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Autore: mavi    21/10/2006    6 recensioni
Cercava di prendere l’inchiostro ma, purtroppo per lei, la boccetta era di poco più distante e così era chiaro non ce l’avrebbe mai fatta.
Draco inclinò leggermente la testa, quando la vide ritornare seduta compostamente sulla sedia e prendere un grosso respiro.
“Madama Pince?”
Aveva una voce ansiosa e leggermente… stridula.
“Madama Pince, la prego, avrei bisogno di una mano."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ho visto che i vostri dubbi e le vostre domande sono un po’ tutte uguali, quindi vi risponderò globalmente, ma partiamo con ordine

Ho visto che i vostri dubbi e le vostre domande sono un po’ tutte uguali, quindi vi risponderò globalmente, ma partiamo con ordine.

Sì, è una Draco/Hermione (mi dispiace Killer… gioite voi altri!)

Se Hermione resterà cieca ed Harry è davvero morto?... Non posso parlare… (Continuate a leggere e tutto sarà svelato, in particolare il primo quesito tra breve)

Vi ringrazio ancora per tutte le stupende recensioni e spero di continuare ad appassionarvi così… Buona lettura :)

 

 

Cap. 4

 

L’aula di Difesa era aperta. In classe non c’era ancora nessuno, neanche la professoressa,  ma entrò lo stesso. Aveva bisogno di riflettere un po’, come aveva cercato di fare nella Sala Riunioni.

Strinse inconsapevolmente la lettera che aveva nella tasca e sospirò.

Era finita.

Quella lettera così formale e fredda diceva una cosa così enormemente importante e orrenda, che non gli sembrava vero stesse accadendo.

Pensò di nuovo all’incontro di prima, la Granger ne sarebbe stata felice. Tutti in quella scuola ne sarebbero stati felici, ed era per questo che avrebbe nascosto tutto il più possibile. Pensò anche a sua madre, probabilmente aveva pianto. Sicuramente l’aveva fatto, di nascosto… assicurandosi di non esser vista nemmeno dagli Elfi Domestici.

Man mano la classe si riempì ed arrivò anche Hermione Granger, abbastanza contrariata per la verità, con accanto un Ronald Weasley altrettanto alterato.

La professoressa Waag entrò in classe, salutò i suoi studenti ed ecco l’occhiata che ad ogni inizio lezione gli lanciava. Lo faceva di sfuggita, di nascosto, era brava ma lui lo era di più. Riusciva a cogliere tutte quelle piccole cose che gli avevano fatto chiaramente capire di non essere ben visto da quella donna. Non riusciva a capire il perchè, all’inizio, ma poi comprese che la professoressa si comportava semplicemente come tutte le altre persone.

Tutta quella storia era iniziata, precisamente, da quando aveva letto per la prima volta l’appello. La voce della donna era cambiata impercettibilmente quando lesse il suo nome e il primo sguardo che gli lanciò, fu il primo di una lunga serie. Una lunga serie che ancora stava scontando.

Lui era Draco Lucius Malfoy, non c’era altro da dire.

La lezione iniziò normalmente, la professoressa introdusse l’argomento Maledizioni e poi distribuì ad ognuno di loro delle pergamene sull’argomento. Sosteneva che il libro era poco esauriente su tale discorso.

“Signor Malfoy, le dispiace leggere?”

Avrebbe risposto di sì, che gli dispiaceva molto dover leggere e che aveva altro a cui pensare. Ma non gli sembrava il caso di peggiorare ulteriormente la sua situazione, in più, era oltremodo chiaro che quella fosse una domanda retorica.

Blaise, l’unico a cui aveva parlato dei suoi sospetti, gli lanciò un’occhiata ma lui non la ricambiò e si piegò sul libro.

Appena letto in silenzio le prime righe della pagina, Draco fu più che sicuro che non era una caso il fatto che la Waag gli avesse chiesto di leggere.

Iniziò la lettura con tono neutro e nella normalità più assoluta.

