Recensioni per
Surya Namaskara
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 125 recensioni.
Positive : 125
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/06/20, ore 18:12
Cap. 1:

Ma lo sai che quasi non ci credo di aver iniziato solo ora questa storia dedicata a Ole e Homer? Ciao, cara Greta, perdonami per l’inizio vagamente assurdo della recensione, ma con tutti gli aesthetic meravigliosi che hai condiviso su questi due mi è davvero sembrato di tornare a leggere di due vecchi amici quando ho aperto il primo capitolo.
Parto dicendo che, al solito, io ti invidio per la bravura che hai nello scegliere titoli sempre insoliti e intriganti, titoli che sono in grado di spingere il lettore ad aprire la storia per scoprire di cosa parlerà; trovo che il Saluto al Sole sia l’emblema perfetto per il rapporto tra questi due Tassorosso tanto diversi tra loro, eppure tanto legati l’uno all’altro.
Ho trovato che la caratterizzazione di Ole emergesse in maniera particolarmente forte in questo primo capitolo — nonostante mi renda conto che utilizzare forte come aggettivo parlando di lui sia una scelta bizzarra, visto che è un ragazzo che del vivere la quotidianità in punta di piedi ne ha fatto un vero e proprio stile di vita. Hai saputo mostrarci molto bene il suo sentirsi a disagio in entrambi i mondi, del resto io non so come farei a convivere con un dono come il suo in ambienti che pullulano di persone giovani ed emotive come Hogwarts e un college universitario, quindi in realtà Ole è molto più forte di quanto io stessa non gli abbia dato credito di essere. Personalmente mi rivedo più in Homer: io sono una persona che si trova quasi subito a proprio agio anche con gli sconosciuti e quindi ho sorriso nel vedere il nostro Guaritore Giramondo parlare con Mia e Bruce come se si conoscessero da sempre, eppure il sorriso che ha dedicato a Ole era ben diverso da quello che rivolgeva ai suoi due coinquilini — è proprio qui che sta la differenza, qui che si poggiano le basi per un legame che trascende la lontananza e può vivere anche solo di lettere scambiate con una frequenza non proprio eccellente. Tra l’altro il bello di Homer, e quello che me lo fa sentire ancora più affine, è il suo essere a suo agio sia circondato da libri che dalle persone, oltre al suo essere un leader naturale, che non cerca comunque di imporre le proprie idee, ma che con un sorriso sincero riesce a convincere il suo amico ad andare a una festa — nonostante non ne avesse voglia. Sinceramente non vedo l’ora di conoscere la madre di Homer, che mi sembra decisamente aver influito sul carattere del figlio e avergli donato il carisma che lo caratterizza, tra l’altro leggere di come è stata materna nei confronti di Ole me l’ha fatta adorare ancora di più. Altro punto che spero approfondirai è il rapporto tra Ole e il padre, che evidentemente non si sente a proprio agio con un figlio così diverso da lui.
Le parole usate mi sono sembrate particolarmente evocative e le figure retoriche utilizzate molto calzanti, mi è parso che il tuo stile fungesse da filo conduttore per la storia, quasi come se si facesse guidare da essa e le rendesse giustizia… spero di essermi spiegata, perché mi rendo conto che forse sono stata un po’ criptica. In conclusione ti dico solo che il capitolo è stato un vero piacere da leggere, credo che sia proprio dai particolari che emerga quanto tu sia affezionata a questi due personaggi e sono davvero felice che tu abbia deciso di pubblicare questa long a loro dedicata.
Ci rivediamo presto, visto che non ho più contest da valutare!

Recensore Master
16/06/20, ore 19:02
Cap. 5:

Dunque, da questo capitolo ho capito una cosa che fino ad ora non avevo sul serio colto sino in fondo: Homer è un idiota sentimentale (ma quanto può essere koala anche lui? ❤), cioè proprio non ci arriva, non capisce, non coglie i segnali maliziosi e interessati – vive proprio nel suo mondo fatto di arcobaleni, sorrisi radiosi e gentilezza dove nessuno può avvicinarti solo perché ha un interesse interessato per te.
Ed è un idiota sentimentale (meraviglioso, ovviamente – lo sottolineo perché il signorino Landmann è perfetto anche nei difetti, non c'è niente da fare!), dicevo: è un idiota sentimentale anche perché non capisce che quella tra lui è Ole è più di un'amicizia (molto, molto più) e che il suo amico è geloso marcio, anche se non lo ammette neanche a se stesso e fa addirittura il tipo navigato che dà consigli su appuntamenti e ragazze (ma chi ti crede, Ole? Solo il tuo amico più idiota di te poteva crederti!).
Però, insomma, ma quanto sono belli? ❤

(Ora, io dico, tra l'uno e l'altro ci credo che sono diventati anche adulti senza koalizzarsi per bene: uno timido, l'altro idiota... Ah, ma ci penserò io a risolvere tutto questo, o meglio ci penserai tu con quella raccolta corposissima che hai annunciato dove farai in modo che capiscano – vero? *-*)

Eloise... Eloise è un'altra che ha chiaramente dei problemi nel cogliere i segnali: già sappiamo cosa non è, ora sappiamo anche cos'è, ossia inopportuna, impicciona e decisamente e indiscutibilmente di troppo. Concordo con Ole dalla prima all'ultima parola, e rispetto a lui aggiungo come sia totalmente incapace di capire che Homer non sa davvero che farsene di lei – non gli piaci, sciò (semi-cit XD).
Ha avuto, nell'ordine, la faccia tosta di approfittare della sua debolezza (un ego ferito è pur sempre un ego ferito! – te l'ho già detto, vero, che prima o poi Homer dovrà incontrare Louis?!), baciarlo, chiedergli un appuntamento e raggiungere i miei due bellissimi koala senza invito, interropendo poi un momento tanto intimo, che avrebbe dovuto essere tutto loro – e come se non bastasse seguita a non capire che Homer avrebbe preferito uno schiantesimo in pieno petto al ritrovarsela lì (cosa che però mi fa temere che alla fine l'idiota sia andato a quell'appuntamento, ma spero ancora che le abbia dato buca restando con Ole!).

Ecco, arrivo alla parte finale.
Da un lato sono felicissima che tu abbia deciso di dividere il capitolo a metà e iniziare ad aggiornare, dall'altro hai interrotto sul più bello!
Mi hanno fatto una tenerezza infinita quando si sono ritrovati l'uno accanto all'altro con Homer desideroso che Ole sentisse i suoi pensieri, la voglia matta di essere con lui e con nessun altro.
Del loro rapporto mi piace tantissimo questo loro esserci nonostante distanze di spazio e tempo, la loro sintonia naturale, il loro essere nati in qualche modo per completarsi. Riescono sempre a trovare un equilibrio, a capirsi malgrado tutto. E fa male pensare che abbiano trascorso tanto tempo senza avere contatti, prendendo strade diverse, conducendo vite separate.
Mi è piaciuto molto come tu abbia mostrato la loro quotidianità, fatta di piccoli gesti che oltrepassano davvero la soglia dell'amicizia. Come il trascorrere tutto il tempo possibile assieme, rintanarsi nel letto di Ole per parlare e studiare, insonorizzando lo spazio (e chiudendo tutto il mondo fuori), aspettarsi sempre e comunque. È un'amicizia che cammina su un confine senza sapere bene cosa fare: se oltrepassarlo o restare lì o addirittura ritrarsi – e nell'incertezza sino ad ora sembrano impegnati a restare in equilibrio fingendo che non ci sia quel di più tra loro, che sia da amico aspettare sino a notte inoltrata l'altro che non torna, avere una fitta al petto quando gli racconta di aver baciato un'altra persona, che sia da amico correre dall'altro per l'ultimo saluto prima della partenza, pensare di non voler essere con nessuno che non sia lui.
Te l'ho già detto, ma lo ripeto, questi due mi emozionano tanto.

