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Autore: AryYuna    28/03/2012    7 recensioni
“ « Il fatto strano, Harry, è che potevi non essere tu. La profezia di Sibilla poteva applicarsi a due giovani maghi: entrambi nati quell’anno alla fine di luglio, e i genitori di entrambi facevano parte dell’Ordine della Fenice ed erano sfuggiti a Voldemort tre volte. Uno, naturalmente, eri tu. L’altro era Neville Longbottom » ”
E se Voldemort avesse scelto Neville?
Rating alzato ad arancione per una scena del capitolo 13.
ATTENZIONE: questa fic non è stata abbandonata, ma è temporaneamente sospesa.
(messaggio aggiornato al: settembre 2015)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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   Uhm… mi sto giocando i seguaci con questi ritardi XD Ringrazio di cuore Alohomora, Erodiade e Mirwen che hanno recensito l’ultimo capitolo, e tutti quelli che hanno letto e non commentato.

Capitolo 8



   William “Bill” Weasley si svegliò, per la prima volta in vita sua, prima ancora che il sole sorgesse, col cuore che batteva forte per l’eccitazione. Era il 29 novembre del 1981, faceva più freddo della media stagionale e lui compiva undici anni. L’infanzia era finita, e di lì a qualche mese avrebbe fatto anche lui parte del mondo magico. Nei giorni successivi avrebbe anche potuto finalmente acquistare la sua prima bacchetta! Non vedeva l’ora di andare da Olivander coi suoi genitori e la schiera di fratelli, certamente invidiosi perché avrebbero dovuto aspettare ancora…
   Si alzò, si lavò e si vestì, e scese in cucina che erano appena le sette e mezza. Diede uno sguardo alla finestra. Quando sarebbe arrivato il gufo con la sua lettera?
   Nel giro di mezz’ora l’impazienza ormai si era impossessata di lui, e la sua mente aveva già partorito una decina di scenari devastanti: e se il gufo si fosse perso? E se si fosse scontrato con uno di quegli arei babbani? E se avesse perso la lettera? E se Silente si fosse dimenticato di mandargliela? E se…
   Fortunatamente sua madre scese in cucina a metà della ventesima possibile catastrofe, e dopo un iniziale momento di stupore nel vederlo in piedi a quell’ora, gli si avventò contro per abbracciarlo commossa.
   « Oh, il mio tesoro ha undici anni! » fu l’unico suono che Bill riuscì a distinguere tra un bacio e l’altro. Mentre cercava di affermare la sua ormai adulta età - e sopravvivere al soffocamento - Bill vide raggiungerli anche il padre, che sfoggiava un sorriso orgoglioso nonostante la stanchezza.
   « Allora sono undici » disse liberando il figlio dalla stretta della moglie e scompigliandogli i capelli.
   Bill annuì fiero di sé, poi Molly si affrettò ai fornelli per « preparare una colazione degna di questo giorno speciale ».
   I suoi fratelli scesero quasi un’ora dopo, e dovette aspettare che si svegliassero anche Ron e Ginny prima di potersi dare all’entusiasmante attività di apertura dei regali - che erano un bel po’, considerando la moltitudine di zii e zie che aveva: un libro sul Quidditch, uno di leggende, dei vestiti nuovi e…
   «Un gufo! » esclamò quando suo padre rientrò dopo una breve escursione nel giardino sul retro con una gabbietta in mano.
   I suoi fratelli emisero profondi “oooh” di ammirazione, mentre lui apriva la gabbietta e il gufo ubbidiente gli si posava sul braccio teso.
   « È stupendo! Grazie mamma, grazie papà! ».
   Ma il più bello doveva ancora venire. Erano a metà della colazione quando un altro gufo fece il suo trionfale ingresso nella cucina: il gufo di Hogwarts.
   Mentre Charlie, Percy e i gemelli gli saltavano intorno, e persino i due piccoli si sporgevano verso di lui interessati, Bill prese la busta preziosa dal becco del gufo, e la aprì.
   Ora era ufficialmente un mago.
   
