Ciao Nuel! <3
Qui piove e, dopo pranzo, mi sono detta, complice anche una bella tazza di caffè: “Perché non inizio a rilassarmi leggendo un po’ di QaF?”
E così eccomi qui: la prima parte mi ha convinta tantissimo e aggiungo senza indugio che è una delle mie scene preferite: Gus è schietto, sincero e maturo perché effettivamente l’operazione a cui Stella deve sottoporsi è invasiva e profonda, oltre che pericolosa. Eppure vivere in un corpo estraneo e non essere se stessi per tutta la vita è qualcosa di terribile e il dolore della ragazza è tangibile e “fisico” nel senso che arriva al lettore, così come l’eco della morte di Mike, che amplifica il disagio. Lui, in fondo, è l’esempio “negativo” di quello che non ce l’ha fatta. La forza di Stella e l’amore di Gus hanno la freschezza dell’adolescenza, ma anche la drammaticità di una situazione che nessuno sarebbe in grado di affrontare con la giusta forza d’animo. Ho molto apprezzato la gelosia reciproca dei due ragazzi che si stanno avvicinando e si cercano e punzecchiano. Stella sente la necessità dell’operazione, ma Gus è schietto e quasi non vorrebbe che lei vi si sottoponesse per un eccesso di amore e protezione velato da una punta di naturale egoismo. Anche io, nella sua situazione, sarei terrorizzata all’idea di sapere che la persona di cui sono innamorata sta scegliendo volontariamente di rischiare così tanto, anche se so che per lei è necessario.
Dall’altra parte c’è la grande e ingombrante ombra di Brian. Per Gus l’affermazione del suo essere uomo parte anche dal contrasto con Brian, con cui è in aperto contrasto: sapere che il “rivale” presunto è l’uomo potrebbe essere inteso come un altro tradimento, ancora più terribile del primo. Tradimento che Brian non esita a perpetrare quasi una terza volta – e qui ho mentalmente ringraziato Melanie e la sua furbizia, ma anche te perché nelle storie slash spesso le figure femminili vengono ridotte all’osso o appiattite, mentre qui questo non avviene e sono personalità importanti non solo a livello affettivo (come Debbie), ma anche lavorativo, come, appunto, Melanie. Brian sta facendo moltissimo per Stella e la forza con cui sta proteggendo la sua legittima volontà di essere semplicemente chi si sente di essere è encomiabile. Le sta permettendo di essere una donna (che poi, ma cosa frega a ‘sta gente se Steve vuole essere Stella? Cosa li turberà mai, di una scelta personale? Ma queste sono più riflessioni contemporanee sui tempi attuali che mi sembrano contrarsi in un futuro oscurantista). Brian, dicevo, sta anche facendo ogni cosa in suo possesso per rovinare l’esistenza a Gus, addirittura ipotizzando un’adozione (qui sicuramente ho cannato il termine tecnico, perdonami ^^), che subito l’acutissima avvocata elimina dalle opzioni possibili. Insomma, ci avviciniamo verso una fine che sento sarà emotivamente coinvolgente e – posso dirlo? – detesto un po’ Dylan perché shippo Gus e Stella quasi quanto Brian e Justin.
Il testo, come al solito, va giù liscio come il caffè che intanto ho finito e ti prego di non chiamare la postale per questa mega recensione sconclusionata, perché leggere le tue storie è sempre un’esperienza che fa riflettere, oltre che oggettivamente un modo gradevolissimo per passare i sabati uggiosi fatti apposta per leggere e scrivere ^^.
Ti segnalo incredibilmente solamente queste tre piccolissime piccolezze. <3
insistette Debbie, «Io non riesco nemmeno a pensare se ho fame», aggiunse facendo una smorfia che le strappò un sorriso.
«Continui a dirlo anche a lui?», chiese lei, «Magari è per questo che non sta con te».
figlio stampato.
Spero di ripassare a strettissimo giro, perché vorrei iniziare la madre di questa storia! Un caro saluto, ti auguro di passare un serenissimo weekend,
Shilyss |