Ciao, finalmente arrivo all'ultimo capitolo anche io!
Sai quanto amo le recensioni lunghe e approfondite, ma non so come uscirà questa. Ho preferito non farti aspettare chissà quanto, concludendo la lettura e recensendo adesso prima di occuparmi delle storie del contest. Perdona qualche strafalcione^^
Se ricordi, ti avevo chiesto uno spin-off sul passato di Ehernold, e in parte mi hai accontentato, mostrando come ha avuto inizio la grandissima amicizia tra Rowden e il nostro sovrintendente.
Che dire? Questo capitolo mi è piaciuto moltissimo e ha chiuso in bellezza questa splendida storia.
A livello grammaticale ho visto solo sporadici errori di distrazione, quelli che non puoi evitare nemmeno dopo trecento letture. A tal proposito, inizio a pensare che sia una bufala il fatto che leggere il testo al contrario aiuti: i refusi sono inevitabili per qualsiasi mente costretta a rileggere la propria storia, che si conosce a menadito, più e più volte. Quindi, posso affermare che il testo è molto curato e, cosa molto più importante, si legge in modo scorrevole e coinvolgente.
Lo stile è sempre il tuo, adatto a scenari di vita militare e a caratterizzare personaggi austeri e rigorosi. Ho notato però che in quest'ultimo capitolo hai drasticamente mutato le coordinate, usando l'asindeto più che le consuete congiunzioni, rendendo ancora più rigido il passaggio tra i sintagmi. Un complimento va sempre alla cura per il dettaglio informativo, ovvero le nozioni militaresche che riesci a inserire nel testo, esaltando il rigore militare, la disciplina e il forte senso di comunità dell'esercito di Kjarr. Aggiungo che tale particolare non appare mai come infodump ma si amalgama nella narrazione, facendo addentrare il lettore nello spaccato di vita militare senza subire una carrellata di notizie a blocco in modo noioso. Ancora un altro complimento lo ripeto al lessico, ben fornito e vario; semplice lungo la narrazione ma con alcuni termini mirati che riescono a dare carattere alla storia, evitando prolisse perifrasi.
Le descrizioni all'interno della città sono ben curate, dai ampio spazio ai movimenti dei personaggi, e i diversi Pov permettono al lettore di vivere la battaglia a trecentosessanta gradi. Non usi molte metafore o similitudini, ma questo non è un problema perché - ripeto - lo stile si adatta perfettamente al contesto narrativo.
La trama mi è piaciuta molto, è il pezzo forte della storia, poiché mi ha entusiasmato scoprire le azioni che hanno portato all'amicizia tra i nostri due capitani. La fiducia che c'è alla base della trama, in un certo senso legata proprio da Rolf, un cane simbolo di fedeltà, mi ha trasmesso molto ed è stata gestita alla perfezione. Le scene di guerra sono state magistrali e molti visive, la più bella quando Eherenold salva Rowden, mentre il confronto a più riprese tra i due e il luogotenente è stato da capogiro, molto a effetto, e mi è altrettanto piaciuto.
Il titolo è assolutamente perfetto. Non solo richiama la frase che due volte viene ripetuta nel testo... da Skaer se non erro, ma il fatto di lasciarlo senza complemento di specificazione dà la possibilità di dargli diversi significati. Ogni personaggio, a suo modo, patisce un dolore, che sia fisico o psicologico. Ovviamente a risaltare, non solo quelli della battaglia, sono quelli dei protagonisti: Ehrenold, Rowden e Skaer. Il primo soffre per la situazione in cui viene messo dalle sue scelte (da notare che anche qui il titolo della principale ha i suoi influssi), dal fatto di essere preso tra capo e collo, da una parte salvare Rowden e dall'altra condannare il suo esercito (provvisorio) a uno scontro che sicuramente chiederà molte vite; il secondo ha sulla coscienza non solo il dolore per l'amico che lo protegge e il rimorso per l'esercito e la situazione, ma vista la sua indole sensibile e empatica rispetto agli altri, Rowden è quello che soffre di più - per gli assediati, per i guerrieri - e soffre anche per se stesso, per quell'amore che tanto chiede e nulla darà in cambio; il terzo prova patimento nel veder soffrire il suo popolo e soffre, io credo, anche per come debba sfruttare la situazione a suo vantaggio, tanto disperato da scendere a patti con i suoi valori, se di valori, dopo tutto quello che ha visto, gliene sono rimasti.
Quello che mi è dispiaciuto un po', in un certo senso, sono stati i personaggi, e non perché tu non li abbia descritti bene; ma ne hai usati molti e di molti hai dato il punto di vista. Hai curato così bene ogni personaggio che non averne una visione completa ma di passaggio è stato spiacevole (come lettore che si affeziona ai personaggi intendo). Di Erwan vorrei tanto saperne di più: rincontrerà il suo capitano negli anni? Che fine ha fatto al tempo dei fatti narrati nella scelta? Il suo personaggio mi è piaciuto tantissimo, anche se all'inizio non gli avrei dato molta fiducia (sempre per quel fatto delle "comari"): è stato all'ombra del suo capitano, pronto a consigliare e a prevedere in anticipo i suoi ordini, a sostenerlo senza proferir parola, tanto che la fine mi ha commosso, la sua rabbia nei confronti del luogotenente è stata molto bella, così come il saluto con il capitano.
Di Rowden ed Ehrenold ho parlato molto nei vari capitoli, sia in questi che nell'altra storia, e ci tengo solo a ribadire che mi piacciono tantissimo. Con questa nuova trama hai dato nuova forza all'amicizia che avevano già avuto modo di vedere.
Invece due parole le voglio spendere per Skaer. Lo dico con franchezza: non lo giudico, ma non giudico neanche la freddezza e il disgusto con cui viene liquidato dalla storia e dalla stanza da Ehrenold. Il suo personaggio è stato distrutto, l'evento traumatico che ha subito avrebbe distrutto chiunque, anche uno di Kjarr. Giudicare sarebbe troppo facile, però riconosco al capitano la forza caustica e i suoi sentimenti leale verso il dolore patito dall'amico; inoltre molte vite sono state perse, e questo non può essere condonato dal futuro sovrintendente.
Bene, concludo facendoti i miei complimenti:D
A presto! |