Recensioni per
Storia di viaggiatori, di una santa reliquia, di tre lestofanti e un ciuco
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 33 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 0


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Ciao :-)

Bellissimo anche questo capitolo, trovo molto avvincente il tuo modus scribendi e soprattutto mi piace il tuo stile perché non lasci nulla al casa.
Trovo interessante il modo in cui ha impostato i titoli dei capitoli, sembrano proprio quelli delle cronache medievali o quelle specie di rubriche che si trovano in alcune raccolte di novelle del '200-'300 in cui in poche parole si riassume tutta la vicenda. È questo il tuo intento, vero?
La descrizione iniziale è molto bella e delicata, sembra quasi che l'ambiente si materializzi davanti agli occhi di chi legge. Teofano non delude, continua a essere una dama sui generis. "Svegliati un po', soldato"! Ihihihi povero Rustico bacchettato così da una donna, a quel tempo non era il massimo...
Il cuore dell'imperator nella custodia mi ha lasciata totalmente spiazzata. Immagino però quanto sia forte il significato simbolico: un padre che dona il proprio cuore alla figlia. Ma come stavano veramente le cose? Insomma Zoe e Cipriano a pochi giorni dalla morte di Ottone... Mmm era necessario perché lei è una donna e non può governare da sola?
Comunque Teofano in questo frangente mostra la sia innocenza e dolcezza: è verosimile che di fronte a un dono simile si nasconda tra le braccia della sua Berta.
Oh, finalmente scopriamo cosa portavano con Liutprando e i suoi amici. Mai mi sarei aspettata una reliquia del genere, insomma non si tratta di certo del solito frammento della Croce.
A proposito di Liutprando, sono contenta di averlo rivisto, non so perché ma mi fa simpatia :-D Ma senti, il nome l'hai scelto a caso? A me viene in mente uno dei re dei Longobardi...
Mi è piaciuta molto la considerazione dei tre: "Se fosse così, già ci avrebbero preso... Queste cose le fanno anche i cristiani". Purtroppo è qualcosa che ancora oggi dimentichiamo. È facile ignorare le pagine nera della storia, no?
Mi spiace che li abbiano arruolati di forza, un vero peccato. Quando dici cje , a parte uno, nessuno tornò vivo... Intendi anche questi quattro?
E la scena infine si risposta al convento di Nonantola, adoro vedere i monaci muoversi nello scriptorium! Mi meraviglia non poco che Teodoro così precisono si permettesse di mangiare in un luogo simile e lo lasciasse fare anche al suo novizio, ci credo che gli altro monaci ne ne fossero felici.
Che fregatura farsi derubare in quel modo! Ma sono stati Liutprando e o suoi amici?
Piccola curiosità: idiotes non significa cittadino privato in greco? Ed è diventato un insulto perché? Ricordo che me l'avevano spiegato, ma mi è sfuggito di mente. C'entra il fatto che i cittadini dovessero partecipare attivamente alla vita della polis?
Spero di leggere presto anche l'ultimo capitolo, sono proprio curiosa di scoprire come si risolveranno le varie vicende.

A presto,
Carme93

Ciao :-)

Finalmente riesco a lasciarti una recensione! Della serie meglio tardi che mai...
Questo primo capitolo mi ha colpito e incuriosito parecchio sia per la descrizione minuziosa degli ambienti (l'uso dei termini specifici latini per quanto riguarda gli acconciatori di pelle e soprattutto per lo scriptorium). Adoro il protagonista e condivido il suo desiderio di lavorare nello scriptorium. Chissà se Teodoro è così severo solo per mettere alla prova il giovane novizio o proprio di carattere.
Teofano è un bel peperino, insomma non molte principesse si comporterebbero in quel modo e farebbero entrare un asino e il suo padrone nel proprio palazzo!
Il titolo è bello e intrigante, quasi fiabesco.
Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli e scoprire come si intrecceranno le vite dei personaggi qui introdotti ;-)

In bocca a lupo per il contest ;-)