Ora ti saluto prima di continuare a scrivere frasi sconclusionate, ormai non ti aspetti di meglio dalle mie recensioni quando si tratta di Ole e Homer!
Bravissima come sempre, non vedo l'ora di leggere il seguito!
Un abbraccio! ❤

Recensore Veterano
15/06/20, ore 23:44
Cap. 1:

Ciao! Come promesso, ho colto l'occasione al volo per passare dal tuo profilo e non potevo non partire dai tuoi dottorini: ne parli con così tanto amore che mi hai riempita di curiosità!
La descrizione iniziale su Ole, il campus e i rapporti con i coinquilini sono stati un sorprendente flashback a quando ancora potevo studiare in università. Non solo descrivi molto bene l'atmosfera, il "mood" e la difficoltà nell'instaurare un rapporto vero con chi vive in casa con te, ma le rendi assolutamente realistiche.
È triste leggere la sua rassegnazione nel capire che la magia non sembra essere cosa per lui: la saga principale parla sempre di gente potentissima o che, in generale, riesce comunque a migliorare. Trovarsi in quell'area grigia tra i maghi "comuni" (non i presceltissimi, ma quelli che comunque se la cavano) e i maghinò dev'essere piuttosto frustrante. Però ho apprezzato tantissimo le immagini che hai usato per rendere la sensazione della magia come melassa, è decisamente calzante. Anche quel senso di "strappato", di tira e molla che usi per descrivere la sua incapacità di trovare un equilibrio tra le sue due nature, quella più umana e quella magica, inquadra alla perfezione il tuo protagonista.
L'introduzione di Homer mi è piaciuta da impazzire. Crei una suspance incredibile, facendo avanzare il lettore a suoni e poi descrivi la stanza quasi "in sequenza", come se fosse un'inquadratura cinematografica.
Lo stesso Homer, una volta "visto", è subito magnetismo puro, sembra quasi più un gatto che una persona e non negherò che mi ha conquistata in letteralmente tre parole (ho l'abitudine di scrivere le recensioni in fase di lettura, trovo rendano l'impressione più diretta)
Ancora una volta, mi trovo a farti i complimenti per la descrizione della capacità di Ole: usi sempre delle immagini estremamente estetiche ma dirette e chiare.
Il contrasto tra Ole, impacciatino piccino, e Homer, che invece sembra essere Quel Tuo Compagno Delle Medie Che Sapeva Fare Tutto™ è delizioso. Anche se, pensandoci razionalmente, crederei normale che il secondo "si mangi" un po' il primo in termini di presenza scenica, riesci a dare un ottimo equilibrio tra dentro e fuori, tra apparenza ed essenza: i due sembrano davvero piatti di una bilancia.
Non immagini quanto questo primo capitolo mi abbia assolutamente rapita. Il tuo stile mi ha conquistata: è elegante, dinamico, lento, ipnotico, tutto!
E adesso non vedo l'ora di tornare!

Piccola nota di colore: Homer nella mia testa suona come Davide Albano. Non chiedermi per quale ragione, ha cominciato a parlare così alla prima frase che ho letto.

Recensore Master
13/06/20, ore 10:45
Cap. 4:

Buongiorno cara <3
Aaah, leggere di Ole è sempre bellissimo, oramai te l’avrò detto ventordici volte che in lui mi ci rispecchio troppo. Non so cosa voglia dire, ma posso immaginare il sentirsi strano e diverso fin da quando si è bambini e non sapere il perché. Poi finalmente il perché gli viene spiegato, ma quella che è gioia ben presto si è trasformata in tristezza. Suo padre ha visto questo suo essere un mago come qualcosa di brutto, da “affrontare”, e non deve essere bello non ricevere il minimo sostegno (almeno, questa è la sensazione che mi è arrivata), dopo aver trovato dopo anni e anni una risposta alle proprie “stranezze”. Sicuramente il rapporto con suo padre, ha influito non poco su quello che è il suo carattere solitario e parecchio insicuro (trovo quasi inquietante il fatto che siamo così uguali xD) e i rapporti con suo padre sono tesi, tutto si appesantisce nel momento in cui si ritrovano a parlare di Homer. Credo che Neil abbia inteso bene quello che suo figlio provi per Homet, nonostante non ne parlino chiaramente, e forse – almeno per il momento – è meglio così. Poi c’è da dire che io odio gli addii, mi fanno star male, nella realtà però, perché nelle storie io voglio soffrire (sono masochista). E tutto quello che Ole prova mi ha fatto stare male al punto giusto, oramai mi sono immedesimata troppo. E’ bello che ci sia sempre questa contrapposizione con Homer che invece è completamente opposto, allegro, sfacciato, con più “voglia di vivere” (quanto lo invidio in questo momento). Come non mai Ole mi è sembrato così malinconico in questo momento che avrei voluto abbracciarlo più del solito. Forse la parte egoistica di sé vorrebbe tenere Homer lì, ma da un lato come si fa dal momento che il suo amico è così felice? E’ dura, perché di solito siamo sempre portati a mettere davanti la persona che amiamo/vogliamo bene… anche se questo va sempre a discapito nostro, quindi niente, soffro.
Perché sì, Ole si immaginava che Homer se ne sarebbe andato, io stessa me lo figuro come una persona che non può stare in un posto per troppo tempo, come uno che ha bisogno di viaggiare, scoprire e conoscere, ma fa male lo stesso.
E mamma mia, giuro che mi è partita la vena fangirling [?] un sacco, perché credo che poi Homer si sia accorto che qualcosa non andava in Ole, soltanto che poi è arrivato UN CERTO QUALCUNO ad interrompere il momento. Ma come?! Non odio te e non odio nemmeno Eloise, però SCUSATE, mica si fa così T_T
E il povero Ole? Secondo me starà malissimo internamente e sarà divorato dalla gelosia, ma soprattutto fa effettivamente STRANO vedere Homer imbarazzato, lui che è sempre così sfacciato e tutto e NON LO SO, ora sono CURIOSA di leggere le reazioni di Ole, se magari questo porterà ad un allontanamento (reso peggiore dal fatto che Homer DOVREBBE partire presto), quindi non so, è stata una cosa che mi ha messo addosso una curiosità terribile. Quindi ti prego, con tutta la calma, ma non lasciarmi con la curiosità troppo a lungo T_T
Scleri a parte, il capitolo mi è piaciuto un sacco e oramai la Oler (ho appena coniato questo nome per la ship) è otp, una di quelle che mi fanno soffrire non poco. Che dire, complimenti ancora una volta :*

