Ciao, cara!
Ogni volta che io apro il tuo profilo ho un piccolo mancamento, perché ci sono così tante cose tue che vorrei recuperare che non so mai da che parte cominciare (e allora parto dall’ultima, ché non si sa mai).
In realtà, sono stata attirata qui perché, e forse è assurdo, nonostante sia nel fandom di Harry Potter da prima ancora di sapere che cosa fosse un fandom, è solo recentemente che ho cominciato a interessarmi a questa coppia.
E, insomma, sono rimasta assolutamente soddisfatta da questa lettura: essendomi avvicinata da poco alla coppia, qualche volta mi rendo conto di leggere un po’ “con i piedi di piombo”, perché al di là di tutto l’amicizia tra i Malandrini è una delle cose che amo di più della saga, e qualsiasi cosa possa andare a modificare un po’ questo equilibrio mi spaventa un pochino. Ecco, in questo caso invece tu sei riuscita a mantenere perfettamente coerente ogni cosa, calando il rapporto tra Remus e Sirius in un contesto consolidato, dove la passione si innesta perfettamente sull’affetto e sulla solidità del legame che unisce i quattro ragazzi.
Ho adorato, poi, la struttura che hai scelto di dare al testo: è composta di scene brevi, istantanee che vanno a catturare momenti molto precisi, ma il continuo richiamo al concetto del “per sempre” riesce a dare una forte unitarietà al tutto, rendendo coerente e necessario il “sentiero” che viene a delinearsi con la narrazione. Oltretutto, i momenti che hai scelto sono tutti molto significativi e particolari, capaci di mostrare perfettamente il percorso di crescita dei personaggi. E, insomma, al di là di ogni tentativo di riflessione razionale, tu mi hai completamente catturata già solo con il primo paragrafo: io non ne ho mai scritto, e ne ho letto pochissimo, ma una delle cose che amo maggiormente è la famiglia di Remus. La figura di Hope mi stringe ogni volta il cuore, perché se penso a una madre babbana costretta ad affrontare tutto ciò che ha dovuto affrontare, a vedere suo figlio fatto a pezzi (nel corpo, ma soprattutto nello spirito) da una creatura che per anni ha solo creduto frutto della fantasia, non lo so, mi si spezza qualcosa dentro. E il fatto che poi nella saga (giustamente, perché non era quello il punto) non si faccia mai menzione dei genitori di Remus mi lascia sempre piena di curiosità (e di angoscia, perché ogni cosa che riguardi quell’uomo fa un male cane, mannaggia!). Quindi, insomma, l’immagine di Remus bambino che impara il “per sempre” dalla voce di sua madre, dai suoi racconti e dalle sue fiabe, è qualcosa di tenerissimo e struggente. E ti ringrazio davvero per aver trovato almeno un angolo di luce nell’infanzia di Remus T.T. Se poi tutto questo è subito messo in contrapposizione con l’infanzia di Sirius, con la freddezza di sua madre e quel “per sempre” che sa solo di ideali cupi e legami che sono solo catene mi si stringe il cuore. Perché Remus e Sirius sono diversi, e hanno avuto un’infanzia molto diversa, ma qui tu riesci a creare un parallelismo fatto di similitudini e riflessi stupendo, che, prima ancora che i due si conoscano, gettano già le basi per un rapporto profondo e fatto di radici ricchissime.
È bello vedere come poi questi due elementi distanti si ricongiungano a Hogwarts, dove fai un salto avanti nel tempo e li presenti già uniti, già legati da un rapporto indissolubile che trova perfettamente posto all’interno di un rapporto di amicizia bellissimo. Ho letto spesso del momento in cui i Malandrini scoprono il segreto di Remus, e di come lo “costringano” ad affrontare la loro consapevolezza, ma ho trovato la tua versione davvero tenerissima. Ha tutta la semplicità dell’amicizia, della giovinezza, di quando tutto sembra possibile e i problemi sono facili da affrontare. Insomma, è un momento pieno di spontaneità, che tu a mio parere affronti davvero benissimo. Ed è bello che sia proprio Sirius a lanciare il sasso, ma che James e Peter si inseriscano subito.
E anche il finale è davvero perfetto, per questa storia: ci sono le ombre di tutto ciò che sarà, dell’orrore che arriverà, ma ci sono ancora due adolescenti, ci sono le risate, c’è spazio per la malizia e per le idee grandiose. Insomma, mi sono piaciute tantissimo le interazioni tra Remus e Sirius, perché pur avendo secondo me reso molto bene la passione e il sentimento che li unisce, non sei andata affatto a snaturare la loro caratterizzazione.
Davvero, è stata una lettura piacevolissima, ti faccio i miei complimenti!
A presto! |