Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Doe    24/03/2012    5 recensioni
Avevo finito di scrivere questa storia "Delena" l'anno scorso, ma per errore l'ho cancellata da EFP. Convincendomi che "non tutto il male viene per nuocere" ho deciso di revisionarla, ho apportato alcune modifiche e corretto eventuali errori e oggi ho deciso di ripubblicarla. Spero tanto che qualcuno decida di (ri)seguirla e lasciare anche solo un piccolo commento. Aggiornerò rapidamente.
La storia riparte dall'episodio 11 della seconda stagione di The Vampire Diaries, con Elena segregata in casa, con Damon a farle da "balia", e Stefan imprigionato nella cripta insieme a Katherine.
CONCLUSA.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa: dedico questo capitolo ad un'amica, Valentina. Hai visto? Alla fine ti ho davvero inserito nella storia! :D

_________________________________

 

 

Capitolo 9 - GELOSIA

 

Elena guidava senza sosta e ad una velocità alquanto esagerata, per qualcuno che stava semplicemente facendo un viaggio per staccare la spina, per estraniarsi un po' dalla vita normale - per quanto la sua vita potesse essere considerata tale.

Da quando era uscita dalla pensione dei Salvatore - lasciandovi uno Stefan sconvolto e in lacrime - non si era fermata un attimo. Inoltre, mentre guidava sembrava spenta, come se non si concentrasse o osservasse realmente la strada che aveva di fronte, come se avesse inserito il pilota automatico. Ma non all'automobile. Era lei quella che guidava in automatico, mentre il suo cervello era impegnato in tutt'altro.

In quelle due ore circa, non era riuscita a soffocare i pensieri e i ricordi di tutto ciò che le era successo in nemmeno una settimana. Da troppo tempo essi attendevano, quasi in agguato, pronti ad assalirla nel momento esatto in cui si fosse trovata sola e triste.

Perché Elena Gilbert, doveva ammettere nonostante tutto, di essere triste. Aveva amato Stefan con tutta se stessa e oltre ogni limite e immaginazione - almeno così aveva creduto. E parte di quel sentimento era rimasto in lei, e forse sarebbe rimasto lì per sempre, e lei avrebbe provato spesso quella sensazione di triste malinconia...

Scacciò via quel pensiero.

No. Elena sapeva che era impossibile e che, comunque, esisteva una medicina alla tristezza, alla malinconia e all'eccesso di pensieri. La sua medicina, quella di cui si era scoperta innamorata giusto poche ore prima.

Quella medicina chiamata Damon Salvatore.

Solo lui era capace di farle dimenticare tutto; solo lui era capace di farla estraniare davvero dal mondo; solo lui sarebbe riuscito a farla sorridere, anche in un momento come quello... Solo con lui, Elena aveva scoperto il reale significato di "amare oltre ogni limite e immaginazione".

Damon era la sua medicina e la sua felicità. Lei aveva bisogno di lui, come dell'aria nei polmoni. Ed era egoismo puro, eppure era proprio ciò che Damon le aveva insegnato. Ad essere egoista. A pensare a se stessa, per una volta, in quella sua vita iper-organizzata e stressante, da brava ragazza buona e sempre pronta a donare agli altri.

Le aveva fatto capire che se lo meritava e che non doveva sentirsi in colpa se desiderava tanto essere felice, anche in momenti come questi, in cui il suo clone-vampiro di nome Katherine era tornato in città, in tutta la sua malvagità, e aveva sedotto il suo ex ragazzo-vampiro; in cui le sue due migliori amiche, Bonnie e Caroline, erano diventate rispettivamente una strega e una vampira; in cui un semplice liceale, da giocatore di football nella squadra della scuola, era diventato un licantropo in grado di sterminare un vampiro ad ogni morso; in cui l'ennesimo succhiasangue di nome Klaus, appartenente a una stirpe di vampiri antidiluviana, le stava alle calcagna.

Elena aveva il diritto di stare bene e di sentirsi felice. E Damon le aveva insegnato come fare, attraverso i suoi giochi, il suo affetto e i suoi sorrisi. Era stato capace di far resuscitare la Elena di un tempo, quella allegra, spiritosa e spensierata.