Le tre Maledizioni Senza Perdono sono state chiamate tali in quanto bandite dalla Costituzione Magica, queste tre Maledizioni sono, come sappiamo, la Cruciatus, l’Imperius e infine, l’Anatema che uccide: l’Avada Kedavra.

L’uso di una di queste Maledizioni ha come pena la prigionia a vita ad Azkaban.

E’, come si può facilmente capire, reputata Magia Oscura l’utilizzo di tali poteri e questi sono, purtroppo, di gran uso nelle schiere dei Mangiamorte* . Le tre Maledizioni Senza Perdono furono reputate illegali al tempo di…

“No, no. Aspetti, giù a pie pagina c’è un approfondimento sulla parola “Mangiamorte”. Leggiamolo.”

Assottigliò leggermente gli occhi, mentre guardava il falso sorriso sulle labbra della professoressa e sentiva i bisbigli dei suoi compagni. Anche loro avevano capito che cosa stesse facendo la Waag.

“Certo… I Mangiamorte sono i fedelissimi sostenitori di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Chiamato da questi con l’epiteto di Signore Oscuro, egli è il fautore della Prima Guerra Magica e della Seconda Guerra Magica ancora, terribilmente, in corso. I Mangiamorte vestono una tunica nera e coprono il loro viso con una maschera argentata che riporta le fattezze di un teschio…

“Sì, sì… ma saltiamo. Credo che queste cose le sappiate bene, alcuni più di altri…” e qui lo guardò apertamente con il risultato che tutti gli occhi gli furono puntati addosso.

“… Andiamo alle cose più interessanti. Più giù di cinque righi, grazie.”

“… Vanno seminando terrore tra i maghi Mezzosangue e i così detti Babbanofili. Seguendo gli ideali portati avanti dal loro Signore, i Mangiamorte compiono stragi di Babbani,  in quanto ritenuti da essi creature inferiori. Sono questi i criminali più ricercati da tutti gli Auror del Mondo Magico, tuttavia, l’astuzia che alcuni di loro dimostrano nel crearsi una perfetta maschera sociale, rende difficile questo compito ai Collaboratori della Giustizia Magica.

Molti Mangiamorte sono stati catturati e rinchiusi ad Azkaban, prigione sorvegliata dai Dissennatori*… Professoressa, c’è l’asterisco. Leggo l’approfondimento anche su questo?”

Interruppe la lettura e parlò in maniera dolciastra e molto educata, inclinando leggermente il capo.

“Oh no, no. Non credo ce ne sia bisogno, voi avete visto da vicino dei Dissenatori. Non è vero?”
La classe annuì.

“Credo li conosciate più che bene. Proceda pure con la lettura, signor Malfoy.”

“Come vuole… I Mangiamorte rinchiusi ad Azkaban sono condannati a sottostare all’effetto dei Dissennatori…Posso farle una domanda? Non stavamo parlando delle Maledizioni Senza Perdono?”

Sentiva che nella classe vi era agitazione mista ad eccitazione. Blaise, accanto a lui, era nervoso e tentò di richiamarlo alla calma.

“Draco...”

“Non le avevo dato il permesso di fare la sua domanda, signor Malfoy.”

“Oh mi scusi.”

“Comunque, qui siamo a Difesa Contro Le Arti Oscure e se questa non lo è! Ogni approfondimento è buono, voglio prepararvi al massimo. Lo faccio per voi. Ora continui la lettura, grazie.”

“Ho mal di testa, non posso continuare.”

Spostò il libro allentandolo da sé e vide Blaise socchiudere gli occhi, mentre la professoressa si girava verso si lui non molto felice della sua risposta.

“Draco… ti prego, almeno cerca di essere più convincente. Non la sfidare, non ti conviene.”

Non ascoltò per niente il suo compagno e guardava dritto negli occhi la professoressa, attendendo una risposta.

“Davvero? Fino ad adesso hai letto senza problemi, però. Ma non voglio insistere, non vorrei avere responsabilità nel caso si sentisse male. Le conviene passare da Madama Chips, a fine lezione. Signor Thomas, continui lei.”

