Recensioni per
Surya Namaskara
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 125 recensioni.
Positive : 125
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/01/21, ore 15:14
Cap. 7:

Ciao cara,
devo dire che mi sembra incredibile essere arrivata alla fine di questa storia, che direi essere l’emblema della frase “breve ma intensa”, perché nel giro di soli sette capitoli ti ha permesso di approfondire in maniera estremamente delicata e al tempo stesso profonda le emozioni vissute dai tuoi protagonisti. Quello che abbiamo fatto al loro fianco è stato un viaggio intenso, che ci ha portati in luoghi diversi del pianeta, mostrandoci quanto indissolubile fosse il legame che si era creato tra Homer e Ole – anche nei momenti in cui sembrava che non fosse nulla di più di uno scambio di lettere. Ho adorato il dettaglio di Homer che si prende la briga di inviare a Ole un’aquila con tutti i suoi pensieri più profondi, scritti nei momenti più disparati, quando semplicemente aveva voglia di appuntarsi qualcosa e voleva condividerlo con Ole. Trovo che questo, più di molte altre cose, mostri in maniera concreta quanto Ole fosse il punto fermo di Homer, perfino nei momenti in cui il Guaritore non credeva di aver bisogno di averne uno, perfino quando Ole era divorato dai dubbi e non credeva di poter esserlo per nessuno.
Mi è piaciuto come in questo epilogo tu ci abbia mostrato ancora una volta il ribaltamento dei ruoli tra Ole e Homer, che avevamo già intravisto: abbiamo le sicurezze di Homer che si sgretolano, con l’arrivo di un bambino che non sapeva nemmeno di avere, e Ole che si sente a disagio all’idea che l’amico non si fosse aperto con lui, ma che poi si rende presto conto di come in realtà l’accaduto fosse molto diverso da ciò che sembrava in apparenza. Homer non gli ha raccontato del bambino perché si vergogna, ma non si vergogna del bambino, bensì del modo in cui è arrivato ad averlo un bambino, perché è avvenuto in un momento in cui tutto era sottosopra e nulla sembrava più aver senso. Credo che tu sia stata bravissima a mostrarci lo smarrimento che deve aver vissuto Homer durante la guerra, dopo aver scoperto i pericoli corsi dalla madre e dal padre, così come da tante brave persone, proprio lui che ha sempre voluto vedere solo il lato positivo del mondo si è ritrovato di fronte alla scioccante verità di una guerra feroce che non guardava in faccia a nessuno. Sei stata meravigliosamente brava a raccontare un periodo così lungo in una parte piuttosto contenuta della storia; ho trovato perfetto poi l’inserimento dello scambio di battute tra Ole e Homer in cui il primo rimarca di essere bravo ad ascoltare e ricorda all’altro come lui sia sempre stato bravo a parlare. Le loro personalità cono estremamente compatibili, proprio perché si completano a vicenda, perché riempiono i vuoti l’uno dell’altro e lo fanno in modo naturale – proprio come se stessero semplicemente respirando.
Ole si è mostrato coraggioso, scegliendo di dare a Homer la possibilità di spiegargli in che modo esattamente la sua vita sia stata sconvolta, non era affatto facile per lui che ha vissuto tutta la prima parte di questo epilogo temendo l’incontro con la famiglia perfetta di Homer. Hai reso questi due personaggi estremamente umani, sono vividi e ricchi di sfaccettature e io riesco a empatizzare con loro; sappi che ho adorato il modo in cui hai mostrato il disagio di Ole al cospetto di Timmy – che è assolutamente adorabile con un koala di pezza, ovviamente non avrebbe mai potuto avere un animale diverso, questo lo so.
Il momento che ho preferito, comunque, è quello in cui ci sveli la lettere che Homer ha inviato a Ole per convincerlo a raggiungerlo e cercare di guarire la sorella di Penny. “P.S.: Miss Clearwater ha bisogno di te, Ole, ma forse ne ho più bisogno io. Credo di essermi perso”. In questa semplice frase Homer mette a nudo le sue paure più recondite, ammette di non sapere cosa fare e quale direzione prendere – proprio lui che era sempre sembrato estremamente sicuro di sé in ogni momento della sua vita. Ecco, in questa ammissione c’è tutto quello che Ole aveva bisogno di sentirsi dire per poter abbandonare la tranquilla vita in Oregon e scegliere di tornare là nel paese in cui tutto era iniziato. Si sono salvati a vicenda, anche se alla fine è proprio dietro al sorriso più brillante che si nascondevano le paure più grandi, e Ole ha dimostrato quanto la sua speciale empatia sia stata utile per aiutare non solo la paziente in cura, ma soprattutto Homer – e anche il piccolo Timmy.
Sappi che ho adorato lo scambio di batture finali, che ci lascia presagire un futuro ricco di momenti tutti da vivere per questa coppia che ci ha messo più di vent’anni per ritrovare la strada l’uno per l’altro e per riunirsi. Me li figuro proprio, che camminano tra i verdi boschi dell’Oregon e che si perdono senza paura, perché tanto ormai Ole si è abituato all’idea di essere il punto di riferimento umano di Homer e quest’ultimo ha finalmente trovato il proprio posto nel mondo.
Questa storia è una vera meraviglia, mi spiace di averla conclusa e, ancor di più, di averci messo così tanto tempo, ma ne è davvero valsa la pena.
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
25/01/21, ore 16:56
Cap. 4:

Ciao mia cara <3
Allora, faccio una piccola premessa: sappi che riesco ad affrontare questi capitoli solo perché conosco come va a finire la storia, altrimenti, lo confesso, non credo che riuscirei a metabolizzare un carico emotivo così forte.
Entrare nella vita e nella mente di Ole, ogni volta, è una stilettata al cuore: perché lo so che tutto è filtrato dal suo punto di vista, e che alcune cose, per forza, risultano essere ingigantite, o per lo meno distorte – in verità, a questo credo poco, perché se c’è qualcosa che Ole sa fare bene è analizzare con estremo acume la realtà che lo circonda. Anzi. Forse il suo vero problema è che vede tutto quanto con una chiarezza tale da fargli perdere anche quel briciolo d’illusione che è necessaria a rendere alcuni aspetti dell’esistenza sopportabili. Fin da bambino la sua particolare sensibilità gli ha impietosamente mostrato la sofferenza del padre, che per un po’ ha fatto quel che ha potuto ma poi si è dovuto scontrare con il fatto di non riuscire a rapportarsi con il figlio, di non capirlo. E questo è un argomento che mi tocca particolarmente, perché – e perdona se ora mi lascio andare a una confidenza – io lo so cosa vuol dire avere a che fare con un bambino che è diverso, i cui processi mentali sono divergenti rispetto ai miei e che ogni giorno lotta per imparare a far parte di un mondo che, comunque, non è e non sarà mai fatto per lui. E non sai quanta paura fa, il pensiero che possa sentirsi inadeguato, che una mia mancanza, in un momento di stanchezza o di sconforto, possa fargli credere che lui per me non è giusto… Ma questa è un’altra questione, il padre di Ole alla fine semplicemente si arrende di fronte all’imperscrutabilità del figlio (che non può comprendere, probabilmente nemmeno ne ha gli strumenti), e Ole sente su di sé la delusione costante di un uomo che lo vorrebbe uguale a tutti gli altri, perfettamente amalgamato in una normalità che è innanzitutto una tattica di difesa, perché si è forti soltanto in mezzo agli altri, mentre chi resta da solo è destinato a soccombere. Eppure sappiamo bene che questo non è vero, perché Ole sopravvivrà e lo farà da solo, appunto, persino lontano da Homer, che negli anni trascorsi a Hogwarts è stato per il ragazzo un raggio di sole destinato a rimanergli addosso come una seconda pelle, ma questo lui ancora non lo sa, e nel momento dell’addio riesce a vedere solo il distacco, e il male che questo inevitabilmente porterà con sé. Homer in tutto questo… non so, non riesco a inquadrarlo per bene, perché è innegabile l’affetto che lo lega a Ole, ma forse è ancora troppo ragazzino – un ragazzino comunque abituato a brillare e a essere il centro del mondo – per accorgersi sul serio della voragine che lui stesso sta tracciando tra lui e il suo migliore amico. Ovviamente non penso affatto che lui avrebbe dovuto rinunciare all’opportunità di trasferirsi a studiare in Uganda, nel modo più assoluto: Homer ha delle capacità eccezionali ed è giusto che lui le sfrutti nel modo più giusto. D’altra parte, affinché l’àncora si tenda – e faccia quindi il suo sacrosanto dovere di àncora – è necessario che la nave attaccata alla catena si allontani per l’intera lunghezza di quest’ultima. E a questo punto due sono le possibilità: o la catena si spezza, oppure la nave si ferma. E Ole è forte, molto più forte di quanto lui stesso immagini, solo che ancora non lo sa. Avrà modo di impararlo, esattamente come Homer imparerà che ci sono porti da cui vale sempre la pena tornare (e, alla fine, fermarsi).
Ok, non so nemmeno bene io che cosa ho scritto, spero che questo commento sia comprensibile e se non lo fosse beh, direi che la colpa, più che della mia emotività ballerina, e della tua bravura, della tua capacità di andare a scavare nell’animo dei personaggi, senza far sconti, né a loro né a noi. Perdonami se non ho preso in considerazione Eloise, ma ho ragione di credere che con lei mi rifarò la prossima volta ù.ù
Un bacione cara, è sempre un grande, grandissimo piacere tornare da te :*
A presto!

