Recensioni per
I am calling you
di Hotaru_Tomoe
Non so se ho già scritto: "questo è il capitolo più bello", forse sì, perchè lo penso in quel momento, ma poi viene fuori un capitolo ancora più bello. |
Ogni capitolo, qui da te, è significativo, nessuno, fino ad ora, secondo me, può considerarsi di passaggio o di raccordo all'interno della storia. Qui la tensione emotiva è portata ad un livello decisamente alto in quanto c'è l'incontro tra Sh e John, ma non si tratta di un semplice ritrovarsi dopo una (finta o no) morte. Si tratta dell'appuntamento fatale addirittura tra due universi, tra piani temporali e geografici lontanissimi gli uni dagli altri. |
E finalmente siamo arrivati alla parte che aspettavo dal primo capitolo! L'incontro. Fin da quando ho intuito come sarebbero andate le cose e che il TARDIS avrebbe saltato tra i due universi paralleli, non vedevo l'ora di leggere cosa sarebbe successo tra questi Sherlock e John una volta visti. E... Beh, mi aspettavo di peggio in termini di angst, lo ammetto. Pensavo che John avrebbe reagito molto, ma molto male. Anche in maniera violenta. Forse Mycroft e Lestrade e quel che hanno detto mi avevano messo la pulce nell'orecchio riguardo a come stava John. E invece più che un uomo violento, vedo un uomo disperato. L'immagine filtrata dagli occhi di Sherlock è molto chiara circa le sue condizioni, forse più nitida di quanto non la si percepisca leggendo il pov di John. E qui hai fatto un ottimo lavoro con il narratore e la gestione dei vari punti di vista. Quando si leggono le parti di Sherlock la reale condizione di John diventa palese. Lui aiuta gli altri, salva ancora le persone. Ma ha perso la sua luce. La voglia di vivere e ogni tanto il dolore diventa rabbia. Credevo che quando avrebbe visto Sherlock avrebbe reagito altrettanto violentemente, ma per certi versi forse la sua reazione è stata ancora più drammatica. Pensa d'essere impazzito e di vedere un fantasma o di avere le allucinazioni, il che è assolutamente sensato. Ho davvero sofferto molto nel leggere quella parte, nel rendermi conto che John crede davvero che non meritava d'essere salvato da Sherlock... Non in questo modo almeno, è stato straziante. Il dialogo tra Sherlock e John è incredibilmente realistico, cosa non facile quando si pensa che c'è Doctor Who di mezzo. John ha ragione, questo Sherlock non avrebbe motivo di sentirsi in debito o di volerlo salvare. E non dovrebbe neanche pretendere alcunché perché è un'altra persona. Con esperienze simili e ricordi altrettanto simili, ma restano due persone differenti ed è naturale che John rivoglia il proprio Sherlock, non un altro. Ma penso che quel che accadrà nei capitoli a venire, permetterà a John di ritrovare se stesso anche tramite Sherlock. |
Il confronto tra Sherlock e Mycroft è molto bello ma il personaggio che più mi è piaciuto nel capitolo è stata Donna, perchè mi sembra quasi di vederla nella mia testa, le reazioni che ha sono davvero le sue, sia quando implora Mycroft di non uccidere Sherlock, sia quando se la prende con il Dottore per le radiazioni, mi h fatto ridere un sacco il loro scambio di battute. |
Un bel capitolo giocato sul rimpallo di dubbi e di risposte che si lanciano soprattutto Sh e Mycroft. |
Come avevo pensato, Mycroft non l'ha presa bene. Credo che non potesse che comportarsi in questa maniera perché Mycroft è un uomo molto più cerebrale di Sherlock, con una razionalità che spesso inchioda. La sua reazione è comprensibile, non concepisce la vita alinea in una società tanto avanzata da viaggiare nello spazio-tempo ed è logico che la prima cosa a cui pensa a della chirurgia plastica e a una truffa, un inganno per ottenere chissà che cosa. Magari anche a un piano di Moriarty. Quindi trovo la sua reazione molto IC. Però devo dire che quello che mi è piaciuto di più è stato vedere come capitola mano a mano, riga dopo riga lo vedi cominciare a cedere. Vede che quello è Sherlock, ma è combattuto. Perché quell'uomo assomiglia a suo fratello. Stessi zigomi, stessi occhi, stessa voce, stessa maniera di parlare o guardarlo. Mycroft nota queste cose, le vede tutte. Una dopo l'altra. E tenta anche, un po' maldestramente, di