Recensioni per
Fiamme nella neve
di Saelde_und_Ehre

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
28/07/21, ore 18:09
Cap. 2:

Ehi, carissima, finalmente eccomi qui ^^. Questo capitolo mi commuove sempre: un po' perché vengono approfonditi i sentimenti dei personaggi e un po' perché viene esplorato il loro rapporto, mi lascia sempre il fiato sospeso come tutto ciò si ricolleghi perfettamente al contesto bellico. Come tu hai specificato già nello scorso capitolo è vero: da donna che non condivide nessuna delle ideologie politiche del partito che servono i nostri protagonisti non posso che darti ragione. Sia Hermann che Eugen mi piacciono tantissimo: si vede che entrambi hanno sofferto, anche se per ora è appena mostrato, che entrambi hanno perso tanto, e nelle parole di Richter tutto ciò si tramuta in una rabbia forse un po' repressa contro i gerarchi detentori del potere. Bellissima la riflessione sulla famosa citazione latina "dolce et decorum est pro patria mori", perché è come se avesse perso il suo valore: l'obiettivo è chiaro, ma forse, a causa delle condizioni misere di combattimento, la vera fiducia viene persa nei confronti di chi ha istituito quella patria, il terzo reich. Loro che se ne stanno nei bunker mentre tutti gli altri uomini, nemici, camerati... amici muoiono. Mi sento in piena empatia coi protagonisti, per ora soprattutto con Hermann (anche se so già che Eugen si scoprirà meglio in seguito) e non vedo l'ora di continuare questa rilettura emozionante e recensire.

Nuovo recensore
23/07/21, ore 13:41
Cap. 1:

Ehi, salve ^^
Scrivo questo commento da telefono, per cui non sarà il massimo del massimo, ma ti avevo promesso che questa storia l’avrei riletta e recensita e così farò. Ciò che più mi colpisce di essa è l’immensa umanità dei personaggi che sin dal primo capitolo traspare, perché il dolore, come già qualcuno nei commenti ha detto, non ha nazionalità, il dolore non ha frontiere, è semplicemente qualcosa a cui tutti – chi più, chi meno – dobbiamo far fronte. Già il fatto che un personaggio dallo spessore di Hermann Richter, mia vecchia conoscenza (non ci credo che è la terza volta che leggo questo capolavoro) ci fa capire che non sarà *la solita storiella*. L’inverno è gelido, ma si contrappone all’approccio caldo di fiamme: al suo approccio introspettivo, molto orientato a quelli che saranno i suoi protagonisti, che ne esplorerà le sensazioni al di là di quella che è la realtà oggettiva dei fatti. Di tutte le tue storie, sapientemente scritte in toto, questa è quella che vede più gli effetti dei fatti che i fatti stessi. Indaga nel dolore, nei sentimenti generali, nell’amore, in una passione ardente come quella di una *fiamma*. Non vorrei dilungarmi troppo con questo commento raffazzonato, ma mi ci voleva spendere un po’ di tempo (e di lacrime per l’emozione) per fiamme. Ebbene, spero che questa visita inaspettata (che poi non so se lo è davvero) ti sia piaciuto, ma nei prossimi giorni mi cimenterò con maggiore serietà e compostezza. Cordiali saluti, FRAENRICO 💙🛩

Recensore Veterano
22/04/21, ore 19:29
Cap. 2:

Purtroppo non riesco mai a trovare il tempo di apprezzare questo capolavoro nel modo in cui dovrebbe esserlo.
Perché non si tratta solo di seguire una trama, ma soprattutto di cogliere le citazioni che semini per accrescere il valore simbolico e culturale del racconto. Il conto del macellaio, la marea che sale, "Ich hatt' ein Kameraden", i motti latini e non: insomma, un capitolo ricchissimo di cultura, che rende l'idea di personaggi uomini a 360° e non solo soldati.
“Adesso, però, sento che la marea si sta rivoltando contro di noi: se dovessimo perdere questa guerra, per noi resteranno soltanto l’infamia e l’oblio della Storia.” Questa è la frase che mi ha colpito di più.
Posto che la Storia è scritta dai vincitori, posto che - volendo fare i pignoli - nessuno è esente da colpe.
Con il senno di poi è facile puntare il dito e dire "questi erano nel giusto, questi sbagliavano", ma è la trappola peggiore in cui può cadere uno storico: dare un valore morale ad eventi che non abbiamo vissuto e che possiamo solo conoscere a posteriori.
Ecco, tu restituisci a questi anonimi la dignità di esseri umani, e ci aiuti a capire cosa devono aver passato nell'inferno ghiacciato di Stalingrado, che tuttora rimane uno degli assedi più cruenti della Storia.
Sono molto contenta di leggere questo tuo racconto, faccio fatica perché oltre ad essere complesso, è molto doloroso, ma lo leggo davvero con piacere.
A presto!

