Recensioni per
Praticamente, due imbecilli
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
28/02/22, ore 22:30

Cara Dorabella,
un'amica comune davvero speciale mi ha consigliato di leggere questo tuo breve scritto e sono riuscita a ritagliarmi il giusto tempo da dedicare ad un racconto che si è rivelato molto, molto piacevole. Hai descritto tutto con una verosimiglianza tale che mi sembrava di essere anch'io al tavolo di quella taverna e di respirare i fumi dell'alcool (che, da buona astemia, probabilmente mi avrebbero steso ancor prima dei vaneggiamenti di Fersen e dei consigli a buon mercato dell'oste alticcio).
Mi ha fatto tanta, tantissima tenerezza il povero André, che pur nella sua totale adorazione per quella donna che ancora sembra (!) non degnarlo di uno sguardo, non può tuttavia detestare il suo inconsapevole rivale poiché nessuno dei tre ha, di fatto, la minima colpa per i sentimenti che racchiude nel cuore. Noi tutte parteggiamo per il bel moro, si sa, per cui non posso che complimentarmi con te per il finale a sorpresa con cui lo hai voluto finalmente premiare dopo tanto senso di delusione. Chapeau quindi a te, alla tua creatività e al tuo stile davvero elegante (ma questo già lo sapevo).
Buona serata!

PS: va da sé che mi sono piuttosto divertita in diversi punti!

Nuovo recensore
14/11/21, ore 10:26

Che dire di originale su questo racconto? Che è bello! Ooops l'hanno già detto. Quindi partirò per la tangente... Non è certo il tema principale, ma apprezzo tantissimo che si riproponga quello dell'amicizia che mirabilmente faceva capolino nella "Rosa di compleanno". C'era Alain allora, con il suo modo virile di dimostrare affetto e solidarietà, frutto di un'amicizia ancora in boccio. Qui c'è Fersen... e c'è Oscar... e c'è André...e c'è il Segreto che li accomuna e li separa. Quattro amici al bar. E' certo amicizia diversa la loro, quella di Fersen è sincera e chiara, ha bisogno di avere qualcuno con cui confidarsi e con cui passare un po' di tempo in leggerezza e ha trovato questo in Oscar e Andrè. Oscar indiscutibilmente è passata dalla diffidenza all'amicizia all'amore/infatuazione per lo svedese, ma il sentimento d'amicizia non è mai scemato. André... André forse non prova esattamente amicizia nel senso classico del termine per Hans (quella che ci immaginiamo banalmente fra uomini che si raccontano le conquiste amorose o dell'ultima auto sportiva comprata), ma nemmeno lo detesta o lo vorrebbe denigrare e rovinare agli occhi di Oscar. Sarebbe solo umano se lo facesse, ma lui non è solo umano, è anche un Uomo Vero e sa leggere il valore degli altri e la verità nelle situazioni e trova la forza di agire di conseguenza. E' ovvio dedurre dai dialoghi dell'anime quanto lui senta vicinanza di sentimenti e solidarietà nei confronti di Hans, sono emerite baggianate a mio avviso quei commenti che lo vogliono astioso nei confronti del conte, trovo molto più intelligente e verosimile questo suo desiderio che succeda qualcosa che faccia cessare in primis lo strazio nel cuore della sua amata e solo dopo quello nel proprio. André è silenziosa presenza quasi costante fra loro e questa sorta di "momento mancante" che hai creato, cara Dorabella, è totalmente, meravigliosamente possibile e probabile. Ricordiamo che l'anime ci mostra quella giornata in cui Fersen è ospitato a palazzo e passa momenti "positivi" insieme ai suoi due amici, è soprattutto il Grandier il suo compagno di giochi e insieme riescono a regalarsi reciprocatamente spensieratezza, leggerezza, diletto e libertà, fugaci certo, ma concrete e sincere... certo il Segreto non li abbandona mai (nessuno dei tre) e il Segreto offre loro una dose abbondante di dolore e struggimento, oltre che di tormento d'amore. -André, vi ricordate della taverna di cui parlavamo? Andiamoci a bere qualcosa, la prossima volta- aveva detto lo svedese, quindi conversavano anche di osterie insieme? Oltre che misurarsi con la spada o fare le corse con i cavalli... Niente di strano quindi ritrovarli qui in una taverna (non bettola) a passare tempo insieme e ad affogare i propri demoni personali e allo stesso tempo tentare di affrontare e sopportare la pesante presenza del loro Segreto. Un peso che ancora e sempre André porta elevato al cubo. Fersen soffre per l'amore corrisposto, ma nascosto per la propria Maria (non c'è la regina qui, ma solo Maria: splendido) e soffre pure per la sua innamorata che sa dover confrontarsi con la colpa e la vergogna e le malelingue, Jarjayes soffre per la sofferenza della sua regina e del suo amante e soffre per il proprio amore non corrisposto, Grandier soffre per il proprio amore impossibile e per le sofferenze della sua Oscar e riesce ad essere pure solidale con l'incolpevole nordico... Facendo due conti il peso del Segreto che André porta su quelle spalle (...e braccia che potrebbero circondare la Francia intera) è enorme, proprio lui che conosce il Segreto di tutti, ma lo porta per amore e perché è un uomo giusto. Da uomo giusto offre solida protezione e appoggio (di cui entrambi hanno terribilmente bisogno che lo sappiano o meno) ai suoi compagni... Con un virtuale sospirone, mette da parte la sua mezza ciocca e fa quel che deve fare e non perché sia il servo della situazione, ma perché in quel momento è l'adulto responsabile; in altre, rare, occasioni non lo è stato e non lo sarà, ma sono occasioni in cui il suo errore è indispensabile e lo rende ancora più Uomo. Dicevo... un bel sospirone e André si accinge ad occuparsi dei cuccioli bisognosi e tracchete un bel pugno nello stomaco lo riceve in pieno, il degno compenso ad una buona azione, noi forse ce lo aspettavamo, ma lui no! E anche che Fersen chiami Maria (e non Oscar), in preda dell'estasi etilico-amorosa, non è una sorpresa confortante: il Grandier non ha mai avuto dubbi su quali fossero i sentimenti del conte, ma vedere la scena di quel bacio che darebbe un occhio pur di non vedere... povero, povero, povero: cattiva Dorabella! Tac sulla manina... Alt ma ecco che arriva il quinto amico al bar, quello che si defila sempre, che ti dimentichi pure che esiste, con tutte le cose che si hanno da fare e pensare...Ecco che Inconscio, stufo di assistere a sta imbecillitudine generale, dà un bel cazzotto a Segreto, rendendolo inoffensivo per qualche tempo e sussurra parole dolcissime all'orecchio di Oscar..."Oh André"... e che caspita, brava Dorabella: una carezza alla manina che tiene la penna. Peccato che quel pigrone di Inconscio se ne tornerà subito al suo posto nell'ombra e agirà con i suoi tempi biblici...