padme

Recensore Master
23/01/21, ore 12:23
Cap. 7:

Non so cosa dire, ero convinta di aver recensito questo capitolo.
E invece.
Fortuna che sia tornata a rileggere queste pagine stupende e mi sia resa conto di aver rimandato troppo, troppo, al punto da credere di aver recensito. Insomma, per me è sempre complicato tirare le somme quando si arriva alla fine di una storia che mi è piaciuta tanto, e questa qui non mi è piaciuta solo tanto, l'ho letteralmente amata – e non ti nascondo che nel leggere quest'ultimo capitolo gli occhi si sono inumiditi un po': sarà che Ole e Homer si sono persi per davvero tantissimo tempo, sarà che mi sono arrivate forti e chiare le loro emozioni, sarà che quella speranza insita nel finale mi ha illuminata, sarà che già mi mancano (per fortuna, quest'ultimo aspetto è lenito un po' da tutto ciò che stai scrivendo su di loro!).
Questo capitolo, l'epilogo che hai voluto dedicare loro e che ci catapulta nel presente di questi personaggi, è stato un lento e costante pugno nello stomaco. So che tra i due è Ole quello che senti più vicino e posso dirti che in queste righe lui è esploso e si è mostrato in tutta la sua emotività: dal timore di conoscere la moglie meravigliosa di Homer sino alla risolutezza degli anni che gli concede di essere schietto come non lo è mai stato.
Incapace di capire cosa stesse accadendo, quale fosse oggi la vita di Homer, mi sono immedesimata totalmente in Ole, con cui ho condiviso il non sapere e anche il timore di scoprire che Homer fosse andato avanti, troppo per poter tornare indietro – per un istante l'ho temuto, ebbene sì.
Invece la vita di Homer è sì andata avanti, ma senza porto, senza bussola, e allora tutto può essere messo in discussione, tutto può ancora tornare.
Lasciami dire che ho amato più di quanto non sappia dirti le debolezze di Homer, lo hai reso un personaggio umano, reale, e hai mostrato in poche pennellate tutto ciò che lo lega a Ole, tutto ciò che li rende perfetti insieme, perché in fondo solo insieme trovano un equilibrio. Ho compreso e sentito su di me anche la vergogna di Homer, che non sa come dire di aver compiuto scelte che hanno avuto delle conseguenze enormi, che non sa come parlargli di Timmy senza sentirsi un pessimo padre, uno che non ha capito, che non sa come chiedere a Ole di restare nella sua vita, di smettere di essere solo appunti sparsi inviati di tanto in tanto.
E ho amato come sia Ole a prendere in mano le redini della situazione, lui che asseconda quel rivediamoci senza dirlo sul serio, facendo capire a Homer che sarà di nuovo la sua bussola, il suo punto di riferimento, che forse c'è ancora una possibilità per il loro legame – che è amicizia, amore, complicità, è un tutto che lo spazio-tempo non è riuscito a indebolire.
Come sempre non riesco a scriverti una recensione sensata quando ci sono questi due, e so che ho dimenticato troppo di quanto vorrei dirti, ma sappi che mi hai emozionata tantissimo, che amo Ole e Homer e ti ringrazio per averli creati e condivisi con noi, perché sono meravigliosi.
E questa storia è meravigliosa, anche se tu hai sempre avuto tanti dubbi sulla sua unità strutturale. È una storia fatta di emozioni e introspezione, fatta di crescite interiori, di due personaggi che si trovano al di là di tutto. È una storia che parla proprio al lato emotivo e che, personalmente, avrà sempre un posto speciale nella mia memoria di lettrice, come se fosse racchiusa in uno dei libri che conservo su uno scaffale.
Scusami per questo ritardo assurdo e, niente, che sei brava lo sai gia, che questa storia è bellissima te l'ho detto, quindi mi limito a dire che quando e se tornerai da loro, io sarò qui a leggere.

(Posso dire che sono stata troppo felice di trovare il koala di pezza assieme al mini-koala?!)

Un grande abbraccio!

Recensore Master
12/01/21, ore 14:27
Cap. 2:

Ciao!
Anche io sono stata davvero felice di trovarti al libero, ti ho visto bazzicare qualche volta nella catena ma sempre troppo tardi e, in realtà, è tanto che non vi partecipo. Stessa cosa per me, sono un po’ incasinata per partecipare attivamente alle varie iniziative, per cui ti capisco benissimo. 
Ma veniamo a noi, di questa storia avevo letto solo il primo capitolo ma mi aveva già fatto un'ottima impressione, non mi aspettavo subito un salto nel passato dei due protagonisti ma mi è piaciuto moltissimo. L’aria scolastica di Hogwarts ha sempre il suo incredibile fascino e tu lo hai reso benissimo. Da Ole non ci si poteva aspettare niente di meno che la sua voglia di rimanere il più possibile nelle retrovie e la sua insicurezza, come quando rimugina sul suo aver o meno messo le pergamene dei compiti in valigia, fa tanta tenerezza. Il fatto di aver deciso di far arrivare Homer allo smistamento da molto più grande dell’età consona mi ha esaltato moltissimo e non fatico a crederci che abbia generato un sacco di pettegolezzi. Immagino che il ragazzino finito in Grifondoro, per cui Bellatrix distrugge il suo bicchiere, sia Sirius, giusto?
Tassorosso è una casa molto bistrattata, quando in realtà ha dei valori meravigliosi ed è bello che i due protagonisti si ritrovino lì: su Ole ci avrei messo la mano sul fuoco, Homer forse l’avrei visto più Grifondoro, visto il suo carattere così audace, e dalla chiacchierata che si è fatto con il Cappello Parlante deduco che anche lui abbia avuto qualche dubbio in merito. 
Ho amato l'aria di calore che hai dato al dormitorio di Tassorosso, rendendolo proprio una tana in cui rifugiarsi anche se il povero Ole si è visto soffiare il letto da Homer ed è finito in quello vicino ai bagni.
Del passato di Ole già sapevamo qualcosa dal capitolo precedente e anche qui c'è il richiamo al burrascoso rapporto con il padre ma è il passato di Homer ad essere protagonista qui, figlio di genitori importanti, figlio del mondo: ha proprio ragione a definirsi un pasticcio geopolitico. Per quanto pare che il ragazzo non abbia particolarmente sofferto ad andarsene in giro per il mondo, crescere in quel modo senza veri e propri amici della sua età non dev'essere stato facile.
Sono curiosa di sapere se la sua voglia di interagire con Ole, diventare suo amico abbia qualche ragione particolare o sia semplicemente quella sensazione che ti fa capire che con quella persona ci starai bene a pelle.
E con quella proposta di accompagnarlo alla guferia, quel prendere strade assolutamente a caso come per non far finire ancora il loro momento insieme segna, inesorabilmente, l'inizio del loro legame. Ah, un'altra cosa che mi è piaciuta molto è come in questo capitolo, ogni tanto, faccia capolino tra le righe l'empatia di Ole che gli fa comprendere piccole cose e, con le emozioni di Homer, gli scaldi il cuore.
Tornare a leggerti è stato un immenso piacere, mi sono ritrovata in fondo al capitolo praticamente senza rendermene conto.
Alla prossima
Cida

Recensore Master
01/01/21, ore 23:30
Cap. 6:

Ci rendiamo conto che sono al penultimo capitolo e che col prossimo questa minilong sarà finita?! E io non voglio ç_ç
Ma, insomma, è il primo dell’anno e mi sono ripromessa che lo avrei iniziato con cose belle e la tua fic, ovviamente, rientra perfettamente nei canoni!
Non perdo tempo e parto subito con i primissimi pensieri che – ovviamente – non potevano non riguardare Homer, che amo sempre eh, anche quando avrebbe solo bisogno di due ceffoni e un po’ di sale in zucca.
Dio santissimo, è proprio un maschio: pirla fino al midollo! Se nello scorso capitolo fingevo di avere pena per Eloise, in questo la pena c’è davvero, perché avere a che fare con uno come Homer dev’essere meraviglioso se sei nei panni di Ole (well… non che lui non abbia le sue gatte da pelare, poverino), ma non altrettanto se sei una ragazza che vorrebbe piacergli e che invece non si vede nemmeno la decenza di un chiarimento aperto. E ci credo che Homer, povero pirletti di sedici anni che ama forse un po’ troppo piacere alla gente e ce ne ha fatto decisamente troppo l’abitudine, non lo fa con cattiveria, ma insomma, non è nemmeno un comportamento da lodare, disgraziato che non è altro.

ma purtroppo doveva esserci stata una grossa incomprensione tra di loro (certo anche per colpa sua)
ANCHE?! Diciamo che la colpa è solo sua, vah! XD

E comunque anche qui, la pena per Eloise termina non appena inizia a prendersela con il povero Ole, solo perché ha avuto la (s)fortuna di scavallarla allegramente dal primo posto per le attenzioni di Homer.
Oh Eloise, stavo riuscendo a giustificarti, lo giuro e hai rovinato tutto. Tu e le tue dannate unghie giallo tassofesso!

