Recensioni per
Surya Namaskara
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 125 recensioni.
Positive : 125
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/09/21, ore 09:31
Cap. 1:

Ciao cara!

Tu non lo sai, ma io praticamente vengo su questo profilo a giorni alterni a sbirciare ma, alla fine, non recensisco mai - imperdonabile, lo so, ma purtroppo il tempo si cannibalizza e io finisco per avere solamente le briciole, il che è una metafora veramente disgustosa e oddio spero mi perdonerai per questo inizio terrificante. Comunque, rimane che è un sacco di tempo che vorrei iniziare con i koala, ma non trovo mai lo spirito per iniziare: per questo, sono felice che tu me li abbia involontariamente proposti. Almeno, così potrò fangirlare anche io sotto i tuoi post, cosa fondamentale, dato che ho deciso che mi stai simpatica e quindi posso stalkerarti.
Ora però la smetto di ammorbarti con le mie chiacchiere e inizio la recensione vera e propria dicendo che io sinceramente non so - vorrei saperlo, ma non lo so - come ho fatto a vivere ad oggi senza conoscere, se non di fama, questa storia. Di fatto, avevo perso un po' il gusto nella lettura di fanfic che non fossero di autori "collaudati" ma, oggi, mi dai un po' di speranza.
Ho sempre la sensazione di averti letta troppo poco - che ci sia un mondo da scoprire di cui io non ho idea e, di questo, mi dispiace sempre un sacco: spero che, a fine anno, quando rientrerò dal mio giro d'Europa potrò fermarmi sul tuo profilo come e quanto vorrò, ma sono sogni pieni di ottimismo, temo.
Penso che tu lo sappia (te l'ho mai detto?) io con gli OC vado sempre con i piedi di piombo: sono rimasta scottata troppe volte da personaggi gestiti male e sono al punto in cui non ci credo più, quindi se vedo "Nuovo personaggio" evito come la peste. Oggi, sono contenta di averti dato fiducia: dovuta e meritata, mi sono lasciata trasportare in un mondo bellissimo e che mi ha attirata come una calamita.
Non penso ci siano parole - e, se non adorassi parlare, chiuderei qui con un briciolo di dignità - per dire quanto mi ha lasciato questa storia, quanto mi lasciano tutte le tue storie.
Ole è un personaggio meraviglioso: non fraintendermi, lo è anche Homer, ma è lui che dalle prime righe mi ha catturato il cuore e a cui va la mia spiccata preferenza. Lo hai dipinto a tutto tondo, a 360° gradi (avevo scritto 160° prima di rendermi conto che non so più la matematica, te lo dico così puoi ridere di me), ed emerge come una presenza tangibile da ogni riga di questo meraviglioso primo capitolo.
In un certo senso, con Ole per me è stata una questione di affinità elettiva: assomiglia così tanto a una persona che conosco, e che a volte detesto, che mi fa stringere il cuore di quel misto di comprensione-amore-odio che non so come spiegarti.
L'entrata in scena di Homer, poi, scioglie il cuore - si percepisce immediatamente il profondo legame di cui parlerai e, essendo io più strutturalmente simile a lui, non l'ho amato come amo Ole, ma comunque a sufficienza per farmi ripetere (finché non ne avrai abbastanza di me) che questa storia è una perla in un mare troppo torbido.
Ed è incredibile come, mentre la leggevo, non mi sono resa conto d'averla già finita. La tua è una storia che da tanto, cara (non so se posso chiamarti per nome, non te l'ho mai chiesto lol), e mi piace così tanto che sto già meditando di boicottare il lavoro per leggerla tutta.
Ma, ancora una volta, sono solo pensieri scompigliati.
Nel mentre ti saluto e ti mando un abbraccio,
Gaia

Recensore Master
24/06/21, ore 16:32
Cap. 2:

Recensione Premio Speciale per il contest "Ignotus - Indovina chi (Edizione Deluxe)

Sì, con tutto il ritardo che ho potrei anche non presentarmi e fare una figura migliore. Mi dispiace, non so se hai dimenticato questa recensione che ti dovevo, o se hai fatto finta di niente per non mettermi nei guai con l'amministrazione del forum, o se hai avuto un’incommensurabile fiducia in me. Io però sono qui, con la faccia di bronzo e zero scusanti per tutto questo tempo d'attesa. E passo subito alla recensione, che ti dico subito non avrò nessunissimo senso.

Mi sono goduta questo secondo capitolo (sì, anche se sono passati eoni ricordo perfettamente il primo, è impossibile dimenticare questi due) ma devo confessarti una cosa, e spero che non ti arrabbierai, ma dopo l'ultima mia lettura...
Boh, credo che non riuscirò più a leggere questa storia con gli occhi di prima, sappilo. E se dovessi recensirti ancora tu mi odierai, sicuro. Perché i tuoi Ole e Homer sono appena diventati nella mia testa delle nuove versioni di Achille e Patroclo. Fine.
Davvero, non ho fatto altro che fermarmi quasi a ogni step e dire "oddio ma questo punto" e "oh cavolo ma è lui"... Sì, perché oltre ai personaggi sono le situazioni che sembrano delle rivisitazioni del libro della Miller, e so quanto dà fastidio essere messi in analogia con le opere altrui, ma sappi che a me sta cosa me li ha fatti amare ancora di più i tuoi Ole e Homer. IO SONO MORTA D'AMORE PER LORO.
Nella mia testa c’è tanta confusione al momento, un mix di Harry Potter, Canzone di Achille e loro. Loro che sono semplicemente perfetti. Parli di un’amicizia unica, speciale, che va a toccare l’anima, corde nascoste, che io davvero reputo quasi ultraterrene, tanto non sono di questo mondo. Un’amicizia come questa emoziona e lascia senza parole. Toglie le parole perché è fatta di personaggi che commuovono, lo fa Ole, certo, con la sua ansia, il suo sentirsi sempre inadeguato, con i suoi tarli, ma anche l’apatia e il distacco con cui affronta il mondo. Ma ancora di più lo fa Homer con la sua disarmante innocenza, la sua spontaneità, la luce che riversa da ogni poro. Speciale: lo sa e comunque non se ne vanta, ne è consapevole, lo dice apertamente, ma la vive con la naturalezza di chi la considera la normalità. Figlio del mondo, eppure del mondo sembra sapere così poco, lui che è così ingenuo, così puro, così aperto.

Già solo da queste descrizioni, non ho potuto ricordarmi di Patroclo e Achille, e di una delle loro prime interazioni. Ma ancora prima del modo in cui i personaggi corali li percepiscono. Sì, perché Ole viene avvicinato da Eloise solo perché la curiosità straordinaria abbate i soliti muri, e tutti sembrano essere calamitato, e non solo per mera curiosità, ma proprio per fascino, da Homer. Lo stesso carisma istintivo, lo stesso sorriso che mette tutti a proprio agio, la stessa philia d’approccio (la posso definire così?), quell’amore e quella benevolenza che spinge tutti a volergli stare accanto.
E poi c’è l’incontro. Questo letto/tavolo, questo posto che è un po’ una tana che di botto viene occupato da un estraneo. Ma se Patroclo reagisce con rabbia, Ole si sposta semplicemente in un altro cantuccio. Questa piccola differenza non ha fatto altro che rendermeli ancora più perfettamente affini, perché in realtà se la reazione fisica, palese, è diversa, uguali sono le emozioni, quel senso di essere strappati all’unico punto di controllo che avevano fino a quel momento avuto. Ma c’è un’immagine ancora più bella, quasi metaforica che voglio sottolineare. Ed è il fatto che questo angolo buio nel quale Ole si era chiuso viene letteralmente inondato dalla luce di Homer. Homer, al contrario di Achille, lo ha fatto inconsciamente, è stato quasi il destino, una forza superiore a spingerlo lì, eppure lo inonda, e lo fa una seconda volta nel momento in cui va a presentarsi a Ole. E se Achille (sì, mi odierai, ma non posso fare a meno di confrontare le due opere) viene attratto dalla sfrontatezza apparente di Patroclo, Homer lo è della riservatezza di Ole. E in tutto questo hanno la capacità di far sentire questi due soli più normali, più naturali.

C’è un’ultima cosa che voglio sottolineare dei personaggi di Patroclo e Ole, ed è la loro empatia. Entrambi vivono fortemente sulla propria pelle il dolore e le emozioni altrui, per Ole è proprio una vera e propria capacità magica. Per entrambi questa capacità significa debolezza, significa non essere all’altezza; per chi gli osserva e impara a conoscerli, tra primi Achille e Homer, è questa capacità a renderli i migliori, le persone più degne.
Di Homer poi, ho apprezzato la spontaneità – ho già usato questa parola, credo che la ripeterò a oltranza – che potremmo in qualche modo rendere sinonimo di testardaggine in questo caso, con cui si impone nella vita di Ole. Lo fa con gentilezza, con discrezione, quasi con una timida speranza, come se fosse lui quello che non si sente degno di tale amicizia, ma lo fa con una naturalezza e una costanza ammirevole, ogni suo gesto è luce, ogni suo sorriso irradia benessere. La scena della guferia mi ha conquistata, ma ancora di più mi ha conquistato l’introspezione che hai portato in campo e che non riuscirò a commentare a dovere.
Ho amato il modo in cui Ole sente il bisogno di parlare, di sapere di Homer, la voglia di parlare, di chiedere, il suo superare il freddo e il fastidio pur di stare con lui, di far parte di quel momento magico, un po’ scemo, così sciocco e allo stesso tempo dolcissimo. E di Homer che si accorge del freddo di Ole e con una scusa baratta il maglione (che, di nuovo uccidimi, mi ha ricordato la questione della cetra della mamma di Patroclo e del dono con “noncuranza” che Achille fa a Patroclo dandogli la sua) con il suo punto d’orientamento, ho amato l’idea di un Ole-punto-di-orientamento, soprattutto ho amato la profonda metafora e sottigliezza che si nasconde dietro, perché sembra quasi anticipare quello che sarà l’emblema di questo rapporto, il ruolo che Ole andrà a ricoprire per Homer, qualcosa che va al di là del momento singolo e dell’atto pratico, ma che va a colpire e ingarbugliare anche l’anima. Ho amato la definizione di un Homer che è un po’ un casino geopolitico – l’ho amato – e ho amato, no, ho ammirato il senso del dovere e della temperanza di Ole (cioè, io avrei pensato come lui fino al momento di attuarlo quello studio, all’atto pratico avrei poltrito sul divano, sono una procrastinatrice nata). Ho amato infine il modo in cui Ole si apre a Homer, quella spavalderia che non riesce a trattenere, come se per un momento si fosse dimenticato di essere timido, come se per un momento avesse dimenticato di distaccarsi dalle persone. Ole non può fare a meno di bere del sole di Homer. Non riesce a trattenere la sua allegria, quasi. È questo che hai trasmesso.
Mi piace come hai caratterizzato il loro modo di esprimersi poi. Homer sembra più sicuro di sé quando parla, più grande persino, eppure ha una freschezza nella voce che lo fa apparire per certi versi più ingenuo di Ole, il quale dal canto suo ha una parlata più timida, introversa, limitata, il che lo fa apparire quello più “ignorante”, più piccolo, più acerbo e insicuro. Se Homer è sfrontato, Ole sembra camminare nella sua ombra tanto si fa piccolo. Eppure io non vedo l’ora che DIVENTI l’ombra di Homer.