   Il provvedimento successivo attuato dal governo Crouch portò squadre di Auror a pattugliare ventiquattr’ore su ventiquattro Diagon e Nocturn Alley e i villaggi a maggioranza magica del territorio britannico. Molti furono gli arresti, e molti altri seguaci di Voldemort furono eliminati appena sorpresi in attività anche solo presuntamente illegali.
   Nel giro di due giorni dal suo insediamento, Crouch aveva portato un pesante clima di terrore tra le schiere dei Mangiamorte e di quanti si muovevano al limite della legalità. Ma il Signore Oscuro di questo non si preoccupava. Nessun Ministro poteva nulla contro di lui, e nessun provvedimento sarebbe mai stato sufficiente a fermare la sua cerchia più interna di Mangiamorte, composta dai maghi più potenti della società, e a lui più fedeli.
   Sollevò lo sguardo dal cadavere della sua ultima vittima steso poco lontano da lui. Disgustoso babbano, aveva osato parlargli, chiedergli se fosse ubriaco… e poi puntargli contro uno aggeggio di metallo quando lui lo aveva guardato come è giusto guardare un essere inferiore. A quanto aveva capito, il babbano si illudeva di spaventarlo con quella diavoleria babbana… come se fosse possibile spaventare il Signore Oscuro. Scavalcò senza troppo riguardo il corpo del poliziotto, tornando a passeggiare per le strade di Londra, osservando nauseato le automobili babbane che iniziavano a riempire le strade.
   Esseri inferiori. Era stato un errore per lui girare per le loro strade, mischiarsi alla feccia, ma era da tanto che non metteva piede nel loro mondo, e aveva voluto vedere coi suoi occhi il modo in cui questo era cambiato. L’aria era pesante di quello che i babbani chiamavano “smog”, le automobili occupavano metà della strada, così che la gente doveva stare attenta a come passava da un marciapiede all’altro, e il cielo era quasi invisibile. I babbani stavano distruggendo il mondo, i loro libri per bambini parlavano di una magia inesistente e sedicenti maghi facevano trucchi squallidi con carte e fazzoletti.
   Irritato, si Smaterializzò incurante di eventuali occhi indiscreti - il popolo magico non doveva vivere nascosto come i peggiori criminali, doveva dominare gli inferiori! - diretto dal più giovane dei suoi più fedeli: Bartemius Crouch jr.
   Nonostante il padre fosse stato eletto Ministro della Magia, Barty jr non aveva sconfessato il Lord e la sua causa, si era anzi Smaterializzato a Little Hangleton appena il Ministero aveva diffuso l’esito delle elezioni, si era inginocchiato di fronte al Signore Oscuro e scoprendosi l’avambraccio aveva giurato che nulla sarebbe cambiato per lui. Si era persino offerto di pronunciare anche il Voto Infrangibile per dare prova della sua fedeltà.
   Il giovane Crouch lo accolse con la cerimoniosità che si confaceva al loro Lord, e gli offrì il meglio che una casa di un degno - benché giovane - mago poteva offrire. L’elfo domestico che gli tolse il mantello si inchinò a toccare terra col naso, e rimase in quella posizione finché lui e il suo padrone non furono svaniti dietro l’angolo del salotto.
   « Ho una missione per te, mio fedele » annunciò ai due senza preamboli. Bart, senza mostrare sorpresa: era sempre pronto a ricevere i suoi ordini quali che questi fossero. « Crouch si illude di averci messi con le spalle al muro, senza capire che così protegge gli inferiori babbani, lasciando loro il mondo che con la violenza ci hanno sottratto. Per rispetto alla Casa del mio antenato, che ha ospitato la sua presenza indegna, ti chiedo di andare da lui, e… fargli capire i suoi errori. Se questo non dovesse bastare, gli farò personalmente visita, per assicurarmi che non ne faccia mai più » disse.
   Barty rimase a capo chino.
   « Come desiderate, mio Lord » rispose senza esitazione.
   Soddisfatto, Voldemort lasciò il giovane e prese il mantello per recarsi da villa Lestrange.
   