Al tempo stesso, Elena aveva insegnato a Damon molto sull'essere altruisti, buoni. Sul non vergognarsi dei propri sentimenti e non dover sempre indossare una maschera per celarli. Sul poter essere puro e provare emozioni umane, anche quando non lo si è più.

Avevano imparato molto, l'uno dall'altra, e questo - insieme alla comprensione, alla travolgente attrazione fisica, e all'amore più puro - era ciò che li univa.

Nonostante sapesse di aver ormai fatto chiarezza dentro di sé e aver capito che non desiderava altro che lui, Elena aveva comunque un'aria abbattuta quando fece il suo ingresso in quel Bar conosciuto mesi prima. E le tornarono in mente tanti ricordi, uniti alle parole di Damon: "Senti, prenditi una pausa di cinque minuti dalla tua vita. Cinque minuti!", le aveva detto.

Elena sorrise. Dai primi momenti aveva cercato di insegnarle a stare bene e a pensare alla sua felicità, e lei a malapena glielo aveva permesso. Ma adesso era tutto diverso. Adesso era pronta a stare con lui.

L'interno del locale era abbastanza affollato e Elena sentì gli occhi di almeno una ventina di uomini posarsi su di lei, nello stesso istante in cui la porta alle sue spalle si chiuse. Era irritante e imbarazzante al tempo stesso.

Avanzò - più con lo sguardo che con i piedi - alla ricerca di quel viso seducente e quegli occhi ipnotizzanti, trovandoli poco dopo, ad una notevole distanza da lei.

Elena esultò mentalmente. Era certa che l’avrebbe trovato lì. Ma, il tempo di avanzare di qualche passo nella sua direzione, bastò a far spegnere completamente il suo entusiasmo.

Damon sedeva ad un tavolo in compagnia di una ragazza a lei sconosciuta.

A Elena sembrò di ricevere un pugno in pieno stomaco; o meglio, si sentì come se qualcuno le avesse appena ficcato una mano nel petto e avesse estratto il suo cuore, gettandolo lontano.

E quello fu solo l’impatto.

In seguito, sentì le lacrime salirle agli occhi e l’apparente assenza di aria nei polmoni.

Ma soprattutto si sentì una stupida, perché gli aveva creduto davvero.

Aveva detto di amarla, di non desiderare altro che lei. Aveva detto che per lei ci sarebbe stato sempre e che l’avrebbe aspettata. E adesso, mentre rivolgeva i suoi sorrisi e le sue battute ad un’altra donna, aveva infranto tutte quelle promesse.

Cosa ti aspettavi?, disse una voce sarcastica nella testa di Elena. E’ Damon!

Pensò di uscire da quel locale a andare via di lì al più presto; almeno prima di scoppiare in singhiozzi davanti a decine di persone. Ma poi si ritrovò a pensare a ciò che Damon avrebbe fatto al suo posto, in un caso come quello.

Così, cerco di ricomporsi almeno un po’, si sedette su di uno sgabello di fronte al bancone e ordinò un bicchiere di whiskey.

Poi un altro e un altro ancora.

Ogni tanto gettava occhiate fulminanti in direzione del tavolo di Damon e della sgualdrina. Lui non aveva nemmeno notato la sua presenza e lei si soffermò a memorizzare e commentare i particolari della ragazza che gli stava di fronte.

Non le ci volle molto per ammettere che era indubbiamente bella, di un fascino decisamente diverso da quello di Elena. La pelle era chiara a pareva vellutata come una pesca, senza neanche l’ombra di un’imperfezione sul viso a forma di cuore. Un nasino leggermente all’insù, stava tra due zigomi perfettamente rosei. Persino da quella distanza riuscì a notare l’ammaliante sguardo da felino che aveva, con le ciglia arcuate e la forma dell’occhio leggermente allungata. I folti capelli biondo cenere le ricadevano in onde, leggere e un po’ spettinate, sulle spalle. Il suo sorriso era tanto bello quanto insopportabile.

