi, qui hai cambiato scenario per portare il lettore in giro tra città e culture diverse (è un mondo con molto potenziale, io te lo dico, soprattutto per quel che riguarda i Vanyis ^-^) ed è un'esperienza bellissima.
Vado al terzo capitolo!

Recensore Veterano
26/08/17, ore 09:02

Come promesso, eccomi! ^-^ (Grazie del link: in questi giorni ho parecchi problemi nel visualizzare il sito)
Le narrazioni molto lunghe, senza quasi dialoghi, di solito mi lasciano indifferente MA (ed è un ma meritatissimo) in questo primo capitolo mi hai conquistata. Hai praticamente creato una città sotto ai miei occhi, arricchendola di particolari ad ogni riga, e hai caratterizzato personaggi che suppongo di rivedere in seguito. Mi sembra di capire che Kira ha liberato/sta per liberare involontariamente qualcosa di peggiore della malanera che sta mietendo vittime (la scena della morte dei suoi, bruciati vivi, me la ricorderò per un po'). Demera invece... Per ora non mi dice niente: bellissima, gentile, aspetto sviluppi.
^-^

Recensore Master
18/08/17, ore 08:32

Contest Stelle D'Oriente

1° posto pari merito: La spirale di pietra – Nirvana_04 – 48.5/50
Premio “Stella d’Oriente”:


Grammatica e stile: 9.5/10
Lo stile è stato semplicemente perfetto, limpido e scorrevole. Si leggeva senza affaticamento e non aveva “picchi di annoio” come li chiamo io, ossia parti noiose che fanno scemare l’attenzione del lettore. Mi piace molto il tuo stile. Non hai utilizzato parole troppo arcaiche o troppo di uso comune, ma una via di mezzo.
Per quanto riguarda, invece, la grammatica ho trovato solo dei piccolissimi errori che ti riporto qui di seguito:

• sponda la porta (sfonda la porta);
• I nostri antenati l’avevano ben seppellita » (fra seppellita e le virgolette hai messo lo spazio invece del punto.);
• «Erano innocenti»… - «Come i miei genitori»… (qui hai dimenticato di mettere lo spazio fra le virgolette e i tre punti).

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Per Kira avrei tanto, troppo da dire. Lui è il motore scatenante di tutta la storia, la vittima ed il carnefice, il predatore e la preda. Se non fosse stato per lui tutto questo non sarebbe mai successo. Kira è stato un umano, dall’inizio alla fine, succube delle sue passioni e dei suoi desideri, arrivando a fare qualsiasi cosa per arrivare al suo scopo. Se all’inizio era solo quello di vendicare la morte dei genitori, uccisi in modo assai ignobile, a mano a mano che il tempo passava si trasformava in qualcosa di più.
Figure importanti, e con un ruolo centrale, Demera e Amax sono stati la sua coscienza e il suo passato, troppo fragili per riuscire a contrastare il potere di Ba’al Zebul.
Demera era il suo passato, qualcosa che cercava di tenerlo lontano dalla sete di vendetta. Lo si nota fin dal principio, quando cerca di trattenerlo per non farlo andare dai suoi genitori e lo si nota nel corso della storia, specie alla fine. Creatura troppo fragile per riuscire a contrastare il demone Ba’al Zebul. Di un’umanità sconcertante verso la fine, quando, invece di preoccuparsi per se stessa, si preoccupa per Kira, dicendogli di aver paura per lui, come se sapesse quale demone albergasse in lui.
Amax era la sua coscienza, qualcosa che cercava di farlo ragionare sempre e comunque, in qualsiasi circostanza o situazione. Verso la fine ho anche pensato che fosse stato Ba’al Zebul a ucciderlo, muovendo il corpo di Kira.
Infine abbiamo Ba’al Zebul, il principe dei demoni, che con astuzia e pazienza è riuscito a soggiogare Kira, portandolo a non distinguere più cosa fosse giusto o sbagliato. Essere infimo e ammaliante che sussurrava cosa fare e cosa non fare nell’orecchio di Kira.
Ogni personaggio, sia primario che secondario, ha avuto un ruolo fondamentale in questa storia. I personaggi, poi, sono stati descritti in modo talmente perfetto da risultare veri. Ottimo lavoro, non potevi fare di meglio.