Il Grifondoro Dean Thomas iniziò a leggere e Draco si rilasso sulla sedia, incrociando le braccia e continuando a guardare le professoressa Waag concentrata sulle righe della pergamena.

 

“Grazie signor Thomas.  Come avete potuto sentire da quello che abbiamo appena letto, i Mangiamorte sono tre le creature più orribili e pericolose in cui potreste imbattervi. Forse usare il termine “creature” sembra non essere adatto, sono sempre esseri umani, è vero, ma se voi sapeste cosa sono in grado di fare, allora forse capireste perché io uso questo termine e non arriccereste il naso. I Mangiamorte usano le Maledizioni Senza Perdono, lo fanno con piacere e la loro preferita è la Cruciatus…”

“Che ne dici Blaise, ha fatto un sondaggio?”parlò sottovoce e si avvicinò di più al suo compagno, che scosse la testa sogghignando.

“Ora voglio aprire un dialogo con voi, voglio che mi dite quale è il vostro parere su tutto quello di cui abbiamo trattato oggi. Abbiamo un quarto d’ora, e dobbiamo farcelo bastare. Coraggio, non siate timidi. So per certo che ognuno di voi ha una idea ben precisa a riguardo.”

La classe si riempì di bisbigli mentre la professoressa aspettava e Draco la fissava sempre più torvamente.

“Allora faremo così, inizierò io. Vi dirò cosa ne penso dopo aver vissuto una vita a contatto con certe cose. Certe cose che mi hanno convinta a diventare insegnante di Difesa, qui ad Hogwarts.

Ragazzi, prima di tutto sappiate che l’apparenza inganna. Le persone che dovete tenere più di tutte non sono quelle con una bacchetta in mano, ma quelle che tramano dietro. Quelle dalle “buone azioni” e dai sorrisi che sono più falsi e menzogneri dell’oro dei Lepricani.”

Draco sorrise. Oh quanto aveva ragione. Aveva appreso bene la professoressa.

“Non vendetevi mai al migliore offerente, a chi dice di darvi qualcosa come il potere in cambio. Non credete in sciocchezze come la diversità tra i maghi, e riponete attentamente la vostra fiducia…. Altrimenti, potreste capitare come il nostro Ministero. Ministero che si ripromette di non far capitare più cose del genere, ma che non si è accorto di niente per anni e che non si deicide a prendere delle soluzioni drastiche ma giuste. Credo che Azkaban sia fin troppo piena, i Dissenatori potrebbero anche non essere più numericamente all’altezza…”

Draco sentì qualcosa crescergli dentro e soffocargli il petto, rabbia e dolore per quelle parole. Sbattè lentamente le palpebre, per essere sicuro di aver sentito bene ciò che quella donna stava dicendo e si mosse sulla sedia.

“Ha qualcosa da dire, signor Malfoy?”

Rimase zitto per qualche secondo con le labbra socchiuse e poi si decise a parlare.

“Se ho qualcosa da dire? Forse lei ha qualcosa da dire, in più… perché ormai ha detto quasi tutto. Qui nessuno è stupido e l’abbiamo capito tutti, persino i Grifondoro, che fin dall’inizio lei voleva insinuare qualcosa con le sue parole, come anche la lettura… Io sono stato zitto fino ad adesso perché, anche se probabilmente non ci crede, la buona educazione non mi manca ma ora, mi scusi, credo che abbia davvero esagerato. Non credevo che un insegnante potesse arrivare a tanto. Perché non so se si rende conto che lei sta portando avanti un’opera generale di convincimento verso taluni principi, e ne sta insultando deliberatamente degli altri che, per quanto qui dentro molti possano ritenere sbagliati, sono comunque degli insegnamenti che le nostre famiglie ci tramandano. Lo sa benissimo che in questa classe, metà crede in quelle “certe cose”. E se ho capito bene, lei sta inoltre dicendo: “ammazziamoli tutti, sono troppi!”. Mi dica lei, ora, non vuole forse fare la stessa identica cosa che i sostenitori di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato cercano di fare da anni?”