A-ehm, ok, giuro che ora comunque mi riprendo e cerco di metter su un commento che sia quantomeno decente. E non una sequela di insulti a una ragazzina di sedici anni… anche se se li meriterebbe, ecco!

Ancora una volta il capitolo è scivolato via troppo in fretta e io sono rimasta attaccata alla pagina fino alla fine, fino a quando non siamo tornati nel Maine, dieci anni dopo la loro prima separazione, dopo la rottura con Eloise, dopo la rabbia di Homer che ha fatto da scudo a Ole e il suo abbraccio e l’essere un punto fermo per il ragazzo incapace di starci fermo in un punto.
Siamo tornati e in un certo senso il cerchio si chiude, perché se all’inizio del capitolo è chiaro come la luce del sole che pur provando qualcosa nessuno dei due è stato mai disposto ad affrontarlo e a dargli un nome, sentendo il loro mondo scosso dalle parole di Eloise ma non abbastanza da spingerli a parlare, alla fine del capitolo il mondo che trema è stato quello sotto i miei di piedi. E mi sono commossa a pensare che Homer, che ha sempre usato la scusa del vivere alla giornata per non affrontare nessun sentimento con nessuno – né con Eloise, né con Ole, né evidentemente con se stesso – proprio da lui arriva finalmente la spinta. A parte il girasole magico che mi ha fatto un po’ ridere… e di nuovo esasperare perché, giustamente, c’è sempre una ragazza pronta ad infilarsi nelle grazie di mister Landmann proprio quando non è il momento XD, ma tutta la scena è stata emozionante per come l’hai costruita. E c’è una dolcezza infinita nel fatto che Homer abbracci Ole, che lo trattenga e che finalmente gli confessi di essere lì perché era con lui che voleva ballare. Ah, mi hai uccisa! E mi uccide ancora di più sapere che esiste una raccolta che comincia proprio con questo valzer… arriverò anche da lì!
È bellissimo questo capitolo, che per l’ennesima volta mette alla luce due caratteri completamente opposti, ma che in qualche modo si completano, che insieme sarebbero stati perfetti e ch’eppure la vita li ha voluti divisi, lontani per dieci anni a sentire l’uno la mancanza dell’altro e poi a ritrovarsi in meno di una serata come si erano lasciati, perché sono talmente affiatati che nemmeno il tempo e lo spazio è in grado di separarli.
Ancora una volta sei riuscita a lasciarmi addosso così tante emozioni e con quell’ultima frase con cui il capitolo si chiude, ho un calore nel petto che nemmeno immagini. Sono letteralmente esplosa di gioia e mi piace che ci sia un bacio tra di loro, ma che non sia nemmeno detto esplicitamente, sia lasciato invece alla poesia del momento e delle tue parole.
Lo so che sono arrivata tardi a conoscerti – e a conoscere questi due, ma grazie per averli creati e per aver scritto questa storia di cui mi manca solo un capitolo e al solo pensiero mi emoziono ancora di più. E’ bellissima questa storia e tu sei bravissima – e giuro che non lo dico tanto per dire o per farti piacere, perché non mi piace mentire su queste cose. Complimenti davvero.

Recensore Master
17/12/20, ore 23:24
Cap. 6:

Ciao cara, sono felicissima di essere finalmente tornata a leggere di questi due ragazzi - soprattutto vista l’importanza di questo capitolo -, anche se devo dire che Homer mi ha decisamente spiazzata con l’atteggiamento che ha avuto nei confronti di Eloise. Non credevo che sarebbe successo, vista la poca simpatia che la ragazza aveva suscitato in me, eppure mi sono ritrovata a provare compassione per lei, esattamente come è successo anche a Ole - pur ritrovandosi vittima dei peggiori insulti da parte della ragazza ferita. Hai dipinto in maniera magistrale i sentimenti confusi provati dai tre adolescenti, che poi sono lo specchio di quelli provati anche dagli adulti, e sei riuscita a dare credibilità a ognuno di loro. Ammetto che non mi ero mai fermata a riflettere su come l’estremo successo con gli altri e la personalità esuberante di Homer avrebbero potuto trasformarsi in un problema nella sua gestione delle relazioni, ma in effetti non ci si può dimenticare che c’è sempre un rovescio della medaglia. È chiaro che Homer non lo ha fatto con malizia e che credeva davvero di essersi comportato in maniera corretta con Eloise, ma il fatto che lui viva ogni relazione vivendo il momento non significa che anche gli altri lo facciano. E nonostante io possa capire che non abbia sentito la necessità di chiarire la situazione con lei, mi spiace che abbia tergiversato è finito per non farlo nemmeno con Ole - diciamo che ero convinta che quello reticente sarebbe stato solo Ole, ma alla fine Homer ha finito con il mostrarsi ancora più fragile di lui e questo mi ha fatta innamorare ancora di più di questo personaggio luminoso e così empatico.
Trovo che descrivere l’amico come la sua bussola - il suo punto fermo nel mondo - anche alla vigilia di una separazione importante come quella che incombeva su di loro sia servito a far comprendere a Ole il suo ruolo, pur senza troppe parole. Credo che un gesto più eclatante avrebbe finito con l’essere mal interpretato da Ole, così come credo che il sospirato bacio che si sono finalmente scambiati sia avvenuto nel momento perfetto e più giusto. Ho adorato la tua scelta di mostrarci un momento incredibilmente simile a quello vissuto nell’estate di Brighton, eppure così diverso, perché questa volta nessuna Eloise è apparsa all’improvviso per interrompere i due - la lettera di Aline non avrebbe mai potuto rovinare un momento simile, nonostante i timori di Ole. Credo che il loro confronto non sarebbe potuto avvenire in un luogo più adatto di quello in cui erano - nonostante il vento e le intemperie - perché la spiaggia è un simbolo perfetto di quanto i rapporti possano essere effimeri e di come un’onda qualsiasi possa trasportare due granelli che prima erano uno accanto all’altro lontani e separarli. Eppure Ole si dimostra ancora un’ottima bussola per Homer e il suo ago continua a funzionare anche ad anni di distanza, poco importa se una passaporta internazionale attende Homer per il giorno successivo - contano solo loro due e il momento che stanno vivendo e le verità troppo complicate da spiegare a parole.
Il loro è un arrivederci, noi lo sappiamo, ma per loro potrebbe benissimo essere un addio ed è giusto che ballino questo valzer insieme - hanno già tergiversato anche troppo.
Lo stile di questo capitolo è stato ancora più poetico e delicato del solito, trovo che sia culminato in maniera assolutamente meravigliosa in quegli ultimi paragrafi che mi hanno emozionata in maniera indescrivibile.
E comunque sappi che ho amato alla follia scoprire che Homer regge il vino meno di Ole!
Spero di poter concludere la lettura il prima possibile, anche se già so che loro due mi mancheranno - mi solleva sapere che ci sono un po’ di altre storie da leggere...
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
17/12/20, ore 16:07
Cap. 5:

Oh povera, povera, povera Eloise. Ho proprio avuto pena di lei.

Nah, non è vero, mi è dispiaciuto ma non abbastanza, e non solo perché ha fatto l’intrusa nel mondo di Ole e Homer, ma perché ha le unghie smaltate di giallo tasso fesso e solo questo basta per ottenere il mio odio! E un po’ anche perché sapeva benissimo che Homer sarebbe andato da Ole – che aveva scelto lui su di lei – e volutamente ha preteso di presentarsi per rovinare il loro incontro romantico.
Che poi mi fa sorridere il fatto che lei si dimostri tanto gelosa quanto lo è anche Ole. Ah, le due facce dell’ammore!

“Hai… Eloise? E almeno mentre la baciavi se n’è stata zitta?”