Recensore Master
13/11/21, ore 15:25

Ciao Dorabella. Mi è piaciuta questa tua storia dove nel finale si può ben comprendere il significato del titolo, con le due persone che forse diventano tre. Emblematiche le parole "un curioso terzetto di sofferenza, di amori non corrisposti" per rappresentare la situazione nella quale si trovano Oscar, Fersen e André. Quando l'oste ha detto a Fersen che magari la donna che ama è sposata e che il marito non è di bell'aspetto ho immaginato quello che abbia provato il Conte. Mi è dispiaciuto pensare a Oscar nel vedere Fersen e la Regina a Versailles in quella situazione. Ben descritto poi quel bacio inaspettato nel finale, con Oscar che nomina André. Ho letto con interesse le note e sarò curiosa di leggere quello che ti suggerirà la tua fantasia nella prossima storia. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 13/11/2021 - 03:27 pm)

Recensore Veterano
13/11/21, ore 14:57

Cara Dorabella27, questa volta è André a raccontare i suoi tormenti e quelli dei suoi compagni di bevute, l'amata Oscar e Il Conte di Fersen. Alla fine nonostante soffrisse tanto, André era certamente quello che riusciva a mantenersi più lucido, quello capace sempre di avere sotto controllo le varie situazioni, forse quello meno imbecille, in senso buono. Come sempre le tue storie, hanno la capacità di stupirci, lasciandoci materiale sul quale riflettere e quel "Oh, André..." di Oscar mentre sfiora le labbra di Fersen, ci consegna tanti punti interrogativi e tanta voglia di leggere un seguito.

