Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Wany97    25/03/2012    1 recensioni
Questa fict è perlopiù un esperimento. Data da un idea che faceva la danza del ventre nella mia testa già da un po.
Dal terzo capitolo:
-Turner, mai fidarsi dei Turner, finiranno sempre per fare cose stupide tipo.. Questa- Disse Jack. Il silenzio era sceso nella cabina. -Sono contenta ci siano persone così ben temprate su questa nave- Sibilò Nancy -Ma il problema è di tutt'altra natura, signore, ora, vuole chiudere quella bocca e lasciarmi parlare o devo fargliela cucire dalle mani poco delicate di un membro a caso dell'equipaggio?- Bill mugugnò un -Mi scusi capitano- Nancy tornò a guardare Jack.
-Non posso accettare che in una spedizione di simile portata sul ponte della Mia nave cammini la mia intera f..- Si bloccò, come se non gli venisse la parola. Angelica sbuffò rumorosamente -F..F..- Ripetè di nuovo il giovane capitano, incapace di continuare. Intervenne Jack, in risposta agli sguardi perplessi dei presenti -Quello che mia figlia vorrebbe dire è che non vuole sulla Perla tutta la sua f..- E fece un gesto eloquente con un braccio, accompagnato da uno dei suoi sguardi tipici alla "avete capito no?". Ma nessuno aveva inteso cosa stesse dicendo lui. -Massì dai, saprete tutto cos'è una f...-
Di nuovo quel gesto e quell'occhiata. Ma senza alcun risultato. Così accorse Jace -Oh insomma, padre madre e fratello- Semplificò -Ecco, si poteva dire anche così- Assentì Jack. Angelica, da dove si trovava, intervenne -Maledetti voi Sparrow e le vostre stupide maledizioni! Maldito!- Bill lanciò un occhiata perplessa a Gibbs, che sottovoce si affrettò a spiegare sia a lui che a Juliet -La maledizione degli Sparrow, non riescono a pronunciare la parola famiglia.-
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelica, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2


Raggiungere Port Royale sul mercantile non era piaciuto ne a Gibbs ne a Jack.
Erano stati sotto coperta quasi tutto il viaggio, a pulire la nave.Il primo ufficiale, un uomo costantemente ubriaco, non faceva che gridar loro nelle orecchie di muovere meglio quello spazzolone, tutto il tempo. Inoltre mancava il rum. E quando quello manca è sempre un problema. Ma finalmente raggiunsero i Caraibi e da lì, Port Royale
. Gibbs stava farneticando sulla prima volta in cui vi era approdato, quando scesero dalla nave e si avviarono sul pontile di legno.
- Sai Jack c'era una bellissima ragazza proprio laggiù, molto prosperosa, e io mi dissi che non potevo non andare a parlarci.. - Disse, camminando sul legno marcio- Ma certo - Borbottò Jack, avanzando sul pontile, fermandosi di tanto in tanto a scrutare qualche nave o qualche cima, mentre Gibbs gli stava dietro - E allora mi diressi verso di lei, sistemandomi l'acconciatura.. E sai cosa scoprì?- Continuò imperterrito - Non sto nella pelle dalla voglia di sentirlo - Borbottò di risposta Sparrow.
Mentre si fermava a rigirarsi tra le mani la cima penzolante di un imbarcazione - Non era altro che un uomo! - Finì Gibbs con enfasi, dietro di lui. Jack ruotò sui tacchi, girandosi a guardarlo
- Fammi capire - Disse, gettando indietro la cima - Tu mi hai assillato per tutto questo tempo riguardo a Port Royale, ciarlando di come ci sono arrivati gli inglesi e di come l'hanno colonizzato, per poi venirmi a dire che la prima bionda tutta curve che vedesti era un uomo? -Il suo tono si fece incredulo, mentre l'altro sembrava quasi rifletterci.