Dopo non molti drink – visto che reggeva veramente poco l’alcool - , Elena cominciò a vedere le figure di Damon e della ragazza sdoppiate e non riuscì più a scorgerne i particolari.

Nonostante ciò, riuscì a distinguere chiaramente il movimento della mano della ragazza, che si alzò dal tavolo e si allungò per andarsi a posare su quella di lui.

Tutto il dolore provato fino a quel momento, unito all’alcool, si tramutò in vera e propria rabbia, mentre Elena, a grandi passi, toglieva la distanza che c’era tra lei e quel dannato tavolo.

Quando Damon la vide arrivare sgranò gli occhi e sussurrò il suo nome, ma Elena questo non lo notò. I suoi ardenti occhi scuri puntavano la sua preda.

<< Togligli le mani di dosso >>, ringhiò.

Occhi-da-gatta si accorse finalmente della presenza di Elena squadrandola dalla testa ai piedi, stupita.

<< Eh? >>

<< Ti ho detto di togliergli le tue luride zampe di dosso >>, ripeté Elena con più enfasi.

La bionda si accigliò. << Ma chi è quest’ubriacona? >>, chiese a Damon, che sembrava avere gli occhi spiritati, continuando a fissare Elena.

<< Ubriacona a chi? Stronza! >> e Elena si scagliò contro di lei, afferrandola per le braccia, graffiandola e tirandole i capelli. Non aveva mai provato un odio tale per nessuno, e la cosa sorprendente era che nemmeno la conosceva.

Finalmente Damon ritornò in sé e intervenne. Afferrò Elena per la vita e la allontanò, mentre lei scalciava con furia e gli urlava ripetutamente di lasciarla andare.

<< Scusala tanto, Valentina, è ubriaca! Non sa quello che fa >>, disse Damon alla bionda.

Valentina. Che razza di nome è?”, pensò Elena senza smettere di dimenarsi, tanto che Damon fu costretto a caricarsela sulle spalle, tra i continui urli di lei.

<< A me invece sembra che lo sappia, eccome >>, constatò Valentina. << E’ lei, non è vero? >>

Damon sorrise, illuminando gli occhi. << Sì, è lei >>.

Elena non capiva più nulla, ma la voglia di strangolare quella Valentina era ancora in lei.

<< Mettimi giù! >> urlò.

Un uomo basso, grasso e calvo, dall’aria sudaticcia, si avvicinò ai tre.

 << Ehi, amico, vedi di portarla via che mi sta spaventando i clienti >>, fece infastidito. Persino da dietro le spalle di Damon, la puzza che quell’uomo emanava riusciva a colpirla in pieno, dandole la nausea.

<< Io non credo >>, biascicò Elena, ripensando agli inquietanti omoni che l’avevano squadrata quando aveva messo piede nel locale.

Damon sghignazzò. << Subito >>, disse a ‘Monsieur Eau De Fogne’. << Arrivederci, Valentina. Mi ha fatto piacere rincontrarti >>.

<< Anche a me >>, sorrise lei. << Alla prossima! >>

Contaci”, pensò Elena sarcastica.

Usciti dal locale, Elena ancora si dimenava sulle spalle di Damon. Quest’ultimo le prese le chiavi dell’auto, dalla tasca dei jeans, e la caricò sui sedili posteriori dell’auto, mettendosi al volante.

Dopo non molto, non la sentì lamentarsi e biascicare più e ruotò lo specchietto retrovisore, scoprendola addormentata, come pensava.

Guidò fino a Mystic Falls e all’ultimo momento decise dove l’avrebbe portata. Sperando che Stefan non fosse in casa, Damon varcò la porta della pensione con Elena tra le braccia, che mugolava semicosciente.

A velocità disumana, furono al piano di sopra, dove Damon cominciò a riflettere sul da farsi.

La posò dapprima sul suo letto, ma lei si rialzò quasi subito e corse in bagno facendo in tempo a raggiungere il water e vomitarci dentro. Le corse dietro, le scostò i capelli dalla fronte e le sostenne la testa, posandole il palmo sulla fronte sudata.