A presto,
Carme93

Caro Yonoi,
L' altro ieri avevo scoperto del tuo ritorno, ieri ho letto il nuovo capitolo e oggi eccomi con la recensione.
Che tristezza immensa accorgersi di quel "completa"!!!
Si, lo so, sarebbe stato inutile aggiungere dell' altro... I tempi e le tematiche del racconto sono perfetti.
Eppure, è noto, è difficile smettere di leggere quando una storia piace decisamente tanto.
Io non posso che complimentarmi con te per questo tuo scritto e anche per la tua ottima conoscenza
del periodo storico in esso trattato. Credo che siano ben pochi gli aspetti di tale epoca dimenticati da
queste tue righe. Notevole! E notevole è anche la maniera in cui hai portato avanti il tutto.
Della serie: "Caspita... ma quanto scrivi bene, caro mio!!!!!".
Sinceramente sono convinta che meglio di così non avresti mai potuto fare per il contest e sono certa
di una tua ottima riuscita in tale certame letterario.
Ti confesso che mi piacerebbe sentirti ancora raccontare qualcosa a proposito di questi tuoi simpatici
personaggi.
Un caro saluto

Uff... ecco svelato il mistero, dunque... la 'reliquia' era avvelenata! Anche se resta il dubbio che fosse un falso del tutto oppure se quelli di Roma avessere usato una vera reliquia per imbimberla di veleno: del resto, più di tutto, a Teofano ha lasciato una sensazione di pace quando guardava il Dormiente; quindi magari dietro c'era un vero artista se pure non si trattava di una reliquia a tutti gli effetti.
Sono rimasta intenerita dall'uscita compassionevole del monaco Teodoro: alla fine, dietro tutti quegli idiotes e scalpellotti, c'era davvero un cuore di cristiano.
La loro avventura è stata divertente e ho apprezzato tantissimo la descrizione dei colori e del lavoro sulle miniature che non solo erano teologiche, ma avevano in sé quella filosofia artistica che rappresenta benissimo l'epoca.
E poi ho riso tantissimo qua:
“Abbiamo perso la strada e con essa anche il corteo dell’augusta. Ci mancava solo che perdessimo il reliquiario per essere eletti fessi summa cum laude.”
🤣😂🤣😂
Anche la storia di Teofano si conclude col matrimonio di cui solamente si accenna, ma è significativo l'incontro 'specchio' che ha col suo promesso sposo che ricorda l'incontro coi pezzenti, e anche la riflessione della ragazza sui casi della vita o gli accidenti come ricchezza e povertà.
Il gruppo dei ciarlatani alla fine rimane invariato (come tutti i gruppi di giullari nelle storie come si deve xD): sempre pronti a cadere in un guaio e a tirarsene fuori col loro furbo ingegno, la fuga oppure il semplice caso. Sono stati davvero simpatici!
Mi sono piaciute tutte le figure, rappresentate in maniera molto vivida! 😆
Complimenti ancora per la bella storia!!
A presto,
Ryo13
(Recensione modificata il 15/07/2019 - 08:10 pm)

Ave Yonoi, mi gusto la storia, a cominciare dalla prima scena, il novizio mi ricorda Adso, è ironico e tagliente, nonostante si ritenga uno sprovveduto.. Ben ce lo immaginiamo, lui e il suo maestro, con una metaforica coda bassa, con Rosvita a fare da pendant ante litteram.. Le ore trascorse sull’evangelario, che (ap)pare perso per sempre.. E invece riecco i tre del ciuco, insalamati come prosciutti dagli sgherri, liberati dal colpo di genio/invetiva/compassione del magister, almeno recuperano l’affoliato e i monaci tornano alla loro abbazia, i tre furfanti salvano piedi e mani.
Seconda scena narrativa, le (s)venture di Teofano, aggredita e salvata dalla fiammante Reliquia.
Terza scena, l’aftermeath in monastero, ove T. trascorre i suoi giorni dopo il matrimonio e la vedovanza, dopo essere giunta a destinazione dopo vari assalti, grazie alle virtù della sacra reliquia. Splendide le descrizioni di Alba Regia.
La Reliquia.. infine Teofano comprende, al monastero ove si è ritirata, vedova, prassi diffusa al tempo e pure dopo (Ermenegarda, Alieonor d’Aquitania etc), luogo sacro in cui la reliquia è esposta alla venerazione dei fedeli. Comprende dopo la visita dei suoi precettori, che le narrano della morte di Cipriano d’Armenia, morto d’arsura dopo aver ricevuto una taumaturgica veste. Comunque, nulla dice, nulla indaga, alla fine il telo diventa una pallida, malinconica ombra.
Quarta scena, i tre del ciuco, in El Andalus, anni prima, scampati alla morte in combattimento, dopo l’arruolamento forzato. Hanno perso tutto, tranne la vita e il ciuco L. Compostela? Why not, in fondo sono viandanti del Signore, l’inventiva loro non manca, le stelle danzanti sopra di loro sono certo un ottimo presagio, un vaticinio di fortuna. Liuprando avanza fiero fino al termine del tragitto, libero, o come suggerisci, era tutt’ora a rimembrare la splendida tra le splendide, la dolce Rosvita, della “lontana, ormai lontanissima abbazia di Nonantola”. Quine sabe?