Mosse di lato la testa come per un ampia negazione e invece si ritrovò ad annuire - Siii, direi di si - Rispose, mentre Jack alzando gli occhi al cielo ruotava nuovamente sui tacchi, facendo scrocchiolare il pontile di legno sotto ai suoi piedi. Voltandosi a guardare la città che si estendeva davanti ai suoi occhi - Gibbs - Esclamò all'improvviso
- Si capitano? - Domandò questi, dietro di lui. Jack prese fiato e spostando il bacino in avanti chiese - Tu rammenti, immagino, se la dolce Elizabeth vivesse qui, non è così? - Gibbs si produsse in un sorriso - Ah! Jack! Quella dolce donzella aspetta il suo pirata, il capitano dell'Olandese Volante, sprechi le tue energie con lei, così come hai fatto in passato! - Esclamò. Jack si girò di colpo verso di lui - Io non ho sprecato proprio nessuna energia - Disse arricciando il naso - Può darsi che io abbia fatto qualche.. Tentativo con Miss Turner.. Ma sono un uomo rispettabilissimo e non la metterei mai in dubbie posizioni .. - Continuò. Gibbs ridacchiò, mentre Jack si girava di nuovo verso la città.

Il sole era alto nel cielo, quando cominciarono a camminare verso la villa degli Swaan. - Sai Jack, io non capisco perchè tu voglia andare da quella donna - Disse Gibbs, mentre arrancavano su una salita che li portava alla casa - Questioni fondamentali, ho un accordo, da proporle - Rispose il pirata, continuando a salire - Un accordo? -
- Precisamente, uno splendido, e aggiungerei onorevole, accordo - Finalmente raggiunsero la villa. Jack non ricordava male, questa era enorme. Eppure, c'era qualcosa che non andava. Nessun domestico in giro, nessun signore vestito di tutto punto - Come ci introduciamo nella villa? - Chiese Gibbs.
- Passiamo da una finestra? Scavalchiamo il tetto? Ci arrampichiamo su per la canna fumaria? - Domandò a raffica. In tutta risposta, Jack afferrò le maniglie enormi sulla porta e le sbattè, bussando. Gibbs si bloccò di colpo - Ma che... - Cominciò ma il portone s'aprì. Un maggiordomo, che assomigliava più ad uno zombie si affacciò dall'apertura e con una voce tra l'addormentato e l'annoiato chiese - I signori desiderano? -  Gibbs si fece avanti - Veramente noi... -
- Turner - Lo interruppe Jack - Noi cerchiamo chiunque in questa casa possegga il nome di Tuner -
Il domestico non sembrò sorpreso - Entrate - Disse loro, facendo segno di passare. Si trovarono in un ampio ingresso, dove da un lato un' apertura ad arco conduceva verso il salotto, e dall'altro salivano delle scale, sotto alle quali c'era una porta, che probabilmente dava sulla cucina. - Voi siete i signori? - Chiese il maggiordomo - Gosshist, siamo i fratelli Gosshist - Disse Gibbs. Il maggiordomo annuì - Aspettate un attimo -  Disse, salendo le scale. Jack si voltò verso Gibbs - Gosshist? - Chiese sbuffando
- Non mi veniva in mente nient'altro - Esclamò questi a mo di scusa. Il maggiordomo ridiscese poco dopo. - Il signor Turner sarà qui a momenti, signori Gosshist - Disse. I due si bloccarono e si scambiarono uno sguardo sorpreso - Il signor Turner? - Ripetè Gibbs. Il maggiordomo annuì - Si, ma vedete di non intrattenerlo troppo, con tutto il rispetto, un po di decenza, ha appena perso la madre - Jack sentì un presentimento farsi largo nella sua mente - La madre? - Ripetè. Lui annuì - La signora Elizabeth Turner, brutto colpo per tutti, in questa casa - Dietro di lui, Gibbs imprecò. (Continua nello stesso capitolo)



L'ago della bussola indicava chiaramente di procedere dritto per le stradine di Port Royale. Precisamente per quella stradina. Colma di gente. Il ragazzo chiuse il coperchio dell'arnese, esitò un istante, evidentemente insicuro su come procedere, e poi prese a scuoterlo con vigore. Quand'ebbe finito riaprì il coperchio e fissò l'ago della bussola.
Indicava, come prima, di avanzare dritti per la via piena di gente. Jace guardò di nuovo l'ago titubante. "Quello che desidero di più è un modo per imbarcarmi sulla perla" si ripetè.
Già, peccato che la nave fosse ormeggiata oltre le alte scogliere, lontana da quello stupido centro urbano. Il ragazzo si infilò la bussola nella tasca dei pantaloni, e percorse la via. Qua e la c'era qualche bancarella, perlopiù venditori di frutta e verdura, e qualche pescivendolo. Un ragazzino si faceva largo tra la folla gridando gli annunci dei giornali, e qualche donna sfoggiava un abito nuovo. La monotonia degli inglesi stupiva sempre Jace, erano davvero noiosi. Continuò a camminare imperterrito. Doveva starci attento, a mostrarsi in pubblico. Fin troppi declamavano che fosse troppo riconducibile a suo padre.