Oddio, quanto ho adorato Ole in questo capitolo, il suo rosic, le sue rispostine un po’ acide, un po’ frustrate e che comunque hanno cercato di mettere un po’ di sale in zucca ad Homer mi hanno divertita troppo e penso di non averlo mai amato come adesso.
Ma, ora che sono arrivata alla fine facciamo che rimetto le idee insieme e cerco di riprendermi dal solito groviglio di emozioni che da Ole passa inesorabilmente a me e che tu riesci sempre così bene a farmi nascere nel fondo dello stomaco con ogni tuo capitolo. Questo, nello specifico, lo intitoleremo “il capitolo in cui ho scoperto per la prima volta il bisogno di prendere Homer a ceffoni e dargli una svegliata”.

Come sempre, ho letto tutto d’un fiato e arrivata alla fine ammetto di aver cercato disperatamente di scrollare la pagina verso il basso nonostante il capitolo fosse finito – e con un finale delizioso, a cui comunque mi riaggancerò dopo.
In ogni capitolo della fic, ho notato, Ole e Homer la fanno ovviamente da padrone, ma tendi sempre a dare spazio ad altri pg secondari che fanno parte della loro vita e del loro mondo. Abbiamo avuto quindi i coinquilini di Ole, mamma Landmann, papà Nissen e questa è la volta di Eloise. Un’Eloise che fin da subito si dimostra interessata al bell’Homer, completamente persa per lui ancor più di quanto già non faccia chi gli sta intorno, inevitabilmente attratto dalla sua luce. Il fatto che soltanto lui non si sia mai accorto di niente, che non si sia mai preoccupato di vedere che effetto fa sugli altri (tanto per citare Ole) è anche però un chiaro segnale di quanto poco, in fondo, gli importi della ragazza e di avere una relazione con lei – tanto più che è pronto a mostrarsi quasi schifato quando Ole gli fa sapere che lei l’aveva adocchiato fin dallo Smistamento, e poi a pentirsi di aver accettato un appuntamento con lei. E pure qui… dio santissimo, che babbalucco! Non so se mi ha fatto più tenerezza o ha fatto salire di più la mia esasperazione quella sua ingenuità quasi menefreghista di chi, vive davvero alla giornata. Che tra l’altro, ti dirò, quella frase un po’ ha fatto male – perché se è vero per Eloise è anche vero per Ole, che forse perfino più della ragazza, si è fatto mettere completamente al tappeto dall’esistenza con Homer.
E per tutto il capitolo c’è questo parallelismo che lo stesso Ole fa tra se stesso ed Eloise, che ho trovato bellissimo e struggente. Oltre al fatto che, per quanto poco abituato, Ole è stato magistrale nel cambio di ruolo, dove per la prima volta si è ritrovato consigliere.

[ “Quindi l’hai baciata solo perché ti ha detto che Belby è un idiota e tu sei un genio?”
Te lo avrei detto anche io, te lo avrei detto mille e mille volte. ]

Oh Homer, toglitele però queste ali di ippogrifo dagli occhi. TOGLITELE, DIAMINE!
Tra l’altro poco alla volte, anche se non lo dice mai esplicitamente, i sentimenti di Ole si fanno un po’ più chiari, i suoi pensieri si fanno più intensi, più innamorati e almeno nella sua testa, la linea tra amico e qualcosa-di-più è diventata molto più labile di quanto non fosse all’inizio. E mi piace questa costruzione lenta, questa presa di consapevolezza verso cui c’è ancora tanto lavoro da fare, ma di cui stiamo finalmente iniziando a vedere la luce. Sono amici intimi i due, hanno un rapporto speciale, sono anime affini, ma ora abbiamo finalmente anche le prove che ci sia molto, molto di più e che questo valga anche per Homer, perché quell’ultimo pensiero che sembra “spingere” nella testa di Ole per far sì che lo legga non è un pensiero che si può rivolgere a chiunque, quanto più a una persona speciale.
E se l’indecisione di Homer e il suo non sapere se Eloise gli piaccia o meno (insomma, è petulante, c’ha brutte unghie e di colore giallo, è orribile! COSA C’E’ DA DUBITARE, HOMER? COSA?!) sono un po’ un colpo basso per i sentimenti di Ole, con il finale Homer si riscatta alla grande, almeno ai miei occhi.

E comunque sappi, tu mi fai agonizzare con questi due. Ogni loro pensiero e ogni gesto di Homer è un dannato inno d’amore e invece si ritrovano sdraiati insieme nello stesso letto, ma pur sempre separati – e separati anche perché quella è l’ultima sera di Homer prima della sua partenza per il fantomatico Burundi.
Ancora una volta ho adorato il tuo stile, il modo che hai di coinvolgere chi legge, di farci empatizzare con i tuoi personaggi, di regalarci dettagli preziosi nelle tue storie che riportano al canon (Lumacorno e il suo club), ma che lo arricchiscono anche (la mamma di Homer, Eloise, Ole che nemmeno pensa a una carriera nel mondo magico ma studia per diventare medico babbano). E il tutto intrecciato in una storia d’amore dolcissima tra due anime pure.

Recensore Junior
16/12/20, ore 17:41
Cap. 1:

Ciao!
Non sai quanto io sia felice di tornare sul tuo profilo! Non ti nascondo di aver adocchiato questa storia diverso tempo fa e finalmente ho avuto occasione di leggerla – e amarla!
Innanzitutto, devo dirti che ho apprezzato tantissimo lo stile (è stato un piacere leggere questo capitolo!) ed il modo in cui hai strutturato la storia, le descrizioni curate ma mai noiose che si mescolano perfettamente all’introspezione del protagonista.
Il modo in cui hai caratterizzato Ole mi ha conquistata: mi è parso di percepire questa sua costante inadeguatezza, una completa mancanza d’equilibrio tra due mondi a cui non sente d’appartenere, l’incapacità di sentirsi in qualche modo giusto. Ho apprezzato molto quell’approfondimento sulla sua storia, mi ha dato la possibilità di capire alcune delle motivazioni che lo hanno spinto a prendere determinate decisioni e, inevitabilmente, a legarmi a lui!
Azzarderò un giudizio, ma sento di doverlo dire: credo che Ole abbia una scarsa consapevolezza della sua forza. Ci vuole coraggio a restare e continuare a provare, ad impegnarsi, a non lasciare Hogwarts nonostante lì si sentisse completamente fuori posto. E ci vuole anche coraggio a lasciare ogni cosa e partire, andare in un’altra parte del mondo e ricominciare – a volte sembra la scelta più facile, ma richiede comunque una buona dose di forza d’animo!
Quindi, ecco, a me questo tuo Ole fa tanta tenerezza e credo che sotto quel guscio che mostra agli altri ci sia un ragazzo che nasconde un universo intero – mi dà la percezione d’essere una persona molto profonda, una di quelle che vale la pena conoscere!
Inoltre, mi ha catturato questa sua empatia che si scontra con la sua incapacità relazionale. È una caratteristica davvero affascinante e mi chiedo se non sia frustrante, per lui, essere così vicino e allo stesso tempo così lontano alle persone che lo circondano. Per me, è ulteriore conferma della sua straordinarietà – e parlo così soltanto al primo capitolo, pensa un po’!
E se Ole mi ha conquistata, Homer mi ha fatta cadere ai suoi piedi. Il fatto è che io Homer l’ho apprezzato ancor prima che tu lo presentassi: Ole riconosce il suono della sua voce come “sbagliato” e nella mia testa è scattato qualcosa.
Cerco di spiegarmi (ti prego di perdonare un’eventuale confusione!): Ole riconosce quel suono come sbagliato MA lui si sente costantemente sbagliato, quindi è come se riconoscesse un legame con quel suono, come se lo avvertisse sbagliato perché gli sembra giusto! Quindi è come se, prim’ancora di realizzare che Homer sia lì, il suo subconscio abbia allontanato tutte le sensazioni negative e lo abbia lasciato in balia di una sensazione talmente piacevole (giusta!) che, per uno come lui, abituato a sentirsi sbagliato, è risultata poi sbagliata.
Tutto questo per dire che, qualsiasi rapporto questi due abbiano, credo sia di una profondità devastante. Ad Ole è bastato percepire la presenza di Homer per mettere a tacere quel tormento che da sempre abita la sua anima (anche se per pochissimo!).
Il lungo scambio epistolare, l’affetto di una madre che ha curato entrambi con lo stesso affetto, la muta complicità mi suggeriscono un legame assai forte, uno di quelli impresso sottopelle, che ti rimane dentro per la vita.
Sono curiosissima di conoscere ulteriori dettagli del rapporto tra Ole ed Homer, di scoprire il passato ma anche il futuro di questi due personaggi così belli!
Ti faccio i miei complimenti, è una storia originale e ben scritta – ed ha suscitato tutta la mia curiosità!
Devo avvertirti che purtroppo non potrò essere costante con la lettura, ma cercherò di passare appena mi sarà possibile!
Alla prossima! ❤

Recensore Master
10/12/20, ore 23:34
Cap. 4:

Ormai ho finito le scuse per la mia lentezza, non ci provo nemmeno più a tirnarne fuori di nuove che sta iniziando a diventare ridicolo. Però, anche se lemme-lemme, sono qui per proseguire con questa long, pronta a godermi il quarto capitolo <3

Prima però vorrei solo iniziare con una domanda: perché stai cercando di farmi diventare più cieca di quanto io già non sia? A parte gli scherzi, il font è davvero piccolo (diversamente da quello degli altri capitoli, quindi mi sa che il sito non ti ha preso quello giusto o la misura corretta).