Quali avventure li attendono? O hanno avuto? Potresti pensare ad un prequel, un approfondimento sui nostri.. I tre del ciuco..

Di nuovo complimenti, in bocca al lupo per il contest, magari fanne un seguito.. Storia leggermente picaresca. A la prochaine JQ Ps occhio ai piccoli refusi di battitura.

Finalmente approdo al secondo capitolo!
L'avventura di tutti i personaggi continua tra lutti improvvisi, guerre imminenti e furti rovinosi xD
Anche in questo capitolo ho apprezzato la commistione tra serio e comico: in particolare, all'inizio, la descrizione dei sentimenti di Teofano per il padre scomparso e la riflessione sul Paradiso ispirata dalla reliquia; lo scambio di battute tra i tre pellegrini e la perfetta resa di come convivessero credenze religiose e superstizione insieme; e infine la disavventura dei monaci... devo dire che, anche se me l'aspettavo che l'evangeliario venisse rubato, ci sono rimasta male xD Come se avessi fatto io stessa tutta la fatica di realizzarlo per poi vedermelo sottrarre da sotto il naso!! Beh, adesso bisogna vedere che fine avrà fatto, specie in mano a quei ladruncoli ciarlatani xD Potrebbero spacciarlo per un Vangelo vergato dal fuoco dello Spirito Santo! Ahahah
Complimenti, anche per questo capitolo =D
Alla prossima,
Ryo13

Buon pomeriggio.
insomma, mai una gioia xD
quante sfide per i nostri coraggiosi amici xD
Ma, sai, credo che l'importante sia sempre e comunque riuscire a salvarsi le penne. Credo che i tre l'abbiano capito.
Ancora l'Impero ha molti nemici, anche nel cuore stesso dell'Europa.
hai ricreato un mondo molto complesso, di certo si potrebbe dire tantissimo.
Buona giornata :)

Certo che a quei tre "pellegrini" ne capitano di ogni. Non fanno in tempo a guadagnare due soldi, che non solo vengono arrestati, ma arriva anche la notizia della guerra contro i mori e perciò vengono arruolati a forza. E per di più, legati come prosciutti...anzi, come presiutti, per usare le parole del buon Teodoro. E nonostante l'aiuto dei due monaci, i tre in Andalusia ci sono finiti lo stesso. Poveretti, quasi mi dispiace per loro. Quasi. Intanto, un giovane monaco impara qualcosa di più sul suo maestro, e la giovane Teofano scampa miracolosamente a un attacco di un simpatico gruppo di barbari. La storia però non è ancora finita, e ho l'impressione che debba ancora accadere qualcosina ai nostri eroi...

Al prossimo capitolo!