Utilizzo del pacchetto: 10/10
Ho controllato il bando indetto da Dollarbaby per quanto riguarda la sezione pacchetti e l’ho confrontato con il pacchetto che mi ha mandato l’amministrazione. Ho trovato tutti gli elementi del pacchetto e che ti hanno dato il massimo. La cosa sorprendente è stata la maestria con la quale hai saputo combinarli fra loro per creare questa storia. Soprattutto l’utilizzo dei due colori, specie dell’acquamarina.

Originalità e trama: 10/10
Erano anni che non leggevo una storia del genere, una storia che mi prendesse così tanto e non mi facesse allontanare dallo schermo se non con l’ultima parola: dannata. È stata una trama ben strutturata, sia nei tempi che nella scrittura, così originale che alla fine mi sono ritrovata divisa a metà: da una parte ero felice di essermi sbagliata sull’esito della battaglia (adoro quando tutte le mie congetture, tutte le mie previsioni vengono distrutte) ma dall’altro mi sono ritrovata con una tristezza infinita nel petto. Aveva vinto il male, aveva vinto la follia che dà il potere e la brama di potere, e tutti i buoni propositi, tutte le promesse e le speranze vengono distrutte, lasciando il posto all’oblio. Di solito, nelle storie che leggo, vince sempre il bene e il male viene sempre sconfitto. Tu, invece, hai fatto prevalere quell’oscuro sentimento di odio e hai fatto vincere i demoni che albergano fuori e dentro di noi.
Con una trama del genere e con un’originalità del genere non potevi che meritarti il massimo.

Gradimento personale: 9/10
Dire che la tua storia non mi sia piaciuta è come dire un’eresia. L’ho trovata davvero bella, particolare e accattivante. Come direbbero i francesi: Chapeau. Non ho molto da aggiungere che non abbia già detto nei parametri precedenti.
L’unica nota che ti ha penalizzato un po’ (ma questo è solo il mio punto di vista che può essere liberamente contestato) è stato il non aver approfondito il passato di Demera e Amax, soffermandoti solamente sul passato di Kira. Unica nota dolente in un racconto stupendo.


Totale: 48.5/50
(Recensione modificata il 18/08/2017 - 08:34 am)

Recensore Veterano

Recensione premio per il primo posto nel concorso. "Steampunk Tendencies"

Questa è stata una delle tue prime storie (?) e si vede: lo stile tanto bello che ora ti caratterizza è ancora acerbo e quasi infantile, ma già saltano subito all'occhio le particolarità che lo renderanno riconoscibile (le descrizioni dettagliate ed evocative - quella iniziale della città di Svea mi ha lasciato senza fiato- lo stile poetico arricchito da un'accurata ricerca nell'uso del lessico più appriopriato e prezioso, con il ricorso anche a parole che non sono proprie del contesto o che sono poco utilizzate). Si vede come tu abbia lavorato e migliorato molto nel corso dei mesi: all'inizio la poesia era quasi forzata e ridondante (come l'insistenza sul fatto che gli occhi di Demera siano verdi e splendenti come smeraldi) e risaltava proprio per il fatto che non fluisse armoniosamente con il resto, ma sembrava quasi inserita a forza; ora, invece, si intreccia magnificamente la tessuto del racconto e ne è una parte integrante che la arricchisce e l'abbellisce. Anche la tendenza ad essere sovrabbondante con gli aggettivi, piano piano si è attenuata e sei riuscita a trovare un compromesso perché lo scritto risultasse fluido ma non privo di particolari.
Questa storia mi ha permesso di vedere e constratare il tuo percorso di crescita, soprattutto per quanto riguarda lo stile, che hai affinato e consolidato.