Veniamo al capitolo vero e proprio.
Anzi… alla fine, perché l’ho letto tutto d’un fiato, mi sono commossa per la situazione familiare di Ole, per suo padre che, pover’uomo, non è cattivo è solo che non capisce e non ha idea di come relazionarsi con il figlio – quando poi dall’altra parte c’è Homer, che è il completo opposto, perfino nella famiglia, nel rapporto che ha con loro, nell’apertura dei genitori (e nella paura di questi che ci sia un assalto alla diligenza se prendono il treno. Quel pezzo mi ha stesa XD).
E quando tutto si è prima illuminato, grazie a un mondo visto dagli occhi di Homer ed è poi tornato a rabbuiarsi una volta di nuovo consapevoli delle miglia che li separavano, giuro che ho sperato sperato speraaaaato che, non so, qualcuno dicesse qualcosa, ecco!
E invece Eloise e i suoi baci sono arrivati a rovinare tutto! Come hai potuto, Eloise? COME?! Cioè… no, in realtà mica scema la ragazza, si vede che ha capito tutto e sa quanto Homer sia bello, simpatico e pure un buon partito visto la ricchezza di mamma Landmann, però dopo tutte le botte iniziali che mi hai dato, il suo arrivo è stata una secchiata d’acqua gelida. E l’imbarazzo di Homer, i suoi gesti che normalmente non avrebbe fatto, sono stati il secchio dell’acqua tirato in testa!
Questo capitolo è stato un su e giù di emozioni.
Intanto vorrei dire che secondo me un senso unitario sei riuscita a darlo. All’inizio di ogni capitolo provo sempre un senso di smarrimento, perché devo ambientarmi e non sono mai sicura di dove ci troviamo e in quale anno, ma mano a mano che vado avanti col capitolo tutto prende senso. In questo capitolo, poi, quello straniamento l’ho trovato giusto, perché ti incanala direttamente in una scena fatta di rumori di piatti, di lavelli, del fischio della teiera e così via, dove tutti questi rumori si accalcano uno sopra l’altro, cercando quasi di scavalcare un silenzio che, tuttavia, non sparisce ma si fa addirittura più prepotente. Il modo in cui hai costruito tutto quel paragrafo l’ho semplicemente adorato, perché l’ho trovato visivo, ma sei riuscita a stimolare praticamente tutti i miei sensi e anche grazie al ritmo e alla cadenza delle tue frasi – e pure al suono di certe parole – sei riuscita a ricreare tutti i rumori della scena. E, come dicevo, ha alimentato questo senso di confusione e di smarrimento fino a mescolarlo al senso di inadeguatezza che è poi quello di Ole, e questo non solo mi ha portato più vicino al personaggio in quel momento, ma mi ha anche aperto le porte a tutta l’angoscia che viene dopo. Io a una certa mi sono trovata con le lacrime agli occhi e pure ora, mentre ti scrivo, sto disperatamente cercando di trattenermi per non piangere a pensare a tutto quel pezzo tra lui e suo padre. Ah, cosa mi fa questa storia… cosa mi fate tu e il tuo stile!
E in tutto ciò ho perso anche il filo del discorso, scusa. Il senso unitario, ecco! Dicevo, sì, all’inizio viene lo smarrimento, perché ci sono sempre questi sbalzi temporali e ambientali, ma dietro c’è un pattern e una volta capito, ha tutto senso e l’intera long è come vedere un film in cui presente e scene del passato si mescolano, ma con un senso. Nondimeno, il capitolo precedente ci ha lasciato sulla spiaggia del Maine, con la malinconia con cui Ole e Homer ricordavano i vecchi tempi, nonché l’ultima volta in cui si sono visti su una spiaggia inglese prima di dirci addio – e quindi con questo capitolo tu torni indietro esattamente a quel momento, riallacciandoti perfettamente. Quindi sì, senso unitario: check!

E ancora una volta, abbiamo un nuovo personaggio che rende ancora più profondo il background di Ole. E non solo lo rende più profondo, ma butta anche chiarezza sul suo carattere, sul perché è quello che è e dove sia l’origine di tutto. Come dicevo, a parte le battute finali che hanno abbattuto il povero Ole (e che proprio non se le meritava, poverino, quanto male mi ha fatto quel mezzo confronto tra genitore e figlio ç_ç) e lui che si dimostra un po’ bigotto, a me il padre è piaciuto – perché ci ha provato, ci ha provato davvero tanto, da solo, fingendo e cercando di crescere suo figlio in una casa dove la mancanza della madre si faceva sentire dietro agli stati che Ole ha sempre percepito dal padre, ci ha provato e ha fallito e, secondo me, la sua delusione verso il figlio è un po’ anche delusione verso se stesso. Poverini, mi è davvero pianto il cuore a vedere come non ci fosse un punto di incontro tra questi due ç_ç
Che poi, per l’appunto, arriva Homer tutto oro, sole, sorrisi e meraviglie chepperò se ne va in Burundi! Sì, vabbeh, Uganda… whatevs!

Questa volta però, il modo in cui Homer ha illuminato tutto il mondo di Ole, la sua città e i divertimenti che a lui sembravano tanto sciatti fino al giorno prima, l’ho trovato diverso dal modo in cui il ragazzo ha illuminato Hogwarts la prima volta che è arrivato. La prima volta Homer illumina il mondo perché è un ragazzino solare e fantastico e lo amo e sposami Homer! Però Ole non lo conosce, lo vede e il suo POV ha una nota più oggettiva, perché lo sta “studiando”, questa volta invece nel suo POV c’è il tutto il suo affetto e… mhm.. non so come spiegarmi, è stato come se questa volta Homer non avesse illuminato il suo mondo perché è Homer, ma perché è Ole a vederlo in quel modo. Perché è vero che Ole quand’è con l’amico guarda il mondo coi suoi occhi, ma noi vediamo la bellezza Homer con gli occhi di Ole.
Non so, è una scena che mi ha davvero colpita e quando gli ha detto quella frase ho avuto un mancamento. Cioè, Homer, c’mon, praticamente t’ha confessato il suo amore, smetti di arrossire per Eloise e portati Ole in Uganda e sposalo!

Ho paura di essermi dimenticata qualcosa per strada, ma se penso a cos’altro dire mi vengono soltanto in mente i soliti complimenti da fare al tuo stile e alle tue introspezioni, che mi travolgono come poche altre sono mai riuscite a fare. Sei un’autrice bravissima e ad ogni capitolo ne ho la conferma – e un po’ ti odio, perché non scrivi nei miei di fandom, maledetta! No scherzo, anche questo capitolo è stato non un piacere, di più, per ora anzi è il mio preferito in assoluto, mi ha dato tante di quelle emozioni che ancora adesso le sento tutte addosso.


E dopo sto lenzuolo, ti segnalo un errore di distrazione e ti rinnovo per l’ennesima volta i miei complimenti:
Ole non avrebbe mai potuto perdere la faccia a quel modo, vietando a Ole di fare esattamente quello che sino al giorno prima gli aveva chiesto di fare.

Recensore Master
08/12/20, ore 15:02
Cap. 1:

Ciao, Greta ♥︎

Mamma mia, quasi non ci credo di essere riuscita ad iniziare questa storia, sono davvero sconvolta. Finalmente, dopo averlo detto e ridetto e stradetto, eccomi qui - non che tu stessi aspettando con impazienza questo momento, eh, per carità, ma insomma, le mie cominciavano a sembrare parole vuote, e invece oggi hanno trovato una concretezza. Il fatto è che per qualche giorno sono rimasta lontana da Efp, e in generale non ho scritto, ogni tanto mi capita, quindi di consueguenza ho accatastato cose da fare e recensioni da lasciare, ma spero di riuscire a darmi un ritmo, ora. 