Nao

Recensore Master
11/06/20, ore 22:14
Cap. 2:

Ciao Greta!
Mi sono sempre ripromessa di passare di nuovo su questa storia e intanto è passato un mese! Ma finalmente ho la scusa per tornare e spero proprio che adesso riuscirò pian piano a recuperare tutto perché questo capitolo mi ha incuriosito ancora di più di quello iniziale in qualche modo! Qui, infatti, ci hai mostrato gli esordi dell’amicizia tra Ole e Homer, trasportandoci nei primi anni Settanta e nel momento in cui le loro strade si incrociano per la prima volta a Hogwarts.
Riconfermo a pieno la grandiosità dell’idea di trattare personaggi originali in un mondo ben codificato come è quello di Harry Potter: scrivere di personaggi inventati può essere un grande rischio, più che altro perché possono risultare piatti e non attrarre a sufficienza l’interesse nel proseguire la lettura. Questo non succede minimamente qui, anche perché come ho già avuto modo di dirti tante volte hai un vero talento nel dare vita e soprattutto pieno spessore ai personaggi – sia quelli minori che non hanno tanto spazio, sia quelli completamente inventati. Non è affatto una cosa ovvia, anzi, il rischio di appiattire i personaggi nuovi è enorme, e questo anche solo quando sono affiancati a personaggi noti. Tu invece qui fai qualcosa di ancora più azzardato: porre tutti personaggi protagonisti originali, senza nessun personaggio canonico che funga da spalla. E la trama funziona, funziona davvero tanto.
Ole e Homes si delineano già dall’inizio – non solo della storia, ma proprio della loro comparsa cronologica –  con personalità precise, opposte eppure per questo complementari. Homer, il “ragazzino un po’ troppo alto” entra direttamente al quarto anno e ha alle spalle una storia decisamente non convenzionale: suo padre è una personalità in vista e proprio per questo ha girato il mondo, studiando da “privatista”, cosa che lo rende curioso ma anche un po’ un pesce fuor d’acqua. La sua amicizia con Ole si presenta davvero spontanea, gratuita, come se l’uno fosse stato immediatamente per l’altro ciò di cui aveva bisogno (forse, mi viene da dire, nel caso di Ole anche senza saperlo) e questo mi è piaciuto davvero tanto. Homer è pronto a fare subito amicizia, Ole fa un passo indietro – eppure Homer non desiste di fronte a quella ritrosia, e Ole per contro sente immediatamente, da quella primissima stretta di mano, che lui gli è simpatico. Insomma, stai delineando un incastro che funziona, ben ragionato e che ha motivo di essere, di cui ho apprezzato proprio il modo in cui hai usato in qualche modo la personalità dell’uno per definire in via di sottrazione quella dell’altro. La forza di questo legame è illustrato benissimo nella scena finale: Homer che invita Ole a porsi come “punto di riferimento umano” e Ole che riflette tra sé e sé che essere il punto di riferimento di qualcuno è in fondo una novità interessante.
Il riferimento alla realtà concreta di Hogwarts è poi presente – non dimentichiamo che gli anni Settanta sono gli anni dei Malandrini, e non ho potuto non notare quell’occhiolino a Bellatrix Black –, ma è ancora una volta il dare voce a storie secondarie, plausibili ma non raccontate, che rende questa storia potente (grazie a te che sei capace di scriverne in modo così brillante). Parli di due Tassorosso infatti (la casa forse più sottovalutata), e li fai interagire con personaggi che non esistono nel mondo canonico. Ho apprezzato davvero molto a questo proposito la caratterizzazione veloce ma vivace e concreta di Eloise Pearson: sono riuscita a vederla davanti ai miei occhi attraverso i gesti e le frasi con cui l’hai presentata. In due frasi è apparsa come un’invadente un po’ pettegola – e forse vagamente odiosa – ragazzina che, come ovvio, ha attirato le mie simpatie.
Sei veramente una strega (nel senso potteriano del termine) a dare vita ai personaggi e io non posso fare altro che complimentarmi con te per questa spiccata qualità. Ole e Homer esistono – non li percepisco meno reali di altri personaggi della saga.
Spero di poter proseguire presto la lettura: è una storia che merita davvero molto. Bravissima.
Un bacio e alla prossima!

Recensore Master
06/06/20, ore 11:02
Cap. 3:

Ciao cara **
Io boh, ma ship ne abbiamo? Ole e Homer nuova OTP indiscussa, qui poi se me li metti in una spiaggia (tipo una delle mie fissazioni) non posso non apprezzare. Ti devo farei i miei complimenti, forse già fatti, per come stai caratterizzando questi due personaggi: Ole e Homer sono completamente diversi e a modo loro adorabili. Con Ole mi ci immedesimo, ma è Homer che adoro per questo suo essere così allegro e sopra le righe, così sicuro di sé e pieno di idee, direi una personalità perfetta per stare accanto ad un tipo più pacato e come Ole. A parte che rido tantissimo, perché il buttafuori non voleva farli entrare e figurarsi se Homer accetta un “no” come risposta, non sia mai. Mi è piaciuta, nella sua breve apparizione Aline, sarà perché ho un debole per i personaggi “artisti” e per gli artisti in generale. E qui, come al solito, Ole lo avrei voluto abbracciare più del solito, perché è il disagio fatto persona e io lo capisco, lo capisco perfettamente, e me lo sono immaginata benissimo mentre se ne sta lì, tutto solo (nel momento soprattutto in cui Homer viene trascinato via da Aline). Ole si sente fuori posto, si ritrova in un posto pieno di persone con cui sente di non avere molto a cui spartire, ha paura di sbagliare, di essere giudicato, di essere costantemente sotto esame.
Mamma mia, io e lui uguali proprio, CHE BELLO.
Certo, poi con Homer ha anche un’uscita un po’ infelice, quando dice: “Voi maghi…”.
Come avevi accennato anche nel primo capitolo, Ole non si sente un mago, è più a suo agio nel mondo dei babbani, ma in verità lui non appartiene completamente né ad un mondo né ad un altro. Lui è in mezzo ed è come se non riuscisse ad avere una sua identità da questo punto di vista. E’ consapevole di essere un mago mediocre e infatti ha trovato i suoi stimoli in altri studi, ma alla fine che sia mediocre o no, COMUNQUE è un mago, comunque ha la magia nelle vene e non è una cosa che si può ignorare facilmente. E a proposito, ho amato un sacco Homer. Lui mi da proprio l’idea di essere uno di quei tipi che si arrabbia molto di rado ma che quando lo fa è per dei motivi davvero seri. È molto comprensivo nei confronti di Ole e non lo obbliga a parlare di argomenti di cui non vuole.
E poi boh, inizia il romanticismo incredibile. Ma io non me lo aspettavo, ma a TRADIMENTO? Io ci muoio così. Homer che gli chiede se si fida e Ole che risponde “sì, mi fido”, MA CHE SIAMO SUL TITANIC, ALLORA.
No, niente Titanic, però in compenso il mare e la spiaggia sì, e con me vinci facile perché per le spiagge e il mare ho una certa fissazione e può essere usato per combinare le svariate COSE.
Arrivati a questo punto il mio sclero è stato altissimo e io GIURO ero convintissima che Homer volesse baciarlo. La colpa non è mia, la colpa è sua e dei suoi atteggiamenti ambigui, però è stato tenero.
““Allora, ci scaldiamo un po’? Per ricordare i vecchi tempi?”” – VA BENE OKAY. Io sono mezza perversa e mi ero già fatta i film mentali, FORSE qui è un po’ colpa mia, ma comunque li ho trovati adorabile e stanno flirtando inconsapevolmente (Ole, perché Homer secondo me è consapevole ECCOME). C’è pure una bella dose di malinconia e dolcezza e insomma, poteva non piacermi? Chiaramente no, mi ritengo MOLTO SODDISFATTA di quanto ho letto.
A presto 

