Recensioni per
Non c'è più nessuno
di _EverAfter_
Ciao carissima, so che questa storia l'hai pubblicata un sacco di tempo fa, ma io me l'ero segnata da recensire e l'ho ritrovata solo ora! |
Ciao! Sono qui per rilasciare la quarta recensione premio per il contest del fluff. In realtà ero ispirata davvero da tantissimi scritti, ma questa storia l'avevo letta già un'altra volta e mi ero promessa di recensirla, perchè mi aveva decisamente colpito, e commosso, cioè proprio che mi sono venute le fitte al cuore. In realtà io il finale l'ho inteso come se lei fosse morta, ma penso che tu parlassi semplicemente di un amore terminato. Comunque, la solitudine è descritta benissimo ed è affine sia al primo caso, che all'altro. Ho adorato la descrizione di semplici oggetti in casa, che però hanno saputo evidenziare al cento per cento il concetto di assenza, e quel 'prima boccata', 'seconda boccata', eccetera, hanno scandito tutto perfettamente, dando l'idea del rumore dell'orologio che fa tic-tac e che rimbomba nella casa silenziosa, e appunto vuota. Insomma, oltre a scegliere le giuste descrizioni e i giusti elementi, hai creato proprio l'atmosfera giusta per far percepire ancora di più la sensazione di solitudine al lettore, sei stata davvero una maestra in questo! Poi il tuo stile lo sai che lo adoro, ricercato, scorrevole e d'effetto, quindi ovviamente non posso fare altro che farti tantissimi complimenti. Comunque, le tue storie mi hanno proprio stregato, ti aggiungo subito tra gli autori preferiti (così non ti libererai mai più di me). |
1.Non c’è più nessuno - _Vintage_ |
Bellissima. Struggente, ma bellissima. Ricorda un pochino il mood di "Marmellata #25", un pezzo di Cesare Cremonini a me molto caro, proprio per questa sua descrizione della casa vuota dopo che "lei" è andata via. Anche nella tua storia troviamo tutte quelle piccole cose, tutti quegli oggetti che inevitabilmente riportano a giorni, mesi, anni prima, impregnandosi di un valore inestimabile, diventando impossibili da gestire. Immagino il protagonista guardare i collant su quella sedia fermo immobile per giorni, per mesi magari, senza avere il coraggio di avvicinarsi per spostarli, sfiorarli, figuriamoci addirittura metterli da parte, buttarli, stracciarli. |