Ed eccomi qui, finalmente e spero tu possa perdonare il mio ritardo indegno tesoro ><
Comincio subito dicendoti che, nella prima parte ho avuto dei brividi e pure belli forti.
Il motivo è che il primo capitolo ci mostra la rinascita di Adelaya, il suo canto, la troppa quiete, la sua solitudine e qui invece iniziamo con un esilio, con forconi e picche che vogliono fare del male e Arket costretto a fuggire via, cacciato persino dai suoi fratelli.
Gli Dei hanno concesso ad Arket che il suo desiderio fosse avverato ma ad un carissimo prezzo che, già dalle prime righe della storia, capiamo gli stia costando tantissimo.
Molto suggestiva la spiegazione di come Yara e Not abbiamo infine diviso la "vita" di Arket per donarne metà ad Adelaya. Molto poetica questa danza, questa figura della vita che viene soffiata su Adelaya come se nulla fosse, quasi come se Yara non desse importanza a quel fatto e forse è davvero così. Sono rimasta molto affascinata dalle descrizioni che hai usato per quella scena, sembra quasi una sfida degli dei, che lo fanno solo per divertimento.
Poi questo contrasto tra la pelle di Arket, livido e gli occhi rossi e invece Adelaya bianca e quasi luminosa. E' un contrasto che dà davvero l'idea di due persone diverse che condividono qualcosa di importante insieme... sono come lo Yin e Yang, molto romantico *___*
Si torna ad Adelaya e sinceramente la scelta di cambiare colore anche alle scritte l'ho apprezzato molto. Sopra abbiamo un frammento divino, qualcosa che quasi non ci è dato sapere totalmente, qui torniamo invece nel bosco e ammiriamo di nuovo la bellezza della ragazza, ma ne conosciamo anche la tristezza e la sua voglia di rivedere il suo amato che però ogni tanto dimentica, come se la memoria andasse a scatti.
Ah, deliziosa la descrizione della dea, sembra così imponente e ha un aspetto davvero particolare *___* le tue descrizioni sono sempre molto sugestive, sia per quanto riguarda l'ambiente che i suoi protagonisti ed è per questo che quando leggo qualcosa di tuo mi sento pervasa da colori diversi, da sfumature diverse che mi incantano (volevo lo sapessi u.u). Hai reso oltretutto benissimo l'idea del fuoco estendendo la descrizione del suono di braci persino nella voce e questo ha reso il tutto ancora diverso, ha cambiato repentinamente e inaspettatamente quel clima tranquillo che ci aveva accompagnato per un po' con Adelaya e la sua grazia.
Di nuovo abbiamo prova della poca clemenza degli Dei. Adelaya supplica la Dea di farle vedere Arket almeno un'ultima volta e io ci ho sperato davvero lo facesse e invece no - sta maledetta- e quel suo fare annoiato mi ha quasi dato il voltastomaco perché gli Dei sono così. immortali, ne vedono di tutti i colori, non sono interessati agli umani che hanno breve vita e voglia di godersela, e loro hanno tutto il tempo che vogliono ma non sanno sfruttarlo... e torturano queste povere creature... ma poi come accidenti fai a trattare così un'essere stupendo come Adelaya ç__ç io mi sono tipo innamorata di lei sin dall'inizio del capitolo 1 XD
Torniamo ad Arket. Di nuovo cambia tutto, sembra quasi di vedere un quadro macabro e oscuro. Si percepisce il distacco dal mondo di questo ragazzo che ha dato metà della sua vita per salvare quella della sua amata...
In più se prima avevamo questo fuoco scoppiettante che si diffondeva, con Arket abbiamo rumori di ogni tipo; sembra quasi tutto insopportabile da udire, quasi come se la natura ce l'avesse con lui. Molto suggestivo come sempre, il tuo modo di coinvolgere il lettore sia con le emozioni che con i dettagli, tra cui questo corvo bianco che fa quasi da contrasto, quasi annulla i rumori.
Pare comunque che Adelaya abbia in qualche modo addolcito il cuore della Dea, perché il corvo spiega senza troppi fronzoli ad Arket che lui è rude e lei una specie di angelo, gentile e dolcissimo e Arket ha le sue ragioni per esserlo. Dopotutto gli hanno portato via il suo amore e stanno giocando ancora con le loro vite senza permettere loro di vedersi... è davvero crudele e io li voglio di nuovo assieme ç___ç
Allargò le braccia e si lasciò cadere all’indietro, un angelo che si getta nelle acque del fiume. Ma prima di toccare il pelo dell’acqua, il suo corpo si accartocciò come carta e il corvo bianco dispiegò le ali nel suo volo radente, per poi volare in alto. Volteggiò diverse volte sopra la sua testa e volò a sud, tracciando il suo cammino.
concludo citando questa parte che mi ha completamente affascinata con la sua descrizione, con questa specie di danza leggiadra, poetica. Io mi ci perdo, nelle tue descrizioni e lo so che sono ripetitiva ma le impressioni a caldo sono queste e davvero, continuo a buttarmi in questo turbine di emozioni che sento e il tuo modo di affascinarmi è sempre gradito.
Che dire, un finale quasi amaro, dove davvero ora non sappiamo cosa succederà, che fine farà Arket che continua a fidarsi degli Dei pur di ritrovare la usa amata ed è ammirevole, il suo personaggio mi piace davvero tantissimo.
Tesoro, sono felice di aver iniziato questa avventura, questa storia è una perla rarissima, imprevedibile e come ogni tua opera, un gioiello!
A prestissimo *___*
Miry (Recensione modificata il 30/05/2018 - 01:42 pm) |