Ciao Yonoi!
Sono sempre più incantata da questo tuo racconto.
Bellissimo questo "su e giù" per l' Italia medievale!
Ho un unico, spassionato credimi, appunto da farti. Una missione diplomatica a sfondo pacifista tra
papato ed impero non avrebbe richiesto una scorta assai più nutrita? Lo spostamento, poi, di una
reliquia così importante e venerata non avrebbe fatto molto "rumore" anche in regioni così poco
abitate? Avrebbe potuto una semplice banda di tagliagole avere la meglio su un simile evento e,
ancor di più, sarebbe potuto veramente passare sotto silenzio un agguato del genere e la successiva
mattanza??! Probabilmente no. Credo che ti sia capitato di minimizzare eccessivamente in questo
caso. Una svista disgraziata dato il periodo storico in cui sono ambientati i fatti da te narrati,
notoriamente molto interessato a tutte le questioni di natura religiosa (come, del resto, tu hai ben
dimostrato di conoscere). Comunque... sarebbe sufficiente togliere il riferimento a quell' invio deciso
proprio da Roma oppure scrivere di un ipotetico scambio segreto tra le due potenze, ipotizzare cioè
di una loro transazione extra-segreta e tutto ritornerebbe nei confini della ipotetica credibilità sto-
rica e narrativa. Come ti ho scritto, il tuo racconto mi piace molto, quindi non ho potuto fare a meno
di scriverti quanto ti ho scritto. Spero di ritrovarti presto...
Un caro saluto

Un unico impero... Che magnifica Storia sarebbe stata!!! Temo però non con Ravenna capitale, data la
sacralità intrinseca a Costantinopoli/Bisanzio. Ma quanto son contenta di essere capitata qui oggi e di
essermi imbattuta in questo tuo racconto!!!!! C'è dentro tutto quello che piace a me! Un bel carosello
di: storia vera, verosimile e leggendaria, di avventure e disavventure, di storie di viaggio e stanzialità.
Soprattutto di un preciso periodo storico, che tanto mi è caro, cioè di Medioevo.
Il tutto tenuto insieme da un' ottima qualità di scrittura e da una non comune capacità narrativa.
Avrei solo un piccolo appunto da fare a questo primo capitolo: l' entrata di Teofano è un po' troppo
repentina. Avrebbe dovuto raccontarci pure lei qualcosa di più di se stessa. Di Decimo abbiamo appre-
so parecchio, mentre di lei ci hai detto veramente poco. La sua "voce" ha scarso spessore nel racconto.
Non è facile, del resto, inserire due voci narranti nello stesso racconto.
Un caro saluto

Buongiorno.
Ma è bellissimo!
Che poi... il Borgo Faina che hai ricostruito tu, è vero è frutto della tua immaginazione e dell'ucronia? xD mi è capitato di passarci a volte, così come a Fosso Ghiaia, il mitico villaggio delle cicogne, ma non pensavo fossero così tanto antichi xD
Be', insomma, mi hai saputo tenere sulle spine e far sorridere.
Questo è l'importante ^^
Credo che questo racconto si farà strada verso il primo posto senza tergiversare troppo.
Buona giornata!

Ave Yonoi, passo a volo radente, stile rondine al tramonto mi godo la tua continuazione, tra un bicchier di vino e un caffè.. Il corpo del defunto viene condotto all’eterno riposo in quel della pianura delle Carceri, descrizione magistrale.. anche di un monastero tra il nulla e l’addio, il viaggio della piccola “Augusta” prosegue, ora diventa suo, intimo e personale sul filo del tramonto.
Il ricordo e tornano (cit) i tre compari del ciuco, che tirano a sopravvivere, il traffico delle reliquie di boccaccesca memoria.. e furberia, ecco LA RELIQUIA con tanto di tautologici documenti.

E poi ecco Ravenna e le sue scene, le truppe si arruolano e i nostri 3 principiano a far fagotto, al diavolo Hispania e Al Andalus e i mori (!!!), il mistero della reliquia si dispiega, il miracolo è un affare, poi torna il monachello con lo splendido evangelario, che offrendo cibo impara i trucchi della pergamena, rectius, mestiere e si verifica un incontro/scontro/rapina, sullo sfondo le risa delle rane di esopica memoria.
Una storia ironica e tragicomica, vedi la reliquia di Compostela che non è e tanto pare..
Ps attenzione ai piccoli refusi di battitura.
PPS il mulo è un mito, come la ciuchina che fa amicizia con lui.