Ma veniamo al dunque. Sono davvero contenta di aver iniziato questa storia perché me ne sono davvero innamorata, e non scherzo. Intanto, trovo che tu abbia utilizzato uno stile a dir poco perfetto per introdurre il lettore nel mondo di Ole. Ora, ho letto davvero poco di tuo per poter dire di conoscere il tuo stile, ma quello che hai utilizzato qui mi è piaciuto davvero molto. Il capitolo non è lunghissimo, ma hai saputo già dare a Ole una sua identità, un primo abbozzo del pg complesso che è, con le sue debolezze e insicurezze, la necessità di stare solo, il sentirsi strano sia tra i Babbani, sia tra i maghi, che teoricamente dovrebbero costituire il suo intero mondo, e da qui nasce la sua scelta di estraniarsi da quel mondo che non sembrava andar bene per lui e buttarsi a capofitto in quello Babbano, decidendo di studiare psichiatria in un'università dell'Oregon. Questa credo che sia una scelta originalissima, se non unica, non credo di averne mai letto una uguale, in questi anni, e anche coraggiosa, ché non è mai facile lasciare da parte la magia, in questo caso - ovviamente non so quanta parte avrà la magia in questa long, parlo riferendomi a questo primo capitolo, sicuramente lo scoprirò più avanti. Homer giunge come una sorpresa e irrompe (nuovamente) nella vita di Ole senza essere annunciato, e io sono già qui che smanio per conoscere i dettagli di quell'estate in cui avevano 17 anni - mamma mia, quante vibes da "Chiamami col tuo nome" mi hai dato tu non sai ♥︎ Anche Homer sembra avere una personalità bella definita, ma so ancora davvero pochissimo di lui per potermi sbilanciare troppo. Sicuramente, ad una prima lettura, sembra quello più espansivo ed energico dei due, ma sono solo impressioni, le mie. L'Accademia di Belle Arti Magiche è un'idea pazzesca, lasciatelo dire. Tutti questi dettagli nuovi e freschi mi hanno colpita davvero tantissimo. 

Che dire, sento di aver scritto una recensione poco degna di questo nome, per cui scusa, ho buttato proprio giù le mie impressioni di getto; ma abituati perché le mie recensioni sono tutte così, hanno poco senso dall'inizio alla fine AHAHHAHAHA 

Concludo facendoti i complimenti per questo primo capitolo e tornando a dirti quanto sia contenta di aver finalmente iniziato la lettura; non so con quanta puntualità arriverò a recuperare, ma hai acceso la mia curiosità quindi spero presto; conto di finire il giro delle recensioni/scambio e di essere quindi più libera ♥︎

Ti mando un bacione, Marti

Recensore Master
17/11/20, ore 12:18
Cap. 1:

Carissima blackjessamine (ti devo trovare un diminutivo asap)
è dunque con immenso piacere che mi imbarco in questa nuova avventura, e siccome hai detto che tieni a questa raccolta, decisamente mi fa piacere poterti dare un feedback e leggerti è sempre un gran privilegio **
Ho letto nelle note che Homer e Ole sono personaggi già comparsi altrove e dunque recupererò anche quello, ma intanto inizio da qui.
Sai, la sfida di ogni scrittore di fanfiction è quella di rendere tutto credibile e dal momento in cui degli OC entrano a far parte di questo meccanismo fatto di ingranaggi che già conosciamo, riuscire a farli incastrare è difficile, forse il lavoro più complesso, ma qui c'è già uno studio che fa quello che deve fare: inserire due personaggi in un cotesto e dar loro vita, fondendoli con quel mondo magico che conosciamo, dando loro un'identità distinta e realistica.
Mi sono molto immedesimata in Ole, giovane alla ricerca di un obiettivo di vita, troppo consapevole dei suoi limiti, che sembra aver accettato ma forse non è davvero così. Si è sempre impegnato, però, dunque questa limitazione lo ha spronato a non fermarsi, a dare sempre il massimo. È ammirevole, ma in lui si percepisce una malinconia strascicata che non lo fa brillare del tutto; anche il fatto che sia così schifo, con i coinquilini, è segno che non vuole in alcun modo essere al centro dell'attenzione, mal di testa o no. Come se non si ritenesse all'altezza, e difatti come spieghi sia nella intro che nel testo, la sua empatia è fuori controllo, pur studiando nell'ambito della psichiatria. Come se specializzarsi in quel campo non fosse solo la ricerca di un mestiere, ma anche di se stesso; la speranza di aggiustare le cose, in qualche modo, prima o poi. Ed è qui che la sua determinazione è palpabile, ma si capisce che ha addosso tutto il peso di una vita intera che sembra fatta di anni doppi, le difficoltà a scuola, la diversità che lo ha reso invisibile agli occhi del padre... un peso negli occhi che però svanisce non appena compare Homer.
Homer l'ho visto come un anello di congiunzione, quello che va legato all'anello solitario che penzola dall'anima di Ole. Completamente opposto, frizzante, egocentrico, allegro, propenso al contatto fisico sembra tutto ciò che serve a Ole per splendere, e io i suoi occhi splendere, di fronte a Homer, li ho potuti vedere. Ed è meraviglioso come tu abbia sviluppato una tale empatia, dando la sensazione appunto che loro si conoscano da sempre, perché è così, e c'è quello scambio di lettere che ha proseguito il loro legame anche dopo e che non ha lasciato spegnere quella fiammella in fondo al cuore.
L'arrivo di Homer ha completamente ribaltato tutto, e pur avvertendo ancora quella malinconia addosso a Ole, la si sente un po' più calda. Più, come dire, affettuosa.
Dunque cara, sono felice di aver iniziato questa avventura ** Avrai di nuovo mie notizie ♥ Non vedo l'ora **
Miry

Recensore Master
07/11/20, ore 03:47
Cap. 5:

Petulante, inopportuna e invadente: in una parola, assolutamente detestabile.

Ebbene sì, Greta, io inizio questa recensione facendo mie le parole di Ole e ribadendo per l’ennesima volta le mie opinioni sulla Eloise! E giuro che parlo con cognizione di causa, perché a spizzichi e bocconi la storia l’ho finita di leggere (ma mi sono imposta di riprendere per bene e con calma in mano i capitoli, rileggermeli attentamente per poterti lasciare recensioni degne di tale nome a ciascuno e non fare un’accozzaglia papirosa di idee alla fine. Ci metterò un po’, ma vorrei commentarla e leggerla come Godric comanda, questa long, ché se lo merita!). Ok, ho perso il filo del discorso prima della parentesi, riannodo il filo: dicevo, ti assicuro che parlo sapendo la storia nel suo complesso, come andrà a finire e cosa accadrà, ma questo non mi bendispone in alcun modo possibile ne confronti della Eloise in questa rilettura. Io te lo dico, tutte le mie pacifiche intenzioni dello scorso capitolo potrebbero aver vacillato e rischia di perdere l’articolo affettuoso. Perché, insomma, il mio piccolo Ole!, non se la merita una Eloise molesta che arriva e gli porta via il suo koala bellissimo! No, no e ancora no.
E, per Merlino, perché Homer deve essere così koaloso e non capire esattamente le mire e le espressioni della Eloise, e dirle “ciao ciao, bella, a mai più rivederci”?
Ma questo è ancora niente, perché c’è tutto il racconto di quella loro notte a Hogwarts e… davvero, io quoto anche qui il povero Ole e confermo che serve essere dei geni per essere tanto brillanti in ogni cosa, prima di tutto nelle relazioni interpersonali, ma non capire che una ragazza ti corre dietro da anni in modo così plateale che pure io e Ole, notoriamente imbranati sull’argomento, ce ne siamo accorti!
Ma veniamo al secondo delirio del capitolo (poi giuro che faccio la persona seria per il resto della recensione): il bacio. E non quello tra Homer e la Eloise (ho lo stesso rifiuto di Ole all’immagine, argh!), ma quello tra Ole e Homer che mi stai facendo penare da così tanto e che io mi aspettavo alla fine! E invece niente, uno deve aspettare ancora. Non si fa, Greta!
 