Non so davvero se qualcosa di buono c’è in questa recensione, non so nemmeno se con tutto il mio sproloquiare io abbia recensito il capitolo o abbia costruito castelli in aria. Ma sappi che li ho davvero amati, ho amato il loro diverso bisogno dell'altro e il loro diverso modo di lasciarsi calamitare, Homer in maniera così spontanea e ingenua, Ole che non può proprio farne a meno nonostante quest'affinità gli sia così estranea e mi hanno riempito la giornata di sole (un sole fresco, avvolgente, nulla a che vedere con il caldo umido che c’è qua).
A presto!

P.s. Ma quanto mi ha fatto male capire che Ole e Homer sono praticamente coetanei – anno più, anno meno – dei Malandrini???? Qui tu mi hai ucciso <3
E davvero, il fatto che il cappello non abbia esitato un attimo a inserire Sirius nei Grifoni (anzi, quello strafottente, sta parola mi ha fatto ghignare) è stato il dolce più doloroso da mandare giù: tanto bello, tanto buono da fare male.
(Recensione modificata il 24/06/2021 - 04:34 pm)

Recensore Master
27/04/21, ore 14:41
Cap. 7:

Ciao carissima,
io sono arrivata in fondo a questa storia e sono ancora sotto shock perché mi aspettavo un salto temporale sì, ma non di questo tipo.
Mi ero fatta nella testa tutto un castello super fluffoso di panna e zucchero dove Homer e Ole già vivevano insieme da qualche parte, certo magari dopo essere stati altri anni lontani perché entrambi avevano le loro carriere universitarie da mandare avanti ma, ecco, dopo quel bacio appassionato sulla spiaggia, un risvolto di questo tipo non me lo sarei mai aspettato.
E, invece, mi hai sbattuto in faccia la vita vera, quella che ti ribalta i programmi, infrange i sogni, innalza muri semplicemente con la realtà dei fatti che accadono.
Quel bacio è caduto nell’oblio del non detto, del dimenticato (almeno apparentemente), perché la paura di rompere tutto è tornata, prepotentemente, e la vita li ha di nuovo separati e li ha portati a diventare quello che sono adesso: due medici importanti, due luminari se vogliamo (e mi è piaciuto moltissimo di come tu ti sia soffermata su Ole che deve districarsi nel trovare spiegazioni babbane al perché riesca a risolvere casi psichiatrici lì dove soluzione pare non esserci, senza contare che mettere la sua empatia al servizio di persone malate la trovo una scelta ammirevole) ma che, nonostante tutto, non hanno mai smesso di cercarsi con quelle piccole missive dall’apparente poco senso ma che, indissolubilmente, dimostravano che quel legame fra loro non si era mai spezzato. Ed è proprio per questo che Ole abbandona la sua vita di solitudine (lo ammetto, dopo il post dell’altro giorno, un po’ ho gongolato nel vederlo scritto qui hihihi) per rispondere immediatamente al richiamo di Homer, di cui sente la necessità di un supporto, di un amico, per qualche problema che ancora non immagina nemmeno, come se con lui la sua empatia funzionasse anche tramite la carta e infiniti km di distanza. Poi beh, ci credo che al povero Ole sia venuto un mezzo infarto secco nel scoprire che Homer ha un figlio e sentirsi presentato come il più caro amico di papà. Il fatto che si arrovelli sull’identità della misteriosa ragazza, così giovane, lì presente mi ha fatto molta tenerezza perché ben ci fa rendere conto quanto ancora siano grandi i suoi sentimenti per l’altro, così tanto che non gli fanno immediatamente pensare alla soluzione più ovvia: ossia che fosse semplicemente la baby sitter.
I piccoli accenni alla guerra riportano a galla importanti ferite: mi è piaciuto moltissimo l’impegno di Cecilia nel salvare quelli considerati sanguemarcio dalla follia dilagante, tramite le sue borse di studio. Uno spaccato veramente toccante e veritiero che, fin troppo bene, ricorda una realtà, purtroppo, non così lontana da noi. Il fatto che Homer abbia cercato rifugio fra le braccia di Alina è comprensibile, il fatto che non abbia risposto alle sue lettere perché non voleva dare adito ad eventuali fantasie sul loro rapporto un po’ meno. Lo stesso Ole qualche volta ha ceduto, cercando calore in quei ragazzi così simili a Homer eppure così diversi, perché per quanto uno possa stare bene da solo, siamo pur sempre uomini e non macchine.
Insomma Timmy è improvvisamente arrivato, già cresciuto, e ha messo Homer di fronte ad uno stravolgimento totale della sua vita perché i figli ti riempiono la vita, è vero, ma riempiendo si fanno inesorabilmente spazio anche dove, magari, prima non c’era.
E mi è piaciuto che per amore del figlio, decida di prendersi le sue responsabilità e mettere da parte la sua carriera, seppur con sofferenza, perché sebbene sia brutto abbandonare i propri sogni, a mio parere reputo che sia un po’ troppo egoistico pensare sempre a se stessi e mai agli altri e, qui, Homer fa un passo molto grosso nel suo percorso di crescita.
Devo farti, inoltre, i miei più sinceri complimenti perché le parti in cui Ole empatizza con il bambino, soprattutto il momento dell’incubo, le hai descritte divinamente e ti sei veramente superata, bravissima! Mi hanno proprio angosciata, le ho apprezzate moltissimo (sì, fa un po’ strano apprezzare l’angoscia ma così è XD).
Che dire, non mi resta che sperare che in quel di Portland Homer e Timmy da quel signore un po’ eremita ci vadano spesso 😉
Ti faccio davvero tantissimi complimenti perché questa storia è molto bella e davvero ben scritta e credo che la conserverò nei miei ricordi.
Alla prossima
Cida
P.S Finalmente so da dove viene il paragone coi koala! *-*

Recensore Master
19/04/21, ore 12:52
Cap. 6:

Ciao cara,
eccomi qui a risollevare la gravità del lunedì. Anche io sono molto contenta di essere riuscita a tornare in fretta perché ci eravamo lasciati con ben più di una questione spinosa in sospeso, inoltre mi sto avvicinando alla fine e, quindi, sono da un parte molto curiosa di scoprire come si evolveranno le cose fra questi due ragazzi e dall’altra un po’ dispiaciuta perché le cose belle che finiscono lasciano sempre un po’ di nostalgia. Ma bando alle ciance che mi sto fasciando la testa prima del tempo, questo capitolo è una montagna russa emozionale continua e mi è piaciuto moltissimo come si siano intrecciati non uno, non due ma ben tre piani temporali diversi che hanno saputo tutti coinvolgermi moltissimo.
Ole che accusa Homer di avergli rubato due letti è stato davvero esilarante e, lo so che lo sai già, che l’atteggiamento di Homer di continuare a frequentare Eloise - perché ehi, essere adorati è molto bello e anche pomiciarsi una bella ragazza non è male, quindi, perché no? Anche se di lei non mi frega granché - mi ha fatto fumare dalla testa però hai ragione, quando si è giovani, difficilmente si riesce ad empatizzare con modi di pensare che siano diversi dai nostri, si tende a vivere dei nostri assiomi che, però, non è proprio detto che vadano bene per tutti ma, questo, lo si impara solo crescendo e vivendo nuove esperienze.
Ed è proprio a Brighton che Homer sale il primo scalino, di fronte alla rabbia di Eloise che è rimasta a ribollire nascosta sotto una parvenza di dignità per poi scoppiare non appena le si è fatto vicino il primo appiglio: Ole. La ragazza ferita è stata veramente perfida (mi domando come ci sia finita nei Tassorosso quella strega, di fatto e di indole) ma le sue parole hanno finalmente dato voce a quei pensieri che roteavano incessanti anche nelle menti dei due ragazzi ma che nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di esprimere ad alta voce, per la paura che sentimenti più importanti potessero rompere tutto quello che avevano creato. Nel suo essere odiosa, almeno, Eloise è stata il catalizzatore della svolta.
Ole mi ha fatto tenerezza perché la sua altalena di emozioni è stata così umana che è impossibile non supportarlo, perché è talmente buono che nonostante tutto un po’ per il cuore spezzato di Eloise è dispiaciuto ma, al tempo stesso, il suo petto si riempie di gioia quando Homer mette in chiaro con chi avrebbe voluto passare il suo ultimo giorno in Inghilterra e lo difende a spada tratta da tutto il veleno che la ragazza gli ha vomitato addosso. Mi si è stretto il cuore, inoltre, quando è stato costretto a portare Eloise a casa sua e il suo senso di violazione mi ha fatto proprio male.
Ho amato follemente il concetto di bussola ed àncora e che Ole sia per Homer un motivo per tornare, per far fermare il mondo, in quel mondo che a lui, così esuberante, così bisognoso di conoscenza e avventure, non lascia mai un motivo per rimanere. Ole, invece, sì. Un concetto meraviglioso.
Che ritroviamo nel ritorno agli inizi e devo dire che lo sguardo di Homer verso Ole quando si porta alle labbra la bottiglia da cui ha appena bevuto l’altro l’ho adorato e, lo ammetto, ho anche apprezzato l’audacia di Alina che, però, rimarrà a bocca asciutta perché non è di certo con lei che Homer vuole ballare il valtzer.
Quanto è romantico il fatto che l’abbia portato lì perché gli ricordava Brighton? *-*
Quando si sono baciati mi è partita la ola interiore, te lo dico XD
Io direi che una scrittrice attenta la sei eccome, altroché 😉Questo capitolo è stato veramente bellissimo e si becca il primo posto fra i miei preferiti, sono proprio curiosa di scoprire cosa mi aspetta nell’annunciato flashforward!
Alla prossima
Cida 