Recensore Master
13/11/21, ore 09:42

Ciao. Scrivi veramente bene e i tuoi racconti sono accattivanti. Però che tristezza!!! Davvero un quadretto depressivo non poco. Una sofferenza senza vie d'uscita. Un apparente triangolo, anzi quadrilatero, che in realtà, scopriamo, potrebbe essere risolto se Oscar non confondesse l'oggetto del suo amore. Avrebbe avuto bisogno di tante buone sedute di psicanalisi se fossero già stata inventate!!

Recensore Master
13/11/21, ore 06:15

Certo che si beve sodo a Palazzo Jarjayes e dintorni!
Fersen, nella sua ubriachezza, è molto audace, Oscar è un po' avanti nei tempi rispetto all'opera originaria (o, forse, André ascolta quello che vuole sentire) e André sta a guardare.
André è il custode del trio, quello che cede meno al bere, avendo dimestichezza con gli amori difficili e con l'incassare.

Recensore Veterano
12/11/21, ore 15:28

Si sa che in amore è un tutto…. Io amo lui, che ama lei, che ama l’altro. Della serie: è un rincorrersi continuo! 😆 però qui c’è il colpo di scena finale e forse forse il seguito di questo trittico sarà un happy ending! Speriamo 🤞

Recensore Veterano
12/11/21, ore 12:32

Cara Dora, pare che l'inconscio continui a farla da padrone e, come già ti hanno fatto notare, senza tanto sproloquiare, "in vino veritas". Che quell'incontro segreto a cui Oscar aveva assistito nel pomeriggio, abbia svelato alla sua coscienza un desiderio segreto?
Sarà che ho letto questa OS ieri sera dopo una giornata che è stata peggio di una sbronza, ma la scena finale per me è esilarante. Ho immaginato Andrè che, con perfetto aplomb inglese, scuote la testa commiserando i "due perfetti imbecilli", poi con espressione allusiva si rende conto, che, in realtà, potrebbero essere in tre.
Mi è piaciuta molto.
Alla prossima!

Recensore Master
12/11/21, ore 12:08

Cara Dorabella, ormai non mi stupisco più della tua narrazione, mi lascio guidare dalla tua mano che mi porta, ogni volta, nel mondo profondo di qualsiasi personaggio tu abbia deciso di narrarci le sensazioni, le emozioni e i pensieri.
In questa nuova one shot, quello che ho avvertito è stato il flusso di pensieri che, le tante sere passate insieme ad Oscar e Fersen, è scaturito più che dalla mente del nostro “villano ripulito”, dal suo cuore direttamente. Le serate si susseguivano tutte uguali e quello della sera a bere qualcosa insieme era un rito che sembrava riuscire a scacciare, per un momento, i demoni che ognuno nascondeva nel proprio intimo. Amori difficili, una vita altrettanto complicata da mandare avanti, compiti sempre uguali come le situazioni che continuavano il loro cammino impossibilitate ad essere mutate. L’amore la fa da padrone in queste serate, dove André resta sempre e comunque presente a se stesso, mentre Oscar sembra ancora pendere dalle labbra di Fersen, e quest’ultimo si lascia andare al suo dolore, complice la troppa libagione ingurgitata, forse proprio per stordire sia il corpo che brama e sia la mente che sogna un domani impossibile a verificarsi.
André li osserva ma non prova rabbia rispetto a Fersen, comprendendo che, come lui, soffra per un amore impossibile, anche se, in qualche modo, egli può trovare un attimo di respiro, quando con la regina si ritrovano, rubando attimi alla normalità di un cerimoniale, concedendosi il lusso di poter provare e poi portare con loro ciò che hanno condiviso. André si domanda, in questi frangenti, se Oscar pensi veramente che l’amore sia fatto solo di bei pensieri e belle parole sussurrate e non di quello di cui sono stati casualmente involontari spettatori e che ha lasciato Oscar momentaneamente sconcertata e lui pensa anche addolorata.
Quanto vorrebbe André poter dire alla sua Oscar che l’amore è sensibilità, sentimento ma anche passione, come quella di stringersi in un abbraccio che annulla il tempo e la distanza, come la fusione delle loro essenze sia corporee che emozionali fino a farli diventare una cosa sola. André è questo quello che prova da tanto tempo per Oscar, ma deve accontentarsi di quel loro rapporto anch’esso rubato all’urbanità che li vorrebbe distinti in comandante e attendente.
Ma la sorpresa è quella che ci riservi con il tuo finale, dove, dopo la decisione di André che fosse ora di andarsene, avendo ormai dato fondo già abbastanza alla cantina della locanda, egli assiste a quel bacio tra Oscar e Fersen mentre lui la chiama “Maria” e a lei scappa quel ” Oh André” che ci fa ben capire che, tramite tutto l’alcol ingurgitato, almeno a una dei due si fosse liberato un ricordo che giace in un posto recondito della mente e in questa occasione è affiorato sulle labbra.
Belle le descrizioni, la contestualizzazione dei nostri amati, e l’inserimento anche di nuovi personaggi che danno quel tocco in più per andare a fondo di ciò che già conosciamo ma che, tramite la tua penna, assume sempre aspetti nuovi da scoprire.
Anche io ho rivisto nella scena dell’incontro tra Fersen e la Regina in quella stanza abbandonata, una bellissima scena di “Come fuoco” di Mina7z, racconto che ho amato moltissimo, soprattutto per la figura di André che mi aveva commosso lasciandomi una incredibile tristezza.
Come altri ti hanno fatto notare, anche io sono curiosissima di vedere come raccorderai questa e la precedente one shot, ma sono certa che riunirai tutti i tasselli per regalarci un nuovo mosaico che potremmo vedere comporsi sotto i nostri occhi con la grazia e il tatto indiscutibili che abbiamo imparato ad amare.
Complimenti e un affettuoso saluto per questo ulteriore contributo donato con cuore a questi personaggi.