Mentre la classe restava in silenzio, come anche l’insegnante, Draco si alzò.

“Ora, mi scusi, ma mi sono sentito insultato personalmente e credo che questa sai una cosa non permessa nel codice di comportamento di un insegnante, come è nei diritti dell’alunno di essere rispettato. Che ne dice, sono un bravo scolaro?

Con permesso me ne andrei, perché non ho intenzione di sentire altro e i miei compagni dovrebbero fare lo stesso, ma non dico niente.”

Si avvicinò a grandi falcate verso l’uscita.

“E non critichi così duramente il Ministero, sono certo che diverrà un suo grande amico! Buongiorno.”

Sbattè la porta dietro di sé e se ne andò per il corridoio, contento della su opera e sorprendentemente più… leggero.

Nella classe ci fu qualche secondo di silenzio, in cui tutti restarono immobili. Poi, i primi Serpeverde ad alzarsi e ad imitare Malfoy, furono Zabini e la Parkinson. Seguiti a ruota da Tiger e Goyle, che non sapevano se seguire o meno il loro “capo”.

Man mano tutti gli appartenenti alla Casa verde-argento abbandonarono l’aula e restarono solo i Grifondoro e i loro sussurri.

“Wow… però…”

Questo fu il commento di Ron, mentre Hermione continuava a guardare dritta davanti a sé, ripensando alla scena incredibile a cui aveva appena assistito.

Era certa che tutti i suoi compagni stessero pensando la stessa cosa, anche se di mala voglia. Il ragionamento di Malfoy non faceva una piega.

La Waag aveva in effetti esagerato, mai lasciarsi andare a commenti così liberi in una classe.

 Non era permesso fare quel tipo di “costrizione” né tanto meno insultare così personalmente un alunno. Be’ Piton lo faceva, anche più direttamente a volte, ma sempre per qualcosa che riguardava lo studio, la sua lezione. Mai aveva detto, in classe per lo meno, che i Puro Sangue erano migliori di altri o cose del genere, glene doveva dare atto.

Linda Waag  restava in silenzio, con le mani strette al bordo della cattedra e le labbra sottili. Questo le era stato detto da Ron ma Hermione ancora ripensava al comportamento di Malfoy e si chiedeva se lei, al suo posto, avrebbe reagito alla stessa maniera.

Aveva capito che il ragazzo era molto suscettibile all’argomento “padre”, se ne rese conto ricordando il tono che aveva usato poco prima, durante il loro incontro. O anche ragionando su quello che le era stato raccontato a sommi capi da Ron.

Il pomeriggio in cui cadde in una delle trappole di Hagrid, incontrando il Serpeverde nella stessa situazione, vi era stato uno scontro verbale tra Malfoy e un folto gruppo di studenti. L’argomento era ciò che i giornali trattavano, precisamente, un articolo dedicato completamente alla famiglia Black-Malfoy. E sia chiaro, non ne parlava un gran ché bene.

Ricordò quindi le parole di Zabini, “…non te la puoi prendere così tanto per quello che la gente dice…”, ed ora iniziava a comprendere il loro significato.

A quanto pare, Malfoy ne soffriva più di quello che voleva dare a vedere. La situazione non era delle migliori per lui.

“Bene ragazzi, la lezione per oggi è finita… Il rettore della Casa Serpeverde è Severus Piton , vero?”

La Waag ostentava una calma che non c’era e sentendo il tono della professoressa, gli studenti si limitarono ad annuire e restare in silenzio.

 C’era però una insana soddisfazione, o contentezza, nel sapere che la loro Casa da sempre nemica avrebbe probabilmente avuto delle grane. Era bello avere, ogni tanto, una figura importante come un professore dalla “loro parte”.

Il loro Piton? Forse…

“Bene, perché ho intenzione di parlare di questa storia con lui e anche con il preside…”

Dicendo questo, la donna gettò pesantemente un libro sulla scrivania.

