Ciao!
Premetto che sono stata una lettrice silenziosa di molte storie che hai scritto – lasciati dire che l’Harry che sai rappresentare tu non ha rivali – poi, oggi, dopo essermi imbattuta in questa raccolta non ho più resistito e ho deciso di lasciarti un piccolo commento. Ignoravo l’esistenza della teoria alla base della raccolta, eppure nel giro di poco avevo fatto fuori entrambi i capitoli. Mi sono piaciuti molto tutti e due, ma quest’ultimo è davvero bello; un concentrato perfettamente riuscito di dolcezza e tenerezza. Niente di troppo smielato o zuccherino, ovvio, solo ripieno di quella delicatezza di sentimenti che ti fa sorridere, congiungere le mani sotto al mento e prorompere in un “Awww” lungo dieci minuti.
Ho trovato molto carino il fatto che la narrazione fosse in gran parte filtrata dall’interiorità di Poppy e come, alla fine, il lettore si ritrovi ad accordare i propri pensieri su quelli di lei: dal “Percy, le persone pietrificate non ti possono sentire. Avanti, lo so anche io che sono una Babbana!” al “Oh, ma che caruccio, è innamorato perso!” fino al “Ok, è un bravo ragazzo e pure divertente, lasciamolo dentro altri venti minuti.”
Ho sempre trovato Poppy uno dei personaggi meglio riusciti di HP. O meglio, uno dei più carini. È un personaggio super secondario che rimane sullo sfondo e non ha chissà che crescita a livello psicologico, eppure…non so, mi è sempre piaciuto parecchio. Sarà che aveva tutta la mia compassione, dovendo combattere ogni giorno con decine di studenti in piena crisi ormonale. Comunque, tutto questo per dirti che la Poppy di questo capitolo mi ha ricordato tantissimo l’originale.
Tornando alla teoria alla base della storia, trovo che sia carinissimo il fatto che Percy scelga di donare un po’ del suo tempo a Penelope. Come le dice anche lui, ha un sacco di cose da fare tra i compiti di Prefetto (Diggory…con lui arrivano sempre e solo guai!) e le lezioni, ma riesce lo stesso a passare in Infermeria per starle accanto, nonostante non ci siano dimostrazioni sul fatto che le persone pietrificate riescano davvero a percepire il mondo esterno. Se non è amore questo…
È stato piacevolissimo leggere di un Percy così giovane e impacciato. Infatti, nonostante quella facciata da “Prefetto perfetto”, rivela una timidezza unica. (Tra l’altro, non ho mai capito tutto l’astio nei confronti del povero Percy. Cioè, si può forse condannare qualcuno perché ambizioso? Si può forse condannare un ragazzo che, appena maggiorenne, sopraffatto dalla guerra, fa una scelta sbagliata? Gente molto più matura e importante di lui si è comportata in modo ben peggiore durante l’ascesa di Voldemort, se non erro. E poi, come si può condannare Percy dopo che è corso ad Hogwarts a combattere con tutto quel rimorso stampato in faccia? Peccato che si ricordi sempre la morte di Fred, invece del desiderio di vendetta con cui Percy, stravolto dal dolore, si getta sul Mangiamorte che ha appena ucciso il fratello. E poi, qualcuno pensa sul serio che lui possa essere stato d’accordo con il regime del Ministero di dare la caccia ai Nati Babbani?)
Tenerissimo il modo in cui continua ad aggiustarsi gli occhiali, rivelando un certo turbamento interiore, quando parla con Poppy. Gonfia il petto con orgoglio e fa vedere la sua spilla da Prefetto, ma alla fine è solo un sedicenne spaventato e innamorato.
Mi è piaciuto anche che Percy esponga le sue teorie sulle persone pietrificate, rivelando così la sua spiccata intelligenza e sete di sapere che emergono già dalla saga di HP.
Ok, senza farla troppo lunga, il tuo Percy mi ha conquistata all’istante.
La scelta di Sherlock Holmes è azzeccatissima. In primo luogo, mi piace sempre quando i dettagli della vita Babbana si scontrano con quella magica e poi, quale libro poteva essere migliore di quello, stando al mistero che aleggiava sulla scuola in quei momenti?
Frase preferita del capitolo, sicuramente questa: “Tutti i Babbani hanno due professioni? Questa cosa non me l’avevi detta, sarà difficile incontrare gli standard dei tuoi genitori.”
Spero che si sia capito come io abbia apprezzato moltissimo questa storia. A partire dallo stile, così accurato e attento anche ai più piccoli dettagli in grado di fare la differenza, fino alla caratterizzazione dei singoli personaggi in scena.
Lo so che non hai alcun bisogno di sentirlo dire da me, ma hai fatto un ottimo lavoro.
Non vedo l’ora di continuare a leggerti.
A presto! |