Recensore Master
16/04/21, ore 02:21
Cap. 7:

Ovviamente arrivo in ritardo a recensire ma mi consola il pensiero di non essere tanto in ritardo quanto Ole e Homer.
Posso dire cazzo?
Cazzo.
Questo capitolo mi ha messo una tristezza 😐
Avendo raggiunto la veneranda età di 33 anni mi sento molto toccata dall' argomento "tempo che passa" e anche dall' argomento "vita che sfugge per conto proprio mentre tu non hai realizzato il tuo potenziale", che trovo che sia quello che questi due hanno fatto, non come singoli individui ma come coppia. Come singoli individui non c'è niente da dire (oddio in realtà sì ma chi sono io per giudicare), Homer è un affermato guaritore e Ole anche, nel suo campo, e ognuno dei due ha condotto una vita secondo le proprie inclinazioni. Entrambi senza stabilire un legame però comportandosi in modo apparentemente opposto. E fin qui.
Devo dire che la scena in cui hai descritto le loro lettere che non erano lettere, la loro corrispondenza fatta di appunti, mi ha fatto moltissima tenerezza perché conosco benissimo il prendere appunti su qualunque supporto di capiti sotto mano e su qualunque cosa risvegli la tua curiosità, di solito sono appunti che prendi per te stessa, e il fatto che Homer abbia voluto spedirli a Ole mi dice una cosa: che questi due hanno avuto, per certi versi, una mente comune anche mentre erano separati.
Perché da una parte c'è questa grandissima distanza di cui Ole ha paura di rendersi conto, ma dall'altra parte ci sono due persone che sono talmente a loro agio e sulla stessa lunghezza d'onda da potersi scambiare semplicemente appunti e frammenti di idee capirsi comunque.
Quello che mi fa un po' rabbia è che ci sia voluto un bambino per mettere una specie di ancora a Homer. Homer se n'è sempre andato in giro vagando senza voler davvero fermarsi da qualche parte, quando perfino i suoi genitori (che probabilmente avevano creato in lui questo tratto caratteriale grazie al modo in cui lo hanno cresciuto) si sono fermati per collaborare alla guerra come hanno potuto. Homer non si è mai fermato per Ole, non si è mai fermato per un lavoro, non si è mai fermato per i suoi genitori o per nessun'altra persona, si è fermato solo quando è arrivato questo bambino. E d'accordo non è ancora veramente fermo perché prevede ancora un trasferimento, però sarà un trasferimento che prevede di durare un po' di tempo.
Un trasferimento che lo porterà più vicino anche a Ole. E mi dispiace che tutto questo sia dovuto passare attraverso la nascita di un bambino perché questo bambino finora non ha avuto una vita felicissima, insomma poverino è quello che ci smena di più in questa situazione.
È *adorabile* il modo in cui Ole aiuta Homer a capire di che cosa ha bisogno il piccolo <3
E quindi... È possibile che per questi due alla soglia dei 40 anni si prospetti finalmente un futuro in cui si frequenteranno con più regolarità? perché sapere che 20 anni fa c'è stato un bacio (e non so se qualcos'altro) e poi praticamente più nulla, e poi non si sono più visti finora, è veramente desolante, perché io credo che Ole ci tenesse davvero a Homer e anche se lui sapeva che l'altro non si sarebbe fermato, magari sarebbe stato lecito sperare di vederlo un pochino più spesso. Credo. Insomma.

Quindi adesso posso sperare che ci siano delle storie ambientate dopo questo momento in cui loro hanno una vita un po' più stabile e fanno cose? Io trovo che se lavorassero insieme questi due sarebbero veramente eccezionali 🤔 spero di poter tornare presto a leggere qualcosa di tuo, magari qualcosa che mi crei ancora una volta questo mix di sentimenti contrastanti, da una parte dolcezza e dall'altra parte il senso di vuoto (non sono masochista, è che ammiro veramente tanto il modo in cui riesci a rendere umani i tuoi personaggi, quindi facendo identificare anche noi lettori negli alti e bassi delle loro vite)

Grazie di tutto, davvero

Recensore Master
10/04/21, ore 23:11
Cap. 5:

Ciao carissima,
eccomi a proseguire con questa storia. Anche io mi scuso, l'ho cominciata veramente da un sacco di tempo ma spero, pian piano, di riuscire a recuperare i capitoli rimanenti.
Ma intanto cominciamo con questo perché ero rimasta con quell'adorabile di Eloise (faccina che vomita) che aveva improvvisamente interrotto la giornata di addio (arrivederci in realtà) fra Ole e Homer.
Dici che la prima parte è troppo raccontata? Devo dire che, dal mio punto di vista, oltre a quello che avviene mi sono proprio arrivati pesantemente i sentimenti di fastidio di Ole che è talmente irritato da questa intrusione da rischiare di rimettere il pranzo ma anche la completa invidia di Eloise per essere stata messa da parte in una giornata così importante mentre Homer, al momento, sembra non pervenuto dato lo shock di essersi trovato improvvisamente tra due fuochi.
Ole avrà anche qualche esperienza per capire le aspettative di Eloise ma dovrebbe focalizzarsi un pochino anche su di sé, perché è cotto a puntino e ancora non lo sa o non lo vuole sapere.
Nel passato mi è piaciuto come tu abbia mostrato la crescita del rapporto fra Ole e Homer, i punti che hanno in comune e quelli dove le loro vite divergono enormemente e ho molto apprezzato anche i particolari sui loro studi. Chiaramente la calamita per le attenzioni Homer Landmann (ma ora che ci penso, il cognome è casuale o proprio per il fatto che ha sempre girato con i genitori è un po', parafrasando il significato letterale, l'uomo del mondo?) con i genitori di quel calibro non poteva che essere desiderato da Lumacorno per la sua collezione e, com'era facile aspettarsi, Ole non è stato preso molto in considerazione (mi aspetto che Loras non sappia neanche come si chiama, un po' come Ron insomma).
Posso dirlo? A Homer gli avrei tirato una testata per quella faccenda di Eloise, ti avevo già anticipato precedentemente che non mi dava solo vibrazioni positive ma qui, argh, mi ha fatto proprio innervorsire. Non tanto per la sua tontaggine per non essersi accorto dei sentimenti di Eloise che, in tutta sincerità, se si fosse presa una bella tranvata non mi sarebbe troppo dispiaciuto ma per la sua totale noncuranza dei sentimenti di chi gli sta attorno, Ole compreso. Ti giuro, lo avrei preso a sberle, un po' per quel ero triste, lei mi ha lusingato e allora l'ho baciata ma soprattutto per quel non lo so se mi piace. Altroché cuscino, una pizza in faccia ci voleva XD
Ogni parola che usciva dalla sua bocca non faceva altro che complicare la sua situazione, cioè pure Ole si è reso conto di ogni cosa... in effetti è quasi comico che un ragazzo così brillante possa proporre di fare un'uscita a tre per tamponare un apputamento che non vuole... a meno che non volesse vedere il suo migliore amico (?) morto per mano di una brunetta inviperita.
Ole mi ha fatto tanta tenerezza perché si è ritrovato, suo malgrado, ad essere confessore di una cosa che lo ferisce molto: le risposte che vorrebbe dare al suo amico ma che non espone sono talune lapalissiane e, come dire, il pensiero finale che Homer fa in modo che la sua empatia recepisca è stato ovviamente un bel pensiero ma da paraculo senza euguali perché, intanto, Eloise se l'è baciata e ha combinato davvero un bel casino: nelle aspettative della ragazza e nell'animo di Ole che quando è agitato gli si ripropone il cibo (ah, come lo capisco XD). 
Mi sento quasi in colpa di avercela così su con Homer, perché di Ole (e di te) mi fido perciò sono convinta che lo rivaluterò strada facendo.
Scusami se mi infervoro un po' ma quando questo avviene vuol dire che chi scrive riesce completamente a coinvolgermi, rende le cose realistiche e mi fanno venire voglia di condividerle o rifiutarle. Tu e i tuoi personaggi, indubbiamente lo fate e non posso che farti i complimenti per questo.
E' stato un piacere ripassare di qui.
Ti lascio con uno speranzoso: a presto.
Cida

Recensore Master
02/04/21, ore 01:23
Cap. 6:

Ahahah *ovviamente* perfino il sonno di Ole non può essere tranquillo, ma deve essere un'ordalia di cambi di posizione e lotte col cuscino. Io lo capisco benissimo, ma nel mio caso è colpa del mal di schiena, nel suo caso temo sia colpa del mal di vivere.
Oluccio, mi sento di darti un consiglio: visto che Homer con la grazia di un elefante ti ha rubato il letto, quando il disgraziato si addormenta nel tuo nuovo letto potresti riappropriarti di quello che è tuo, e andare a mettere le tende nel suo letto. Cioè il tuo vecchio letto. Insomma, quello non vicino ai bagni.

Ok Ole, hai ragione su una cosa: normalmente un sedicenne non si lascia scappare una sedicenne graziosa e disponibile al limoncello, però converrai che "non so se sono interessato" è una frase ben strana da sentir dire da un sedicenne, che dovrebbe avere gli ormoni a palla, se l'oggetto della discussione è la suddetta sedicenne graziosa e disponibile al limoncello. Insomma, è strano. Homer è qualcosa, si fa parecchie domande per essere un adolescente. Di solito, a 16 anni, se sei interessato a qualcuno lo sai.