Recensore Master
12/11/21, ore 09:36

Tutti e tre sono un bel quadretto, ciascuno ad inseguire quello/a che non può avere.. ma fra i fumi dell'alcool fanno capolino i veri sentimenti.

Recensore Master
12/11/21, ore 00:12

Cara Dora, un po' mi dispiace che si trattino di one shot...perchè vorrei continuare a leggere, la tua scrittura non stanca mai. Quando poi si apre con una scena che è già stata ampiamente "ripresa" nell fic del fandom, ci vuole talento per non scivolare nel "già letto", per trattenere l'attenzione del lettore.
Dà spessore alla tua storia il pensiero di Andrè, che guarda e interpreta per noi le parole di Fersen, il silenzio di Oscar...e la scena di quel momento di amore fisico che toglie ogni velo (o fette di salame sugli occhi del nostro colonello delle Guardie Reali).
Poi arriva il colpo di scena, l'inedito: Fersen che ubriaco si avvicina alle labbra di Oscar e la chiama Maria ci sta, potevamo aspettarcelo...e anche Oscar che ricambia...E' quel "Oh, Andrè" che il lettore non si aspetta, anche perchè nella trama originale questo è proprio il punto della storia in cui Oscar ama in modo chiaro e con sempre meno freni il povero svedese. 
Come riallaccerai tutto questo con la precedente one shot proprio non riesco a immaginarlo....e questo è il bello :-)
Brava, accurata, originale...non lo puoi sentire, ma sto applaudendo
 

Recensore Veterano
11/11/21, ore 23:35

Cara, talentuossisima Dorabella, 
"il triangolo no, non l'avevo considerato"! La seconda parte del tuo trittico è semplicemente un'altalena delle più variegate emozioni che si susseguono senza sosta, il tutto condito con il tuo stile, sempre fluido ed elegante.
La prima parte è piuttosto tragica: mi sono molto piaciute le rilflessioni di Andrè sull'amore e su Fersen (lui vorrebbe, dovrebbe odiarlo, ma proprio non ci riesce, perché condividono la stessa sofferenza. Da te e da Andrè non potevo aspettarmi di meno!).
Poi c'è il momento grottesco con l'oste rubicondo, detentore della saggezza popolare, che ci azzecca pure su tutto (al rospo brutto e grasso non ho potuto contenere la risata).
Dopodiché il racconto sfocia nel torbido con la descrizione di un incontro d'amore tra Fersen e la Regina in un'area abbandonata delle Reggia (in effetti, pensare che potessero incontrarsi solamente nei giardini o nei boschetti è abbastanza impensabile). Andre' comprende il turbamento  di Oscar e sappi che la sua (tua) riflessione sull'amore me la sono segnata (perché Il Grandier, sotto quell'apparenza calma, e' soprattutto un passionale!):