Nao

Recensore Master
31/05/20, ore 23:24
Cap. 1:

Ciao Greta!
Mi sono fiondata qui perché ero curiosa di conoscere, finalmente, i tuoi OC. (O almeno alcuni dei tuoi OC, credo tu ne abbia anche altri!)

Parto segnalandoti alcuni refusi che ho riscontrato durante la lettura:
"si sfaldarsi" di
"appicciata alla suola" controllando al volo, appicciare effettivamente esiste ma (se ho ben capito) si tratta di un regionalismo; credo tu intendessi usare "appiccicata" ?
"ragazzo stano" strano
Per quanto riguarda lo stile, è scorrevole e questo lo apprezzo sempre molto; mi ha un po' stupita l'uso delle virgole, perché in alcune frasi (all'inizio, più che altro) mi era sembrato ne usassi poche – il minimo indispensabile, diciamo – mentre andando avanti in alcuni punti mi sono sembrate un po' in eccesso. In questa, ad esempio:
"Lo spaventava, guardare in faccia i suoi compagni di stanza e avvertire i loro pensieri, i loro stati d’animo, e riuscire a intuire, sotto i loro sorrisi, ciò che, inevitabilmente, pensavano di lui."
Non ce n'è una fuori posto, vanno bene, però mi sono sembrate un po' tante (penso mi abbia colpita soprattutto per il confronto con le precedenti, che ho trovato più spoglie sotto questo punto di vista).
Ti riporto invece due esempi in cui l'uso mi ha effettivamente convinta poco:
"Se non aveva abbandonato l’antico castello, era stato soltanto"
Non sono certa sia un errore, probabilmente non lo è, ma la virgola qui la trovo superflua: la protasi costituisce quasi il soggetto del verbo, perciò la divisione risalta e a mio parere stona.
"ma Homer, con una scrollata di spalle sembrò sbarazzarsi di ogni remora, attirando Ole in un abbraccio che, per un istante, fece barcollare il giovane."
Qui trovo fuori luogo la virgola dopo Homer: spezza eccessivamente la frase, a maggior ragione tenendo conto della presenza già non esigua di virgole che seguono (queste però perfette nello scandire i vari segmenti).
Tolta questa parte puramente formale, ho apprezzato il tuo stile: un'immagine che mi è rimasta particolarmente impressa e che ho trovato decisamente riuscita è quella della magia di Ole come melassa densa, davvero d'impatto. Inoltre lo stile nel suo complesso si avvicina molto bene al personaggio, rendendo facile empatizzare con lui senza però mostrarne troppo, o meglio, senza rivelare tutto subito: leggendo mi sono gradualmente convinta che Ole fosse un Legilimens, seguendo gli indizi disseminati nel testo – scoprire d'un tratto che no, non si tratta di legilimanzia ma di una qualche forma di empatia è stato sorprendente e sicuramente interessante.
Non sono certa di aver formulato frasi tanto coerenti, ma spero davvero si sia capito quel che intendevo.

Facendo un passo indietro per parlare del titolo, lo trovo molto evocativo; ho dovuto cercare di cosa si trattasse e mi piace molto l'idea. Non rispecchia particolarmente questo singolo capitolo, ma trattandosi di una long immagino che acquisirà rilievo proseguendo (e un'idea sul suo senso già l'hai data nelle note).
I tuoi personaggi sono ben delineati: ovviamente Ole ha lo spazio maggiore, ma riesci attraverso di lui a dare una buona idea anche di Homer. Che dire, non è un'impresa da poco far colpo sui coinquilini babbani di Ole nonostante l'aspetto a dir poco eccentrico.
Mi è piaciuto molto soprattutto il modo in cui l'hai introdotto, come ad Ole basti la sua risata perché il mal di testa di fatto sparisca (nel senso che perde importanza, non ci pensa più) e il mondo si blocchi mentre lui è preda di mille ipotesi. La voce è il colpo decisivo, e allora non si può più né aspettare né ragionare e bisogna entrare nella stanza, vedere chi si sa già che si vedrà.
Anche l'attimo in cui le loro emozioni si fondono è descritto molto bene.
Insomma, arrivati alla fine è impossibile non chiedersi cosa succederà ora, come andrà l'inaugurazione di Cecilia Landmann e soprattutto ciò che verrà dopo, è difficile immaginare che Homer semplicemente sparirà così come è arrivato. Chissà.
Questo primo capitolo fa il suo lavoro: presenta i personaggi, cattura il lettore e lo incuriosisce su ciò che lo attende.
Un ottimo lavoro, dunque!

Mi ha fatto piacere leggerti.
Un bacio, alla prossima,
Mari

Recensore Master
30/05/20, ore 10:49
Cap. 2:

Ciao <3
Leggendo dalle note, ho capito che questo capitolo è andata in una direzione diversa da ciò che avevi in mente, ma voglio che tu sappia che mi è piaciuto tantissimo e sono contenta di aver letto il come Ole e Homer si sono conosciuti. Devo dire, sono esattamente come me li immaginavo: Ole me lo vedevo un po’ come un ragazzino con la testa fra le nuvole, basti vedere anche quando durante lo smistamento, i suoi compagni sono tutti impegnati e guardare Homer e lui invece pensa ai compiti ed è Eloise a dovergli dare una gomitata per farlo riprendere. Ole è proprio tenero, lo avevo già pensato dl primo capitolo, ma qui proprio vorrei abbracciarlo ancora di più, perché sì. E anche Homer è come me lo ero figurata: uno che subito attira l’attenzione, una persona che da subito conquista la curiosità di Ole, anche perché è più grande rispetto ai ragazzini del primo anno e questo non è molto comune. E’ stato bello, bello davvero tornare tra le mura di Hogwarts, insomma, è sempre come tornare a casa T_T
Il momento in cui Homer e Ole iniziano a parlarsi mi ha fatto partire il momento fangirl per sempre. A parte il fatto che non pensavo che Homer finisse in tassorosso, io ero sicura che fosse un grifondoro, pensa te. Comunque è troppo da Homer (perché oramai sto iniziando ad inquadrare il suo carattere) andare da Ole e chiedergli di poter seguire con lui perché ha dimenticato i libri (libri che tra l’altro ha scritto il padre di Homer stesso), e ancora più da lui quando gli chiede una mappa per la guferia perché tanto già si è perso e Ole gli dice: non sono capace, però ti accompagno.
Per me questi due stanno già flirtando consapevolmente, io lo dico.
Poi Ole è tenerissimo, perché è già sicuro che non appena Homer si sarà ambientato, si farà degli amici “migliori” di lui. E niente fra, ti capisco, ma non dirlo T_T
Poi la storia di Homer è veramente affascinante. Ha sempre studiato a casa (cosa che non rientra nella norma di Ole, cresciuto in un contesto babbano), ed è nato da genitori che si spostano in continuazione per lavoro, di conseguenza anche lui si è sempre spostato, è perfino nato in mezzo all’Oceano indiano, cioè, io sto amando tantissimo. Da un lato vorrei dire: “sì, è triste perché in questo modo non si è mai potuto fare degli amici”, però sono troppo asociale ed incline all’avventura, quindi MI PIACE e basta xD
Tutto ciò si contrappone alla tranquilla vita di Ole, che invece non ha mai lasciato l’Inghilterra e per lui deve essere straordinario e interessante trovarsi accanto ad una persona come Homer, che sicuramente conoscerà tantissimo. Ma poi Homer, cioè, Homer è un cinnamor roll, di solito quelli come lui diventano i miei personaggi preferiti. A parte che amo troppo il modo in cui parla della sua vita, è troppo dolce e in un certo senso boh… mi sa di innocenza, come se non fosse mai cresciuto. E poi, allora, ora basta, è canon che ci stia già provando: sì, Ole il suo punto di riferimento umano quando si perde e lui in cambio gli da il suo maglione.
MA.
ALLORA.
“Non era poi male la prospettiva di trasformarsi nel punto di riferimento di qualcuno.” – ma io sto sclerando pt. 1000, è bellissimo tutto ciò. Cioè, se già nel capitolo scorso avevo sclerato un sacco, qui proprio abbiamo raggiunto livelli incredibili, non oso immaginare più avanti santo cielo. Bello, bello davvero, mi è piaciuto un sacco, complimenti, stai facendo proprio un bel lavoro con questi personaggi <3

Nao

Recensore Master
23/05/20, ore 12:28
Cap. 4:

Ma che odiare! Onestamente come potrei odiare te che hai creato questi due stupendi medimaghi ed Eloise per aver fatto esattamente quello che ho fatto io (e probabilmente molti altri), cioè essersi innamorata perdutamente di Homer.
Certo, vedere Ole in quello stato, sconsolato, imbarazzato e infastidito è decisamente triste perchè questo ragazzo avrebbe bisogno di tutte le certezze del mondo e di capire finalmente che è assolutamente perfetto così com'è, però anche pensando a quello che già sappiamo da "Love, walk the autumn, love" questo rimescolamento di carte non mi stupisce così tanto.
Vedere il padre di Ole mi ha spezzato il cuore: pensare al piccolo Ole che finalmente capisce il perchè di quelle "stranezze" che l'hanno accompagnato durante l'infanzia che sente Neil descrivere i recenti avvenimenti quasi fossero una sorta di tragica diagnosi è veramente brutto. Capisco che per l'uomo l'idea della magia non sia propriamente una cosa facile da capire, ma una bella scrollata gliela darei comunque volentieri...anche un paio facciamo, per come si comporta dopo; quello che più mi dà il nervoso dell'intera situazione è questa aleggiante e persistente consapevolezza che per lui Ole non sia mai abbastanza "giusto" (concetto intrinsecamente opinabile e generico perchè sfido chiunque a spiegarmi in modo sensato e preciso cosa dovrebbe significare la parola normale applicata ad una persona ma vabbè) con cui il ragazzo ha sempre dovuto convivere.
Alla fine è stato Homer quello che veramente l'ha tirato fuori, che gli ha dato quantomeno un pizzico di sicurezza: mi frantuma il cuore vedere Ole che cerca di destreggiarsi tra la consapevolezza che partire è ciò che Homer desidera veramente e affrontare l'idea di non essere più a stretto contatto con lui. Lasciar andare qualcuno che si ama non è affatto facile e anche quando sai che è la cosa migliore e ti sforzi al massimo di pensare prima di tutto al bene dell'altro non puoi sopprimere del tutto il rancore e la speranza che all'ultimo torni da te. E dall'altra parte so per certo che anche essere la persona che va non è banale: non è il genere di cose che si fa senza remore, sono sicurissima che Homer abbia pensato almeno tre volte al giorno sentendosi in colpa al fatto di lasciare Ole. Mannaggia, questa storia è così bella, continua a farmi commuovere...e sinceramente sono anche io contenta che si stia dilatando abbastanza nel tempo in modo da farmi compagnia a lungo.
Descrivi l'introspezione dei personaggi in modo incredibile, sei davvero bravissima, anche se mi fai commuovere decisamente troppe volte :)

A presto e complimenti davvero per come stai portando avanti questa storia che è sempre più coinvolgente e bella!
Em

Recensore Master
22/05/20, ore 22:22
Cap. 1:

Ciao <3
Visto che stasera sono in vena di lasciare recensioni, eccomi qui. Avevi dato la preferenza per questa storia e questo primo capitolo l’ho letto con molto piacere. Penso che già di per sé scrivere degli OC sia difficile, se poi sono personaggi originali da inserire in un contesto originale peggio ancora, ma posso dire che sia Ole che Homer mi sono piaciuti tantissimo (e che te lo dico a fare? Li ho shippati da subito, ovviamente).
Penso che quello con cui sono stata entrata in maggior sintonia sia proprio Ole. E’ anche vero che di Homer ancora sappiamo poco, visto che questo primo capitolo è incentrato sulla maggior parte – appunto – su Ole. Credo di essermi ritrovata in quest’ultima per via del suo carattere. E’ timido e abbastanza solitario, inoltre si considera un tipo “strambo”. In questo caso non è tanto per dire, perché in effetti Ole non è come gli altri. E’ un mago che però non sembra brillare troppo, né negli studi, né proprio dall’uso della magia. Sembra si sia sempre dovuto impegnare molto, finendo con l’ottenere risultati mediocri. E’ vero, in effetti si potrebbe dire che lui ha due scelte, della serie: “Se ti va male una cosa, provi con l’altra”, che in effetti è quello che sta provando a fare. Il problema è che in questo modo Ole non si sente né carne né pesce, perché come mago non brilla, ma non può nemmeno prendere e comportarsi da persona comune, perché lui non lo è di fatto. E questo mi ha fatto molta tenerezza, sta ancor cercando il suo posto nel mondo. A giudicare poi da quello che hai scritto, non sembra lui abbia un buon rapporto con la famiglia, con il padre in particolare. E me lo sono proprio immaginato questo povero ragazzo a camminare sotto la pioggia, mentre torna in quella casa che condivide con persone che sono sì simpatiche, ma che non possono capirlo fino in fondo, quindi preferisce stare solo (niente, Ole è proprio me). Inoltre mi da l’idea di essere una persona molto empatica, anche per questa sua capacità di capire ciò che la gente pensa, che credo esuli un po’ dalla magia. Davvero, è da abbracciare e ha tutta la mia comprensione. Completamente diverso mi pare invece Homer. Anche lui mi è piaciuto subito, anche perché penso che accanto ad un personaggio come Ole, che è abbastanza pacato, ci voglia una personalità più forte e “stravagante”. Questa è stata la mia impressione, anche per come se ne va in giro vestito o per le sue reazioni. Davvero, da quando hanno iniziato a parlare ship totale, visto che è CANON ASSOLUTAMENTE che Homer sia venuto lì per lui e non si trovava affatto di passaggio, suvvia. E poi, per come l’hai descritta, mi incuriosisce pure il personaggio di Cecilia. Me la sono figurata un po’ alla tipo Luna Lovegood, non so, forse per questo suo estro da artista o per il fatto che voglia sinceramente bene a Ole come fosse un figlio (e qui concordo sul fatto che non credo proprio si tratti di pietà o cose del genere).
Insomma, Homer ha una personalità forte, è simpatico e Ole non ci sta molto a farsi convincere ad andare lui. Sono davvero tanto carucci e proprio per questo loro essere così diversi secondo me funzionano.
Insomma, hai creato davvero due OC interessanti e questo si vede già da questo primo capitolo. Tutta la caratterizzazione di Ole fin ora mi è piaciuta tantissimo e sono contenta di potermi rispecchiare in lui, merita assolutamente un po’ di gioia. Quindi complimenti davvero, secondo me hi trovato il modo di usare un universo vasto come quello di HP per far muovere questi personaggi, che sono molto realistici.
A presto :*