Per quanto riguarda il resto sei rimasta fedele a te stessa: l'atmosfera cupa, tetra e rosso sangue è quella che accompagna molte delle tue storie, la tragicità e la parte più turpe, dolorosa e meschina della vita (che spesso si tende a nascondere) emere anche qui con forza, lasciando il lettore sconvolto e straziato e rendendolo partecipe in prima persona, la descrizione dei sentimenti e dei pensieri dei personaggi è efficace e precisa (e con il tempo si è approfondita, riuscendo a coglierne ogni sfumatura) e la trama è incalzante e coinvolgente (sebbene si snodi in maniera molto più rapida e incalzante, in una successione serrata di eventi). A questo proposito molto intenso e straziante è stata tutta la parte relativa ai sentimenti di Kira, non sempe ben definiti e definibili: cerca di giustificare le sue azioni dietro una parvenza di giustizia, sebbene in cuor suo si renda conto di come, in realtà, si tratti di mera vendetta e sete di sangue; il fatto che nel secondo capitolo ci sia questo continuo contrasto e scontro tra le due cose mi è piaciuto molto e mi è dispiaciuto quando, lentamente ma inesorabilmente, ha iniziato a credere alle proprie scuse e ha eliminato ogni briciolo di pietà e umanità. Il fatto che sia stato posseduto da un demone lo giustifica solo in parte: è stato lui ad assecondare le volontà dell'essere e ad alimentare la sua rabbia, il suo dolore e la sua frustrazione con il sangue; la creatura ha approfittato della sua debolezza ma è stato Kira stesso a permettere che continuasse a sfruttarla: se la sua parte più "umana" e compassionevole fosse riuscita a fare presa su di lui e non fosse stata così brutalmente soffocata, sarebbe riuscito anche a liberarsi della presenza del demone (?). In un certo senso Kira ha combattutto contro il suo demone interiore - sia metaforicamente sia letteralmente- e a lasciato che questi lo soggiogasse e lo vincesse.
La possessione rende il tutto ancora più triste, desolante e avvilente: scoprire di essere stato solo una pedina nelle mani di qualcuno che ha approfittato di te senza remore e senza dubbi, scoprire di aver ucciso e massacrato in nome di una causa fittizia e proprio grazie a questo di aver liberato esseri che continueranno a spargere sangue e massacrare, condannando l'umanità già mutilata da lui, aver ucciso la persona amata e aver commesso crimini atroci senza averne realmente coscienza...è tutto insopportabile e se fossi stata in Kira mi sarei uccisa pur di non sentire un dolore così grande e opprimente.

Gli spunti per la riflessione non mancano affatto e toccano argomenti attualissimi e brucianti: nella "scalata al potere" di Kira (da semplice ragazzo a condottiero) o intravisto quelle stesse prese di maggior forza e influenza di tanti capi di stato del passato e del presente, che sono riusciti ad abindolare gli altri promettendo loro pace, pane e libertà, ma erano volti solo ai propri scopi, approfittando del loro carisma e del loro ascendente per trascinare questi poveri creduloni da uno spargimento di sangue ad un altro. Ho trovato davvero incredibile la facilità con cui Kira sia riuscito a convincerli e come questi lo venerassero e lo idolatrassero, nonostante li stesse portando alla morte e a trucidare i loro simili. La guerra è una tema sempre attuale e delicato e l'ultimo capitolo ne ha mostrato l'insensatezza (perché nell'ardore della battaglia non ci pensiamo due volte prima di ammazzare un uomo, ma una volta che lo scontro è finito l'omicidio ci ripugna?), la vacuità (alla fine Kira non ha combattutto per quello che credeva e che dichiarava) e l'eferratezza atroce, gratuita e inutile.
La possessione di Kira mi ha portato a domandarmi se davvero siamo consapevoli degli atti che commettiamo e delle conseguenze che ne derivano, e questa storia ha mostrato come molto spesso non sia così e come noi, in realtà, siamo guidati dai nostri demoni che ci accecano e ci marionettano a loro piacimento facendo passare i loro desideri per i nostri.

