Recensioni per
I am calling you
di Hotaru_Tomoe
Ciao, ho appena finito di leggerlo e posso confermarti così a caldo che questo è stato il miglior capitolo fino adesso. Decisamente quello che mi è piaciuto di più. Ma andiamo con ordine... |
Questa storia mi sta prendendo molto, tanto che l'ho messa nei preferiti. Non sono una fan del Doctor Who e le mie conoscenze nel campo sono molto poche, forse questa storia mi convincerà anche a guardare questa serie oltre che farmi adorare i personaggi di Sherlock che già da tempo immemore amo. Seguirò questa storia con piacere, e aspetterò pazientemente i capitoli settimanali. Se guarderò Doctor Who sarà solo per merito tuo ❤️❤️ |
I paralleli tra un universo e l'altro sono la cosa che mi piace di più di questa storia, fai vedere che John e Sherlock stanno vivendo momenti simili anche se non si sono incontrati. Veramente speravo che potessero parlarsi! |
"Purtroppo è terminato": questa è la prima cosa che mi è venuta in mente alla fine di questo capitolo. |
Finora il Dottore e Donna si erano visti molto poco, ma la loro entrata in scena mi è piaciuta. Non ricordavo il particolare dei libri e sono andata a rivedere l'altro capitolo, hai avuto molta fantasia nel cambiare leggermente i titoli e i nomi degli autori per far capire che non è lo stesso mondo. |
Desidero cominciare con una veloce deviazione ironica, che mi è venuta spontanea pensando alla vita quotidiana:"...sono bravi meccanici a prezzi onesti… o è un’utopia pensare che esista un pianeta del genere?”. Scusa se inizio con una divagazione del genere che non c’entra proprio con la storia, ma vedo che i nostri pensieri "terrestri" sono condivisi persino nella dimensione in cui si muove il Signore del Tempo, proprio nel senso più cosmologico di Tempo e Spazio in cui si muovono i vari Universi... |
Ciao, inizio col fare una premessa riguardo a ciò che scrivi nelle note finali. Non sono una frequentatrice assidua delle Wholock, sarà per questo che non avevo pensato proprio al fatto che, di fatto, in Sherlock esiste Doctor Who come serie televisiva. Anche se non viene mai citata esplicitamente, se non erro. Quindi non avevo collegato al dettaglio a cui fai riferimento tu, in effetti sì, la serie tv sul Dottore non dovrebbe esistere negli universi di Sherlock e John, io non ci avevo pensato quindi grazie per averlo specificato. In effetti era ovvio a pensarci. |
Ciao, mi scuso ancora per il ritardo. Ho letto già sabato scorso, ma qui trovare i momenti per recensire sembra sia impossibile. |
Non so decidere quale delle due situazioni sia peggiore: quella di John che sta per passare dei guai con gli strozzini o quella di Sherlock. |
Questo capitolo è dominato da una tristezza infinita e dall'ineluttabilità di una sorte dalla luce livida, in cui si scorgono solitudine, rimpianto, impossibilità di tornare indietro, sia per il consulting sia per il suo blogger. |
Altro universo, ma sofferenza e tristezza anche qui. |
Ciao, questa settimana ho recuperato prima e quindi eccomi. Dunque, questa è la prima visita nell'altro universo, quello in cui Sherlock è sopravvissuto (ma dove non resterà vivo a lungo se non si dà una calmata). Mi sembra chiaro che l'allontanamento con John è già in atto. Anche perché una tempo o forse sarebbe meglio dire: un altro John avrebbe riso di alcune cose. John è spesso così, di Sherlock apprezza quello che il resto del mondo detesta. Qui invece nel momento in cui Sherlock deduce i genitori, reagisce in tutt'altra maniera. Questo invece si arrabbia, quasi si imbarazza ed ecco la prima rottura, e addirittura lo caccia via. Quel: "è meglio se te ne vai" fa un male del diavolo e conferma quello che avevo sospettato. Perché se nell'altro mondo c'è soltanto dolore e il rimpianto per non aver salvato Sherlock, a cui si unisce tutto quanto il resto tra cui anche la spirale autodistruttiva di John, qui pur essendo tutti vivi, le conseguenze sono più o meno le stesse. John si sta allontanando, è come se non sopportasse più Sherlock. Come se l'avere una figlia avesse provocato una frattura. Questo è un John che non perdona nulla e che rimugina ancora su cose passate, che porta rancore. Cosa che penso l'altro John, nell'altro universo non farebbe. Insomma, ci avevi avvisati ma c'è angst ovunque in questa storia. E la situazione sembra esser destinata a peggiorare. |
E io che ingenuamente avevo pensato: "Ma sì, adesso che si passa nell'universo dove Sherlock è vivo, le cose saranno meno drammatiche." |
Ciao, sono ancora in ritardo, ma questa volta ho voluto aspettare a mettermici, perché preferivo avere un po' di calma e di tranquillità per leggere e credo che questa storia ne meriti. Data la quantità di angst che è davvero massiccia, e quasi difficile da accettare. Lo scenario che ci proponi è senza dubbio angosciante, perché ci viene mostrato un John che non ha vie d'uscita e a cui non è rimasto davvero più niente. Ci sono altri personaggi che subiscono le conseguenze del reale suicidio di Sherlock (penso a Lestrade, che sta pagando lo scotto più salato), ma a rimanere al centro del dramma c'è un John Watson che, questa volta, non riesce a reagire come dovrebbe. Qui non c'è Mary a riportarlo in superficie e nemmeno la reale possibilità che Sherlock possa tornare, c'è soltanto John che sprofonda dentro a un abisso. E questo inferno assume diverse forme. A iniziare da questi "black out" che lo portano al licenziamento e alla radiazione dall'albo, facendogli perdere forse la sola cosa buona che gli era rimasta. E poi il bere, e nella parte finale persino il gioco d'azzardo. Il tuo John fa male al solo vedersi, specialmente nel suo essere assolutamente credibile. Nel suo "perciò se ora volessi compiere quel miracolo che ti chiesi, questo sarebbe davvero il momento giusto". Trovo sia una frase che dice tantissimo non solo di questo John, ma anche di quello che sta per arrivare. Non so... conoscendo il Dottore... ho diverse teorie sull'evoluzione della trama. |
Meno male che hai scritto che la vita di John non prosegue bene dopo la morte di Sherlock, almeno una si prepara psicologicamente prima di leggere XD |