Poi boh il rapporto fra Homer ed Eloise in qull'anno scolastico... mah... Homer che fa tira e molla... ma dagliela una certezza a sta fanciulla, un sì o un no. E invece si comporta come un dongiovanni di fine '800 ma non per filosofia, no, per sua natura. Se lo facesse per una qualche filosofia lo si potrebbe definire un genio oppure un edonista stronzo, invece lo fa solo perché è infantile naive, e perché ha la scusa che sta per trasferirsi. Se non avesse la scusa del trasferimento si potrebbe pensare che sia stronzo in modo conclamato, invece no, rimane questo spiraglio aperto: anche lei lo sapeva che avevano una scadenza, no? quindi si può dire che abbia accettato le premesse di una storia che per forza non era una vera storia.
Poi lei sarà pure una "ragazzina viziata" ma lui, che pensa di avere "chiuso" solo fingendo di non sentirla, è un "ti lascio via sms" ante litteram!! Ma dai, pagliacciooo! Abbi almeno il coraggio di dirle "allora addio eh"!

Waaa la conversazione orribile... non sarebbe stata così orribile se l'avessero avuta prima questa conversazione. Davvero uno stronzo >.< scusa ma non riesco a condonarlo! Anche se io, se fossi stata in lei, non avrei cercato di fargli cambiare idea. Me ne sarei andata dopo avergli rovesciato del ketchup piccante nelle mutande. E poi avrei mendicato per un biglietto del bus.

Tuttaviaaa... come ultimo giorno in Inghilterra per Homer è stato molto istruttivo. Mi dispiace solo per Ole. Ma Homer si è meritato il disagio, magari se lo ricorderà per tutta la vita.
Ritengo che Eloise sia un po' bistrattata in questo capitolo. Eddai, si è attraversata mezza Inghilterra sta poveraccia, solo per essere umiliata. E a Ole dà fastidio se anche solo Homer le dà la mano? E' solo la mano, Homer ha appena messo in chiaro che fra loro non c'è proprio nulla...

"Ma che cosa c'entra Ole?" -> uhm, è qualcosa che offende entrambi, per me. Io immagino un futuro per Homer e Ole, e quindi che Homer escluda completamente Ole dal radar delle relazioni sentimentali è... un po' triste.
Certo la loro amicizia è profonda e bella ed è tutt'altro rispetto a una pomiciata occasionale, ma non credo sia questo il motivo per cui adesso Homer non li mette sullo stesso piano.

Secondo me le parole di Eloise non erano così forti da ferire Ole perché erano state dette in un palese momento di rabbia. In quel momento voleva solo gettare il suo malumore addosso ad altri, specie qualcuno verso cui probabilmente è sempre stata gelosa. Vorrei capire se Eloise si comporterebbe così da stronza anche se non fosse ferita. E come molte donne, nel momento del dolore è stata brava a colpire con chirurgica precisione l'unico argomento che avrebbe davvero turbato Homer (visto che il senso di colpa stava funzionando tanto quanto).

Che bella la frase "essere bussola e ancora allo stesso tempo", è una delle tue frasi profonde e significative *_*

Comunque è proprio tipico di Homer sta cosa del vivere giorno per giorno, anche verso Ole, anche se il loro "giorno per giorno" è completamente diverso da quello fra Homer ed Eloise, perché il "giorno per giorno" di Ole e Homer era qualcosa che giorno dopo giorno aggiungeva un mattoncino.
Ma è sufficiente? Hanno comunque evitato di parlare fino all'ultimo, e infatti Ole nel capitolo scorso era molto triste per il modo in cui Homer era pronto e felice all'idea del trasferimento.
Secondo me tra sti due avrebbe già potuto nascere qualcosa, ma Homer non è ancora maturo (c'ha sta cosa del giorno per giorno), e Ole è un codardo (non lo biasimo, è insicuro), quel tipo di codardo che finché il gatto sta nella scatola è contemporaneamente vivo e morto, meglio non aprire la scatola, se capisci cosa intendo.

(Ehm, Homer ha già assaggiato la birra, prima? Insomma, lo sa che sa di piscio?)

Un'altra frase che mi ha commosso molto ma mi ha anche rattristato è questa:
"È che io non sono fatto per restare fermo in un posto solo, ma con te è come se… come… è come se tu mi tenessi fermo il mondo, e allora io posso andare ovunque e perdermi mille volte". Mi ricorda molto quello che disse a una mia amica il suo all'epoca ragazzo (avevano una relazione a distanza, strana): "Tu sei il mio porto sicuro quando c'è la tempesta". Io le chiesi come mai quella frase l'avesse rattristata e lei mi disse "perché se torna da me solo quando c'è la tempesta, significa che nel resto del tempo se ne vuole andare in giro" (ed era una cosa abbastanza letterale, non si parlava di tradimenti).
Insomma mi sembra la stessa situazione: uno sta fermo, diventa un punto di riferimento; l'altro viaggia, consapevole di quel punto di riferimento, ma questo significa che non staranno quasi mai insieme.
Io trovo che sia anche un po' egoista dire "stai fermo lì mentre io mi faccio i cazzi miei", lo trovo prepotente, perché dovrei stare immobile ad aspettare te?

Io penso che Ole non abbia veramente "aspettato" Homer negli anni successivi, quando è andato all'università. Ole si è fatto la sua vita. Ma in un altro senso è davvero rimasto ad "aspettare" Homer in senso sentimentale, perché Ole non ha provato interesse per nessun altro. Ma io credo che questo sarebbe accaduto indipendentemente da Homer. Io penso che semplicemente Ole sia così. Introverso, poco avvezzo alle relazioni, insicuro e anche poco interessato.
Penso che Homer sia *quello*, l'unico, che riesce a far uscire Ole dal suo guscio.
Però, così come Ole è rimasto il punto fermo di Homer, io temo che Homer rimarrà ugualmente un vagabondo. Non so, questi due finiranno insieme prima o poi, ma seriamente come fanno? Si vedono ogni tanto? Oppure Ole inizia a viaggiare con Homer?

Oooooh sono contenta che Homer abbia scaricato Cecilia per stare con Ole!! Finalmente sembra aver chiare le sue priorità! ;-)

Waaa che bella questa frase: "Era un abbraccio disseminato di tutte le parole che avevano sempre soffocato (...) e ora Homer aveva un abbraccio che era fatto solo di punti di svolta".
Ma qui ci sono tanti sentimenti che stanno finalmente per emergere, eh? Sapendo che tanto poi ci sarà comunque qualcosa che interromperà di nuovo la loro amicizia, la distanza, allora tanto vale rischiare e dirsi quello che provano, e no? Eddai??
Mi piace tantissimo il momento in cui Homer dice di essere stanco, Ole maliterpreta e pensa che Homer stia facendo marcia indietro, e invece Homer stava solo dicendo "sono solo stanco di avere paura" che mi suona un po' come "sono troppo vecchio per le seghe mentali da adolescenti" E GIU' DI VALZER RAGAZZI DIOBUBUUU!! Essere più che ventenni serve bene a un cacchio di qualcosa, no?
EDDAJE FINALMENTE si sono baciati!
Guarda cara, se la storia è andata così anche se non doveva andare così, vuol dire che la storia voleva andare così ^_* ^_* ^_*

Ma allora, cosa rimane da dire nell'ultimo capitolo? Spero che verrà spiegato come si "aggiusta" la loro relazione adesso, se riescono a trovare una qualche loro dimensione, se decidono di continuare a fare vite separate o di incontrarsi almeno ogni tanto o cosa...
Che bello non vedo l'ora di finire di leggere questa storia.

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In ultimo ti segnalo alcuni typo: "una normalissima uscita di gruppo gra amici", "parlare bussole e punti di riferimento", "Era Brighton come Homer non l’aveva mai vista, Britghton con la malinconia..."
A parte i typo, che possono capitare, è scritta benissimo come sempre.

Recensore Master
26/03/21, ore 01:02
Cap. 5:

Ciao, eccomi qui! Questa storia ormai conclusa inizia a essere un po' datata forse, e mi spiace se tu preferiresti ricevere recensioni a storie nuove, ma è inevitabile per me leggere questa 1) perché penso sia la storia "fondante" per conoscere questi tuoi personaggi che adoro, 2) perché ormai l'ho iniziata, 3) perché mi piace un sacco e l'ultima volta ero rimasta col dubbio di chi fosse 'sta Eloise.
Ammetto che mi aspettavo una qualche strafiga, non una "semplice" compagna di scuola. Inoltre, per motivi a me estranei, l'avevo immaginata bionda XD

Eloise a parte (magari ci torno dopo), mi piacciono sempre tantissimo le tue descrizioni della sala di Tassorosso, specialmente questo passaggio che secondo me è il perfetto mix di descrizione dei luoghi e descrizione del loro rapporto (quasi le due cose fossero interdipendenti): E, in fondo, quei momenti strappati alla notte, racchiusi in un nido di velluto, protetti sai suoni esterni e illuminati da una luce calda erano momenti preziosi, momenti che li facevano sentire fuori dal mondo, al sicuro, e Ole non ci avrebbe mai rinunciato.
Mammmamiaaaa ma quanto scrivi bene?? Come riesci a dipingere perfettamente le situazioni e gli ambienti con le parole... sembra di esserci, lì, con i cinque sensi e anche con le emozioni, perché è impossibile non riconoscercisi, quella cosa lì penso che l'abbiamo provata tutti almeno una volta: lo chiamerei conforto. Il conforto di un luogo sicuro, il conforto di un momento di tranquillità e privacy con una persona amica, ma anche il conforto di un gesto ritualizzato.
Eppure questi due sono tutt'altro che abitudinari, sono due studenti spiccatamente intelligenti e coraggiosi, il loro interesse per la scienza babbana secondo me ne è una dimostrazione: la maggior parte dei maghi snobba le conoscenze dei babbani, forse non perché insignificanti ma perché interagiscono male con la magia, come quando Arthur Weasley provò a farsi mettere dei punti per chiudere le ferite inferte da Nagini: mi sembra che la generica presa di posizione della Row sia "sì sì carina la scienza babbana, ma la scienza e la magia non si esprimono attraverso lo stesso codice". E anche quando riescono a interagire, come nell'auto volante, sembrano poter creare situazioni inaspettate come il dare un certo grado di senzienza agli oggetti.
Quindi, sì, gli studi di Ole e Homer sono dannatamente interessanti, e lo era anche il tema di Homer sulla possibilità che la magia alterasse la struttura chimica degli atomi (non ricordo se l'ha espresso esattamente in questi termini). E che coglione questo Belby: teorizzare è una cosa, realizzare pozioni a memoria è tutt'altra cosa!! Come mischiare i cavoli e le percocche! Belby aveva paura di venire scalzato da qualcuno è_é altro che... eccola, la spocchia dei maghi, che ignorano la scienza babbana stavolta per partito preso.