La storia d'amore finita tragicamente è stata la ciliegina sulla torta, l'apice della caduta di Kira e del suo abbruttimento, sebbene non sia stato propriamente lui a causare la morte della sua amata, quel gesto ha sancito l'arrivo di Kira sul fondo della sua crudeltà, della sua spietatezza e del suo indurimento. L'unica persona che voleva e poteva salvarlo da se stesso, dal suo dolore (che ha trovato uno sfogo non corretto) e dalla sua rabbia, è stata uccisa senza che se ne rendesse conto: il suo "non lo so" sussurrato a mezza voce è emblematico (per mesi ha condotto un esercito ed una guerra, ha massacrato e ordinato ecatombi, ha stretto patti e alleanze e ha visto morire migliaia di persone eppure ha fatto tutto questo per conto di un altro e spinto da una motivazione vuota e inesistente; il peso di questa consapevolezza lo svuota completamente e lo schiaccia, lasciandolo basito e confuso, incredulo).

Anche questa si è rivelata essere una storia molto bella. Ho apprezzato molto lo sfondo variegato, fantasioso, incredibile e molto ben descritto che sei riuscita a creare: le varie città avevano tutte un sapore esotico e orientale, mi hanni affascinata e attratta e mi hanno lasciato a bocca aperta (Svea, soprattutto, con la sua struttura mozzafiato e avvenieristica) mentre gli accenno sugli usci e i costumi dei vari paesi, sulle religioni divers eppure simili, sulle credenze e sulle organizzazioni governative, mi hanno molto incuriosita. Sei stata capace di creare un bell'universo molto dettagliato e allettante, che mi ha conquistata e mi ha avvinta con la città dei venti, le tempeste di sabbia, le varie divinità, le donne seduttrici e letali...
Un'altra bella storia che ha messo in evidenza la tua creatività e la tua bravura.

Ayr 

Recensore Master
05/11/16, ore 09:40

Oooo, finalmente tutti i nodi tornano al pettine: Kira è stato un burattino nelle mani del principe dei demoni per tutto il tempo, dal primo capitolo. Immaginavo che Demera avesse un legame con la dea, più debole di quanto avessi immaginato, tuttavia tale da esser stato quasi decisivo. Quasi, appunto: è morta male e il demone ha addirittura inveito sul cadavere, una scena raccapricciante; mi è piaciuto il dramma di Kira. L'impotenza nel vederla trafitta, la sua voglia di morire, più che vendetta, sono state calzanti e toccanti, in un finale amarissimo ma stupendo. Tutto ciò che di strano è inspiegabile era successo nel terzo capitolo qui è stato recuperato, alla grande. I guerrieri del nord, uccisi per via dei sentimenti degli uomini dell'ovest, tra l'altro tutto previsto dal demone, quest'ultimo che uccide a sangue freddo un suo simile, sostenendo che anche Kira ha fatto lo stesso, come fosse una cosa normale... è impagabile. Quest'ultimo capitolo è stato gestito benissimo, immagino perché avevi ormai visto la luce fuori dal tunnel XD, con descrizioni pressoché perfette e calzanti: la disperzione del popolo mi ha contagiato. La tragicità scenica delle fondamenta della città, che crollano e permettono ai demoni di emergere, è stato il punto più alto del racconto: è stata la fine, il punto di non ritorno, capolinea. Gli uomini che cadono sconfitti sulle proprie ginocchia, il rammarico dei saggi per aver deluso i loro avi, l'impotenza di Kira... è tutto così reale e drammatico. Un capitolo con i fiocchi, e non lo dico per recuperare la gaffe del messaggio precedente XD, sono rimasto colpito in positivo. I miei complimenti: spero che questo non sia il finale del Tredicesimo Re o lanciò il tablet dalla finestra, tanto è di mio fratello XD. Alla prossima da
Spettro94

