Ciao, carissima!
Eccomi di nuovo qui a girovagare sul tuo profilo. Ricomincio da questo capitolo che mi è piaciuto tantissimo.❤️
La narrazione dalla prospettiva di Aethelred risulta molto limpida ed efficace per trasmettere i messaggi di cui è intriso il capitolo. È una prospettiva libera dall'odio e dalla sete di violenza, un'anima innocente e pura attraverso cui traspare la verità che qualunque personaggio di cui parli tiene nel cuore, che sia buono o malvagio.
Si intravede l'intenzione di un dialogo diplomatico e di pace tra i popoli che si stanno scontrando. Ed è bella la gioia di Aethelred, è prova di quella purezza nel suo cuore di cui parlavo. Ha accantonato qualsiasi sorta di astio, la gioia di rivedere suo fratello, - sangue del suo sangue - vince su tutto. Ma c'è l'ombra nera di Elsewith, che è tutto tranne fautrice di pace.
In questo momento anche la reazione che Ivar potrebbe avere durante quell'incontro è una mina vagante per Aethelred.
Ho provato grande dispiacere per lo stato d'animo di Aethelred. La sua sensibilità viene scossa da questa situazione di incertezza e di sofferenza.
Quest'uomo ha un cuore troppo puro per sopportare violenza e giustizie. Nell'incertezza di ciò che sarà si prende l'impegno di garantire la pace, qualunque cosa accada.
Con quella donna malvagia accanto al fratello è difficile auspicare un riavvicinamento tra i due. Una donna senza cuore li divide e questo dovrebbe già lasciar intendere quanto questa regina non sia una compagna adatta, specie per un re che deve guidare un popolo verso il benessere e che ha quindi grosse responsabilità verso generazioni di famiglie.
Da parte di Aethelred aleggia tra i due fratelli il rimpianto di un passato che è stato più disteso rispetto al presente.
La considerazione di Hvitserk è quella di uno spettatore esterno alla scena, è molto pragmatica e purtroppo anche molto realistica.
Alfred sembra come stregato da quella donna, il suo atteggiamento è la cosa più distante dal buon senso che esista.
Purtroppo la reputazione di Ivar lo anticipa e Alfred può approfittare di questo, non credendo nella sua sincera offerta di pace e attaccandosi peraltro ad una giustificazione religiosa.
Inaspettatamente Ivar tenta con la persuasione e questa è l'ennesima prova di quanto quest'uomo stia facendo un notevole percorso di cambiamento.
Il discorso di Alfred è molto da crociato (che di giusto avevano proprio niente nelle loro ragioni) e in questo suo pensiero ovviamente anche il fratello risulta dalla parte sbagliata della barricata, quasi contaminato dai pagani.
Per Althelred è un tuffo doloroso nel passato, un incubo che rivive e che cerca di superare in quel momento per trovare la forza di reagire, è indispensabile il suo intervento. Cerca di far rivivere quanto di buono possono ancora tutti vivere, l'unico presupposto è una pace totale e definitiva.
Aethelred incassa una serie di colpi bassi da parte del fratello che vanno ben oltre affari di guerra, sono questioni meramente personali che Ivar non può tollerare.
Ciò che realmente colpisce Alfred è l'amore che Ivar sa provare per qualcuno e questo è assurdo per lui; iniziano a insorgere i dubbi di averlo giudicato male, ma questo non sembra bastare per portare la pace.
Alla fine l'amore si dimostra l'arma più potente per spiazzare i nemici. Ivar è disposto anche a morire pur di vendicare l'amato da un'ingiustizia.
Aethelred è dilaniato al pensiero di perdere per sempre uno dei due uomini, nonostante le parole del fratello lo abbiano ferito lui lo ha già perdonato.
Mi è piaciuto tantissimo come hai gestito questo capitolo. Tra prospettive interne ed esterne alla scena, si è consumata una guerra verbale a suon di ragioni che, da parte dei vichinghi, erano animate solo da pace e amore.
Ti invio subito la recensione per l'altra long. ❤️❤️❤️
Un forte abbraccio,
Vale (sempre tua affezionata lettrice) |