Nuovo recensore
22/01/21, ore 20:47
Cap. 5:

Eccallà.

Va beh, si sapeva, su. Inutile intristirsi, per loro, con tutta probabilità è stato meglio così. Questa storia me ne ha ricordata un'altra che ho letto in questi giorni, solo che i protagonisti erano due piloti, in effetti è seguendo quell'autore che ho scoperto questo racconto. Tra l'altro anche lì si parlava di Spartani.

E insomma, credo sia una delle storie più belle che abbia mai letto su questo periodo. Non so fare una classifica ma di sicuro è molto in alto. Dei tedeschi umani, finalmente. Fedeli fino all'ultimo senza per questo essere fanatici.

Davvero complimenti, questa va fra le preferite!

 

Nuovo recensore
22/01/21, ore 20:40
Cap. 4:

Ed è successo quello che doveva succedere. Tra l'altro mi piace tantissimo il modo in cui vivono la loro omosessualità, ossia come una cosa intima, da tenere per loro. Sanno perfettamente che è illegale, ma hanno trovato un equilibrio fra servire la Patria e vivere la loro sessualità. Del resto ciò che si fa in casa è privato e non c'entra nulla con il loro essere comandanti. Se c'è da scegliere, è chiaro che il loro Paese viene prima di tutto, come dice anche il loro inno.

Temo di sapere come va a finire, vado all'ultimo capitolo.

Nuovo recensore
22/01/21, ore 20:30
Cap. 3:

Sto veleggiando su una nuvola. La fine di questo capitolo è dolcissima, sono due anime provate che cercano di trovare calore e conforto l'una nell'altra.

Tra l'altro Richter viene dalla mia adorata Turingia, un altro punto a suo favore.

E intanto la situazione continua a peggiorare, ma è commovente come questi soldati cerchino di resistere e farsi forza a vicenda. Sembrano proprio Spartani. Potrei fare una disamina su quanto siano simili Grecia e Germania, ma non è il contesto adatto. Mi limito a dirti che vado al prossimo capitolo.

Nuovo recensore
22/01/21, ore 20:16
Cap. 2:

Gli spartani alle Termopili... e qui il mio cuore grecofilo ha sussultato. Davvero angosciante questo capitolo, Richter e Schwerin sanno che la situazione è disperata eppure non possono, non vogliono mollare. Sono coscienti delle loro responsabilità, in quanto comandanti non possono lasciarsi andare altrimenti è finita.

Comunque io adoro le divise tedesche della seconda guerra mondiale, i cappotti, i guanti, i berretti... li amo.

Nooo, spero che Richter torni da Schwerin, sono bellissimi insieme.

Volo al prossimo capitolo.

Nuovo recensore
22/01/21, ore 20:06
Cap. 1:

Sì, capisco il tuo disclaimer, io ho avuto problemi sia qui che altrove proprio perchè, come dire, ho criticato certi tipi di visione, ho pure cancellato il mio account. Ma sono felice che le cose, rispetto a sette anni fa, siano cambiate, ho trovato, in pochi giorni, autori meravigliosi e ho letto storie fra le più belle su questo periodo.

Dunque, ti dico subito che credo di amare Richter, è davvero un uomo tutto d'un pezzo, sebbene tu ci faccia capire che abbia sofferto tremendamente, a causa di questo capitano Altendorf, suppongo.

Il fronte orientale è stato davvero un carnaio, deve essere stato terrificante, eppure questi uomini non perdono la speranza.

Ora c'è questo ufficiale che è riuscito a soccorrere gli uomini di Richter, vediamo cosa succederà.
 

Nuovo recensore
18/12/20, ore 22:22
Cap. 1:

Ciao.

Girovagando per il tuo profilo, dopo aver letto la tua saga, ho incrociato questa storia. Cosa dire?