Passando a parlare di tutt'altro: ma Homer, ma che baci Eloise? Ma perché?
Cioè io boh.
E' OLE CHE DEVI BACIARE MANNAGGIA LA PEPPETTA ehmmm voglio dire, non ha senso baciare una che non sai nemmeno se ti piace, una per cui evidentemente non hai sentimenti forti, dandole anche ste false speranza, e per di più appena prima di partire per l'estero. Dafuq, why??
Ma poi "la gente dovrebbe vivere più easy, più alla giornata" COSA DOVE MA QUANDO??? Ma và che la gente normale pensa al futuro e si fa dei piani, specie quando è interessata a qualcuno, *super iper facepalm*. Sicuramente anche Ole si fa dei pensieri sul futuro e quella frase è stata abbastanza offensiva. Homer qui mi sembra uno che nel suo essere "spirito libero" prende molto sottogamba i sentimenti altrui, e il naturale attaccamento che si sviluppa insieme ai sentimenti positivi. Ma è chiaro che Homer sto attaccamento non sappia nemmeno dove stia di casa, è dovuto crescere senza mettere radici, se avesse permesso a sé stesso di sviluppare attaccamento per le cose e le persone che amava forse avrebbe sofferto troppo.
Ma in ogni modo questo non gli dà il diritto di giudicare gli altri perché si fanno aspettative e speranze...

Ho notato una cosa: alla fine del capitolo si riprende il concetto presentato a inizio capitolo, cioè Ole che non sa nulla di relazioni... eppure è lui a fare da consulente XD ma perché Homer è un ingenuotto! Non capisce che alle persone lui interessa! Ma ha senso farsi ste seghe mentali quando sta per trasferirsi altrove? Che senso ha sviluppare relazioni all'ultimo minuto? Forse Homer ha preso sottogamba la reazione di Eloise proprio per questo...

PS: Ole alle feste si riconferma il mio spirito guida, ma anche Ole che passa l'adolescenza senza impegolarsi nelle relazioni sentimentali. Del tutto relatable. Poi se penso al mio caso personale, non avrebbero funzionato anche per altri motivi, ma Ole un tentativo in più avrebbe potuto farlo, forse. Se solo non fosse stato interessato proprio al suo migliore amico :-P

Curiosissima di vedere come va avanti!

In ultimo ti segnalo un typo: "ma Ole riuscica a udirlo ogni volta"

Recensore Master
12/03/21, ore 00:54
Cap. 4:

Ciao carissima, innanzitutto mi scuso per arrivare come al solito all'ultimo minuto.

La prima parte di questo capitolo mi ha tagliato le gambe. Forse ti ho già detto in passato che mi identifico molto in Olè, ma fino a questo momento pensavo che ciò si limitasse al suo carattere. Invece ora scopro con una certa desolazione che il suo rapporto con suo padre mi ricorda un po' il mio rapporto con mia madre. Certo io non sono orfana di un genitore e non ho poteri empatici (in questo caso per lui è una bella sfiga averli), ma capisco benissimo la sensazione di non sentirsi amati abbastanza anche se a livello logico si sa di essere amati, e capisco anche le pressioni per la vita sociale. Ma parlando di Ole: pooooveroooo 😭😭 come dicevo è davvero una merda avere poteri empatici quando hai un lutto in famiglia, forse avrebbe potuto credere all'amore e alla felicità mostrati da suo padre se fosse stato un bambino normale. E forse suo padre, non sentendosi smascherato, avrebbe continuato a fingere e magari il loro rapporto sarebbe stato diverso: fake it till you make it. Dopotutto se tu fai lo sforzo di mostrarti felice e di mantenere vivo il rapporto con qualcuno, potresti anche sviluppare per davvero un rapporto con quella persona. Se invece ti arrendi e basta perché "quello strambo di mio figlio tanto ha capito la verità" e ti adagi nei tuoi silenzi... È come la ginnastica, se non la fai perdi allenamento, solo che questa è una ginnastica per tenere la testa fuori dalla depressione.
Non mi è piaciuto neanche un po' che abbia trattato la condizione di Ole - essere un mago - come un problema da affrontare. No cioè Ciccio ma chi ti credi di essere?? Poi quel discorso sul "questo tipo di istruzione non ti farà trovare lavoro" brrr mi ha ricordato mia madre così tanto da farmi avere flashback da reduce del Vietnam 🙄 cazzo poi non è vero, innanzitutto se vuoi puoi lavorare nel mondo magico facendo pure un lavoro normale, ci sono pure i fruttivendoli nel mondo magico, inoltre se vuoi tornare nel mondo babbano puoi farlo, di sicuro Hogwarts ti mette in condizione di far credere di avere un diploma babbano, per poterti iscrivere in una università babbana oppure ad un master o a un corso professionale. Insomma se dopo aver studiato a Hogwarts vuoi andare a fare l'idraulico nel mondo babbano penso che nessuno te lo impedisca.
Poi c'è stato il discorso sulla vita sociale. Questa è un'altra di quelle cose che io giuro non capisco dei genitori. Che cosa vuol dire "esci, vedi gente della tua età, vorrei poterti gestire come tutti gli adolescenti un po' ribelli", maronn che rabbia, i genitori si lamentano sempre degli adolescenti un po' ribelli ma se invece sei un bravo ragazzo tranquillo (o una brava ragazza tranquilla) pensano sempre che tu abbia qualcosa di sbagliato. Questo secondo me è ragionare per stereotipi. Non siamo tutti uguali e non abbiamo tutti lo stesso carattere 😡 anche questo mi va a toccare corde così personali che mi ha davvero turbata. E naturalmente c'è sempre quell'amico che ai genitori non piace, quello che "fai vita sociale diocristo!!... no, non con lui". Che rabbiaaaa.
Era talmente tanto verosimile, vibrava così tanto di realtà, il punto in cui Ole prevede (senza bisogno di magia) che suo padre sarà inizialmente speranzoso e poi deluso quando gli dirà che intende vedere Homer.
[E visto che siamo a questo punto del racconto ti volevo segnalare un errore di distrazione: "Ole non avrebbe mai potuto perdere la faccia a quel modo, vietando a Ole di fare esattamente quello che sino al giorno prima gli aveva chiesto di fare." <- penso che tu intendessi che Neil non avrebbe mai potuto perdere la faccia a quel modo]

L'arrivo di Homer segna l'inizio di un nuovo giro di giostra in questa carrellata di sentimenti così verosimili: Ole che è felice di vederlo ma allo stesso tempo è tristissimo perché questo è un addio. Ole che ad un certo punto non riesce più a tacere sul suo dolore, e che nonostante la gioia di passare una giornata con il suo amico che riesce a trasmettere la sua visione del mondo così piena di meraviglia, comunque sotto sotto cova tristezza e risentimento. Mi chiedo se parte di quel risentimento non sia anche desiderio di possesso, inconscio si intende, perché non penso che Ole sia in malafede: ma è dannatamente doloroso pensare che il tuo migliore amico, quello che è in effetti un pilastro della tua vita, riuscirà ad essere felice anche senza di te mentre tu non lo sarai altrettanto. L'idea di Homer tutto felice di frequentare quella nuova scuola è confortante ma allo stesso tempo è dolorosa e fa sentire traditi. Insomma, se per Homer è tutto bellissimo, niente è speciale, no?
Io mi sentirei così. Tutto l'entusiasmo che Homer aveva mostrato per Hogwarts, e per Ole, li mostrerà per la nuova scuola e forse per altre persone. So che probabilmente l'entusiasmo di Homer è genuino, Homer è capace di amare qualsiasi luogo in cui viva e qualsiasi nuova esperienza, e sicuramente i sentimenti che prova per i suoi nuovi amici non cancellano i sentimenti che prova per i vecchi amici, credo che Homer sia come un sole impossibile da spegnere. Però innegabilmente sentire di non essere speciali ci fa sentire traditi.
Per questo la comparsa di Eloise sul finale secondo me non va a incidere poi così tanto: la batosta più grande era già stata tirata. Eloise potrebbe essere una persona del passato di Homer, o del suo presente o del suo futuro, ma ha davvero importanza? Non sarà anche lei transitoria, come tutte le cose e le persone nella vita di Homer?

(Il mio mood in questo capitolo è "l'ottimismo è il profumo della vita", né?)
Sono comunque curiosa di sapere cosa accadrà adesso, se questo è un addio temporaneo fra i due ragazzi: so che anni dopo si ritrovano, ma è questo il momento in cui si separano e non si vedranno per anni?