Con quei capelli neri, che fortunatamente non erano lunghi come quelli del vecchio, e gli occhi marrone scuro, un po brilli. Nancy ribadiva spesso che i due si assomigliavano, ma lo faceva solo per reclamare quanto li detestasse entrambi. Salire sulla nave con lei sarebbe stata di certo una seccatura. A un certo punto sbucò in una piazza.
Ampia, circolare. Lì c'erano molte più bancarelle, e anche molti più soldatini vestiti di tutto punto. Jace camminò come se niente fosse, scrutando ostinatamente le bancarelle, come se un indizio potesse sbucare dal nulla. Arrivato al confine della piazza riaprì la scatolina nera, e fissò intensamente l'ago.
"Un modo per convincere quella bas.. Nancy, a farmi imbarcare.." Ripetè, mentre l'ago girava. E gli indicava di tornare indietro. Anche le bussole ora, si prendevano gioco di lui? Fece come indicava l'ago, sbuffando. Il sole era già alto nel cielo, qualche ora dopo, e Jace aveva percorso quella piazza da tutte le angolazioni possibili e inimmaginabili.
Sbuffò, ripercorrendola, sta volta passando perfettamente dritto tra la schiera di bancarelle. E poi qualcosa gli andò addosso. O meglio, lui finì addosso a qualcuno.E gli cadde sopra. Riuscì a issarsi sui gomiti per staccarsi un po dalla figura. Era una ragazza, con occhi verde smeraldo e capelli biondi, che le cadevano boccolosi attorno al viso.- Buondì madmoiselle
- Disse Jace, sfoderando un sorriso sghembo. La ragazza lo guardò di traverso - Buongiorno signore, avreste forse la cortesia necessaria per togliermisi di dosso? - Borbottò. L'espressione di lui non cambiò - Non so a dire il vero se io gradisca togliermi.. Voi ne siete sicura? Dopotutto questa posizione è.. - Si bloccò. Il sorrise scomparve immediatamente dalle sue labbra, sostituito da un espressione seria, che raramente gli si vedeva in volto. Dallo scollo della ragazza emergeva una catenina d'oro.
Il medaglione, altrimenti nascosto nell'abito, per metà sporgeva dal busto, probabilmente a causa della caduta. Era d'oro. Tondo, con al centro un teschio dal quale partivano delle sciabole che arrivavano oltre la circonferenza esterna. Era da pirata. Era quel medaglione. Il ragazzo si tirò in piedi, scrollandosi di dosso la polvere.
Porse la mano alla ragazza, per aiutarla ad alzarsi, negli occhi una scintilla che brillava. - Sono desolato, madmoiselle - Disse - Ma vedete, ero così impegnato a guardare le bancarelle.. Piuttosto - Aggiunse, quando questa afferrò la sua mano e si alzò. Lui non la mollò, ma si esibì in un galante baciamano - C'è qualcosa che posso fare per voi? Sapete, per scusarmi è chiaro -
Lei negò con la testa, allontanando il prima possibile la mano da quella del ragazzo - Facciamo finta che non sia mai accaduto? Cosa ne dite? - Fece per andarsene, ma Jace le afferrò un braccio - Il medaglione che tenete al collo, signorina, dove l'avete preso? - Chiese, guardandola. Lei lanciò un occhiata alla stretta che lui aveva sul suo braccio - Questi non sono affari che vi riguardano, signore. - Disse. Con uno sguardo franco. Jace non si scoraggiò - Io direi di si - Ribattè, poi le mollò il braccio - Non è che per caso voi siete la signorina Norringhton, vero? - Un lampo d'irritazione, stupore e sospetto, curioso quante cose messe assieme poteva provare una donna, le balenò negli occhi verdi. Così verdi, notò Jace. Verde smeraldo. Verde baleno. - Si - Disse lei - Sono io - Jace annuì guardandola. - Sono a conoscenza del fatto che vostro padre sia morto - Disse
- Tanto tempo fa, ho sentito, vi porgo le mie condoglianze - Juliett lo guardò sospettosa, era chiaro che non si fidava di lui - è morto prima che nascessi - Disse - Non lo conosco nemmeno - Tentava di mantenere un espressione composta, ma agli occhi attenti di Jace non sfuggì la piega triste del suo volto - Vorreste incontrarlo - Disse, guardandola. Lei piantò i suoi occhi duri in quelli di lui - Perdonatemi la schiettezza signore, ma non sono affari vostri - Lui si rianimò in un ampio, beffardo sorriso - Oh si, invece - Sorrise - Ho una cosa da proporvi.. Miss Norringhton - Lei lo guardò - Sono tutta orecchie.. Signor.. - - Coleman - Esclamò lui - Jace Coleman - Sorrise. Nancy non avrebbe potuto rifiutare, ormai aveva il suo biglietto di sola andata per la Perla Nera.