Devo farti i complimenti per come descrivi la neve e il gelo, sembrava di starci in mezzo, la potevi sentire.

Von Schwerin e Richter sono due lame di ghiaccio bollente, si sono trovati, con le loro forze, i loro dolori, le loro paure, il loro coraggio.

E alla fine cadono, la fine migliore per loro. Perchè per i soldati tedeschi le cose possono finire in due modi: o muoiono per non vedere la Patria sconfitta o tradiscono e si adeguano alla narrativa del dopoguerra, pentendosi e rinnegando ciò che per cui hanno combattuto.

Un happy ending è impossibile, per loro. Forse la prima opzione lo è, almeno è intrisa di epicità tragica.

Ancora complimenti.

Recensore Veterano
10/03/20, ore 21:43
Cap. 3:

Ciao di nuovo,

Finalmente soni riuscita a leggete anche questo terzo capitolo.Rimango stupita da come la narrazione sia naturale e fluida anche se parla di un contesto innaturale e spezzato come quello della guerra.
Le descrizioni, pennellate fugaci, riescono a trasmettermi il senso di desolazione assoluta, un mondo grigio e vuoto, non solo di umanità, ma della vita stessa.
Fuoco e ghiaccio e terra morta. Il momento in cui descrivi il capitano Altendorf ferito a morte che spalanca gli occhi, senza parlare, mi ha fatto stringere il cuore.
Come negli altri capitoli, sei riuscita a rendere l'angoscia immensa di quei momenti, un'angoscia che nemmeno la presa di coscienza di Eugen e Hermann e gli emozionanti canti dei camerati e la dimostrazione di ospitalità dei contadini riescono a mitigare.
Non riesco a immaginare a cosa assomigli la nascita di un amore fra due ufficiali in tempi così duri, ma il modo in cui l'hai descritta sembra naturale e realistico. Non mi sarei certo aspettata una dichiarazione, d'altro canto.
Molto tristi i flashback, su Jörg e sulla Turingia. È tutto molto triste, in effetti, struggente e inesorabile.
Non so nemmeno se i protagonosti vivranno, tanto la Vita (come principio) sembra essere sulla lama di un coltello.
Ti faccio ancora i miei complimenti per il tuo stile -amo il modo in cui unisci descrizioni poetiche in una realtà cruda, amo le tue scelte linguistiche ricercate ma non pretenziose- e per la sensibilità straordinaria che traspare da questa storia.
A presto!

Recensore Junior
04/03/20, ore 21:59
Cap. 1:

Ciao
Ho esitato a leggere l'ultimo capitolo perchè sapevo come sarebbe andata a finire,l'avevo capito, e mi dispiaceva troppo per i due protagonisti, è sempre bello leggere storie che vanno oltre gli stereotipi.
Solo un appunto(ma non credo sia una pecca, bensì una scelta stilistica tua), che ha già fatto notare qualcuno: i due sono simili. Molto. Forse troppo. Sia ideologicamente, che politicamente, che mentalmente, che caratterialmente. Addirittura hanno lo stesso passato. Per carità sono commilitoni, sono camerati, è chiaro che devono avere qualcosa in comune, ma....sempre sulla stessa lunghezza d'onda, mai uno screzio, uno scontro , un litigio, sempre a pensarla allo stesso modo su tutto, sempre ad avere le stesse reazioni a tutto(non dico che si doveva avere la classica storia di quello pro contro quello disilluso e anti, questo no, ho già detto che odio gli stereotipi, però così mi sembra esagerato), ciò non vuol dire che siano scritti male, anzi...
Per il resto, complimenti per i termini tecnici e la descrizione delle battaglie e dello stile di vita dei soldati!

Recensore Veterano
03/03/20, ore 15:42
Cap. 2:

Ciao! Eccomi a recensire anche qeusto capitolo.
Permane un presagio funesto, che la Ostpreußen non ce la faccia a dare man forte a Richter e ai suoi uomini, tuttavia mitigato dal sentimento di unione fra i soldati di Richter e Schwerin.
Una cosa che mi colpisce ancora in questo capitolo è quanto terribilmente giovani siano questi uomini. Leggendo del loro savoir-faire uno si immagina dei veterani con molti capelli grigi e invece (e quindi sottolineando ancora che molte reclute sono poco più che bambini, anche prima di leggerlo)...un contrasto fortissimo, se si pensa alla nostra realtà contemporanea. Fa pensare a come la guerra stravolga tutto e succhi il sangue dalle popolazioni.
Richter e (von) Schwerin sembrano due naufraghi che si sono ritrovati su un'isola deserta e ho trovato molto toccanti i loro dialoghi, così come ho trovato tragico il senso di sconfitta e di colpa che si infiltrano pian piano anche nei loro cuori valorosi. Sono curiosa di leggere come evolveranno i sentimenti fra questi due guerrieri, distanti ma vicini.
A presto!

