Ciao, erano giorni che non facevo che pensare a questa tua nuova storia e avevo una voglia pazza di leggerla, anche se questo capitolo della vita di Sissi è straziante (del resto lei ha avuto tutta una vita piena di sofferenze, lutti e tragedie), ero davvero tanto ansiosa di leggerlo e tanto contenta che tu abbia ripreso a scrivere anche su di lei, ci tengo tantissimo a questa storia e adoro il modo in cui riesci a trattare le tematiche dure e terribili con la massima delicatezza e dolcezza, oltre tutto facendo luce su dettagli storici che non conoscevo.
In realtà di questa vicenda sapevo solo che Rudolf, figlio di Sissi e Franz, si uccideva a Mayerling con la sua amante, ma tutto il resto per me è stato nuovo e affascinante, anche se tanto triste e malinconico. Già la prima parte della storia fa capire che il tono sarà tragico, infatti Elizabeth deve tornare in Baviera per vedere il padre morente per l'ultima volta. È doloroso leggere di come Ludovika sia devastata dal dolore, di come Elizabeth si senta perduta davanti al padre ora così fragile, eppure in questa morte c'è anche una piccola consolazione: Max muore come desiderava, accanto alle persone che ha amato e sotto il sole delle sue montagne e dei suoi boschi. Resta comunque un senso di famiglia, di un amore che supera anche la morte. Gli ultimi pensieri di Max sono rivolti alla sua "Lisi" (ora capisco perché hai scelto questo come nuovo nickname!) e al rimorso per non averle lasciato frequentare il suo primo amore, il giovane Richard: certo non sarebbe diventata Imperatrice d'Austria, ma chissà se non sarebbe stata davvero più felice, come in fondo sono stati i suoi genitori, rimanendo nel loro castello fino alla fine della loro vita.
Ben diversa è invece la vicenda di Rudolf, una vicenda triste non solo per lui, ma anche per la moglie Stéphanie, che lo aveva sposato con tanti sogni ed entusiasmo per poi scoprire che, a causa dell'infezione contratta per il suo comportamento libertino, lui non le avrebbe mai potuto dare un figlio maschio. Mi ha fatto piacere che tu ti sia soffermata anche sulla figura della moglie abbandonata, perché normalmente libri e romanzi parlano della tragica vicenda di Rudolf e Marie, che è senza dubbio una tragedia, ma è come se Rudolf non avesse avuto anche una moglie legittima che resta sola con la figlia Elizabeth senza forse comprendere in cosa possa aver sbagliato e deluso Rudolf: tu invece hai dato spazio anche alla sua personale sofferenza e la cosa non mi sorprende, perché tu sei brava proprio in questo, nel rispettare e dare importanza a tutti i personaggi, nel bene e nel male. È angosciante la scena in cui Rudolf bacia la sua bambina e poi Stéphanie cerca di fermarlo, magari i due non erano fatti l'uno per l'altra, le differenze tra loro erano troppe, ma nei matrimoni tra nobili non era certo l'amore la motivazione, spesso anzi venivano formate coppie destinate a una sicura infelicità. In questo caso probabilmente Rudolf non ha trovato in Stéphanie ciò che cercava, ma si capisce che la colpa non è stata sua né della moglie, i problemi di Rudolf nascevano da prima, dai contrasti col padre, dalle sue idee politiche, dalla sua insoddisfazione. Rudolf si è sentito sempre "sbagliato" e ha cercato di reagire come poteva, mi viene da pensare che forse neanche Marie avrebbe potuto renderlo felice, se anche fossero potuti stare insieme. Credo che il sentirsi disapprovato e giudicato dal padre sia stata una costante dolorosa nella vita di Rudolf, che ha cercato per questo altre soddisfazioni, in altre donne, in ideologie, ma senza mai trovare la pace perché non poteva ottenere quello che davvero voleva, ossia l'accettazione e l'affetto paterno. Le regole dure e soffocanti della corte, l'etichetta, gli obblighi lo hanno distrutto e per questo ha cercato conforto altrove, lui non era forte come Elizabeth e non ha saputo imporsi e ribellarsi davvero, le sue ribellioni sono state velleitarie e inutili e gli hanno fatto solo del male (come la frequentazione di prostitute che lo ha fatto ammalare di gonorrea). Marie sembra un ultimo raggio di sole nella vita dell'uomo, ma neanche lei può cambiare il destino di Rudolf, forse scritto già alla sua nascita, nella sua debolezza e fragilità caratteriale e fisica. Anzi, la tragedia di Rudolf finisce per travolgere anche lei, una ragazza ancora nel fiore degli anni e con tutta la vita davanti. Nonostante sapessi già come sarebbe andata a finire, ho sperato fino all'ultimo che il destino di Marie potesse essere diverso, che Rudolf riuscisse almeno a non portare con sé anche quel rimorso, che Marie non avesse capito e avesse accettato di ritornare a Vienna... Non riesco neanche a immaginare quanto possa essere stato straziante per Rudolf sparare alla sua giovane amante, a una ragazza che ha avuto solo la sventura di innamorarsi di lui; sentirsi responsabile della sua fine lo avrà fatto sentire ancora più "sbagliato", miserevole, meritevole della morte e di tutta la disapprovazione del padre e della nobiltà. La cosa più dolorosa è che Rudolf muore pensando che sia la cosa giusta da fare, non solo per se stesso ma anche per tutti coloro che gli sono stati vicino: Marie, che è morta per non lasciarlo; la moglie e la figlia che ha deluso; la madre che si strazierà per lui; il padre che non lo riteneva adatto a succedergli alla guida dell'Impero. Mi ha fatto male leggere dei suoi ultimi pensieri: "poi più avrebbe nuociuto a qualcuno". Quanto dolorosa e pesante deve essere stata la sua vita, per portarlo a credere che la morte non solo sarebbe stata una liberazione, ma anche che avrebbe liberato gli altri da una presenza scomoda.
Ancora una volta ti faccio i miei complimenti. Hai saputo trattare una vicenda così lacerante con estrema delicatezza e soprattutto mi hai fatto conoscere la vera storia di Rudolf e Marie in un modo che non avrei mai sospettato, perché in genere si parla della tragedia di Mayerling come di una fine inevitabile per una coppia adultera, a quei tempi e in quella posizione sociale. Tu invece metti in luce non la passione adulterina di Rudolf e Marie e neanche la sua vita sregolata, quanto invece la profonda infelicità che ha fatto di quest'uomo un predestinato a una morte prematura e straziante. Rudolf, così come Marie, Stéphanie, Elizabeth, è una vittima di un mondo chiuso e di regole opprimenti che, purtroppo, condizionano comunque anche la vita delle persone al giorno d'oggi e non solo di quelle in vista, anche di quelle comuni, perché la disapprovazione di un genitore è qualcosa che può condizionare in negativo tutta la vita di una persona, che sia l'erede dell'Imperatore d'Austria o meno.
Bellissimo capitolo, avevo sentito tanto la mancanza di queste storie che tu narri così magistralmente e con tanta partecipazione e spero di poter leggere al più presto altri capolavori come questo.
Un abbraccio e a presto!
Abby |