A la prochaine
JQ

Continuano ordunque le tragicomiche vicende dei nostri allegri (non tanto) personaggi. Dico tragicomiche perché, per quanto la vicenda di fondo sia abbastanza seria, non ho potuto fare a meno di ridacchiare in più di un'occasione. Come era facile immaginare, i tre ciarlatani non avevano portato la reliquia da Compostella, ma l'avevano trovata sul luogo di un attacco dei banditi. E devo dire che non mi sembrano neanche cattive persone; sono solo dei poveracci che cercano di arrangiarsi come meglio possono (ed essendoci tra di loro un napoletano, la cosa non poteva che riuscirgli bene). Altra risata me l'ha strappata la scena finale, in cui il monaco si accorge di essere stato derubato. Lo so che non è bello, però ho sghignazzato lo stesso. E intanto, sullo sfondo incombe la morte dell'imperatore, e una nuova guerra contro i mori in Spagna. E' proprio vero che le disgrazie non vengono mai da sole!

Al prossimo capitolo!

Ave Yonoi, finalmente passo, dopo svariate letture, la tua storia si snoda a ritmo lento e godibilissimo, mi ricorda “Il nome della Rosa” e i libri di Marcello Simoni, la triade sull’Abbazia dei cento peccati, etc.. Non per tediare, ma i libri, a mio parere, come le storie si parlano tra loro, eccetera. .
Scritta in modo coeso e preciso, ci porti nelle torride giornate del novizio Anselmo (già Decimo, prima di diventare oblato, perché debole e fragile, come Sugero, l’Abbè di Saint Denis).. Egli malaticcio e fragile, che non si teme sopravviva, riesce nell’impresa e step by step resiste, fino a giungere nel magico mondo degli amanuensi. Magica la descrizione dei colori, la preparazione di velli e pergamene è prettamente fisica..
E la stasi della seconda parte, la giovane principessa figlia dell’oriente e dell’occidente si mette in viaggio, con il suo vissuto di storie e passato, nette cesure ma l’asino ci fa fermare..
Anyway, lo scenario è delineato, perfette le cesure .. la vita scorre monotona, ma ecco che un incarico porta fuori dalle mura del convento .. Forse nel prossimo capitolo le due narrazioni si raccorderanno, comunque i vari registri di stile sono un capolavoro.. In punta di riso, sullo stile di Boccaccio, Buffalmacco et Calandrino e varie altre..

Enigmatica e affascinante, la tua storia è davvero accurata .. In bocca al lupo per il contest.
A la prochaine JQ
(Recensione modificata il 07/07/2019 - 09:51 pm)

"In verità, tendevo a confondere il paradiso con l’ozio"
“Che dici mai, furfante?” lo interruppe un pretino minuscolo, che sgomitava per farsi avanti e non finire fagocitato dalla folla. “La notte del Venerdì Santo, il Cristo era già nel sepolcro.”
“Hai un bel coraggio, straniero. Sicché un dono simile verrebbe dalle mani di tre pezzenti più un ciuco.”
Ahahahaahha!! 😂😂
Ok.... comincio la mia recensione con le parti che mi hanno fatto ridere di gusto 😁😂
Ho lasciato la tua storia per ultima da leggere perché era a capitoli e una delle più lunghe. Devo dire che è scritta benissimo, con toni suggestivi: lo scenario è perfettamente delineato sia nello stile del testo che nella descrizione delle occupazioni dei vari personaggi e nell'espressione dei loro pensieri. Ho apprezzato la descrizione piena di riverenza dei colori fornita da Decimo (Anselmo) per cui si nota avere una particolare propensione (è poetico anche mentre descrive il volo e i colori delle rondini). La prima e la seconda parte sono quasi tagliate di netto anche se risultano ovviamente collegate, ma immagino che solo nel capitolo successivo l'intreccio tra le due sarà più evidente: non è solo il tempo e lo spazio che cambiano ma anche il tono che da solenne — adatto a un'abbazia — scende fino al burlesco, al quotidiano, e introduce una nota farsesca al racconto suggerendo che da questo punto si prediligerà proprio questo tono.
Rimango in attesa del seguito per farmi un'idea più precisa riguardo la trama 😊
A presto,
Ryo13