Passando davvero a una recensione seria, io ho apprezzato in realtà moltissimo il capitolo, perché ha permesso di sviscerare, facendolo però tramite un episodio venato di ironia che strappa più di un sorriso, tematiche interessanti. Innanzitutto ho amato poter vedere per una volta i ruoli che si invertono, con Ole acuto osservatore che deve spiegare per una volta allo spigliatissimo Homer cosa sia realmente accaduto con Eloise, come comportarsi e cosa questo implichi, dandogli addirittura consigli sentimentali. L’ho apprezzato non solo perché ribalta per una volta la situazione tra i due, ma perché trovo che sia stata una situazione perfetta per mostrare i due caratteri dei personaggi: l’immensa sensibilità di Ole, la lama a doppio taglio che può essere una personalità come quella di Homer. Davvero, credo che il capitolo sia servito a toccare con mano e ancora più da vicino la loro, stupenda e realistica, caratterizzazione.
E poi, la coppia. Insomma, loro due per me sono al di sopra di qualsiasi “etichetta” canonica, hanno un legame tanto bello, e profondo, e irrinunciabile che non possono essere imbrigliati in nulla. Ho trovato perfetto come hai costruito quella spirale di pensieri negativi, gelosia, desiderio che imbriglia lo stomaco di Ole, come si sta creando sotto i nostri occhi il mosaico del loro legame e della sua portata, di quel loro istintivo riconoscersi e completarsi. Quest’estate ho letto, dopo la tua recensione, “La canzone di Achille”, non posso davvero che rintracciare tanto di Achille e Patroclo come narrati dalla Miller nei tuoi koala, e allo stesso tempo rivedere ogni sfumatura dei koala nei due eroi greci, come un infinito gioco di riflessi e rimandi che mi ha fatto pensare all’altra storia mentre ne leggevo una. È stato davvero un riconoscere l’una nell’altra, e per la me lettrice di entrambi è stato emozionante. Approfitto di questo angolino proprio per ringraziarti di averlo consigliato, anche se indirettamente, perché grazie a te mi sono finalmente decisa a prenderlo a prestito dalla biblioteca e sono riuscita a emozionarmi per un libro come non mi capitava da un po’, quest’anno, sbloccando anche il blocco da lettura in cui mi trovavo.
 
Lo stile come sempre è curatissimo e limpido, e le tue storie si possono solo divorare, tanto sai coinvolgere, e io non ho potuto che amare, a ogni rilettura, questo capitolo e questi koala.
Complimenti di cuore, come sempre, per qualsiasi cosa che scrivi e sa sempre emozionare.
 
Ora ti lascio, ma grazie ancora per la lettura e spero di tornare il prima possibile a proseguire il recupero e il commento per i koala!
 
Un grande abbraccio a te, Ole e Homer (e anche alla Eloise, d’accordo, ma a patto che impari a non baciare i koala!)
Maqry

Recensore Master
03/11/20, ore 16:07
Cap. 3:

Ciao mia cara <3
Sì però non è possibile, ogni volta che torno su questa storia – che mi sta piacendo tantissimo, non dubitarne – ne esco fuori con il cuore ridotto ad un colabrodo. Non perché quel che leggo sia tanto drammatico, ma perché c’è sempre una sottile malinconia in quello che scrivi; inoltre, come ho già avuto modo di esternare la volta scorsa, davanti a un personaggio come Ole non si può fare a meno di provare l’istinto di abbracciarlo e stringerlo forte. Che poi credo sia anche l’impulso che in sua presenza avverte Homer, ma posso facilmente immaginare i motivi che gli impongono di trattenersi.
Comunque, nonostante il tono sempre molto introspettivo della narrazione, non ho potuto fare a meno di ammirare la tua capacità di mettere in scena un ambiente tanto sfavillante e verosimile come l’Accademia di Cecilia Landmann: ti assicuro che mi è sembrato di essere lì, in mezzo agli ospiti, a girare come una trottola, disorientata e un pochino fuori posto, esattamente come si sente Ole. Sarà che condivido con lui la totale incapacità di affrontare i luoghi affollati, ma ho empatizzato molto con lui in quel momento. E quell’Alina è veramente troppo bella e perfetta per essere anche simpatica, ecco, l’ho detto >.< Capisco che davanti a uno come Homer la voglia di mettergli le manine addosso sia forte, però Ole ha tutta la mia solidarietà e, per quanto mi riguarda, la sua stizza è più che giustificata. Se è vero che Homer lo conosce bene, deve anche sapere quanto poco lo mettano a proprio agio determinate situazioni, e insomma, lasciarlo lì da solo come un pesce lesso non mi sembra che possa migliorare il mood della serata XD Però a Homer si perdona tutto, perché davanti al suo sorriso e impossibile non sciogliersi. Immagino comunque che anche, lui a modo suo, sia estremamente sensibile agli umori dell’amico, e non mi stupisce il fatto che nella “battuta” di Ole colga immediatamente un sottinteso molto più serio, che va a toccare proprio l’essenza di Ole, i suoi punti più deboli. Questo suo essere a metà fra due mondi e non riconoscersi in nessuno di essi è veramente straziante, perché credo che non ci sia niente di più angosciante che non riuscire a chiamare “casa” nessun posto nel mondo – e Ole non è come Homer, non è e non può essere il mondo intero la sua casa. Lui ha bisogno di “appartenere” a qualcosa/qualcuno, anche se al momento ancora non se ne rende pienamente conto. Si sta costruendo un futuro però, non è che rimane in un angolo a languire: il lavoro che si è scelto e che ha tutta l’intenzione di riuscire a portare avanti è degnissimo, a prescindere dal fatto che sia babbano o meno. Forse è in quello che un giorno troverà la sua appartenenza, in quello e nel legame che, nonostante le inevitabili separazioni, permarrà tra lui e Homer. D’altra parte anche quest’ultimo, lungi dall’essere una foglia al vento, ha degli obbiettivi ben precisi: è che sono ancora tanto giovani, e probabilmente le prospettive per il loro futuro sono un po’ falsate dall’insicurezza per uno e – azzardo, prendi questa considerazione con le pinze – dall’eccessiva sicurezza per l’altro, e anche il loro rapporto risente in un certo senso di questa dicotomia. Aiuto, mi sa che mi sono ingarbugliata da sola @.@
Resta il fatto che anche la sottoscritta ha tirato un gran sospiro di sollievo quando i nostri dolcissimi koala hanno lasciato la festa. Allora, il desiderio di stare un po’ insieme da soli era evidente e reciproco fin dall’inizio, per cui è chiaro che la tensione emotiva è salita fino a raggiungere il suo culmine su quella fredda spiaggia del Maine (occhio, che da quelle parti non è che si stia molto sicuri eh, maghi o no, si rischia sempre di incappare in una certa signora che, per la propria incolumità, sarebbe meglio non incontrare – perdonami, non ho resistito XD). Almeno adesso ci sono solo loro e chissà che molti nodi non vengano finalmente al pettine.
Adesso la finisco di tediarti con i miei sproloqui e mi raggomitolo vicino alla stufa, per cercare di capire se ho ancora un cuore, dopo questo capitolo.
Ma è perché tu sei troppo brava, e, insomma, da te – e da loro – il cuore me lo lascio anche portare via volentieri <3
Un bacione e a presto :*

padme

Recensore Master
09/10/20, ore 18:14
Cap. 1:

Recensione Premio Speciale per il contest "3 Drabble, solo 3 Drabble per parlarti di me (e dirsi addio)"

Ciao.
E' una settimana che tento di lasciarti questa benedetta recensione, praticamente l'ho commentata a rate, e per farlo l'ho letta così tante volte che so interi passaggi a memoria.
Allora inizio un attimino dal commento allo stile, che ho trovato molto ben calibrato, pulito e scorrevole.
Mi è piaciuto l'incipit, a delineare subito il clima, e uno sfondo autunnale (?)
che non si limita a essere bidimensionale, ma assume una funzione di specchio per Ole. Da qui in poi, la digressione introspettiva diretta l'ho trovata molto bella, con una cadenza sintattica un po' ripetitiva ma che non dà fastidio, anzi delinea un'impronta stilistica tua, personale, forte. È uno stile pulito, scorrevole, limpido. Ecco, quando ti leggo l'impressione è quella di vedere attraverso una superficie limpida, chiara, il mondo che stai raccontando.
Più in generale, ho trovato un tono molto coeso, una forma sintattica che scandisce il tempo (anche se non lo fa da protagonista, ma quasi in sordina) e che trova un suo perché soprattutto nella seconda parte, con l'apparizione di Homer.
Il sorriso di Homer mi è parso tanto una bellissima escalation d'intensità. Hai presente quando negli anime a volte, per enfatizzare una reazione, la fanno vedere in loop, restringendo sempre di più in primo piano il volto del personaggio. Ecco, a me la descrizione del sorriso di Homer ha dato lo stesso effetto: sempre la stessa immagine, ma che diventa sempre più protagonista, sempre più insistente, più in primo piano, che cresce d'intensità. Tanto che alla fine Ole non può che capitolare.
Del tuo stile mi piacciono soprattutto le immagini che sai creare, attraverso similitudini ma anche bellissime metafore che trovo sempre fresche, piacevoli e soprattutto sempre sul pezzo: come quella del sorriso di Homer o dell'immagine dei due fidanzati che sembrano gatti siamesi.
Mi piace il modo in cui non nomini subito Hogwarts, o la magia, o termini come babbani. Anzi, se non fosse per la sezione in cui hai pubblicato, l'incipit e quello che ne segue fino a un certo punto fanno pensare a un originale non fantasy". Mi piace, quindi, il modo in cui sembra di leggere per la prima volta di questa "stranezza" di Ole, si può fingere di capire solo in un secondo momento che corrisponda al suo essere un mago. A conquistarmi soprattutto è questa prospettiva totalmente ribaltata, dove non è l'ignaro mago a conoscere la magia ma è il mago che si fa strada nel mondo non magico, quindi si ha uno scorcio molto più vivido del rapporto tra la magia e i non magici.
Aggiungo, qui in angolo, solo alcuni "suggerimenti":
“Vieni anche tu salutare mia madre, vero? -> a salutare
rivelandolo soltanto un sassolino che era possibile scavalcare con un balzo divertito. -> qui ho un attimino perso il senso sintattico della frase. Forse ci vuole un "come" prima di sassolino?