 
Bill Turner era la copia sputata del padre. Coi capelli e gli occhi castani. Gibbs pensò di vedere un fantasma, mentre lo guardava scendere le scale e raggiungerli. Davanti a lui Jack era immobile, ma dietro a quella calma apparente era ovvio che si celasse qualcosa. Il ragazzo aveva profonde occhiaie a solcargli il volto, probabilmente segno che non avesse dormito a causa del lutto. - Jack - Sussurrò Gibbs - Forse dovremmo, si sai, andarcene.. -
- Sciocchezze, non prima di aver conosciuto il grazioso figlioletto di Wiliam - Replicò questi, con gli occhi puntati verso il ragazzo che veniva loro incontro. - Buondì signori - Disse proprio lui, avanzando verso di loro e porgendo a Jack la mano. Che piegandosi sulle ginocchia un poco si protese per osservarla. Gibbs tossichiò imbarazzato, mentre il pirata alla fine si risollevava e stringeva la mano del ragazzo. - Buondì - Disse, con un sorriso a trentadue denti. Che il ragazzo non ricambiò - Mi cercavate, signori? - Chiese. Jack aprì la bocca per rispondere, ma Gibbs lo precedette
- Veramente noi ora volevamo andarcene, non è vero, Jack? - Questi , senza nemmeno guardarlo scosse la testa, fissando sempre il ragazzo, gli occhi che luccicavano - Bill Turner.. Bill... - Si voltò verso Gibbs, protendonedsi con la schiena verso di lui  - Ed io che credevo lo avessero chiamato Jack in mio onore, quando vedrò il caro Wiliam questi mi sentirà, eccome se lo farà - Gibbs, intuendo che non c'era verso di andarsene sbuffò. - Conoscevate mio padre? - Chiese Bill sorpreso. Jack annuì, rigirandosi verso di lui - Grande uomo, Wiliam Turner - Esclamò sorridendo, Gibbs dietro di lui aggiunse
- Degno figlio di SputafuocoBill daltronde - Jack annuì - Gli ho salvato la vita, sai? - Aggiunse sorridendo guardando Bill, mentre si sporgeva lievemente verso di lui - Si, e questi pure, ti ha levato dalla forca almeno due volte - Bill li fissava confuso, mentre che la stanchezza che poco prima gli si leggeva in volto andava diminuendo, sostituita dalla curiosità - Senti - Disse Jack - Che ne dici se ora ci sediamo, mangiamo o beviamo il thè come fate sempre voi bravi inglesi? Così almeno io ti spiego il motivo per il quale siamo qui e tu... Ci ascolti - Finì di parlare. Strano ragazzo quel Bill Turner, ma assomigliava molto al padre.
Eppure sicuramente c'era un modo per sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Bastava smuovere i tasselli giusti e sarebbe tornato sulla Perla.

NOTA DELL'AUTRICE
Buonsalve^^
Spero bene per voi che conosciate la cartina della vostra casa, e sappiate trovare il bagno, più precisamente il trono, dove vomitare. Lo so, capitolo un tantino deludente. Innanzitutto quella sottospecie di profezia... Non sono ne un genio con le rime, ne amo le poesie, mettete assieme le due cose e troverete quando difficile sia stato trovarne una che un po ci si avvicinasse. Quindi, perdono!!! Inoltre ditemi un po voi come va i miei tentativi di fict con Jack, perchè effettivamente non è proprio facile renderlo il piu realistico possibile. Comunque, l'idea c'è ancora! E mi balla nella testa, questa volta un bel valzer xD Quindi aggiornerò al più presto, sforzandomi di partorire un capitolo migliore!! Vabbè va' Vi chiedo di recensire, di nuovo, ma solo per comunicarmi se avete trovato il trono in tempo, o casomai vostre eventuali impressioni, comprendi??
Wany
  
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