   Consapevole di aver pestato più di un pericoloso piede, Crouch si era fatto affiancare da tre dei migliori Auror del Dipartimento Difesa che avevano il compito di proteggerlo da qualsiasi ritorsione da parte dei seguaci del Lord Oscuro. Ma ciò che accadde era ben diverso da qualsiasi cosa si fosse aspettato.
   Quando, poco dopo essere rincasato dal lavoro, sentì bussare alla porta, Winky fu mandata ad aprire scortata da un Auror.
   « Padron Barty, è tornato il padroncino! » annunciò saltellando allegramente l’elfa.
   Mary Crouch si illuminò, e corse ad accogliere il figlio abbandonando sulla poltrona il lavoro di ricamo su cui era impegnata. Il marito congedò l’Auror e la seguì con più calma.
   « Ciao mamma, ciao papà » salutò il ragazzo abbracciando entrambi e affidando il mantello all’elfa di famiglia.
   Sua madre gli accarezzò teneramente il viso, commentando quanto ai suoi occhi il figlio sembrava cresciuto in quei pochi mesi trascorsi dall’ultima volta che lo aveva visto; Barty sr, invece, mantenne un atteggiamento più distaccato, anche se sul suo volto c’era l’ombra di un sorriso.
   Winky corse via appena dopo aver accompagnato i tre padroni in salotto, e ne tornò poco dopo portando un vassoio di biscotti e del the. Sorrideva da un orecchio all’altro, e la cosa faceva un buffo effetto sul suo viso di elfo.
   « Padron Barty » disse timidamente al ragazzo, « Winky è felice di vedere te tornato ».
   Il ragazzo le sorrise amabilmente, prendendo il the e i biscotti, e trascorse una tranquilla serata chiacchierando coi genitori del suo lavoro. Erano quasi le nove di sera quando il discorso si diresse lentamente verso la politica.
   « Il “terrore Crouch”, l’hanno soprannominato i giornali » buttò lì quasi per caso Barty, sorridendo divertito, ma suo padre fu subito molto serio.
   « A mali estremi, estremi rimedi » rispose.
   Mary lanciò un’occhiata turbata al marito. Sapeva cosa stava per avvenire, quando si parlava di politica Barty sr e Barty jr non riuscivano ad andare d’accordo.
   « Mali estremi? » ripeté Barty senza smettere di sorridere. Prese un biscotto dal piatto ormai semivuoto, e ne addentò un pezzetto con educazione.
   « Pericolosi criminali, che si trincerano dietro un ideale folle, pronti a seminare il panico tra i maghi e le streghe perbene. Hanno cercato di attaccare in pieno giorno fuori la Gringott! Beh, se la Bagnold non era capace di prendere le giuste contromisure - o forse era solo un’incompetente, poco importa - la situazione è cambiata, ed è ora che se ne rendano conto, quei pazzi. Se ciò di cui hanno bisogno è qualcuno che agisca con pugno duro, beh, sono pronto. Dopotutto, il pugno duro è l’unica lingua che la gente capisce ».
   « Il Signore Oscuro sta usando pugno duro » rispose lentamente il ragazzo. Il sorriso aveva fatto posto ad un’espressione seria, ma ancora calma.
   Mary rabbrividì. Barty aveva iniziato ad interessarsi all’ideale di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato già a Hogwarts, e lei non aveva dubbi che avesse continuato anche dopo aver lasciato la scuola. Ma non lo aveva mai sentito parlare apertamente dei metodi del Signore Oscuro. Da ciò che aveva inteso lei, suo figlio condivideva di quell’uomo l’idea, non i mezzi.
   « Il Signore Oscuro? Quel pazzo è schiavo delle sue ambizioni, e si fa seguire da dei decerebrati che cercano scuse per alzare la bacchetta ». Barty ebbe un fremito all’insulto di suo padre verso il suo signore, ma mantenne un’aria composta. « Qualsiasi sia il suo ideale lui è solo uno sciocco che si fa servire da gente inadeguata » proseguì Barty sr senza accorgersi di nulla. « È un omicida, un ladro, un disgustoso criminale » proseguì infervorandosi.
   « È l’erede di Salazar. E sta riportando l’ordine alla società » ribatté Barty, e una parte di lui era stufa di mantenere la calma di fronte ai toni irrispettosi del Ministro.
   « Omicidi? Furti? Terrore? Sarebbe questa l’idea di ordine del tuo idolo? ».
   « “Terrore Crouch” » replicò il ragazzo, e quasi sputò le parole. « Mi sembra che i suoi metodi non ti facciano così schifo ».
   « Io sono la legge. E la legge autorizza Auror addestrati ad uccidere dei criminali prima che possano fare del male alla brava gente ».
   « I babbani non sono brava gente! » si accalorò Barty.
   « E quanti babbani credi ci siano a Diagon Alley? » obiettò con disprezzo il Ministro.
   « Più di quanti dovrebbero essercene, armati delle loro bacchette rubate col benestare di quel vecchio pazzo che apre Hogwarts ai figli di quegli esseri inferiori! » gridò il ragazzo alzandosi di scatto.
   Barty sr fu subito di fronte a lui, e Mary gemette alzandosi a sua volta.
   « Per favore… » mormorò.
   « Non tollero che mio figlio osi alzare la voce con me ». Il tono dell’uomo era calmo, i suoi occhi puntati in quelli del ragazzo.
   « Salazar si sta rivoltando nella tomba, vedendo che feccia ha frequentato la sua nobile Casa ».
   Suo padre gli diede uno schiaffo. Sua madre strillò, frapponendosi tra i due. Mise le mani sulle spalle del marito, guardandolo con gli occhi spalancati.
   « Barty, per favore… » balbettò. Ma lui non la guardò nemmeno, continuava a fissare il sangue del suo sangue che gli restituiva uno sguardo carico d’odio.
   « Ho fatto bene ad abbandonare questa casa. Non è la casa di un vero mago, di un Serpeverde. Sei solo uno schifoso filobabbano, e voglio che tu sappia una cosa: il Signore Oscuro odia i filobabbani ancor più di quanto non odi gli stessi babbani. Siete voi la rovina della società magica, siete voi la ragione per cui il mondo va in malora » prese fiato, ergendosi in tutta la sua statura. « Verrà il giorno in cui pagherai per il tuo tradimento ».
   « Barty! Cosa dici? » esclamò sconvolta sua madre voltandosi verso di lui.
   « E sarà il tuo Lord a farmela pagare? » chiese Barty sr con aria di derisione.
   « Oh, no. Lui non si sporca le mani con gli esseri inferiori ».
   « Certo, immagino che dopotutto non sia davvero in grado di fare ciò che afferma, altrimenti non si farebbe attorniare da gente di bassa lega come Greyback. O da degli inetti ragazzini che con la bocca che sa ancora di latte vanno in giro a parlare di ideali ».
   Il ragazzo strinse i pugni.
   « È questa l’opinione che hai di me » disse sforzandosi di riacquistare la calma. « Molto bene. Non è dell’opinione di un vecchio idiota che ho bisogno, quando il Signore Oscuro mi considera uno dei suoi più fidati seguaci. Stai attento… padre ». Alzò la manica della veste, scoprendo il Marchio Nero.
   Mary era ormai prossima alle lacrime. Fece un passo verso il figlio, coprendo con la mano l’orrendo simbolo marchiato a fuoco sulla pelle del suo bambino.
   « Tesoro… non dire cose che non pensi… è solo la rabbia che ti fa parlare, è la rabbia che fa parlare entrambi… non siete mai andati d’accordo sulla politica… ma non dovete litigare per questo… Barty… diglielo anche tu… ».
   « Ti sbagli, ragazzo » ribatté fieramente l’uomo, senza dare minimamente ascolto alle parole della moglie. « Io non sono tuo padre ».
   « Barty… » esalò Mary, ma nessuno dei due uomini sembrava accorgersi di lei.
   « Lieto di sentirtelo dire. Perché non voglio essere tuo figlio » furono le ultime parole del ragazzo prima di marciare verso la porta, prendere il mantello e Smaterializzarsi oltre la soglia.
   « No! » gridò Mary troppo tardi, cercando di rincorrerlo. Poi le lacrime sgorgarono tutte insieme, e la donna finì in ginocchio sul pavimento del salotto, piangendo disperatamente, le mani tra i capelli. Winky fu prontamente al suo fianco, e piangeva a sua volta.
   Bartemius Crouch sr non si era mosso da dove si trovava durante l’alterco col figlio, lo sguardo risoluto, il respiro regolare.
   