Il titolo è la parte che mi ha colpito di più, lo confesso. L'ho trovato semplicemente originalissimo, l'ultima cosa che mi aspettavo era un titolo di origine indoeuropeo in riferimento a una storia sul fandom di Harry Potter. E' fantastico, sappilo. Mi ha trasmesso un'idea di sole, che leggendo poi ho subito ricollegato a Homer, cavolo, ma io ho la mente contorta, e imparando a conoscere un po' te mi aspetto risvolti più ambigui in abbinamento a questo titolo. Sì, perché se dovessi analizzarlo soltanto in riferimento a questo primo capitolo, quello che penso è a qualcosa di soleggiato, che porta il sole, penso a Ole che saluta il suo raggio di sole entrato di soppiatto nel suo appartamento, penso a questo ritrovarsi di due vecchi compagni di scuola e amici. Ma in una visione più ampia, mi fa anche pensare al saluto che c'è alla fine (perché, si sa, una storia ha sempre una fine) e quindi immagino già un finale malinconico-sereno, dove questi due si saluteranno e si separeranno, sì, ma che porteranno addosso sempre il beneficio di aver stretto un raggio di sole in mano. Bene, dopo questo film mentale...

Passiamo ai personaggi, che già non vedo l'ora di conoscere fino in fondo, ma di cui hai dato una bellissima e piena immagine già qui, di Ole quanto meno.
In Ole e nel suo restare in qualche modo immobile, bloccato al bivio delle sue possibilità, mi ci sono specchiata tanto. Troppo. Il senso di non appartenenza, inadeguatezza sociale, ma anche quell'empatia che è scomoda, a tratti incerta, ma che sempre ti fa sentire di troppo, non voluto, tutto questo mi ha dato molto l'idea di un personaggio chiuso in se stesso. Ed è qui che entra in gioco la sua magia mediocre. In parte mi ha fatto pensare ad Ariana. Solo che nel caso di lei, il blocco era più forte e dovuto a una violenza esterna e fisica. In Ole il blocco è interno, quasi che la "violenza" se la auto procuri lui, che gli viene indotta quasi ingenuamente e inconsciamente dagli altri. È il modo in cui recepisce la sua natura a farlo inciampare, è il suo precludersi un mondo a tramortire le sue possibilità.
La descrizione del potere di Ole è bellissima e mi piace il modo in cui l'hai resa, con questo rallentamento del ritmo narrativo, che mi ha dato l'impressione che Ole e Homer uscissero dal mondo, si estraniassero, come quando a volte nei film fanno vedere i due protagonisti in una stanza vuoto e dopo, finito l'effetto, suoni e altre persone tornano sullo sfondo, riportandoli alla realtà. Ecco, ho provato questo con quell'abbraccio.
Ole mi ha dato l'idea del tipico personaggio che si mette sempre in ultima fila, che è sempre troppo sensibile, ma che ha paura di spiccare, e non perché non abbia le capacità, ma perché in qualche modo si sente confortato nel suo angolino. Il mondo sembra troppo grande e troppo impegnato perché lui possa trovare il suo posto, così si ritira nel suo guscio, insicuro, un po' spaventato, sempre gentile, e sempre tollerante. Lui mi ha trasmesso molta tenerezza.

Ma...

un giovane dall’ampio sorriso se ne stava mollemente adagiato sui cuscini verdi -> Non so perché, ma questa immagine mi ha fatto pensare a Sirius il suo primo giorno sull'espresso per Hogwarts. E mi è bastato per dichiarare amore eterno a Homer (scusa, Ole). E anche andando avanti, più leggo la descrizione dei suoi occhi, delle sue movenze eleganti, delle sue falcate, del suo abbraccio entusiasta, più vedo il mio cane preferito. Sto impazzendo.
Homer, al contrario, sembra fuggire a qualsiasi definizione. Lui non aspetta che chi gestisca il mondo gli dica dove stare, è lui a far girare il mondo e a rivoltarlo, letteralmente. Homer mi ha dato l'idea di leggerezza, il tipo positivo che però evita le responsabilità, le definizioni, i vincoli, Homer mangia il mondo. Homer, per vivere, ha bisogno sempre di aria nuova, di gente nuova, è il tipo che ama assaggiare; eppure, per trovare se stesso, per riprendere fiato, ha bisogno di tornare dalla sua famiglia. E a quanto mi par di capire, è Ole la sua famiglia (ha chiamato suo madre per nome, mi fa capire che la famiglia così "aperta", da artisti, lo abbia spinto a un legame particolare con la madre, ma vedrò avanti).

Spiegare cosa mi hanno trasmesso assieme è difficile, per me. Ole soccombe alla vitalità di Homer, secondo me è impaurito dal non riuscire ad andare alla sua stessa velocità, e si lascia trascinare. Homer invece ha bisogno di un punto fermo e in qualche modo questo suo appoggiarsi, con tanta leggerezza a Ole, ha tratti quasi egoistici, ma sicuramente matureranno assieme. Ole è la sua ancora: Homer sa che potrebbe andare in mare aperto, ma che grazia a Ole non andrà mai alla deriva.

Niente, sta recensione è più che altro un miscuglio di sensazioni e supposizioni, lascia il tempo che trova, ma io voglio che tu sappia che ho amato questi due personaggi, li sto amando davvero, e proseguirò nella lettura, spero il prima possibile. Io tifo già per loro <3
A presto!

Recensore Master
07/10/20, ore 17:50
Cap. 5:

Ciao Greta, eccomi nuovamente dai tuoi dottorini - che ovviamente mi piacciono sempre di più, e che spero di finire abbastanza presto, solo perchè ho visto che stai scrivendo una raccolta dedicata a loro...
Se nell'ultimo capitolo ci ero rimasta davvero di sasso, con la comparsa di Eloise, qui diciamo che sono arrivata piuttosto vicina ad aver voglia di strozzare Homer con i suoi dubbi su quello che prova per questa ragazza, carina sì, ma petulante e non adatta a lui - ovviamente, visto che la persona adatta a lui è proprio quella che lo attende sveglio per ascoltare i suoi resoconti, quello che rifiuta gli inviti al Lumaclub per non far sentire Homer in colpa se lo abbandona, perchè trascinato in giro da Lumacorno. Sfortunatamente per Homer, Ole è troppo timido e, come hai illustrato benissimo tu nel capitolo, fa già fatica a dare consigli a se stesso, ma se fossi stata al suo posto avrei dato una bella strigliata all'affascinante Prefetto, perchè l'idea di farsi accompagnarei dal povero Ole all'appuntamento con Eloise fa il paio con Harry che abbandona Cho per vedersi con Hermione a San Valentino - e io non sono nemmeno una fan di Cho.
Ho trovato lo stile del capitolo davvero meraviglioso, come sempre in questa storia, ho idea che i personaggi sappiano tirare fuori il meglio di te e che tu abbia seguito il flusso dei pensieri di Ole per mostrare come la figura di Eloise abbia influenzato due momenti chiave della loro vita, perchè quel ricordo del sesto anno a Hogwarts entra di diritto nei momenti indimenticabili vissuti dai due, dopo quel pensiero finale di Homer che avrei tanto voluto fosse espresso ad alta voce.
Certo che comunque questa Eloise non è molto percettiva, se Homer avesse voluto salutarla si sarebbe organizzato con lei, invece ha dovuto faticare per rintracciarlo e già questo avrebbe dovuto farle capire qualcosa; del resto la capisco però, non dev'essere facile nemmeno per lei rinunciare a questo meraviglioso ragazzo.
E, nulla, mi rendo conto di aver davvero sproloquiato, ma la colpa è della tua storia così bella e coinvolgente, che mi ha restituito il sorriso dopo una giornata lavorativa davvero no; devo frequentarli molto di più questi due splendidi koala Tassorosso!❤❤
Un abbraccio e alla prossima,
Francy