Recensore Master
25/10/16, ore 09:28

Che magnifica storia, complimenti!
Kira parte col desiderio di vendetta, ma finisce per essere il burattino dei demoni.
Stupenda la presa di coscienza brutale in cui realizza, nel suo ultimo barlume di umanità, quello che ha fatto con la sua poderosa conquista. E capisce che se tale conquista c'è stata, il merito non è stato suo, ma dei demoni che lo guidavano. Difficile improvvisarsi condottieri, del resto, avrei dovuto capirlo che da qualche parte c'era la fregatura...
Ma si sa, è fantasy, e uno è portato a bersi qualsiasi cosa, anche che un ragazzino possa diventare un condottiero!^^ Te lo dico con ironia, senza la più piccola intenzione di criticare il tuo racconto, che - lo ripeto - è magnifico e fonte per me di sogni bagnati e invidia benevola a un tempo.
Stupendo, davvero. Non ho parole, se non che spero di leggere ancora qualcosa di tuo!

Recensore Master
24/10/16, ore 09:52

Riferimenti a Game of Thrones? No: gli uomini di ferro non piacciono a nessuno. Beh, che dire: è successo un gran casino. Posso affermare tranquillamente di esserci rimasto malissimo, troppo; non fraintendermi, sapevo che sarebbe andata a finire così, ma descriverlo in modo così accurato è stata una presa a male clamorosa. Gli è morta tra le braccia, dopo averla inconsapevolmente pungnalata, e lei provava ancora pena per lui; è palese il fatto che, se avesse avuto il coraggio di dichiararsi a lei, questo casino avrebbe potuto essere evitato: è stato più facile ordire una rivoluzione che aprirsi a lei. Se l'hai fatto citare dal guerriero del nord, questo vuol dire che Demera era l'incarnazione della dea, si spiega anche dal fatto che fosse lì come ultimo baluardo. Si scopre che Kira è sempre stato guidato da un demone; la vera sorpresa è stata constatare il quanto fosse stato blandito da esso e quanto le sue azioni fossero farina del suo sacco. Probabilmente, il vero Kira è stato surclassato alla prima città conquistata col sangue, lasciandosi manipolare dalla voce interiore; la morte del mentore è stata infine la ciliegina sulla torta. Non ho ben capito se debba esserci un capitolo conclusivo, ma farò un breve riassunto delle mie impressioni. Allora: la trama c'è, quello è fondamentale XD, ed è abbastanza avvincente, tenendo presente la fretta forzata con cui hai dovuto scrivere, il personaggio di Kira è stato in continua evoluzione, anche se nell'ultima fase si è arrivati alla chiusura di un cerchio, infine le descrizioni sono state accurate, fin troppo; sono sempre ottime e precise, ma si vede che hai impiegato la maggior parte del tempo a questa cura, sacrificando una più scorrevole successione dei fatti. Non ho mai dovuto scrivere contest, quindi posso darti un'opinione generica, ma credo che in tali situazioni sia meglio bilanciare i vari aspetti di una storia, senza focalizzarsi su uno particolare; non sto togliendo nulla a questo racconto, sia chiaro, è solo che hai alternato momenti di descrizione fin troppo specifica, come i dettagli delle donne guerriere con i coltelli tra i capelli, ad altri molto rapidi e poco dettagliati, quasi spezzati: la morte del suo mentore l'avrei voluta più accentuata, quasi quanto quella di Demera, dato che come evento è stato molto importante per Kira. Concludo con il constatare che anche tu sei passato alle tecniche con la spada descritte nel dettaglio: il diritto riverso. Molto bene, piano piano tutti gli scrittori abuseranno di questi termini ;) Sono curioso di sapere se c'è un capitolo finale, tuttavia, per ora, ho finito. Alla prossima da 
Spettro94 