Nao

Recensore Master
22/05/20, ore 18:37
Cap. 4:

Non odio Eloise, è solo che non è un koala, ecco.
Quindi non può credere che lei e Homer divideranno la foglia di eucalipto, quella deve dividerla con Ole.
Greta, la storia sarà anche tua, ma ti mancano le basi.
E le basi sono che i koala sono due, sono sempre stati due, e di questa Eloise non sappiamo che farcene – Ole e Homer mi applaudono, li vedo, voglio che tu lo sappia.

Bene, messe in chiaro le cose essenziali recupero un po' di lucidità e cerco di mettere in fila qualche parola di senso compiuto.
Sono stata così contenta di scoprire che avessi aggiornato! Arrivo sempre con un po' di ritardo, ma arrivo. Mi sono appena accorta di aver accumulato parecchio tra storie da recensire e storie seguite, ma qui dovevo passare nel più breve tempo possibile!
Non lo so, forse hai ragione tu e questa storia è più una raccolta di oneshot, però qualsiasi cosa sia a me piace proprio tanto. Ormai lo sai, mi sono affezionata a questi tuoi personaggi, e hai ragione quando dici che c'entrano ben poco con Harry Potter, che ormai sei andata oltre con le biografie di questi due, ma non è così importante in fondo, l'importante è che tu scriva di loro e ci permetta di conoscerli sempre meglio.
Anche questo capitolo mi è piaciuto molto, ci hai catapultati al tempo di quell'ultimo saluto cui avevi accennato nei capitoli precedenti. Certo, non immaginavo che sarebbe arrivata questa tizia a interrompere i miei bimbi – ho sentito il cuore di Ole spaccarsi –, però confido che non sia ancora finita. Eloise deve andar via, giusto? Homer non era per niente felice di vederla, quindi, ciao, tizia-non-koala, non ci servi.
Okay, scherzi a parte, la reazione di Homer mi ha incuriosita molto. Sappiamo che lui ha un figlio, quindi di sicuro ha avuto almeno una relazione importante nella sua vita, però non posso fare a meno di chiedermi se il suo imbarazzo – che Ole scorge per la prima volta sul suo volto – sia dovuto all'aver capito i sentimenti di Ole (sì, ormai do per scontato che almeno Ole sia innamortato di lui XD) senza tuttavia ricambiarli o al fatto che tra di loro ci sia (o ci sia stato) effettivamente qualcosa che possa almeno catalogarsi come ambiguo. Non so se ricordi, ma questo è un dubbio che ho sin dalla lettura della long, dove la felicità di Homer nel rivedere Ole si scontra con la difficoltà di quest'ultimo, generata da imbarazzo, nervosismo, voglia di fuggire. Continuo a volerne sapere di più!
Tuttavia, per quanto mi riguarda il cuore di questo capitolo è la casa di Ole, il suo rapporto col padre, la sensazione di vergogna e oppressione che perseguita questo ragazzo. Avevo già intuito che i problemi col padre non fossero circoscritti al fatto che Ole sia un mago, ma solo ora ne ho la conferma. Devo dire che la spiccata, e insolita, empatia di Ole gli è costata molto e mi è piaciuto come tu abbia approfondito questo punto di vista bambino che è costretto a prendere sulle fragili spalle delle verità che non avrebbe dovuto ancora conoscere.
Molto crudo nel suo realismo anche il riassunto di tanti momenti che hanno visto il padre di Ole sperare che il figlio fosse normale – normale secondo la morale e l'opinione della gente, vorrei aggiungere, perché Ole non ha proprio niente che non va, forse avrebbe meritato qualcuno capace di non lasciarlo solo e di dividere con lui il peso di quel dono-maledizione che lo costringe a vivere su di sé il mondo interiore di chiunque, ma ho apprezzato questa ventata di realismo, dove non sempre e non necessariamente un genitore riesce a essere scudo per il figlio. E mi ha fatto una gran tenerezza Ole che non vuole Homer a casa sua, che biascica cose tra i denti al padre già conoscendo la sua reazione, che vorrebbe sentirsi sempre giusto ma soprattutto capito – come gli succede quando è con Homer.
Dopo questo ulteriore viaggio nel mondo interiore di Ole capisco ancora di più il suo attaccamento a Homer e la sofferenza nel dovergli dire addio. Tra l'altro gli addii sono sempre un tema che ha particolare presa su di me, quindi l'empatia – la mia! – qui è praticamente a mille.

Come sempre, capitolo stupendo, vorrei già leggere altro su questi due, ma attendo paziente!
Grazie di aver intrapreso questo progetto, Ole e Homer sono una finestra fuori dal mondo, e mai come in questo momento sono più che felice di affacciarmi a essa e lasciare tutto il resto fuori. 
Complimenti, anche se ormai sono scontati!
Un abbraccio!