Dopo aver rimesso tre volte, Elena si accovacciò sul pavimento freddo della stanza, premendovi la guancia destra contro, con gli occhi chiusi.

Damon si affrettò a riempire la vasca da bagno, immergendo nell’acqua alcuni sali, dopodiché sollevò la ragazza da terra - mentre lei lo implorava di lasciarla lì - la spogliò e la immerse nell’acqua.

Cominciò a lavarla, strofinando la spugna intrisa di bagnoschiuma in tutto il corpo, con gesti lenti.

L’aveva già vista nuda una volta, perciò non provò alcun imbarazzo, anche se ancora non si era abituato alla perfezione del suo corpo e a quanto fosse bella. Ogni tanto Elena, con gli occhi perennemente chiusi, sospirava.

Le lavò anche i capelli, glieli tamponò con un asciugamano, poi la aiutò ad uscire dalla vasca, facendole rindossare le mutandine e una camicia delle sue che la copriva fino alle cosce.

Poi, sollevandola nuovamente, la mise a letto sotto le coperte, sdraiandosi accanto a lei, deciso a non perderla di vista finché non si fosse addormentata completamente.

Lei cominciò a tastare il letto con le mani, come alla ricerca di qualcosa.

<< Da…on? >>, biascicò, provando ad aprire gli occhi, senza alcun risultato.

Il vampiro si sorprese. << Sì? >>, chiese avvicinando la sua mano a quella di lei. Lei gliela afferrò portandosela al viso e qui ad accarezzarle la guancia.

<< Fai l’a…ore co… me? >>

Damon strabuzzò gli occhi, incredulo. Diventò una statua di pietra mentre, sdraiato sul letto, osservava la ragazza più bella che avesse mai conosciuto dirgli, apertamente, di desiderarlo.

<< Ti pre…o! >>, insistette lei.

Quanto avrebbe voluto dirle di sì. Quando avrebbe voluto, anche senza risponderle, prenderla, attirarla a lui e farla sua, come quella volta. Risentire le sue mani sul corpo di lui, il suo respiro affannato, gli urli mal trattenuti… La bellissima sensazione di completezza che provava quando era unito a lei.

Ma non avrebbe ripetuto i suoi errori, non con lei. La amava troppo per potersi permettere di perderla ancora. Non l’avrebbe toccata finché lei non l’avesse voluto davvero, e questo comprendeva l’esserne realmente cosciente.

<< Ti voglio anch’io, Elena >>, si ritrovò a sussurrarle all’orecchio. << Ma non così >>.

Lei annuì, con la testa. << Ri…ani con me, però, ve…o? >>

Lui sorrise. << Sì, rimango >>, e lasciò che la ragazza posasse la testa sul suo petto, stringendola a lui.

<< Ti amo >>, le sussurrò quando credette che si fosse addormentata.

Poi sentì che il suo respiro non era poi così regolare.

<< Ti amo anch’io, Damon >>.

Per tutta la notte, Damon non riuscì a chiudere occhio.

 

_____________________________________

L'Angolo dell'Autrice

L'identità di Valentina non verrà approfondita, dopo, per cui, per i più curiosi, vi informo che non era altro che una vecchia amica/vampira italiana di Damon. La reale Valentina (come accennato precedentemente) è una mia amica cui avevo promesso un ruolo nella fan fiction. (:

E siamo QUASI giunti alla fine. Manca solamente l'epilogo (che pubblicherò Lunedì).

Lo scorso capitolo ha avuto molte più recensioni degli altri, vi ringrazio davvero! Il vostro entusiasmo nella storia gioca un ruolo importante, per me, nella scrittura. Mi sprona a dare il meglio di me per non deludervi.

Spero di non averlo fatto neanche questa volta.

Detto questo, ne approfitto per pubblicizzare la mia ultima One-Shot delena: "It was always him. It's always gonna be him." Spero davvero che la leggerete. (:

Un bacio,

Lisa

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Doe