Al principio del capitolo ero quasi intenzionata a simpatizzare con Aiolia; Rodrigo mi fa tanto pensare a quelle persone che incontro -incontravo- ogni giorno che si sentono emancipate dall'infantilismo delle superstizioni, e guardano con una certa, malcelata pietà tutti i poveri irrazionali che ancora credono in fenomeni pregni di misticismo come i presentimenti o le intuizioni; mi ricorda tutti quelli che, forti di una rigida razionalità, parlano di caso e statistiche come unici architetti della vita umana; tutti quelli che, alla fine, finiscono per interrogarsi sullo stesso Destino e sulle stesse Leggi Superiori di cui sproloquiano tutti i mentecatti che guardano con scetticismo, solo che si sentono avanzati perché lo fanno usando termini scientificamente approvati.
Tutta questa invettiva per dire che, sulle prime, Aiolia mi pareva più radicato nella realtà di Rodrigo, sebbene dimostri di essere con la testa nei cirri in vetta al mondo, ma poi...c'è qualche cosa che me lo fa collocare nella risma dei guru New-Age da Tumblr. Quelli che parlano di presentimenti ed intuizioni, gli piace vivere la vita un gradino al di sopra della gretta materialità delle cose, ma poi si rivelano essere solo bambini viziati che usano i presentimenti e le intuizioni per ingioiellare i loro soliloqui, e risplendere sulla scena (Mamma mia, come sono giudicante in questa recensione! Le tue storie hanno il potere di far scendere dai cirri anche me, che a volte divento un po' troppo Shakiana, con tutto il corollario di vanità e spocchia e superbia XD).
Perché Aiolia è viziato. Si pone come uomo di alti pensieri, sottili concetti, e poi contravviene alla più fondamentale di tutte le regole di chiunque cerchi di stare almeno un gradino al di sopra della materialità dell'esistenza, e lo fa, se posso citarti, con la grazia di una ballerina che attraversi il palco: belle le parole, ma sono le azioni a dimostrare chi sei.
E non starò quindi a dilungarmi sul cattivo gusto di mollare lo storico moroso proprio il giorno di San Valentino (che per me non fa molta differenza, ma nell'immaginario comune...), ma soprattutto non mi dilungherò sulla sua battuta d'uscita: "Non posso lasciarla sola" eccetera eccetera.
La grettezza.
L'egoismo.
Stai zitto e prendi la porta, no? Cosa vai cercando, simpatia nell'uomo che hai appena trucidato, figuratamente parlando? Un po' di senso di responsabilità, su!
Tratteggi mirabilmente il dolore di Rodrigo, un dolore che anche chi non è mai stato mollato dal fedifrago di turno può riconoscere, perché è il dolore dell'abbandono, una piaga che tutta l'umanità si porta in animo per il solo motivo di essere stata mollata qui, sulla Terra.
E' incredibile come con una prosa scevra di virtuosismi o mirabolanti metafore (non lo dico con intento dispregiativo) tu riesca a mostrare una sofferenza smarginata raccimolata nella vita di tutti i giorni.
E' la Maison de Dieu che viene giù e tu non sai perché, puoi solo sperare che sia perché Dieu abbia per te un altro progetto, voglia farti crescere, ma quando la mazza del tormento picchia sul cuore cominci ad avere dei dubbi.
Tutta una vita di codici criptati insieme, di abitudini, modi di fare che si impara a sopportare ed amare, crolla e resti con niente intorno. Sei solo, l'unico rimasto sotto alle macerie che l'altro se n'è andato e ti chiedi come sia possibile la sua leggerezza dopo che i mattoni, il sudore per tirare su la torre ce li abbia messi pure lui.
Non lo saprai mai come sia possibile, e sei da solo sotto alle macerie, ed allora che fai? Non resta che morire, ma no, non si muore per 'così poco'; non resta che andare avanti, salire in alto, ma in alto dove, se poi la torre deve cadere di nuovo?
Tutto per dire che sebbene con poche parole, poche immagini, Rodrigo e tutto il suo vissuto arrivano.
Bravissima.
Al prossimo capitolo!
P.s.
Il tuo Marco...il. tuo. Marco.
E ho detto tutto.
p.p.s.
Ma io ho ripsosto alle risposte delle altre recensioni?
Va bé, in caso ti troverai messaggi doppi e ti farai, spero, quattro risate. (Recensione modificata il 08/11/2023 - 02:17 pm) |