Recensore Master
30/04/20, ore 12:47
Cap. 1:

Ciao Jess, ci sono effettivamente tante cose che vorrei recuperare sul tuo profilo – e anche proseguire Love, wlak the autumn, love a dire il vero – ma ho colto l’occasione dell’ABC per iniziare questa nuova long. La particolarità è che, pur trovandoci nel mondo di Harry Potter, ti muovi su personaggi del tutto nuovi (anche se non proprio nuovi ai tuoi lettori) e quindi ero curiosissima.
Elaborare un personaggio originale è sempre una sfida, lo è ancora di più se calato in universo consolidato. Ole, prima figura che emerge, è però delineata davvero bene e torno a farti i complimenti – come ho già avuto modo di farti per personaggi minori di cui sappiamo poco come Penelope o ancora di più Audrey – per la profondità dell’introspezione e dei dettagli di caratterizzazione che rendono concreto il personaggio. Di Ole, infatti, presenti la sua incapacità nei riguardi della pratica della magia, la sua stranezza costante, e la difficoltà nell’interagire con gli altri (tanto da cercare di evitare i contatti con i suoi coinquilini). In altre parole, tutto questo va a confluire nella sensazione ineliminabile di sentirsi fuori posto sempre, sia come babbano che come mago, sia a Hogwarts che poi nell’Università babbana.
Qualcuno più ottimista di lui avrebbe potuto sottolineare che Ole dentro di sé aveva due mondi, due potenzialità, due punti di appoggio ai quali reggersi durante quello strano viaggio che era la sua vita. Ole, però, si sentiva soltanto vuoto: vuoto, e irrimediabilmente diviso, privo di una qualsiasi appartenenza e stabilità.
Mi piace moltissimo l’immagine che hai sottolineato in questo passaggio, perché riflette su una questione del mondo magico (e più in particolare del rapporto tra mondo magico e mondo babbano) che non mi era mai capitato di trovare declinata in questo modo prima. Mi riferisco all’idea per cui l’appartenenza a due mondi non è ricchezza, non quando lui si sente sbagliato sempre. Non si percepisce dunque come “entrambe le cose”, ma “nessuna delle due”. Ancora di più, l’idea originale è quella di un mago che torna sui suoi passi e sceglie di studiare nel mondo babbano – anzi inizia a pensare a questa soluzione già durante i primi anni a Hogwarts – riuscendo anche a brillare con voti e attitudini. Abbiamo visto maghi incuriositi dal mondo babbano, maghi che lo disprezzano e viceversa babbani che ammirano il mondo magico o che lo disprezzano; ma per quanto riguarda i NatiBabbani o i Mezzosangue in genere l’atteggiamento è quello di un’integrazione totale nella magia dove trovano la loro dimensione (penso a Hermione ad esempio) ma anche quando non riescono lì a brillare (e qui permettimi di citare Dolores). Tutto questo insomma per dirti che Ole è un’interpretazione nuova che mi affascina tantissimo. Per tutti noi che sogniamo Hogwarts, quasi fa sorridere l’idea di uno studente che comincia a pensare di voler studiare in una comune scuola babbana.
Il racconto prosegue e, tornando a casa, il solitario Ole trova un ospite che sta attendendo proprio lui: Homer. Bastano pochi tratti per dipingerlo subito come diverso: piace subito ai coinquilini di Ole, tanto da ricevere un invito a una festa (proprio quando Ole non è stati mai significativamente invitato) ed è parte di quel mondo magico da cui ole ha provato ad allontanarsi, già a partire dalla descrizione del vestito. Invece della festa proposta da Mia, il prospetto che si apre davanti ai due diventa quello dell’inaugurazione di un’accademia da parte della madre di Homer, che – cosa super interessante – si chiama Accademia di Belle Arti Magiche. Mi piace sempre il tentativo di reinterpretare studi tipici del mondo nostro in una versione magica.
L’aspetto che più mi è piaciuto del loro incontro è, comunque, quello relativo al momento del loro abbraccio che lascia trasparire un concentrato di magia, oltre che un’abilità di percepire i pensieri reciproci. Bella questo modo per simboleggiare la simbiosi mentale e il suo scioglimento: mentre le coscienze lentamente si ritraevano e si ricomponevano in due entità distinte e separate.
Si tratta di un primo capitolo molto interessante che lascia già molti spunti di riflessione su un’esplorazione di aspetti plausibili ma sconosciuti perché non raccontati del mondo di Harry Potter. Il testo è scritto come sempre benissimo e con uno stile che funziona.
Spero di riuscire a proseguire presto, complimenti anche qui!
Alla prossima, un bacio!

Recensore Master
26/04/20, ore 13:52
Cap. 3:

Eccomi qui! ❤
Ma perché, perché, non si sono baciati? Dov'è il bacio sulla spiaggia e in riva al mare che si sono scambiati e tu hai omesso? Perché c'è stato, lo so, lo sento (?), ma tu lo hai omesso e mi hai negato una gioia.
Sappi che la tentazione di chiudere la recensione qui è forte, sono molto offesa (!) per questa tua grave (gravissima) mancanza, perché ci ho sperato veramente di vederli finalmente fare quel passo e chiarirmi che tipo di rapporto condividano!
Questi due mi faranno ammattire, sono più che amici ma si comportano da amici che fingono di essere poco più che conoscenti. Insomma, proprio una bella matassa in cui mettere ordine!
Bene, come avrai intuito la mia intenzione di scrivere una bella recensione ragionata si è sgretolata come sempre sotto ai colpi di Homer e Ole, che in qualche modo riescono a farmi emozionare e a coinvolgermi come raramente è successo con personaggi originali incrociati su questa piattaforma.
È che questi due Tassorosso mi piacciono proprio tanto. Mi piace il rapporto che hanno e mi piacciono singolarmente: con Ole che accusa il mal di testa e vuole fuggire (e nessuno lo capisce più di me, che soffro di cefalea da stress -.-) e Homer impeccabile come sempre che farebbe sfigurare anche un re (dove si compra, esattamente, l'autostima di Homer? O anche solo un Homer tascabile da portare con sé?!).
Cercando di riordinare qualche idea – però il bacio potevi proprio metterlo! –, anche questo capitolo mi è piaciuto molto, anche perché descrive forse il momento più intimo che hanno condiviso sino ad ora i tuoi protagonisti. Per una volta non sono né studenti che si conoscono né medici di fama internazionale, sono solo due ragazzi che si conoscono molto bene e che, malgrado tutto, si sono mancati molto nel corso delle loro vite.
C'è un momento, poi, che ho trovato quasi doloroso, ed è quello dove Ole esterna tutta la distanza che sente esserci tra se stesso e i maghi. Ed è stata dolorosa non solo la sua ammissione, ma anche la reazione di Homer: l'ho visto vacillare per la prima volta – per la prima volta, infatti, ha tradito un'emozione negativa, quasi sconfitta, sofferente, non saprei dirlo, ma ho avvertito il colpo incassato.
Vorrei scriverti qualcosa di meglio, questo capitolo lo meriterebbe, ma questi due mi portano sempre a scrivere cose sconclusionate che spero sempre tu possa trovare un minimo sensate (motivo per cui questa recensione non rientra in quelle premio, non può davvero farlo, non ha capo né coda!).
Sono molto felice che tu stia portando avanti questo progetto, e in realtà sono proprio felice di averti incrociata sul sito, perché le tue storie sono sempre una boccata d'aria fresca e riescono sempre ad emozionarmi e lasciarmi qualcosa.
Quindi, complimenti come ogni volta e grazie di aver regalato un racconto ai nostri dottorini preferiti!
Un abbraccio e a prestissimo (e scusa il nonsense dilagante in questa recensione!),
Rosmary

Recensore Master
02/04/20, ore 12:58
Cap. 2:

Ciao, Greta!
Quando ho visto che avevi aggiornato sono stata felicissima, questi tuoi dottori mi mancavano molto, e soprattutto mi mancava il nostro Homer-Pollyanna (!) – mai come in questo momento storico, spero esistano tantissimi dottori con il suo spirito. Ecco, chiamando in causa per un solo istante le note, credo di poter capire la tua ritrosia e in fondo sono contenta di averli rivisti tra i banchi di scuola anziché tra le corsie di un ospedale.
Ma ora basta parlare di ciò che c'è fuori, Homer mi ricorda con un gran sorriso che ho da commentare il suo trionfale ingresso a Hogwarts!
Questo capitolo, malgrado le tue titubanze, a me è piaciuto molto. Come credo di averti già detto, speravo di rivederli a Hogwarts, conoscere gli albori della loro amicizia, di conseguenza ho veramente apprezzato tanto questo tuffo nel passato attraverso gli occhi di Ole, che invitato a trascorrere del tempo con la famiglia dell'amico non riesce a evitare che i ricordi navighino in acque passate.
Inizio col dire che trovo fantastici i genitori di Homer, non hai dato che pochi elementi su di loro, ma li ho immaginati positivi, con un'intelligenza vivace e l'incapacità totale di avere preconcetti su qualcosa o qualcuno – insomma, è una famiglia perfetta! –. Certo, immagino che per Homer non sia stato un granché dover trascorrere infanzia e parte dell'adolescenza in giro per il mondo, senza radici e senza potersi rapportare con dei coetanei – immagino sia dovuto a questo il tono con cui lo racconta a Ole: magari a volte, giusto di tanto in tanto, avrà avvertito la mancanza di restare –, però è bello vedere come sia cresciuto comunque benissimo, positivo e sicuro di sé, capace malgrado tutto di relazionarsi senza problema alcuno con gli altri.
Ecco, ora arriva la parte più sconclusionata (ultimamente ho fatto amicizia con questa parola).
È stato un colpo di fulmine (!) tra i miei due Tassorosso preferiti. Ole, grazie alla sua capacità innata, ha subito colto la simpatia istintiva provata dall'altro nei suoi riguardi. Altro che, fortuna che qualcuno spigliato c'è!, ha fatto di tutto per guadagnarsi la sua fiducia e ritagliarsi un po' di tempo assieme. Il rapporto tra questi due è un pendolo che mi fa oscillare dalla brOTP alla OTP (chiamando in causa i tanti giochini che ormai siamo solite fare) in maniera impressionante: passo dal volerli amici fraterni al volere che si dichiarino tutto il loro amore e vivano per sempre felici e contenti XD. Peccato che, temo, non avrò nessuna delle due, dato che già so come si evolveranno le cose – e Ole continua a non dirmi tutto! E a non capirci niente, hai ragione, non si rende conto di essere decisamente troppo felice di essere la bussola umana di Homer, proprio lui che fugge qualsiasi interazione sociale!
Non credo abbia molto senso quello che ho scritto, eppure avevo iniziato benissimo, con una recensione più che dignitosa. Colpa dei tuoi personaggi!
Okay, cercando di recuperare brandelli di serietà, dico che non ricordavo che Homer si fosse trasferito già grandicello a Hogwarts, però mi è piaciuto tantissimo il suo smistamento, oltre a trovare tanto da lui essere perfettamente a suo agio in una situazione che avrebbe imbarazzato quasi tutti, non solo un ragazzo come Ole.
Ole mi fa una tenerezza incredibile, vorrei abbracciarlo ogni volta che mi ritrovo a scovare i suoi pensieri, e al di là delle mie teorie sul suo rapporto con Homer sono veramente felice che abbia trovato un amico inatteso in questo ragazzo sicuro di sé e dal sorriso contagioso – e ho empatizzato tantissimo con Ole quando scopre di aver perso il proprio letto!
Ora però devo ripiombare nel delirante, perché non puoi pretendere di citare Sirius di sfuggita (perché era lui, lo so!), compresa una Bellatrix inviperita, e aspettarti che io ignori la cosa. Ma quanto è sfrontato e adorabile già a undici anni? <3 Per un istante ho sperato che la storia seguisse lui XD.
Ti saluto prima di continuare a riempirti di parole senza senso, però ti ringrazio davvero di averci regalato un capitolo così spensierato, in questo momento ha ancora più valore.
Un grande abbraccio e a prestissimo!

Rosmary

Recensore Veterano
01/04/20, ore 13:13
Cap. 1:

Ciao :)
Eccomi qui per lo scambio a catena.
Devo ammettere che già dalle prime righe sono rimasta subito colpita da Ole. Diciamo che non frequento molto questa sessione, ma di solito mi trovo sempre davanti personaggi originali che amano essere dei maghi, che magari sono mezzosangue che scoprono le loro doti magiche solo quando diventano un po’ più grandi, quindi trovo davvero originale la tua idea di presentarci un mago che, sapendo di non essere eccezionale nella magia e non riuscendo ad immaginarsi in un modo del genere, lascia tutta la sua vita per andare a studiare psichiatria in una università babbana in America. Mi piace che comunque vive con dei coinquilini, anche se preferisce la solitudine, anche perché sa di essere molto diverso da loro.
Mi piace che tu ci abbia presentato un po’ qual’è stato il suo percorso scolastico a Hogwats, così da farci comprendere ancora meglio il perché abbia deciso di abbandonare il suo mondo una volta diplomato.
Immagino, però, che si possa sentire un po’ in bilico nella vita, diviso tra la sua vita da mago e la vita che sta trascorrendo ora in mezzo ai babbani.
Quando torna a casa, però, sente una voce famigliare provenire dalla stanza di Mia, la sua coinquilina; una voce che non avrebbe immaginato di sentire in quel luogo. Infatti, scopre che nella camera, insieme alla ragazza e al suo fidanzato Bruce, si trova anche Homer Landmann, suo amico di lunga data e anche lui mago.
Mi piace come Homer si rapporta agli altri, da proprio l’impressione di una persona che si adatta benissimo al contesto in cui si trova, che ha facilità nel fare amicizia. Mi piace anche quanto si dimostra credibile nel dire che si trovava lì per caso, quando invece ha usato la materializzazione per farlo.
Ad una prima occhiata, sembra proprio l’opposto di Ole.
E’ così bravo a conquistare gli altri, che Mia e Bruce lo invitano ad andare con loro ad una fasta da un’amica, ma lui declina l’invito, dicendo che deve recarsi ad una inaugurazione di sua madre e chiede ad Ole di accompagnarlo.
Quest’ultimo non sembra molto propenso ad accettare, ma, alla fine, si lascia convincere.
Devo ammettere di essere curiosa di scoprire che cosa accadrà a questa inaugurazione dell’Accademia di Belle Arti Magiche, ma immagino che, dietro l’angolo, gli aspetterà qualche imprevisto.
Ho trovato questo capitolo molto interessante e mi ha incuriosita a continuare la storia.
Mi piace molto il tuo stile e trovo che sei davvero molto brava a rendere le descrizioni le più minuziose possibili, utilizzando altri sensi oltre la vista, come l’udito e l’olfatto.
Volevo evidenziarti questi due errori di battitura che ho riscontrato:
“Di quel ragazzo stano…” immagino che volevi scrivere “strano” invece di “stano”
“..pe essere precisi…” dove manca una “r” su “per”
Ovviamente sono solamente due piccole dimenticanze da nulla.
Non vedo l’ora di andare aventi con la storia e spero proprio che questo possa accadere molto presto.
Alla prossima,
Jodie