Ciao!
La tua storia mi ha incuriosita fin dai generi da te indicati. Poi il fatto che fosse ambientata nell'Ottocento è stato un incentivo in più per aprirla. Non mi reputo una fan della quarta stagione - e di conseguenza, del personaggio di Eurus, ma devo ammettere che ha il suo fascino e sono davvero curiosa nel vedere come la muoverai. L'idea, per il momento, mi sembra molto stuzzicante.
Ma veniamo a noi.
Hai usato la prima persona singola, per la narrazione. Non ne sono una fan - ma proprio per niente - eppure in questo fandom assume un altro sapore: mi spinge a pensare al canone. E visto che hai usato il punto di vista di John, questa associazione mi riesce ancora più facile.
Direi che l'hai usata bene. E per me, non è cosa facile. Di solito interrompo la lettura.
Sei partita dal generale (mostrandoci un po' John nel complesso) fino a scendere nel particolare (la sua vita attuale, la sua quotidianità, che comprende la sua convivenza con Rosie e Sherlock) e a me piacciono queste genere di cose.
Tutti i personaggi mi sono sembrati perfettamente IC: a partire da John stesso, che si porta sulle spalle il peso del suo lavoro, che sembra quasi perseguitato dalla morte. C'è una frase, in particolare, che mi ha colpito molto:
" [...] spesso guarire qualcuno vuol dire anche ammalarsi [...]"
La trovo profondamente vera. E per questo, d'impatto. D'altronde, il suo desiderio di voler aiutare il prossimo è molto tipico del nostro Watson.
Poi ci hai mostrato - o raccontato, per meglio dire - una Mrs Hudson intenta a curare il suo giardino e a parlare con le piante: quest'immagine mi è parsa perfetta. Conoscevo una persona a me molto cara che faceva lo stesso e mi è scappato un sorriso sincero.
Me la immagino, Mrs Hudson, a discorrere con le piante! Ahahah
Poi ci hai mostrato Rosie. Non nutro un reale interesse per lei, ma ho gradito molto come l'hai inserita nel quadro generale e quel piccolo collegamento con Sherlock - che ovviamente le ha impartito una lezione sui fiori velenosi. E CI STA PERFETTAMENTE ANCHE QUESTO.
(E d'altronde Sherlock ha ragione, eh.)
E poi... C'è Sherlock. Mostrato dal punto di vista di Watson, ovviamente, ma splendidamente Sherlock. Perché io l'ho rivisito. L'ho ritrovato. IC fino al midollo. Dal suo estraniarsi a gambe incrociate all'ombra di un albero, al suo vagare con la testolina in ragionamenti tutti suoi...
E poi... IL MAGLIONE AHAHAH.
Poverino!!!
E ovviamente non coglie la sottile ironia - sarcasmo - di John - che pazientemente si offre spontaneamente di parlare lui stesso con la signora Hudson. Ma sappiamo tutti che vuole vendergli indossare un maglione con una renna dal naso rosso.
Poi... Mi sono sciolta quando Sherlock - nel suo tipico modo di fare - gli allunga quella scatola azzurra - contenente i gemelli d'oro che lo stesso Watson aveva adocchiato. Sherlock lo aveva osservato - perché Sherlock lo osserva sempre.
E ho trovato dolcissima e in linea con i personaggi tutta la scena.
(Poi ovviamente Sherlock deve lamentarsi con Mrs Hudson per aver spostato di pochi centimetri le sue cose, ma, ehi, è Sherlock. E bisogna amarlo nel bene e nel male).
Insomma, hai tratteggiato il ritratto di qualcosa di simile alla felicità - proprio come John spiega nelle prime righe - che presto verrà interrotto da qualcosa. La quiete prima della tempesta.
E io sono curiosa e seguirò ben volentieri questa nuova avventura.
Volevo solo farti dei piccoli appunti:
- un insegna - - > un'insegna
un infinita - > un' infinta
- Dall’altra parte del fiume, [qui trovo che ci stia meglio una pausa più lunga di una semplice virgola, come ad esempio un punto e virgola, ma non è da ritenersi come errore] c’è la fattoria degli Hummer’s, ho curato il figlio
Detto questo, mi eclisso, lasciandoti una bella bandierina verde. La tua storia mi sembra stuzzicante e tocca corde molto vicine ai miei gusti personali. Voglio proprio vedere come porterai avanti il tutto. |