   Il vento gelido sferzava Nocturn Alley. Sirius detestava quel posto, gli ricordava tristemente i giorni della sua infanzia in cui era costretto a seguire il padre nei suoi affari “perché un giorno toccherà a te occupartene”. Col senno di poi sapeva che quei pomeriggi nel gelo di Nocturn Alley erano preferibili all’atteggiamento dei suoi genitori dopo il suo Smistamento, ma allora ciò che desiderava era rimanere a casa a giocare con Regulus.
   « Black? » disse una voce dall’ombra.
   « Sì ». Non sapeva cosa dire, non sapeva cosa aspettarsi. D’un tratto faceva troppo caldo.
   « Ho poco tempo, devo incontrarmi con il Signore Oscuro e gli altri per fare rapporto tra dieci minuti. Ma domani… alle sei, all’angolo di Magie Sinister, nel vicoletto accanto alla drogheria… beh, incontrerai qualcuno di interessante » disse in fretta e si voltò per Smaterializzarsi.
   « Aspetta! Chi… cosa… » balbettò Sirius preso alla sprovvista.
   « Il Signore Oscuro già sospetta che qualcuno lo stia tradendo, non posso tardare » rispose, ma non se ne andò, rimase a fissare il fratello del suo vecchio amico in quegli occhi grigi così simili a quelli di Regulus. « Lui… avrebbe voluto che te lo dicessi. Sono qui solo per questo ».
   « Mio fratello? ».
   « C’è tanto che non sai di lui. Ma ho giurato ». E, prima di dar tempo a Sirius di capire le sue parole, si Smaterializzò.
   




   Immagino di dovermi scusare ancora una volta per il ritardo… Facciamo che vi avverto da ora che non aggiornerò più di una volta al mese, così non potete aspettarvi da me tempi più brevi XD (ammesso poi che riesca ad aggiornare una volta al mese… vabbè).
   La difficoltà più grande del capitolo? Trovare sinonimi per definire Barty sr e Barty jr durante i dialoghi. Ma cazzarola, proprio lo stesso nome dovevano avere? XDXD
   


   
 
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