Che meraviglia la generosità di Christian e Gwen che si fermano in un luogo pericoloso perché sentono una donna che geme e chiede aiuto! Non ci hanno pensato due volte e mi viene in mente che spesso nelle guerriglie i soldati (talebani o di qualsiasi altra nazione) usano proprio le donne e i bambini per attirare i militari nemici e poi far scoppiare una bomba o sparare a raffica, confesso che mi era venuta proprio la paura che potesse essere una trappola, invece la donna ha veramente bisogno di aiuto, anche se Christian e Gwen corrono lo stesso un grosso rischio. Mi ha fatto piacere che Christian abbia voluto cercare di aiutare non solo la donna, ma anche Rashid, il ragazzino che comunque gli aveva puntato addosso l'arma, ma lui si rende conto che, come la sorella, nemmeno Rashid è libero, non può ribellarsi a quello che la famiglia vuole. Sinceramente sono stata un po' meno comprensiva con il marito di Nazaha, posso capire il turbamento di Christian al pensiero di poter uccidere un uomo, ma quello se lo sarebbe meritato, non ci avrebbe pensato due volte a uccidere Nazaha, il bambino innocente e forse anche Rashid se si fosse opposto. Se fosse morto sarei stata più contenta, con gente così non si può ragionare, hanno una concezione infima della donna e non si fanno scrupoli ad uccidere, torturare o sfigurare le loro mogli, figlie, sorelle se non obbediscono ciecamente come animali. No, mi dispiace ma non riesco proprio ad accettare un modo di pensare simile.
Ammirevole il sangue freddo di Gwen che riesce ad aiutare Nazaha a partorire pur non avendolo mai fatto prima e in una situazione estrema, sotto il pericolo di essere assalite dai parenti della donna che vogliono ucciderla e senza strutture mediche. La ragazza sta diventando sempre più forte e determinata, matura, capace di affrontare anche le situazioni più difficili senza perdere la calma. E' un personaggio che abbiamo visto crescere nel corso degli ultimi capitoli e la ammiro sempre di più, sono sicura che suo padre sarebbe molto orgoglioso di lei!
Invece devo ammettere che non ho condiviso la scelta di Christian di non sparare al talebano. Anzi, essendo lui un Navy SEAL e non un missionario o un dottore, e nemmeno un giornalista ingenuo come Samuel, mi sembra piuttosto preoccupante che non sia in grado di sparare nemmeno a un uomo chiaramente pericoloso che avrebbe potuto uccidere non solo lui, ma anche Gwen, Nazaha e il bambino se per caso la bomba fosse stata più potente. Posso capire che Christian voglia salvare le persone e non uccidere, ma è comunque un soldato e un soldato, se è costretto, spara. E' giusto usare la violenza solo come ultima spiaggia e ho apprezzato molto che Christian cerchi prima di usare tutte le alternative a disposizione, anche perché spesso i nemici sono solo dei ragazzini spaventati e manipolati, come Rashid, ed è giustissimo non fare loro del male e cercare di disarmarli. Ma in questo caso la situazione è diversa e lo stesso Christian si rende conto che, per aiutare la gente di Kabul, persone come quel fanatico integralista devono essere eliminate, con loro non è possibile ragionare. E, comunque, lui è un soldato e se non riesce a convivere con l'idea di togliere una vita, neanche la vita di un assassino, forse farebbe davvero meglio a tornare a casa.
Mi dispiace se in questo caso non sono stata d'accordo con la tua scelta per il personaggio, ma ammetto che l'idea di un soldato che, per quanto sia sensibile, generoso e altruista, non spara nemmeno quando non c'è chiaramente altra scelta... beh, mi è sembrata poco verosimile. Sarebbe stato diverso se al posto suo si fosse trovato, per esempio, Samuel, che sicuramente non ha mai nemmeno pensato a sparare a qualcuno in tutta la sua vita, ma un Navy SEAL...
Il capitolo si conclude veramente con un bel po' di pathos, tra l'altro mi chiedo come farà Gwen a salvare Nazaha e la sua bambina appena nata? La famiglia della donna è decisa a ucciderla per "l'onore del marito" e temo che potrebbero esserci altri che la cercano. Inoltre Nazaha a questo punto non ha più un posto dove andare, di sicuro non può tornare a casa, ma neanche dai suoi parenti, perché metterebbe in pericolo anche loro. Spero che qualcuno possa trovare una soluzione per lei, forse Karim, se stesse bene, ma anche lui adesso è ammalato!
Insomma, se volevi creare suspence ci sei riuscita benissimo!
Spero di riuscire a passare presto dal prossimo capitolo per scoprire cosa succederà, un abbraccio!
Abby |