"O forse [...] credi che l'amore [...] consista solo in una serie di appassionate dichiarazioni di reciproca devozione, espresse con parole fiorite ed eleganti, mormorate a fior di labbra? Non sai che l’amore è anche, dovrebbe essere anche abbracci, baci profondi, che strappano l’anima, carezze voraci, voglia, desiderio, urgenza di prendere l’altro, bisogno di sentirsi, di essere per un attimo, un attimo solo, tutt’uno con la persona amata?​"

Questa è pura poesia. 
Infine il racconto assume un sapore dolceamaro, quando Andre', l'unico rimasto dignitosamente brillo, assiste a un bacio semi-cosciente tra Oscar e Fersen. Ovviamente, la cosa che ci colpisce non è il gesto in se', ma le rivelazioni che ne derivano (in vino veritas). Ha proprio ragione Andre': sono tre imbecilli, lui incluso
E inoltre ti ringrazio anche per i riferimenti storici e i richiami bibliografici. Non sapevo che il Conte di Fersen e Napoleone si fossero incontrati, perdinci! Pensa un po', con te c'è sempre qualcosa da imparare. E, a onor di cronaca, anche a me sono piaciute molto alcune FF di Mina7Z (la short "Ushuaia" in primis).
Che altro aggiungere?! Ho amato tantissimo questo racconto, così incalzante nel ritmo, tragico e comico allo stesso tempo. Praticamente un gioiellino.
Grazie di tutto cara Dora e un forte abbraccio,
E a presto con la terza parte, G.

 

Recensore Veterano
11/11/21, ore 20:19

Buonasera Dorabella,
grazie per questo tuo racconto: André 1 - Fersen 0 .... Finalmente!
Per una volta Andrè non capisce, quando fai dire ad André "Poteva sperare che Oscar smettesse di rivolgergli [a Fersen] quegli sguardi furtivamente adoranti, che, prima di addolorarlo, tanto lo impietosivano"...dobbiamo pensare quindi che André abbia frainteso?
Al colpo di scena finale, con l'inconscio etilicamente adulterato di Oscar che invoca il nome di Andrè, ho applaudito!
ciao, aggiorna presto!

Recensore Master
11/11/21, ore 18:14

Salve Dorabella, Questa tua storia in realtà mi ha convinto poco, da te mi aspettavo di più. Sara' perché non mi piacciono le bettole né le bevute né la complicità fra André e Fersen? Già una volta mi sono imbattuta in una fiction dove André e Fersen sono accomunati dallo stesso destino di innamorati ed infelici, ma non riesco proprio a vedere Fersen nelle situazioni da te citate nella fiction e credo pure Maria Antonietta fosse più prudente ed attenta a nei suoi incontri segreti con l'amato. Sul finale della storia citi e ringrazi l' autrice che ti ha ispirato invitandici a leggerla (?!?),. De gustibus non disputandum est, per quanto mi riguarda , per esser dei veri scrittori ci vuole altro non basta la fantasia visionaria. Secondo me si dovrebbe valutare in toto un autore, non solo leggendo fanfictions su Lady Oscar ma soprattutto scritti originali o poesie. Io preferisco non dare mai a nessuno/ a indicazioni riguardo le mie preferenze perché ognuno è diverso ed è giusto segua il suo istinto. A mio avviso le storie di Oscar meglio riuscite sono quelle di senso e di scopo, il contenuto non è meno importante della forma stilistica. Ti auguro una buona serata e mi aspetto in futuro grandi cose da te, hai grandi potenzialità . Ciao

Recensore Veterano
11/11/21, ore 17:23

Cara Dorabella,
sei sempre spietata con noi poveri lettori, tu!
La focalizzazione finale sul povero André, spettatore del bacio che mai avrebbe voluto vedere, e che nemmeno io avrei voluto vedere, si trasforma in un istante nella rivelazione di quello che André non ha mai osato sperare!
Lascio da parte citazioni colte freudiane e mi butto in un più prosaico "in vino veritas!".
Prosit!
complimenti,
Sett.

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