distruggerle tutte quante. Forse perché non vuole illudersi o perché sente che è comunque una cosa irrazionale, forse troppo per la sua mente. Alla fine però diventa una cosa più emotiva e fraterna, che legata alla ragione. Mycroft capisce che quello è suo fratello e forse se ne rende conto davvero per come Sherlock parla di John. Perché c'entra sempre John Watson. Sempre parlando di Mycroft, ho adorato la maniera in cui reagisce quando entra nel TARDIS. Lo stupore, la meraviglia... Il Dottore che dice che è così che tutti dovrebbero reagire. Ho amato quel momento perché di fronte all'infinito, al "tutto quanto" che è il TARDIS la mente umana si sorprende. E quindi eccolo là, il suo lato umano che viene fuori nella maniera più naturale e normale possibile. Scena stupenda insomma. |
A me la spiegazione del perchè i due universi sono in contatto convince e mi piace: Doctor Who è una serie che dà molta importanza all'amore e ai sentimenti positivi e la tua scelta esalta proprio questi sentimenti. Belli i paralleli con quello che hanno già fatto Donna e il Dottore nell'altro universo, con le piccole differenze. |
Non vedevo l’ora di arrivare nella “nuova” Londra con Sh, davvero, per vedere cosa il Tardis aveva pensato per aiutarlo, anche se penso proprio di saperlo. |
Ciao, più vado avanti a leggere questa storia e più mi piace come stai orchestrando il tutto. Non vedo sempre l'ora del nuovo aggiornamento e l'evoluzione non delude mai le aspettative. |
Capitolo tristissimo... e mi auguro che sia il più triste, cioè che da qui in poi le cose migliorino, perchè non posso immaginare nulla peggio di così. |
Ho letto questo capitolo, appena dopo che l'hai pubblicato, con in mente ancora la tua risposta. Mi sembra di ricordare che avevi paura che la decisione di Sherlock potesse risultare a cuor leggero, fatta troppo alla svelta e senza per davvero riflettere sulle conseguenze. Già non lo credevo dopo aver letto il capitolo sette, dopo aver letto questa mi sento davvero di rassicurarti. Quello che traspare molto da questo capitolo, vuoi per l'addio a John, vuoi per quello a Mrs Hudson (che per certi versi ho trovato ben più doloroso), è che la sofferenza di Sherlock c'è ed è reale. Molto sentita anche da chi legge. Non sembra per niente fatta a cuor leggero. Naturalmente è compiuta in fretta, ma per ragioni di esigenze di trama. Questo è ovvio. E il "tempo è relativo" ma fino a un certo punto, nonostante quello che dice il Dottore hanno una scadenza e devono partire entro a una certa ora. Quindi no, per me non c'è niente di "fatto a cuor leggero". |
È il capitolo, questo, del commiato più importante e doloroso, cioè quello da John. Da quel John, così particolare e grigio. Grigio come le formine che s’incastrano perfettamente l’una nell’altra, secondo la normalità che Sh, quella volta al parco, ha mostrato di sorvolare con un geniale colpo d’ali ma alla quale il medico si è tenacemente ancorato, impedendosi di vedere il vero volto di Holmes. |
Ho trovato il capitolo molto delicato: poche lacrime, anche se è un momento triste, perchè tutti gli addii sono tristi, ma non stucchevole, perfette sia la scena con i genitori che con Mycroft, perchè non sarebbe stato da loro abbracciarsi. |
Vengo dalla tempesta emotiva causatami dalla tua splendida "Scatti d'autore" (Hot Stuff) e mai, come questa volta, ho avuto la sensazione che, scavare nelle tue ff trascorse, sia una continua occasione di riportare alla luce veri e propri gioielli che, comunque, costituiscono una solida continuità con quanto scrivi ora. I tuoi Sh e John, mia ossessione da compulsiva Johnlocker, sono perfettamente in linea con quanto io desideri leggere su di loro, anche i guai, che convogliano una tensione altissima nel loro ritrovarsi o perdersi. |
Ciao, come avevo detto nella precedente recensione c'è stato un momento in cui temevo che Sherlock avrebbe finito col dire di no e che l'affetto che prova per Mycroft e per i suoi genitori, nonché della sua vita quotidiana in quella Baker Street e in quella Londra, lo frenassero al punto dal prendere una decisione del genere. E invece sceglie di cambiare vita e di farlo in maniera radicale. |