Recensioni per
Contro ogni ragionevole previsione
di crazyfred
Buongiornoooo! |
ciaaoo cara, in leggero ritardo ma eccomi per lo scambio. |
Ma ciao! |
Eccomi finalmente da te! |
Eccomi! Ho adorato immensamente questo capitolo. Alice ormai una di noi, mi ha fatto rotolare dal ridere, ma ha saputo mettere la collega con le spalle al muro, cosa non facile con Maya e il resto del lavoro lo ha fatto Puffetta. Giuro adoro quella bambina, è così dolce ma nello stesso tempo estremamente intuitiva. Penso che se fossi stata Maya mi sarei sciolta dalle lacrime al vedere il disegno. E la scena finale è bellissima: si respira la normalità di una routine. Persino Maya ha dovuto riconoscerlo a se stessa, eh si mia cara: è proprio nato un sentimento! |
Ciao, eccomi qui per lo scambio libero. Ok, odio profondamente e ufficialmente Edoardo. Sarà anche un ragazzino in preda a ormoni e ribellioni varie, ma questo qui esagera. E poi bigia pure la scuola con la scusa di stare male come conseguenza della notizia ricevuta. E la madre gli crede, andando a fare l'ennesima sfuriata per tel all'ex marito che pum, combina un guaio nel parcheggiare. |
Ciao! Devo proprio dire che questo primo capitolo mi ha convinta! Mi piace come hai delineato il profilo di Maya, l'onestà intellettuale con la quale ammette che va a lavoro solo ed esclusivamente per mantenersi . E ho anche apprezzato la sua attenzione per i dettagli, come la mancanza della fede al dito del suo capo. |
Ciao Crazyfred, |
Tesoro, buongiorno e buona settimana **, che gioia tornare dalle tue parti, ormai manca poco (ma ho il seguito che mi sta facendo gli occhi dolci mwehehe) e non vedo l'ora di scoprire se e come finalmente questi due faranno i conti con i loro sentimenti. |
Arieccomi, per dare un parere un po’ più centrato sulla trama, lo stile e tutto il resto. Parto sempre con Roma perché mi è piaciuta tanto la descrizione di quei tramonti, ma anche il caos che regna sovrano e la precisione nel situare luoghi, strade e punti di riferimento. Stilisticamente mi piace come si alternino frasi da tutti i giorni o colloquiali e un linguaggio aderente al parlato (str£oza, fa da mangiare ai pupi, fare una vita da signora) con termini più legati al mondo della moda e del fashion e con precisi riferimenti a luoghi (i ristoranti milanesi, l’Argentario come luogo chic, la rotonda sul mare di Fred Buscaglione – era quella di Senigallia proprio, se non vado errata). Il tutto rende questa storia credibile ben collocata da un punto di vista dello spazio e del tempo, ma anche ben gestita sotto il profilo della caratterizzazione dei personaggi. Maya non è Andrea de Il diavolo veste Prada, come fa notare, e non venderà l’anima per un paio di stivali Chanel (pardon, la battuta era d’obbligo), ma è una che lavora per vivere e arriva pure in ritardo. Ora, sono testimone del fatto che, effettivamente, le vie consolari e la Colombo sono ‘na cambogia e che spesso un tragitto insignificante porta via secoli di vita, ma Maya il suo lavoro lo prende come milioni di persone fanno. Sogna una P.A. tutta sua perché lei non è fatta per questa vita, ma allo stesso tempo è la prima ad ammettere che lei non ci mette la dedizione di Alex, sul lavoro. |
Ciao Crazyfred! |
Ciao! |
Ciaooooo! |
Ciao! |
Ciao, |