“E’ inammissibile che metà classe abbandoni l’aula senza il consenso del insegnante!”

I Grifondoro restarono in silenzio ad ascoltare l’evidente sfogo nervoso della donna, tuttavia Hermione aveva la tentazione di alzare la mano e di dire la sua. Non per difendere Malfoy o i Serpeverde, no. Però questa volta non erano in torto… non completamente, diciamo. E sinceramente, la professoressa doveva rendersi conto anche di questo, a suo parere.

Gli studenti si alzarono, raccogliendo le proprie cose, e andarono via.

Ron la prese per mano, ormai era diventata un’abitudine per facilitare gli spostamenti, e la condusse verso l’uscita.

“Questa volta i Serpeverde avranno un bel da fare per uscirne indenni, e io spero proprio che non ci riescano… Magari li svuotassero la clessidra! Ah che cosa meravigliosa sarebbe! Adorerei quella donna per il resto della mia vita…”

Hermione stava per aprire bocca, ma Ron la interruppe subito.

“Sì lo so, lo so Hermione. La Waag ha sbagliato, cioè, non ha dire quelle cose… che sono giuste, ma a dirle in classe. Ora vedrai Malfoy come se ne approfitterà, per cercare di farla mandare via o non so che altro. Anche se ora che suo padre è ad Azkaban… Be’ comunque, per una volta i ruoli si sono invertiti. Per una volta non era Piton ad attaccare ingiustamente noi Grifondoro, ma una professoressa ad andare contro i Serpeverde. Non è fantastico?! Su Hermione, fai uno sforzo! Metti da parte il tuo senso di giustizia e goditi questo momento, potrebbe essere l’unico…”

La ragazza rimase zitta, pensando che in fondo Ron poteva aver ragione.

“Che ne dici facciamo un salto alle clessidre? No, forse è ancora presto.”

Rise per l’allegria del suo amico e si lasciò trasportare via.

C’erano ancora tante lezioni in programma per quella giornata e tante altre cose da fare.

 

Draco Malfoy era seduto in Sala Comune e fu contento di vedere arrivare, mano a mano, tutti i suoi compagni del sesto anno.

La Parkinson gli si sedette accanto, gettandosi sul divano.

“Piton non ne sarà felice, proprio no. Vedrai che toglieranno dei punti a Serpeverde…”

“Saprà come recuperargli, o meglio, come farci pareggiare con i Grifoni. Sai come funziona. Se noi perdiamo dei punti, il giorno dopo, durante le sue lezioni, ne fa perdere altrettanti ai Grifondoro… E’ geniale il vecchio Piton.”

Sentì Pansy sospirare ancora poco convinta, mentre gli altri studenti si accomodavano sulle poltrone o sui divani.

“E’ proprio odiosa quella Waag…”

Il commento di Blaise diede il via ad una lunga serie di apprezzamenti sulla professoressa, nessun Serpeverde mancava di dire la sua.

“Una Grifondoro, sicuramente. Mi gioco tutto che apparteneva a quella Casa della malora! Sempre se anche lei ha frequentato Hogwarts…”

“Ma ti pare!”

“E’ una zitella acida! Quasi quasi toglie il primato alla McGranitt…”

“L’avete vista la sua faccia, quando abbiamo preso e ce ne siamo andati?!”

“L’avete vista, quando è stato Malfoy ad andarsene?!”

“E’ insopportabile, con quei sorrisini poi!”

“C’è l’ha proprio con tuo padre, eh Malfoy? Cosa gli avrà mai fatto?”

Draco si fermò a riflettere su quella osservazione, forse Nott non sbagliava. Magari suo padre aveva davvero arrecato qualche danno a quella donna, ed ora se la scontava su di lui… Ma erano solo ipotesi, infondo.

Perciò che aveva visto e sentito, il suo “senso della giustizia” bastava e avanzava perché lui, figlio di Mangiamorte sfuggito alla legge per anni, fosse trattato così.

 

  
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