P.S. Non uccidermi, ci sono rimasto male per Kira e Demera, e me la sono presa con te :'(
(Recensione modificata il 24/10/2016 - 09:56 am)
(Recensione modificata il 24/10/2016 - 10:03 am)

Recensore Master

Dopo una giro infinito di storie da recensire, eccomi qui :) Un capitolo molto rapido, la velocità degli eventi è pressoché triplicata rispetto al precedente, ma non mi sono annoiato: tutto gli eventi sono stati narrati in maniera rapida e indolore, ma il carattere del personaggio è emerso in maniera poetica, dando un significato alla velocità della narrazione; non sono impazzito XD, penso davvero che se fosse stata una long il carattere del protagonista non avrebbe avuto la stessa enfasi: il suo struggersi tra vendetta e giustizia, l'immagine di Demera, suo desiderio nascosto, che appare e scompare nella sua mente, alimentando la sua rabbia o scomparendo a causa di essa, infine il suo complesso rapporto con Serah, che è sia sua amante che sua consigliera, la quale placa la sua rabbia e gli consente di non sprofondare. Non sarà Demera, la sua ancora di salvaggio, ma il suo intervento è stato provvidenziale a non farlo sprofondare negli abissi del male più puro; questo l'hai ben accennato. Leggerò il prossimo capitolo al più presto. Per ora, un saluto da
Spettro94 ^^

Recensore Master
18/10/16, ore 08:31

Beh, guarda, qui mi lasci basito (in senso positivo, prima che tu possa preoccuparti).
Un affresco immenso, epico, che riesce a farti letteralmente vedere e vivere tutta la vicenda.
Kira oscilla tra esaltazione messianica e cinismo, con una voce nella testa che lo comanda, come una specie di Giovanna D'Arco, allo stesso modo travolgente, in grado di attirare a sè e alla sua causa migliaia di persone.
È magnifica la descrizione della fiumana dissacrante, iconoclasta, violenta e inarrestabile di persone che abbandonano qualsiasi cosa per seguirlo e combattere al suo fianco, sedotte dal suo carisma. Gente "normale" che diventa feroce e sanguinaria come lo sono tutti i rivoluzionari, che devono distruggere prima di ricostruire.
Kira avanza un po' guidando e un po' trascinato, sostenuto dalla sua ansia di vendetta, e il momento in cui ritrova un barlume di umanità è anche il momento in cui esperisce tutta la propria debolezza e soilitudine.
Un capitolo veramente bellissimo, complimenti.

Recensore Master
01/10/16, ore 23:44

Se stai scrivendo questa storia per sfogarti dalla principale, devi aver accumulato molta tensione. Se non fosse così, allora hai una vena cupa cui non avevo dato il giusto peso XD. Questa storia è cupa, violenta è pregna di emozioni; mi piace assai :) Nulla da togliere all'altra, ma questo primo capitolo è stato ad effetto, parecchio. Il protagonista non sembra essere un personaggio positivo, non per sua natura, ma per la concatenazione di tragici eventi. Come sempre, il genere umano sembra sempre minacciato da esseri malvagi e forti, tanto da dover essere divisi, un tuo marchio? Davvero un bel capitolo. Seguirò l'altro il prima possibile, ho una storia da scrivere anch'io xd, ma lo farò. A presto ^^
Spettro94

Nuovo recensore
15/09/16, ore 16:41

Che meraviglia! Ho letto il primo capitolo tutto d'un fiato ed ho vissuto perfettamente sia l'eccitazione e la gioia che pervade il mercato, sia la disperazione e lo sgomento che va aggrappandosi al protagonista. Hai uno stile scorrevole, con qualche termine molto ricercato qua e là che dona un'aria di solennità a tutta la narrazione, ho immaginato la scena della madre che brucia davanti a me ed ho sentito un moto d'angoscia nel sentirla così reale! Davvero un bellissimo lavoro!