PS dimenticavo due cose, prima di tutto che mi è piaciuto molto leggere il dettaglio dello svegliarsi con il piccolo sasso in mano, mi piace sempre quando una storia è curata in questi dettagli ed è coerente con l'ambientazione, anche se le informazioni vengono da Pottermore per cui non ho un grande amore.
La seconda cosa è più che altro una curiosità che volevo chiederti, c'è un punto in cui alla tv si parla di una specie di pratica ginnica per cominciare bene la mattina, c'entra con il fatto che il titolo della storia Surya Namaskara è il saluto al sole? Era una specie di autocitazione?
(Recensione modificata il 12/03/2021 - 12:57 am)
(Recensione modificata il 12/03/2021 - 12:59 am)

Recensore Veterano
11/03/21, ore 19:46
Cap. 7:

Ammazza oh, quando mi ero detta che dovevo recensire questa storia non era mica così alto il numero delle recensioni! Sono incredibilmente in ritardo, e sono contentissima che questa storia stia ricevendo l'apprezzamento che merita. La serie l'ho letta tutta credo, sto leggendo anche la nuova storia che hai cominciato, e sono stracontenta che l'ispirazione con questi due non ti venga a mancare. Ole è bellissimo con il suo bagaglio di insicurezze, il suo scudo per rendersi invisibile e le poche fondamentali certezze della sua vita, che lo ancorano a vivere in un posto e in un modo ben precisi. È bellissimo Homer, con la sua capacità di stare al mondo, di essere così a suo agio in tutto, così indeterminato e spaventato allo stesso tempo dalla mancanza di punti fermi. Ole e Homer sono bellissimi insieme, di un amore così non avevo mai letto. Infine, sei bella tu che scrivi di loro, perché mi sembra di guardare un film al rallentatore, godendo di ogni singolo stralcio di pensiero e di ogni singolo accenno di gesto. Le tue parole sono pienissime di significato, perciò quando poi descrivi momenti in cui la trama si fa più movimentata mi sento al colmo delle emozioni che posso provare - e non mai così, in genere le altre letture che affronto sono sempre più ragionate, riesco sempre a mantenermi più distaccata.
Chiedo scusa ancora perché era nelle mie intenzioni passare a recensire molto tempo fa, solo che quando mi trovo davanti a cose del genere - mostri sacri, ecco cosa produci tu! - mi sento inevitabilmente inadatta. Oggi mi sono sentita un po' più coraggiosa e sto scrivendo di getto, te la mando prima che mi vergogni troppo!
Un abbraccio, e niente

Recensore Veterano
09/03/21, ore 22:13
Cap. 3:

Ciao, eccomi per l'ABC! Sono davvero felice di avere un'occasione di tornare, non immagini quanto mi abbia fatto piacere trovare il tuo commento!
In tutto il tempo che ci ha separate, questa storia mi é rimasta nel cuore, riemergendo ogni volta che beccavo sui social due parole scritte da te.
Già solo le prime righe mi hanno riportata in atmosfere che mi hanno riempita di una grande nostalgia, come se rivedendo questo Ole scarmigliato e impacciato nei riflessi della grande festa rivedessi un vecchio amico. I dettagli con cui lo descrivi contribuiscono in maniera davvero molto attiva a parlarci di lui come persona. Sono oculati e non convenzionali, non solo mostrano ma raccontano e l'ho apprezzato tantissimo.
Le vicende sulla licenza di Materializzazione sono passaggi davvero molto divertenti, che si adattano bene all'angoscia un po' "da cartoon" di Ole.
L'idea delle guide origami é stata meravigliosa. Il contesto in cui é nata, poi, mi ha fatto innamorare ancora di più dell'eccentrica signora Landmann e del suo umorismo, combinato a un gusto e un carattere che la rendono una personalità interessante e carismatica quanto il figlio. La mela non cade mai lontano dall'albero!
Aline compare come rappresentata da un aesthetic. Le parole che hai scelto per introdurla sembrano tutte molto coerenti con il suo aspetto, combinando bene i Fatti e l'idea di persona che vuoi trasmettere. Perfino nei brevi flashback in casa Landmann riesco a immaginarla in un mare di luce arancio, tra le sue "inquietanti" statue.
Fa sorridere che, dopo tutta la fatica fatta per entrare, Homer inizi relativamente presto a cercare di svicolare, quasi fosse davvero un imbucato infiltratosi solo per gli stuzzichini. Il suo spirito da cavaliere, tuttavia, pare prevalere un po' su tutto, a vantaggio di Aline (e qua mi permetto di abbandonare ogni serietà e sfoderare un tifo da stadio immenso: un giro di applausi a quella che é riuscita ad arrivare dove noi lettrici abbiamo solo sbavato ✨)
La discussione tra lui e Ole, poi, cambia tono in maniera davvero dolorosa.
Il cambiamento di registro da una frase all'altra é un contrasto che mi ha dato gli stessi brividi che hanno fatto nascere quella lunga e triste tela di giustificazioni. Ed é una trafila un po' dolceamara, perché i rimproveri di Homer nascono da un affetto che, si vede, é sincero e profondo, corredato di un gran desiderio di mostrare al mondo il valore di Ole, quello che nasconde sotto alla convinzione di non essere portato e non appartenere a un mondo di smaterializzazioni e inviti-origami-viventi.
Ma c'è anche una sorta di "rispetto" per la sua natura. La paternale che gli fa, infatti, dura fino a un certo punto. É quasi più un input, una innocente provocazione, qualcosa che spera che l'amico elabori per conto suo. Riesce poi, tra l'altro, a farsi perdonare alla grande. Dopo una serata di tribolazione, in un mondo che é molto più suo che di Ole, cambia completamente la situazione, creando un contesto molto più "introvert-friendly": già solo nel cortile dell'accademia, il nostro dottore non solo sembra riuscire a seguire meglio il flusso dei suoi stessi pensieri, ma pare tornare proprio a vivere, abbandonando le vesti ingessate del party per essere di nuovo sé stesso, senza paura di giudizi. La descrizione della spiaggia, in particolare il tuo sottolineare come sia "un luogo di villeggiatura in una stagione sbagliata" mi ha dato in maniera molto vivida l'idea del tipo di luogo, del silenzio, dei colori mangiati dalla salsedine e inghiottiti dal buio. E poi, crea proprio una bella atmosfera. Le dinamiche di Ole e Homer mi sono particolarmente care e vicine, quindi non mi é stato per niente difficile cercare di immedesimarmi nella sensazione di voler stare fuori un po' a tutti i costi. Con la persona giusta, infatti, notti così diventano sempre piccoli ricordi da custodire con cura e non ho dubbi che Homer sia proprio una di quelle.
Tornare da te é sempre un piacere immenso. Le tue atmosfere e i tuoi personaggi mi sono mancati tantissimo e non vorrei più far passare tutto questo tempo. Chissà, magari proverò a sfidare la Catena, se sarò abbastanza veloce 👀
Nel frattempo ti auguro tutto il meglio, a presto 💖

Recensore Master
04/03/21, ore 09:56
Cap. 4:

Ciao e buongiorno!
Io comincio subito a fuoco dicendo che non ero psicologicamente pronta per un capitolo del genere, non mi aspettavo che dal distacco che stava per avvenire, di nuovo, nel capitolo precedente saremmo passati a vedere la loro prima separazione. Ma quello che non mi aspettavo in maniera più assoluta è l'inizio che mi ha un po' emotivamente fatto a pezzettini.
Lasciami dire che la descrizione iniziale del silenzio che fa rimbombare in maniera assordante i semplici rumori della quotidianità rendendosi ancora più palese è una meraviglia e sei riuscita a renderla egregiamente. E poi, cavoli, è arrivato il dolore di Ole e di suo padre che mi ha travolto come un fiume perché dev'essere durissima per un genitore rimanere solo e continuamente vedere nel proprio figlio la persona che ha così tanto amato e non c'è più fare il genitore, però, è spesso fare un passo indietro per amore dei figli ma i sentimenti si possono solo domare e celare... ma come puoi nasconderli ad un figlio che i sentimenti li avverte senza nemmeno rendersene conto? Il padre va in pezzi e, dato che i genitori sono il pilastro dei figli, Ole si strugge a sua volta e, ti giuro, mi si è piazzato un mattone sul petto perché per un bambino percepire tutte le emozioni negative di un genitore e soprattutto rendersi conto di esserne la causa è davvero, davvero troppo. Sei stata bravissima ma mi hai distrutto, il timore di ogni genitore che non dovrebbe mai divenire realtà.
Homer al momento un po' mi piace e un po' no. Mi piace perché saper portare il sole ovunque si vada credo che sia una dote meravigliosa ma ecco, è troppo irruento e sembra non rendersi conto che non è sempre la verità inconfutabile la sua. Per carità nessuno dovrebbe rinunciare alle grosse opportunità che ci arrivano soprattutto quando si è così giovani, però come può non rendersi conto del dolore che sta causando al suo amico? Amico a cui ha deliberatamente deciso di stravolgere la vita quel giorno ad Hogwarts. E ok, qui è più giovane ma ci ho rivisto certi sprazzi anche nel capitolo precedente... sono un po' astiosa, Ole ha risvegliato il mio istinto di mamma chioccia XD
Sì, basta, ho deciso che devo cambiare tono a questa recensione per cui... vogliamo darla una testata ad Eloise, sì?
Ah e amo, amissimo (?) quando poni il focus sulle differenze dei vestiti fra maghi e babbani e la sincera curiosità e ammirazione a tratti che hanno i maghi per il mondo babbano, mi fa troppo tornare nell'atmosfera dei libri. Probabilmente te l'ho già detto ma credo che ripeterlo non guasti.
Un altro bellissimo capitolo, ti rinnovo i complimenti.
Alla prossima
Cida

Recensore Master
05/02/21, ore 18:23
Cap. 3:

Ciao, questa volta sono riuscita a beccarti 😊
E mi ributto assolutamente volentieri in questo ritorno al presente dove veniamo catapultati immediatamente in questa festa sfarzosa che con Ole ha ben poco in comune.
Devo dirti la verità, trovare la parola “assembramento” mi ha fatto un po’ strano per via di tutte le volte che l’abbiamo sentita nell’ultimo anno XD
Sei riuscita bene a rendere l’atmosfera di un evento mondano di tale portata e le sue dinamiche. E’ stata divertente la scena in cui il buttafuori si è imposto nel non volerli fare entrare senza una conferma ufficiale, mi è anche piaciuta particolarmente la scelta dell’utilizzo degli origami volanti per comunicare ma ancora di più il focus che hai voluto puntare sulla differenza di abbigliamento fra Ole e gli invitati, con quello sfoggio di abiti eleganti da mago che hanno saputo ricreare perfettamente l’atmosfera dei libri di Harry Potter (cosa che nel film si è persa miseramente).
L’arrivo di Alina è un po’ il trigger che fa precipitare la già scarsa voglia di essere lì di Ole che, con la sua empatia (che amo moltissimo), capisce immediatamente che l’attenzione che gli rivolge è solo di circostanza e che il suo reale interesse è per l’affascinante e cresciuto Homer. La danza che lei riesce a rubare all’amico è la goccia per il suo travaso di bile che lascia intendere che forse, forse Ole ci tiene ad essere il centro dell’attenzione di Homer. Quella frase che gli esce di bocca senza nemmeno rendersene conto (voi maghi) che cerca di sminuire sotto ad una battuta, in realtà, nasconde molta amarezza per quel mondo in cui il ragazzo non si sente di fare parte ma, allo stesso tempo, non è al 100% neanche parte del mondo babbano, insomma un bel casino. E un pochino l’irritazione di Ole la capisco perché, per quanto possiamo comprendere le buone intenzioni dei nostri amici, a volte abbiamo solo bisogno di starcene per i fatti nostri e non essere trascinati in luoghi dove non vorremmo essere. Tuttavia, sul finale diventa chiaro che anche Homer volesse avere del tempo per stare da solo con il suo amico e alla faccia se gli ha fatto prendere una bella boccata d’aria fresca. Sono volata a vedere come fosse il luogo da te descritto ed è estremamente suggestivo e bellissimo da vedere, magari di giorno e in una stagione più consona XD (Per il freddo eh, il mare ha sempre il suo meraviglioso fascino in qualsiasi stagione. Abito in una città di mare e senza mi sentirei persa).
Mi è piaciuto molto come tu abbia voluto soffermarti ancora una volta sui pensieri di Ole che ribadiscono quanto i due siano assolutamente diversi fra lui che a malapena parla con i suoi compagni di stanza e l’altro che si destreggia fra feste mondane e smaterializzazioni fra Stati e quel brindisi, carico di malinconia, per quel distacco che avverte imminente racchiude in sé, in realtà, il desiderio di non volere che quelle strade si dividano ancora. Un finale di capitolo molto amaro ma spero vivamente che il proseguire di questa storia possa portare Ole dalla parte del torto e che le loro vite non ci mettano così tanto ad intrecciarsi di nuovo.
Per quanto riguarda le note, io credo che quando i personaggi di cui si scrive escono dagli schemi che ci siamo imposti sia sempre un buon segno perché significa che non siamo più noi a farli muovere ma loro che semplicemente vivono e la reputo una cosa bellissima (anche se magari ci struggono un po’ il cuoricino).
Complimenti e alla prossima
Cida

Recensore Master
31/01/21, ore 13:53
Cap. 7:

Dopo tutto il parlare di ieri su Eloise, non potevo non decidermi finalmente a passare dall’ultimo capitolo e sperare di vederla calciorotata nello spazio. No? Nessun calcione nel sedere? Dammit!
E che sia messo agli atti, che oggi mi sento esattamente come Ole e mi basterebbe chiudere gli occhi per crollare in coma, altro che sonno… ma dormire è sopravvalutato, quindi via così!

Se non ricordo male, questi personaggi sono apparsi per la prima volta in un’altra tua fanfic dove erano adulti e immagino che questo ultimo capitolo si riallacci in qualche modo proprio alla loro reale età. Il salto di quasi vent’anni mi ha lasciato un po’ di malinconia addosso – sì, il capitolo precedente è finito bene, con quel bacio insperato che ha aperto tante nuove porte sul loro rapporto, ma ora non sono più i ragazzini di Hogwarts alle prese con le unghie giallo tassofesso di Eloise (>_>), né i giovanotti impegnati con la carriera universitaria e il tirocinio, sono ormai uomini fatti e finiti e vedere come il tempo passa anche per loro… non so, da una parte mi rende orgogliosa perché la vita la stanno vivendo, dall’altra mi mette malinconia, perché vent’anni sono passati. Uhm… o forse è perché sono vecchia e il passare del tempo mi angoscia XD
A parte gli scherzi, trovo straordinario come tu riesca a trovare il modo di immergerci e coinvolgerci con la tua storia perfino in un atto così comune come il fare una passeggiata. Sono, quelle di Ole, riflessioni su cui non posso far altro che concordare, il voler camminare per scrollarsi di dosso i pensieri, le fatiche e i resti di giornate pesanti che gli rimangono attaccati anche dopo aver timbrato il cartellino. Ci sono impieghi, come quello del medico, che ti seguono anche a casa ed è molto interessante vedere come la cosa influisce non solo su di lui, ma perfino su, Landmann, il Medimago eccezionale che fa miracoli ma solo fino a un certo punto. Ho amato questo pezzo, non riesco a capire se ci sia o meno una punta di invidia per la grandiosità di Homer, ma c’è comunque la capacità di sapere perfettamente che anche lui, pur senza l’empatia di Ole, non è immune allo stress di quel lavoro. Trovo dolcissimo il solo fatto che Ole lo sappia e lo riconosca.

L’intera storia è stata raccontata dal POV di Ole, che è un personaggio quieto, riflessivo, cosa che si è sempre riflettuta sulla tua narrazione e sullo stile che hai utilizzato per portare avanti la long. Ci sono gap di dieci, vent’anni alle volte tra i capitoli, ma in ognuno di essi ti sei presa il tempo per raccontare le emozioni dei tuoi protagonisti, analizzarle e metterle in fila frase dopo frase. Perfino quando la scena se l’è presa un po’ a forza Homer, che è più energico, che è un personaggio più attivo, sei comunque sempre riuscita a riportare il ritmo sulla lunghezza d’onda di Ole, conducendoci per mano tra i suoi pensieri. Lo stesso accade in questo capitolo, se non che il tempo questa volta sembra addirittura dilatarsi più del solito, proprio perché sono adulti, con responsabilità maggiori e il passo con cui porti a termine il capitolo si fa quindi più marcato, ma lo fa in modo sottile, che quasi non si nota. E infatti nonostante abbia percepito che qualcosa è cambiato (che il tempo è passato), Ole lo ritroviamo quasi esattamente dove lo avevamo lasciato: di nuovo con le sue mille pare a sentirsi fuori posto a Londra, come inizialmente si sentiva fuori posto nella sua infanzia, come si è sentito fuori posto ad Hogwarts e così via. E questa cosa tu la trasmetti dalla narrazione al personaggio, che ammette di non essersi mai mosso in un certo senso, e si sente e lo si nota fin da subito e un po’ la amo questa cosa, perché il passaggio del tempo più che su Ole (uguale nello spirito), si riflette invece su Homer, che non lo trascina più quasi di peso su e giù per le strade, esagitato nella sua esplosione di vita, ma lo fa con lentezza e con un sorriso stanco. Ed è una cosa su cui riflettevo mentre leggevo, ma che poi ha trovato conferma quando Ole riflette sul fatto che Homer si sia trasformato in una marea lentissima.
Ti giuro che mi sono illuminata (e quasi un po’ commossa, perché awww, i bambini si sono fatti grandi ç_ç), perché come dicevo non è solo una cosa che scrivi e ci tocca prenderla per buona, ma ce lo fai percepire anche attraverso il tuo stile narrativo. E poi vogliamo mettere quanto – QUANTO! – ho semplicemente adorato tutto il passaggio in cui Ole ripensa a Homer che in un colpo solo gli fa recapitare un anno di pensieri, frasi, missive e

Ole si era convinto – illuso, forse – di poter disegnare una conversazione silenziosa che Homer non aveva mai voluto lasciar cadere nel silenzio

Io qui mi sono semplicemente sciolta, perché lo trovo un concetto bellissimo. Ma anche solo il fatto che Homer si appunti pensieri e frasi che poi spedisce a Ole (e mi immagino il caos di quei foglie e fogliettini, così splendidamente da lui) è la cosa più dolce del mondo e io ho un debole per questo genere di cose, al mondo dovrebbero esistere più fic con scambi epistolari! *_*
E comunque ci credo che abbia commosso Ole. Io mi limito a leggere ed quasi in lacrime di gioia, figurati lui! E tanto per cercare di riprendermi e riottenere la mia dignità, vorrei far notare a Eloise che tutte queste lettere Homer a lei non le ha mai mandate, ah! è__é
Però mi uccide che dopo tutto questo tempo, il loro rapporto ancora non ce l’abbia una vera forma. In un certo senso potrebbe essere quello che rende speciale e unico il loro rapporto.
Inoltre con quell’ultima lettera che Homer invia ad Ole, dove non ci sono più domande e pensieri senza una vera e propria coerenza, ma c’è la formalità di un incarico e poi il p.s., si ritorna al concetto della bussola che Ole è sempre stata per lui. A quel “Credo di essermi perso”, mi è partito un battito ç_ç

E per quanto mi fossi illusa e avessi gongolato, il fantasma di Eloise dannata Pearson torna pure in questo ultimo capitolo, niente meno che ad aleggiare sulla famiglia di Homer.
La notizia mi ha lasciato sconvolta. Cioè, in realtà lo immaginavo – Ole è quello solitario, è quello che ama la pace e che la trova quando è solo con se stesso (o con Homer), Homer è invece fatto per stare con la gente, sono l’uno lo specchio dell’altro ed era quasi scontato quindi che quest’ultimo in vent’anni si fosse fatto una famiglia.
Ma non ero comunque pronta! Anche se all’entrata in scena della babysitter, con Ole che la guarda sconvolto, giuro che sono scoppiata a ridere.
Solo Ole, ancora accecato dall’amore e dai dubbi e dallo schock, poteva non arrivarci e pensare che Homer se la facesse con una teenager. XD
Il momento ilare però passa in fretta e quando fai cenno alla guerra magica che c’è stata e che ha sconvolto la vita di Homer, come quella dei suoi genitori e di mamma Landmann (Noooooo, mamma Landmann noooo ç__ç) mi hai fatto crollare addosso un macigno. Ho già detto in passato come amo il modo in cui riesci a legare con naturalezza canon a pg original e alle vicende dei tuoi pg, sì? Ecco.
E comunque Homer su certe cose proprio non è cambiato e riconferma quanto i suoi rapporti col gentil sesso infatuato di lui siano davvero pessimi. In realtà mi piace ritrovare la coerenza nella sua “risposta allo stress”, trova conforto tra le braccia della tipella che abbiamo conosciuto anche noi durante quel famoso valzer di vent’anni prima (Ehy, almeno non è Eloise, ok?), in un rapporto che lui sa benissimo non significare niente per sé – ma mi chiedo se questa volta si sia preso la briga di chiarirlo anche all’altra parte interessata – e da cui, come era prevedibile, rifugge alla grande. È sempre e solo da prendere a schiaffi, ma sotto un’altra luce non posso che apprezzare come sono andate le cose, non solo perché grazie a questo non si è sentito in obbligo di formare una famiglia con non-Eloise (ho già dimenticato come si chiama la tipa, scusa XD), ma perché dimostra di essere un personaggio fallace, imperfetto e questo così come mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi, me lo fa anche amare di più. Non esistono persone perfette ed è giusto che Homer non lo sia, che se di solito è tutto luce e sfavillii, davanti a certe responsabilità è un codardo che pure a quarant’anni non ha imparato ancora ad affrontarle. Che poi comunque si prende carico di Timmy, quindi sì, le rifugge fino a un certo punto le responsabilità dei casini che ha combinato.

