Ciao Light!
Che bello trovarti in questo fandom che abbiamo approcciato solo di recente entrambe. Ero curiosissima, quando ho visto che hai scritto una storia su Haikyuu, di vedere come l'avresti declinato, chi avessi scelto, di cosa avresti parlato. E, lo confermo ancora una volta, anche in "terra straniera", amo davvero quello che scrivi, come lo scrivi, la tua interpretazione e il tuo modo di vedere le cose. I miei studi di fisica sono parecchio arrugginiti e il liceo scientifico non mi annovera tra le sue alunne predilette eppure, quel 9.81, è qualcosa di inciso nella stele di Rosetta delle cose indimenticabili del nostro cervello. E da adesso non riuscirò più a non associarlo ad Hinata e alla sua perenne sfida contro la gravità.
Ho amato tutti i dettagli del canon disseminati qua e là – come la sua non proverbiale bravura nelle materie scolastiche, tranne...
Alla fine, lui è così: tenacemente attaccato al suo amore per la pallavolo, da questo spinto oltre i suoi limiti, a sfidare forze che lo vedono soggetto agli stessi limiti uguali anche per tutti gli altri, nemici ancora più terribili vista la sua piccola statura. In realtà, ho trovato geniale l'idea in sé di vedere la gravità come una delle tante avversarie di Hinata, o forse proprio L'avversaria. E lui la tratta con quel rispetto e quell'ammirazione che, nell'anime, dimostra per chiunque riconosca più forte di lui, senza per questo mai arrendersi o abbassare lo sguardo o, in questo caso, tentare di saltare meno in alto. La gravità è sua nemica e, paradossalmente, tenendolo a terra, gli dà “la spinta” di voler migliorare, di non essere un suo prigioniero. Ho amato questa tua interpretazione, la trovo perfettamente IC con i pensieri che potrebbero affollare la testolina rossa di Hinata, piena di candore finché non c'è un avversario da battere, fino a che la palla non si è schiantata nel campo avversario. Lo immagino pensare che, se la gravità vuole sfidarlo, peggio per lei, che non si farà intimorire. Ho amato anche quando immagina i pensieri dei compagni, ho trovato commovente il piccolo inciso su Yamaguchi, perché lui è sempre il secondo e solo lui può cogliere davvero il dolore, la sofferenza, dietro la battaglia contro questo nemico invisibile ma inesorabile che è la gravità.
Poi ho amato la descrizione dello stridio delle scarpe da pallavolo sul pavimento – amato, letteralmente. Perché è un dettaglio, allo stesso tempo, qualificante in toto il gioco e spesso, invece, quasi dimenticato da quanto frequente diventa il rumore in partita, tanto da non sentirlo più. Ma tu esalti ogni dettaglio, amplifichi ogni rumore, analizzi ogni pensiero e descrivi ogni spazio con una dovizia che è tua e che io adoro.
Insomma, sono felicissima che tu abbia esordito in questo fandom! Hai davvero un modo di scrivere chiaro, lineare ma che ti prende, ti affascina e ti acchiappa e che io (un po') ti invidio e per cui ti faccio (tanti) complimenti!
Ti mando un abbraccio forte,
A presto! |