Recensore Master
02/03/20, ore 15:07
Cap. 5:

Ciao^^
finalmente usciamo dal pantano della retorica frignona antimilitarista.
Qui abbiamo uomini che nonostante tutto, nonostante freddo, fame, ferite e dolore non vengono meno ai loro principi e ai loro ideali. Uomini che lottano per un obiettivo, consapevoli che nessun sacrificio può essere considerato troppo grande, pronti a sacrificare se stessi in nome dell'ideale e del futuro bene comune.
Uomini che dal reciproco legame traggono forza e rinnovata fede nell'ideale, e non usano il rapporto d'amore come scusa per fuggire codardamente dal campo di battaglia, ma ne fanno un ulteriore elemento di valore ed eroismo, perchè anche il soldato spartano pregava il nemico di dargli il colpo di grazia nel petto, perché l'amante non dovesse sopportare la vergogna di saperlo colpito alla schiena.
Una storia bellissima, che finisce a missile fra le preferite.
Alla prossima!

Recensore Master
02/03/20, ore 09:15
Cap. 5:

Ciao carissima^^
Eccomi qui al tragico finale di questa storia.
Perfetta conclusione, drammatica e straziante, per un racconto di amore e guerra. Come sempre ho apprezzato tantissimo le descrizioni della battaglia, hai rappresentato la caduta di Stalingrado in tutta la sua drammaticità, una disfatta terribile, conclusa in un bagno di sangue.
I due comandanti, fedeli e onorevoli fino alla fine, si sono sacrificati insieme ai loro uomini, condividendo un misero destino, ma senza mai arrendersi.
Così alla fine la guerra è riuscita a sopraffare anche questi due uomini valorosi, lasciando solo morte e distruzione.
Molto bella l'immagine finale, due corpi giacciono nella neve sporca di sangue, uno accanto all'altro, mentre la battaglia prosegue, perché la guerra non si ferma per così poco...
Complimenti, è stato davvero un piacere leggere questa bellissima storia^^
Alla prossima! :)

Recensore Veterano
01/03/20, ore 20:32
Cap. 1:

Ciao Saelde_und_Ehre,

 Ho trovato questa storia fra le "storie nuove" e da buona nerd mi sono gettata a capofitto quando ho visto che si trattava di un racconto storico.
Partendo dall'inizio, ho amato come la bella descrizione del cielo apre la strada a quella di ciò che sta di sotto, un mondo da incubo dove tutto è distrutto, anche le speranze.
Studiando storia viene quasi spontaneo disprezzare i tedeschi del Reich, ma leggendo questo primo capitolo non mi è nemmeno venuto spontaneo chiedermi di chi stavi parlando quando la battaglia e l'inverno e la depressione mietono vittime. Il filo dell'odio si perde fra le schiere e quello che leggo è solo una storia di un dolore spaventoso: chi lo vive, amico o nemico, non è importante.
La tua prefazione mi fa pensare a uno dei libri di letteratura italiana più struggenti che abbia mai letto, "La Storia", dove la Storia è una macchina a igranaggi che macina i corpi e la storia di tutti colori di cui non sappiamo il nome, ora.

"È facile imparare a dissimulare e a mantenere la compostezza, ma la verità è che nessuno si abitua mai del tutto all’onnipresenza della morte."

Leggendo ho riflettuto su come sia possibile sopportare tutta la distruzione, il dolore e la mancanza di speranza durate una guerra. Mi si spezza il cuore per quei ragazzi che non vedranno mai l'alba di un tempo nuovo, migliore. Da mamma posso solo immaginare il dolore delle madri di quei bambini quando li hanno chiamati a combattere...

Sempre da nerd apprezzo i dettagli come i nomi delle armi e il "linguaggio tecnico" delle scene d'azione.

Non vedo l'ora di reggere e recensire il prossimo capitolo. Grazie di questa storia!

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