[No, Ole non stava bene. Ole era solo, terribilmente solo, ed era tutto buio, e se avesse aperto gli occhi sarebbe stato ancora più solo, e non poteva sopportarlo. Aveva bisogno di aggrapparsi a qualcosa – a qualcuno – e di sentirsi rassicurare, di sentirsi stringere e accarezzare, di sentire la voce di papà che…
E allora Ole capì. ]
Questo passaggio lo trovo strutturalmente meraviglioso.
…e mi sto rendendo conto che in questa recensione son più le frasi che ho sprecato per parlare della tua tecnica narrativa e del tuo stile che altro, ma lo trovo così affascinante e così ben pensato che boh, mi commuove al pari della storia vera e propria e di Ole e di Homer. Ma dicevo! Adoro come l’emozione di Ole ti colpisca già dalla frase precedente, in cui l’onda di panico lo assale e Homer gli chiede se sta bene. All’inizio a dire il vero ho subito pensato che non si trattasse di lui, ma del bambino, ma adoro come giochi con l’empatia e col fatto che sia difficile distinguere qualcosa che appartiene a lui o agli altri. E infatti nonostante lo avessi capito, sono stata assalita dal dubbio e mi stavi quasi convincendo, finché non hai scritto “di sentire la voce di papà che…” e per un attimo ci sono rimasta un attimo, finché Ole non conferma che no, il padre ovviamente non è il suo, ma è quello di Timmy. E pure qui quant’è bello che usi con consapevolezza informazioni che già ci avevi dato sullo spaccato della vita di Ole per costruire le sue emozioni e immergerci nelle sue sensazioni? Le sento, le vedo, le provo e me ne innamoro.
(e tra l’altro, awww, il koala di pezza <3)

“Le persone con cui io andrei a letto solo un paio di volte non potrebbero mai restare incinte, Homer”.
Wooooo, punto per Ole! *____*
(Che poi, fossero anche donne, io dico che il preservativo Ole l’avrebbe saputo usare, vah! >_>)
Comunque ancora una volta, queste ammissioni che escono con così tanta naturalezza da parte di Ole mi fanno sorridere, a conferma che dopotutto, nonostante gli anni, nonostante la distanza, nonostante un figlio e le promozioni di Homer e due vite vissute ai poli opposti del mondo, sanno ancora stare bene insieme e Ole può ancora trovarsi a suo agio con lui.
Inoltre è un passo importante perché era, dopotutto, un discorso rimasto aperto negli scorsi capitoli e che non era mai stato affrontato apertamente. Certo, c’era stato il bacio con Homer a cui però sono seguiti vent’anni di nulla, e dirlo finalmente ad alta voce ha tutto un altro sapore.

“Dico che sarebbe molto felice di poter continuare ad essere un punto di riferimento umano”.

E con questo sono praticamente scoppiata in lacrime. A parte il finale perfetto che riprende lo stesso concetto del capitolo precedente, questo capitolo è il perfetto epilogo di una storia malinconica, che lo è stata dall’inizio e che con la fine raggiunge il suo apice. Di questa storia ho amato tanto, davvero tanto i personaggi, il tuo stile, ma soprattutto il mood che ha aleggiato in ogni capitolo, con quella patina un po’ grigia calata sulla vita non poi così perfetta, e proprio per questo così reale e tangibile, di questi personaggi.
È stato un capitolo lungo – complesso – che ha dovuto “farsi perdonare” il salto in avanti e riempire un buco di vent’anni, ma ci sei riuscita benissimo e con un’eleganza e una prosa che a me sembra sempre scivolare sulla pagina bianca con una bellezza e una profondità che ti invidio tanto.
Cercherò di sicuro altre storie su di loro – e se le hai scritte dal POV di Homer pure meglio, perché ora sono troppo curiosa di leggere qualcosa in quel verso *_* - e sono contenta che non finisca qui, perché per quanto sia un bel finale, delicato, adatto a questi due e perfetto per una storia di tira e molla, di cose taciute e dette coi gesti, di sottintesi e legami inscindibili, per quanto sia un finale che prospetta un futuro più vicini, più legati, finalmente insieme, sento di aver bisogno di sapere che quell’insieme c’è stato davvero. E poi perché sono così belli Ole e Homer (e Timmy <3) che non ne avrò mai abbastanza.

Insomma, ti ho riempita di parole (che al solito non ho alcuna intenzione di rileggere, deal with it! XD), ma il succo della questione è che questa storia l’ho amata come raramente mi capita di amare storie su pg original, che mi ha completamente catturata e che sono felice tu l’abbia scritta e l’abbia condivisa con noi. Complimenti davvero e scusa se mi sono dilungata.

Recensore Master
29/01/21, ore 13:31
Cap. 3:

Ciao, scusami se passo solo ora ma mi sono presa un po' di tempo per rileggere i primi due capitoli siccome era da tanto che non leggevo. Così sono rientrata bene in contatto con i personaggi.

Io sono 100% Ole perché mi sento a disagissimo nelle serate mondane, le feste e cose simili. In mezzo a gente. Gente ben vestita. Gente che fa parte di un mondo che lui non frequenta da anni, il mondo magico con la sua cultura aliena al mondo babbano (e ci tornerò, su questo). Perfino le persone che aveva conosciuto di persona a volte non lo riconoscono, come Aline, la quale lo fa pure sentire poco importante mentre fa la carina con il suo ragaz il suo futuro rag il suo amico con cui io lo shippo tantissimo. Grrrrrrrr.
Capisco tutte le sfaccettature del suo disagio. Ole uno di noi. In confronto a quella serata mondana, passare la serata sulla poltrona ad ascoltare musica sembra un paradiso perduto e pure l'alcol gli viene portato via dalla cameriera T_T ok Ole non è un gran bevitore, ma io al posto suo avrei trovato il vino di grande conforto.
L'unica cosa che fa rimettere nella giusta prospettiva l'appartamento dove Ole vive in auto-reclusione è la presenza di Homer: Homer ricorda a Ole che la sua vita solitaria non è solo il comfort di stare lontano dalla scena pubblica, ma è anche una realtà un po' triste e deprimente. Una realtà che magari a Ole va anche benino, ma che non vuole condividere con Homer, perché Homer vive in modo diverso, più dinamico ed estroverso, e anche se è capacissimo di rapire un amico per passare una serata da soli sulla costa di un mare in inverno, non è comunque tipo da nascondersi in una stanzetta con solo la compagnia di se stesso e i libri.
Quello che fa Homer con la smaterializzazione è... uhm... francamente inaspettato. Se ricordo bene, Voldemort aveva dovuto farsi in volo un bel po' di strada quando era stato richiamato in Inghilterra da (mi pare) la Germania?, prima di essere abbastanza vicino da potersi smaterializzare. Attraversare gli Stati Uniti da costa a costa è... boh, o Voldie eccelleva in tutto ma non nella smaterializzazione (ci sta, è un'abilità minore, specie se vivi in una nazione piccola, quando mai ne avrai bisogno), oppure sono le grandi masse d'acqua che in qualche modo interferiscono con quel potere, come il canale della Manica. Oppure, ci sono delle leggi magiche che impediscono di materializzarsi in un altro Paese, questo spiegherebbe la lunga distanza perché è pur sempre entro i confini degli USA. Boh, scusa la divagazione.

Comunque, vogliamo parlare del fastidio di Ole quando Aline prova a mettere le manacce sul suo rag su Homer? Quella era gelosia, lo so, me lo sento! ^---^ Io spero che i due riescano davvero a recuperare quella confidenza che Ole spera di recuperare, ma spero anche che scoprano qualcos'altro ^__^ secondo me starebbero bene insieme, perché sono abbastanza diversi.

Il momento in cui Ole ha detto "voi maghi" ho capito subito che quello si sarebbe rivelato un problema. Non tanto l'opinione di Ole sulla magia di guarigione, che comunque è un binario parallelo rispetto alla medicina babbana, ma proprio il fatto che Ole non si senta davvero un mago. Homer l'ha capito. Ma è vero, io capisco benissimo Ole, essere un mago vuol dire avere un lavoro meh in una comunità molto chiusa, mentre invece scegliere una carriera babbana vuol dire avere aperte infinite possibilità. Non è limitato dal fatto di essere "un mago mediocre", può usare il suo intelletto (e magari il suo potere di empatia) per costruirsi una diversa professionalità.
Insomma può tranquillamente vivere fra i babbani e usare pochissimo la magia, tipo usare Accio solo per attirare la carta igienica quando te la dimentichi, che è molto utile XD

Ma quanto cazzo è bello il mare d'inverno. Quando il rumore delle onde è solo il rumore delle onde, senza chiacchiericcio di stupidi turisti caciaroni, senza il sole aggressivo, e restano solo l'umidità e il vento, a volte il freddo, la puzza di sale e quell'atmosfera contemplativa. Non mi spingo a dire che sia romantico, secondo me non lo è, è pure un po' disagevole, ma è il posto perfetto dove bere con un vecchio amico e magari recuperare i rapporti, magari farli evolvere <3


Ultima nota, ti segnalo un typo: "la possibilità scivolare tra la folla" e ne ho visto uno anche nel capitolo 1: "sempre sul punto si sfaldarsi"
(Recensione modificata il 29/01/2021 - 04:45 pm)